mercoledì 13 novembre 2019

KATRIN, la sua storia


KATRIN, la sua storia

parte trentacinque






Raggiunse la sua camera e chiuse la porta con un calcio poco elegante. Si tolse l’abito e si lavò le mani, le sembrava di avere incollato addosso il sorriso mieloso e falso di quella donna e l’odore di sigaro scadente di suo figlio.
Con gesti nervosi gettò sul pavimento l’abito e rimase in sottoveste. Faceva caldo e non aveva nessuna intenzione di mettersi la camicia da notte.
Era davanti allo specchio per raccogliersi i capelli prima di coricarsi.
Com’è andata, miss Katrin? Si sentì apostrofare. Quasi le prese un colpo. Non si era accorta che Robin era comodamente seduto sulla poltroncina. Dovrò abituarmi a trovarla nella mia camera da letto? Potrei pensare che lei abbia cattive intenzioni! Gli rispose con tono secco.
Noto dal suo tono e dalle sue azioni che la cena non sia stata un gran successo. Le disse con il suo solito sorriso ironico.
Tutt’altro! Ho seguito i consigli di un amico e mi sono comportata bene, ho capito parecchie cose in questo poco tempo, e nulla che mi piaccia. Gli rispose.
Robin rimaneva in silenzio mentre lei continuava a sistemarsi i capelli. Le piace lo spettacolo? Gli chiese la ragazza che era scandalosamente mezza nuda.
Ho visto di meglio, e non sono qui per osservarla, la vedo e la tocco ogni giorno, so fin troppo bene come è fatto il suo corpo. Le rispose beffardo.
Lei non raccolse la provocazione o si sarebbero messi a duellare nella camera. Lui capì la fatica che le costava comportarsi con calma, si alzò e le andò vicino.
Sono molto fiero di lei, miss Katrin. Le disse lasciandola senza parole.
Lasciò che quell’affermazione lasciasse il suo segno, se ne sarebbe ricordata.
Non mi piacciono quelle persone, missis Susan sta irretendo mio padre e ci scommetto che entro la fine dell’anno lo convincerà a sposarla. Sono proprio messi male quei due e si nota da tanti particolari, anche se non conoscessi la loro storia non ci avrei messo molto a rendermene conto. Quello che mi preoccupa e Cristofer. L’ho osservato e interrogato e ho avuto i brividi, mi ha dato la sensazione di essere una persona fredda, vuota ed egoista, e sua madre pende dalle sue labbra. Sarà una catastrofe dopo il matrimonio. Disse sedendosi sul letto. La luce della luna entrava dalla grande finestra aperta e si rifletteva sulla sua delicata sottoveste di seta. Robin la osservava e, una volta di più vedeva tutta la bellezza di quella ragazza, era difficile mantenersi freddi, ma lui aveva un compito, degli ordini da eseguire e si sarebbe attenuto a quelli.
Sir Cristofer ha molti debiti con vari strozzini. Lord Sheppard mi ha comunicato che gli hanno concesso altro tempo quando hanno saputo che sarebbe venuto a vivere qui, sì ha capito bene, ha fatto credere che avrebbe ottenuto denaro da lord Semple. C’è in gioco la sua vita e sarà disposto a tutto per salvarsi. Non so cosa trami ma sono qui per ricordarle che è un uomo pericoloso e con l’acqua alla gola, e nessuno sa cosa abbia in mente di fare. Suo nonno, miss Katrin, vorrebbe allontanarla da qui ma sa che non può andare contro il volere di suo padre. Sarà ancora più sorvegliata e mi troverà spesso nei suoi paraggi, sarò discreto ma ho ricevuto l’ordine di proteggerla, ora più di prima.  Le rivelò l’uomo.
Katrin sapeva che ogni parola che le aveva detto Robin era vera. Se solo avesse potuto andarsene da lì e lasciare tutti loro a fare e disfare quello che volevano lo avrebbe fatto in quel minuto stesso. Sapeva che la sicurezza e la vita delle persone che amava erano in pericolo e che molto dipendeva da lei. Doveva, assolutamente doveva riuscire a comportarsi di conseguenza. Aveva quindici anni, era ormai una donna, e le lezioni ricevute prima da Alfred ed ora da Robin l’avevano temprata nel corpo e nello spirito, non era una che si arrendeva, doveva considerare la sua vita come un campo di battaglia e comportarsi come un soldato che lotta per la propria vita e per quella dei suoi compagni. Ma non sarebbe stato facile.
Ho un’altra cattiva notizia da darle, miss Katrin. Girano voci fra i domestici e pare che suo padre voglia allontanare Sara. Le rivelò aspettando la sua reazione.
Questo non posso permetterglielo! Non ho amici qui, e lei è l’unica della quale mi posso fidare. Che piani ha in mente? Vuole isolarmi? Non sono una bambina, ho vissuto qui da sempre senza avere affetto e amore dopo che mia madre è morta. Sara è l’unica che mi è rimasta accanto, che mi ha difesa, e credo che mi voglia un po’ di bene. Non può mandarla via. Teneva la voce bassa, aveva i pugni stretti e gli occhi lucidi di rabbia e di dolore. Robin si alzò e le poggiò la mano sulla spalla. Sarà meglio che si prepari a tanti cambiamenti, miss Katrin. Lei sentiva il calore della mano sulla sua pelle nuda. Come doveva essere bello poter conoscere l’amore e l’affetto di qualcuno. Dio quanto le mancava! Robin distolse la mano e sparì come aveva fatto la volta precedente.
Una lacrima riuscì a sfuggirle dalle palpebre mentre si sdraiava sul letto. Le lenzuola erano fresche sulla pelle sudata. Le sembrava di sentire ancora la mano di Robin che la consolava. Era un uomo enigmatico, sempre rigoroso con se stesso e con il suo compito, ma quella sera aveva capito che non metteva solo testa e onore in quello che le insegnava, si era sorpresa a capire che anche lui aveva un cuore e che forse le si era almeno un poco affezionato. Forse era stato solo un attimo fuggente di consolazione ma questo le bastava per non sentirsi infinitamente sola e in balia di eventi che erano più grandi di lei.
Chiuse gli occhi e, come faceva da tempo pensò a come sarebbe stata la sua vita se non fosse stata venduta a lord Semple. A chi erano i suoi veri genitori, all’amore che aveva ricevuto da sua madre. Si sorprendeva ancora pensando a come lord Sheppard le aveva ribadito che lei era sua nipote e di come fosse stata accettata da loro nonostante la verità che ora conoscevano.
Ti voglio bene, nonno. Fu l’ultimo pensiero prima di addormentarsi.

immagine dal web - diritti e proprietà riservati di Milena Ziletti

Nessun commento:

Posta un commento