mercoledì 20 novembre 2019

KATRIN, LA SUA STORIA


KATRIN, LA SUA STORIA

parte quaranta






Oltrepassò il corridoio che portava all’appartamento privato di suo padre senza incontrare nessuno.
Scese la scalinata e girò l’angolo andando a sbattere contro Cristofer.
Buongiorno, miss Katrin. La salutò con falsa gentilezza.
Mi sta seguendo, sir Cristofer? Devo avvisare la mia scorta di aumentare la guardia? Gli rispose oltrepassandolo senza degnarlo di uno sguardo.
Lui commise il suo primo errore. L’afferrò per un braccio e la strattonò. Quando sarò io a comandare qui, tu farai quello che io ti ordino! Le soffiò in faccia.
Lui nemmeno si accorse della mossa della ragazza che aveva sfoderato il pugnale e, con un colpo ben assestato gli ferì il braccio. La prossima volta che mi tocca di nuovo o mi manca di rispetto non mirerò al braccio ma in un posto molto più delicato, sir Cristofer, mi sono spiegata? Le rispose senza alterare il tono della voce.
Sei solo una puttana, come tutte le donne! Ringhiò tenendo bassa la voce.
Lei si fermò. Ho un altro avvertimento per lei, sir Cristofer: se si azzarda a toccare o anche solo a sfiorare una serva o una cameriera io piomberò di notte nella sua stanza e la evirerò, quando meno se lo aspetta lei non sarà più un uomo, glielo prometto. E lo lasciò con il braccio che gocciolava sangue.
Aveva faticosamente mantenuto la calma, sapeva che lo faceva apposta, che cercava la scusa per accusarla davanti a suo padre.
Salì nella sua stanza ed ebbe la piacevole sorpresa di trovare Rosie che l’aspettava. Sul tavolo il vassoio con il pranzo.
Katrin sorrise nel vedere quanto graziosa fosse la ragazza poco più giovane di lei. La cameriera era in imbarazzo, non sapeva proprio cosa fare.
Vieni Rosie, siediti con me, mangiamo insieme e facciamo conoscenza. La invitò.
Finito di mangiare diede le prime istruzioni a Rosie e quella fu ben felice di mettersi subito all’opera.
Fuori c’erano poche persone, il caldo era davvero insopportabile. Katrin raggiunse le stalle e sellò Lampo. Aveva bisogno di stare da sola, troppe emozioni in poche ore. Uscì dalle mura e non fu sorpresa di essere raggiunta da Robin.
Sta pensando di scappare, miss Katrin? Le chiese con il suo sorriso ironico.
Volevo stare sola coi miei pensieri, ma sapevo che mi avrebbe raggiunta. Gli rispose.
Me ne starò zitto e lei potrà continuare come se fosse sola. Le rispose, stavolta in tono serio. Le si mise dietro e lasciò che la ragazza andasse dove voleva.
Non fu sorpreso quando Katrin si fermò nel boschetto dove si erano confidati la prima volta. Scesero da cavallo e si sedettero come avevano fatto la volta precedente.
Nessuno dei due parlava.
Cos’è successo con suo padre, miss Katrin? Osò chiederle.
Lei aprì gli occhi e, ancora una volta cercò di leggergli dentro, in cerca della conferma che potesse davvero fidarsi di lui. Sapeva già molte cose che la riguardavano ma lei, ancora aveva paura a confidarsi del tutto.
Fu lui che, capendo i dubbi che la assillavano iniziò a parlare.
Ho ricevuto un messaggio da suo nonno. Disse, e questo catturò l’attenzione della ragazza. Ha rilevato tutti i debiti di Cristofer e sua madre, ora è a lord Sheppard che dovranno rispondere, ma loro non lo sanno e non credo lo sapranno se non sarà necessario. Aggiunse.
Perché mio nonno ha fatto questo? Gli chiese senza capire.
Gli strozzini erano diventati molto esigenti, volevano almeno una parte del denaro ma Cristofer e sua madre non posseggono nemmeno un centesimo. Lo ha fatto per dare più tempo a lei, miss Katrin. Darà loro maggior tempo per pagare e non saranno costretti ad anticipare i tempi per fare quello che hanno intenzione di fare. La informò.
Perché mio nonno si fida di lei, sir Robin fino ad informarla di notizie così delicate? Gli chiese.
Io non potrei rispondere a questa domanda, ma ho la certezza che se non lo farò lei non mi darà più la sua completa fiducia, vero? Le disse avvicinandosi e sedendosi di fronte a lei, così vicino che i suoi occhi sembravano entrare negli occhi di lei.
Lei osserva spesso i miei occhi, cosa ci vede, miss Katrin? Continuò.
Katrin non parlava, aveva un milione di domande che le riempivano la mente, ma ora più che mai non sapeva di chi fidarsi ciecamente, e dio sapeva quanto aveva bisogno di amici se voleva sopravvivere. Susan aveva già cominciato i suoi intrallazzi e lei era solo una ragazza, se pur la figlia del lord non aveva molta voce in capitolo e quando suo padre si fosse risposato quella che sarebbe diventata sua moglie avrebbe avuto più potere di lei.
Robin riprese a parlare. Quello che vedo io nei suoi occhi, miss Katrin è una voglia matta di scappare da questo posto, ma ha un grande senso del dovere, io lo so per certo, la conosco più di quanto lei vorrebbe, ma di me si può fidare, questo glielo posso giurare. Prese la mano della ragazza e la posò sul suo cuore. Sente il mio battito, miss Katrin? E’ la mia vita che viene dopo la sua. Le disse, molto serio, tanto serio che così non lo aveva mai visto.
E’ pronta a scoprire un segreto che dovrà custodire con la sua stessa vita? E’ ancora in tempo a rifiutare. Lei ritrasse la mano e avvicinò il suo viso ancora di più a quello del soldato.
Io nei suoi occhi vedo determinazione e coraggio, devozione e molto altro, quello che non so è a chi è rivolto tutto questo. Gli rispose.


immagine dal web - diritti e proprietà riservati di Milena Ziletti

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