venerdì 29 novembre 2019

KATRIN, LA SUA STORIA


KATRIN, LA SUA STORIA

parte quarantasette






Ha sentito la mia mancanza, miss Katrin? Le chiese col suo solito sorriso ironico.
La ragazza ridivenne seria. Presumo abbia avuto da fare, al contrario di me che mi sto annoiando da morire, non amo rimanere inattiva troppo a lungo. Gli rispose.
Ha qualche programma, miss Katrin? Aggiunse.
Nessuno dei due si fidava a parlare troppo liberamente all’interno del castello. Ci vediamo domattina alle stalle. Le disse il soldato prima di uscire. Non credo sarà possibile, dovrà scortare una carovana, vada a prendere istruzioni. Non doveva assentarsi. Gli disse con cipiglio severo.
Katrin ribolliva dall’impazienza ma aveva imparato molto bene l’autocontrollo e l’importanza di avere un piano quando si vuole portare avanti un’azione pericolosa. Si sedette comodamente davanti al camino e cominciò a dare forma al suo piano.
Non si accorse nemmeno del tempo che passava fino a quando Rosie entrò col vassoio della cena. Si sedette al tavolo e alzò un sopracciglio. Dov’è il tuo piatto? Le chiese. I nuovi ordini della lady sono tassativi: la servitù può consumare un pasto al giorno. Le rispose ad occhi bassi.
Vieni, ce n’è abbastanza per entrambe. E cominciarono a mangiare in silenzio.
La mattina si presentò limpida e fredda. La neve era ghiacciata e sarebbe stato molto difficile per i carri riuscire a percorrere i sentieri che portavano al primo villaggio. Katrin era alla finestra. Cristofer era in sella al suo nuovo cavallo, un regalo che gli aveva fatto sua madre. Un drappello di soldati erano già insella ma fra loro non vide Robin. Tre carri coperti cominciarono la difficoltosa avanzata. Le fruste non risparmiavano quelle povere bestie che affondavano i garretti nella neve. Soltanto uno stolto poteva pensare di uscire dopo una tempesta del genere.
Con molta difficoltà iniziarono il loro viaggio.
Aspettò che si fossero allontanati poi raggiunse le stalle.
Robin la stava aspettando. Voleva dirmi qualcosa miss Katrin? Le chiese appena la vide. Sono stato messo al corrente dell’ordine di suo padre di requisire le scorte di cibo. Il capitano mi ha esentato, forse sa qualcosa che io non so. Aggiunse.
Il capitano è un grand’uomo. Io nemmeno ho fiatato ma lui si fida di me, come io mi fido di lui. Gli rispose.
Cominciarono a strigliare Lampo. Mi vuol tenere ancora sulla corda? Sbottò il soldato. O devo estorcerle le informazioni con la forza? Aggiunse sorridendo.
La ragazza non vedeva l’ora di metterlo al corrente del suo piano. Non ci volle molto per descrivere quello che aveva intenzione di fare. Robin sorrise compiaciuto. E’ un ottimo piano, ma mi sta nascondendo una parte importante. Le disse.
Katrin fece una risata, Lampo rispose con un nitrito di piacere. Sto aspettando, miss Katrin. Insistette. Sir Robin, lo saprà al momento opportuno! Gli rispose soavemente. Qualcuno mi ha insegnato che un buon piano per riuscire deve essere a conoscenza del minor numero di persone, per ora lo conosco solo io, ma le prometto che le chiederò il suo aiuto. Finì di strigliare il cavallo e ritornò veloce in camera sua, faceva davvero molto freddo.
Ci vollero tre settimane per portare a termine la requisizione delle scorte di cibo dei contadini.
Il malcontento era palpabile ma nessuno osava ribellarsi apertamente, soprattutto perché i capi villaggio erano riusciti a mantenere la calma.
La cantina, la dispensa e i granai del castello erano colmi di vettovaglie. Si apprestava la festa per il nuovo anno ma, come al solito non c’erano invitati al castello.
Nell’appartamento dei padroni era stata preparata una tavola imbandita con ogni ben di dio, Katrin era stata invitata con la richiesta di indossare un abito da sera adatto all’occasione.
Rosie si era superata nell’acconciarle i capelli. Si era spalmata un leggero trucco e aveva messo la catenina di sua madre. L’abito era arrivato da una sartoria rinomata, regalo di suo nonno.
Era pronta, aspettava solo il cameriere che arrivasse per accompagnarla. Fu sorpresa che fosse Cristofer ad aver bussato. Le fece un inchino mentre il suo sguardo si perdeva nella scollatura dell’abito. Doveva ammetterlo, era davvero molto graziosa e, come gli era successo la volta precedente ebbe un’erezione che non riuscì a nascondere.
Non dimentichi che porto sempre il pugnale con me. Gli disse guardando i pantaloni attillati.
La fece entrare per prima. Erano nel salone principale e al centro c’era un tavolo preparato a regola d’arte. Tovaglia finissima e piatti e posate che non venivano usate da anni. Uno sfavillio di luci di candele. Due cameriere aspettavano di servire la cena.
Susan e suo padre si tenevano per mano mentre Cristofer preparava da bere per tutti.
Buonasera Katrin, siamo felici che sia qui. Dobbiamo festeggiare il nuovo anno e siamo sicuri che sarà bellissimo e felice per la nostra famiglia. Disse lady Susan.
Cristofer porse i bicchieri e brindarono alla fine del vecchio anno. Si sedettero e le cameriere cominciarono a servire.


immagine dal web - diritti e proprietà riservati di Milena Ziletti

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