KATRIN, LA SUA STORIA
parte quarantasette
Ha sentito la mia mancanza, miss
Katrin? Le chiese
col suo solito sorriso ironico.
La ragazza
ridivenne seria. Presumo abbia avuto da
fare, al contrario di me che mi sto annoiando da morire, non amo rimanere
inattiva troppo a lungo. Gli rispose.
Ha qualche programma, miss Katrin? Aggiunse.
Nessuno dei
due si fidava a parlare troppo liberamente all’interno del castello. Ci vediamo domattina alle stalle. Le
disse il soldato prima di uscire. Non
credo sarà possibile, dovrà scortare una carovana, vada a prendere istruzioni.
Non doveva assentarsi. Gli disse con cipiglio severo.
Katrin
ribolliva dall’impazienza ma aveva imparato molto bene l’autocontrollo e
l’importanza di avere un piano quando si vuole portare avanti un’azione
pericolosa. Si sedette comodamente davanti al camino e cominciò a dare forma al
suo piano.
Non si
accorse nemmeno del tempo che passava fino a quando Rosie entrò col vassoio
della cena. Si sedette al tavolo e alzò un sopracciglio. Dov’è il tuo piatto? Le chiese. I
nuovi ordini della lady sono tassativi: la servitù può consumare un pasto al
giorno. Le rispose ad occhi bassi.
Vieni, ce n’è abbastanza per
entrambe. E
cominciarono a mangiare in silenzio.
La mattina
si presentò limpida e fredda. La neve era ghiacciata e sarebbe stato molto
difficile per i carri riuscire a percorrere i sentieri che portavano al primo
villaggio. Katrin era alla finestra. Cristofer era in sella al suo nuovo
cavallo, un regalo che gli aveva fatto sua madre. Un drappello di soldati erano
già insella ma fra loro non vide Robin. Tre carri coperti cominciarono la
difficoltosa avanzata. Le fruste non risparmiavano quelle povere bestie che
affondavano i garretti nella neve. Soltanto uno stolto poteva pensare di uscire
dopo una tempesta del genere.
Con molta
difficoltà iniziarono il loro viaggio.
Aspettò che
si fossero allontanati poi raggiunse le stalle.
Robin la
stava aspettando. Voleva dirmi qualcosa
miss Katrin? Le chiese appena la vide. Sono
stato messo al corrente dell’ordine di suo padre di requisire le scorte di
cibo. Il capitano mi ha esentato, forse sa qualcosa che io non so. Aggiunse.
Il capitano è un grand’uomo. Io
nemmeno ho fiatato ma lui si fida di me, come io mi fido di lui. Gli rispose.
Cominciarono
a strigliare Lampo. Mi vuol tenere ancora
sulla corda? Sbottò il soldato. O
devo estorcerle le informazioni con la forza? Aggiunse sorridendo.
La ragazza
non vedeva l’ora di metterlo al corrente del suo piano. Non ci volle molto per
descrivere quello che aveva intenzione di fare. Robin sorrise compiaciuto. E’ un ottimo piano, ma mi sta nascondendo
una parte importante. Le disse.
Katrin fece
una risata, Lampo rispose con un nitrito di piacere. Sto aspettando, miss Katrin. Insistette. Sir Robin, lo saprà al momento opportuno! Gli rispose soavemente. Qualcuno mi ha insegnato che un buon piano
per riuscire deve essere a conoscenza del minor numero di persone, per ora lo
conosco solo io, ma le prometto che le chiederò il suo aiuto. Finì di
strigliare il cavallo e ritornò veloce in camera sua, faceva davvero molto
freddo.
Ci vollero
tre settimane per portare a termine la requisizione delle scorte di cibo dei
contadini.
Il
malcontento era palpabile ma nessuno osava ribellarsi apertamente, soprattutto
perché i capi villaggio erano riusciti a mantenere la calma.
La cantina,
la dispensa e i granai del castello erano colmi di vettovaglie. Si apprestava
la festa per il nuovo anno ma, come al solito non c’erano invitati al castello.
Nell’appartamento
dei padroni era stata preparata una tavola imbandita con ogni ben di dio,
Katrin era stata invitata con la richiesta di indossare un abito da sera adatto
all’occasione.
Rosie si era
superata nell’acconciarle i capelli. Si era spalmata un leggero trucco e aveva
messo la catenina di sua madre. L’abito era arrivato da una sartoria rinomata,
regalo di suo nonno.
Era pronta,
aspettava solo il cameriere che arrivasse per accompagnarla. Fu sorpresa che
fosse Cristofer ad aver bussato. Le fece un inchino mentre il suo sguardo si
perdeva nella scollatura dell’abito. Doveva ammetterlo, era davvero molto
graziosa e, come gli era successo la volta precedente ebbe un’erezione che non
riuscì a nascondere.
Non dimentichi che porto sempre il
pugnale con me. Gli
disse guardando i pantaloni attillati.
La fece
entrare per prima. Erano nel salone principale e al centro c’era un tavolo
preparato a regola d’arte. Tovaglia finissima e piatti e posate che non
venivano usate da anni. Uno sfavillio di luci di candele. Due cameriere
aspettavano di servire la cena.
Susan e suo
padre si tenevano per mano mentre Cristofer preparava da bere per tutti.
Buonasera Katrin, siamo felici che
sia qui. Dobbiamo festeggiare il nuovo anno e siamo sicuri che sarà bellissimo
e felice per la nostra famiglia. Disse lady Susan.
Cristofer
porse i bicchieri e brindarono alla fine del vecchio anno. Si sedettero e le
cameriere cominciarono a servire.
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