KATRIN, la sua storia
parte trentaquattro
La cena
sarebbe stata servita nel salotto più ampio e non in quello privato dello
studio del lord.
Katrin varcò
il corridoio e fu accolta da un cameriere che l’accompagnò. La ragazza si
stampò un sorriso e varcò la soglia.
Suo padre e
Susan erano in piedi davanti alla finestra, lei gli teneva il braccio
appoggiato al suo, mentre Cristofer aveva l’aria annoiata e sbuffava aspettando
di potersi sedere a tavola.
I due si
voltarono ma la donna non mollò il braccio dell’uomo che l’accompagnò al tavolo
e le sistemò la sedia.
Cristofer
prese posto di fronte al lord e Katrin al suo fianco di fronte a Susan.
E’ un piacere essere di nuovo fra
queste mura. Quanti bei ricordi! Squittì la donna guardando sognante il volto del suo ospite.
Lord Semple gongolava, non era più abituato da tempo ad essere adulato,
soltanto Miriam riusciva a risollevargli il morale, ma questa era una storia
molto diversa.
Il cameriere
servì la prima portata e li lasciò.
Katrin, questa dolce donna è missis
Susan Goltreet e quello è suo figlio Cristofer. La signora è una mia vecchia
amica da poco rimasta vedova. Con suo figlio sarà nostra ospite e spero che si
trovi bene con noi. Le
disse suo padre.
Katrin
sorrise alla donna. Benvenuta in questa
casa, missis Susan, e benvenuto a lei, sir Cristofer. Il ragazzo non aveva
ancora detto una parola e rispose solo con un cenno della testa.
La cena
proseguì fra sospiri languidi e sorrisetti fra i due ex amanti e Katrin non
vedeva l’ora di potersene andare. Osservava, per quanto poteva anche Cristofer.
Era innegabile la somiglianza con suo padre, aveva un bel viso ma un corpo già
appesantito dal troppo cibo e poco movimento. I suoi denti erano già scuri per
i troppi sigari e molto presto avrebbe perso anche i capelli. Poteva risultare
piacevole se solo si fosse sforzato di sorridere ma rimaneva cocciutamente in
silenzio mangiando voracemente.
Katrin, mia cara perché domani non
fai fare un giro a mio figlio e gli mostri i dintorni? Sono sicura che potreste
fare amicizia e lui adora andare a cavallo. Le chiese senza mai smettere di sorridere.
Domani non mi è possibile, ma troverò
un giorno più adatto per essere libera e dargli tutta la mia attenzione. Le rispose sempre sorridendo. Susan
si indispettì ma non lo diede a vedere. Quella ragazza era la figlia del lord e
bisognava trattarla adeguatamente, almeno per ora. Non le piaceva la sua troppa
libertà e il fatto che suo padre non fosse intervenuto per obbligarla la fece
infuriare, ma non smise mai di sorridere. Ringraziò la ragazza e tornò a fare
le sue moine al lord.
Hai una gran bella ragazza, mio caro.
Lo lusingò.
La cena
riprese. Katrin aveva tutto il tempo di osservare la donna che le sedeva di
fronte. Sudava sotto il trucco pesante. I capelli avrebbero avuto bisogno di
una mano esperta e le rughe erano visibili agli occhi e al collo. Doveva essere
stata una vera bellezza, e ancora lo era, ma doveva aver patito varie
ristrettezze e si notava anche dall’abito. Cristofer, invece era agghindato di
tutto punto, anche le mani erano curate nonostante fossero scurite dai troppi
sigari. Katrin non faticava ad accorgersi che il ragazzo aveva un’indole
egocentrica ed egoistica, bastava osservare come si serviva dei pezzi migliori
dal piatto di portata, di come sbuffasse e sicuramente avrebbe voluto essere
altrove.
Katrin gli
rivolse la parola. Cosa fa nella vita,
sir Cristofer?
Sua madre
non perdeva nemmeno una parola. Ho
aiutato mio padre fino a che è rimasto in vita. Niente di particolare. E
chiuse il discorso.
C’è qualcosa che ama fare? Insistette la ragazza. Io, per esempio ho imparato a duellare, a
difendermi, sto imparando l’arte della guerra e della difesa, e le buone
maniere da tenere in società. Aggiunse.
Mi sto riprendendo dal dolore del
lutto e dalla perdite della nostre proprietà. Rispose riprendendo a mangiare.
Avete perso tutto? Chiese mostrando falso interesse.
Susan
intervenne. Mia cara, non tutti sono
ricchi come tuo padre e tuo nonno e noi avevamo ben poco, abbiamo dovuto
vendere tutto, mio marito aveva fatto dei debiti e noi siamo persone oneste, li
abbiamo ripagati tutti.
Non avete più niente? Nemmeno un
posto dove vivere? Un lavoro per mantenervi? E come pensate di tirare avanti? Le chiese Katrin fissandole gli occhi
in viso.
Katrin! Sono nostri ospiti e le tue
sono domande inopportune. Ora puoi tornare nella tua stanza e spero che in
futuro ti comporti meglio o te la vedrai con me. La rimproverò suo padre.
Katrin si
alzò, Cristofer non le spostò la sedia e lei gli diede un calcio. Mi scusi sir Cristofer, sono inciampata.
Buona continuazione. Girò loro le spalle e uscì.
Sapeva di
aver osato troppo ma non riusciva a sopportare tutta quella falsità e
l’ambiguità di quella gente. Suo padre era un idiota e si sarebbe fatto
conquistare con estrema facilità, ma con lei non ci sarebbero riusciti.
Sentì la
porta aprirsi e i passi di Cristofer che la raggiunse. Posso accompagnarla, miss Katrin? Le chiese in modo educato.
Lei si fermò
e aspettò che la raggiungesse. Il ragazzo aveva un sorriso che lei imparò a
odiare fin da quel momento. Le do un
consiglio, sir Cristofer, non mi giunga alle spalle o potrebbe essere
infilzato, non mi serve protezione in casa mia, né fuori di qui. Voi non mi
piacete ed io non devo piacere a voi, crede che non conosca il vero motivo del
vostro arrivo? Io non sono mio padre, sono la nipote di lord Sheppard, non
dimenticatelo mai!
Lo lasciò
esterrefatto e raggiunse la sua stanza. Era stata calma, aveva sorriso e si era
comportata bene.
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