KATRIN, LA SUA STORIA
parte quaranta
Oltrepassò
il corridoio che portava all’appartamento privato di suo padre senza incontrare
nessuno.
Scese la
scalinata e girò l’angolo andando a sbattere contro Cristofer.
Buongiorno, miss Katrin. La salutò con falsa gentilezza.
Mi sta seguendo, sir Cristofer? Devo
avvisare la mia scorta di aumentare la guardia? Gli rispose oltrepassandolo senza
degnarlo di uno sguardo.
Lui commise
il suo primo errore. L’afferrò per un braccio e la strattonò. Quando sarò io a comandare qui, tu farai quello
che io ti ordino! Le soffiò in faccia.
Lui nemmeno
si accorse della mossa della ragazza che aveva sfoderato il pugnale e, con un
colpo ben assestato gli ferì il braccio. La
prossima volta che mi tocca di nuovo o mi manca di rispetto non mirerò al braccio
ma in un posto molto più delicato, sir Cristofer, mi sono spiegata? Le
rispose senza alterare il tono della voce.
Sei solo una puttana, come tutte le
donne! Ringhiò
tenendo bassa la voce.
Lei si
fermò. Ho un altro avvertimento per lei,
sir Cristofer: se si azzarda a toccare o anche solo a sfiorare una serva o una
cameriera io piomberò di notte nella sua stanza e la evirerò, quando meno se lo
aspetta lei non sarà più un uomo, glielo prometto. E lo lasciò con il
braccio che gocciolava sangue.
Aveva faticosamente
mantenuto la calma, sapeva che lo faceva apposta, che cercava la scusa per
accusarla davanti a suo padre.
Salì nella
sua stanza ed ebbe la piacevole sorpresa di trovare Rosie che l’aspettava. Sul
tavolo il vassoio con il pranzo.
Katrin
sorrise nel vedere quanto graziosa fosse la ragazza poco più giovane di lei. La
cameriera era in imbarazzo, non sapeva proprio cosa fare.
Vieni Rosie, siediti con me, mangiamo
insieme e facciamo conoscenza. La invitò.
Finito di
mangiare diede le prime istruzioni a Rosie e quella fu ben felice di mettersi
subito all’opera.
Fuori
c’erano poche persone, il caldo era davvero insopportabile. Katrin raggiunse le
stalle e sellò Lampo. Aveva bisogno di stare da sola, troppe emozioni in poche
ore. Uscì dalle mura e non fu sorpresa di essere raggiunta da Robin.
Sta pensando di scappare, miss
Katrin? Le chiese
con il suo sorriso ironico.
Volevo stare sola coi miei pensieri,
ma sapevo che mi avrebbe raggiunta. Gli rispose.
Me ne starò zitto e lei potrà
continuare come se fosse sola. Le rispose, stavolta in tono serio. Le si mise dietro e
lasciò che la ragazza andasse dove voleva.
Non fu
sorpreso quando Katrin si fermò nel boschetto dove si erano confidati la prima
volta. Scesero da cavallo e si sedettero come avevano fatto la volta precedente.
Nessuno dei
due parlava.
Cos’è successo con suo padre, miss
Katrin? Osò
chiederle.
Lei aprì gli
occhi e, ancora una volta cercò di leggergli dentro, in cerca della conferma
che potesse davvero fidarsi di lui. Sapeva già molte cose che la riguardavano
ma lei, ancora aveva paura a confidarsi del tutto.
Fu lui che,
capendo i dubbi che la assillavano iniziò a parlare.
Ho ricevuto un messaggio da suo
nonno. Disse, e
questo catturò l’attenzione della ragazza. Ha
rilevato tutti i debiti di Cristofer e sua madre, ora è a lord Sheppard che
dovranno rispondere, ma loro non lo sanno e non credo lo sapranno se non sarà
necessario. Aggiunse.
Perché mio nonno ha fatto questo? Gli chiese senza capire.
Gli strozzini erano diventati molto
esigenti, volevano almeno una parte del denaro ma Cristofer e sua madre non
posseggono nemmeno un centesimo. Lo ha fatto per dare più tempo a lei, miss
Katrin. Darà loro maggior tempo per pagare e non saranno costretti ad
anticipare i tempi per fare quello che hanno intenzione di fare. La informò.
Perché mio nonno si fida di lei, sir
Robin fino ad informarla di notizie così delicate? Gli chiese.
Io non potrei rispondere a questa
domanda, ma ho la certezza che se non lo farò lei non mi darà più la sua
completa fiducia, vero? Le disse avvicinandosi e sedendosi di fronte a lei, così vicino che i
suoi occhi sembravano entrare negli occhi di lei.
Lei osserva spesso i miei occhi, cosa
ci vede, miss Katrin? Continuò.
Katrin non parlava,
aveva un milione di domande che le riempivano la mente, ma ora più che mai non
sapeva di chi fidarsi ciecamente, e dio sapeva quanto aveva bisogno di amici se
voleva sopravvivere. Susan aveva già cominciato i suoi intrallazzi e lei era
solo una ragazza, se pur la figlia del lord non aveva molta voce in capitolo e
quando suo padre si fosse risposato quella che sarebbe diventata sua moglie
avrebbe avuto più potere di lei.
Robin
riprese a parlare. Quello che vedo io nei
suoi occhi, miss Katrin è una voglia matta di scappare da questo posto, ma ha
un grande senso del dovere, io lo so per certo, la conosco più di quanto lei
vorrebbe, ma di me si può fidare, questo glielo posso giurare. Prese la
mano della ragazza e la posò sul suo cuore. Sente
il mio battito, miss Katrin? E’ la mia vita che viene dopo la sua. Le
disse, molto serio, tanto serio che così non lo aveva mai visto.
E’ pronta a scoprire un segreto che
dovrà custodire con la sua stessa vita? E’ ancora in tempo a rifiutare. Lei ritrasse la mano e avvicinò il
suo viso ancora di più a quello del soldato.
Io nei suoi occhi vedo determinazione
e coraggio, devozione e molto altro, quello che non so è a chi è rivolto tutto
questo. Gli rispose.
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