martedì 5 novembre 2019

KATRIN, la sua storia


KATRIN, la sua storia

parte ventinove






Il mese di luglio iniziò con nuove tabelle di marcia, sia per l’allenamento che per le lezioni con Sara.
Katrin si sottoponeva a tutto con il massimo impegno, quella per il momento era la sua vita e la sfruttava il più possibile, ben sapendo che le cose sarebbero cambiate con l’arrivo di miss Susan o se suo padre l’avesse costretta ad accettare un corteggiatore.
Robin non le risparmiava niente, non la adulava ma la incitava, era davvero un ottimo maestro e non si perdeva mai in niente che non fosse altro che l’allenamento.
Erano già passate due settimane, duellare sotto il sole rendeva problematica perfino la presa sull’elsa della spada. Quel pomeriggio Katrin si presentò per il consueto addestramento ed ebbe una sorpresa: Lampo era stato sellato e Robin era già pronto in sella al suo cavallo.
Dove andiamo?  Chiese la ragazza. Mi segua. Le rispose soltanto il soldato.
Cavalcavano al passo, senza nessuna fretta. Katrin lo seguiva chiedendosi dove l’avrebbe condotta quando una freccia le passò così vicino al viso che la fece sussultare. Lampo si impennò e lei cadde rovinosamente a terra.
Robin la raggiunse ma non scese da cavallo. Quante volte le ho detto che non bisogna mai abbassare la guardia? Si rialzi. Le ordinò mentre lui riprendeva la strada.
Katrin si tolse la polvere di dosso e calmò il cavallo. Raggiunse il suo maestro che già si era allontanato. Era di spalle e lei, silenziosamente prese arco e freccia e incoccò per far partire la freccia e spaventarlo ma quello non si fece sorprendere. Si voltò di scatto e lanciò il suo pugnale che si conficcò ai piedi di Lampo che ancora si spaventò e la disarcionò un’altra volta.
Katrin era infuriata, anche se non sapeva bene con chi. Era dolorante, cadere due volte da cavallo lasciava il segno e lei non era abituata. Si rialzò fulminando con lo sguardo il suo aguzzino che rimaneva ben saldo in sella e la osservava beffardo.
Senza pensarci sguainò la spada e lo raggiunse cercando di disarcionarlo a sua volta, ma lui se l’aspettava e con un piede l’allontanò facendola di nuovo ruzzolare a terra.
La ragazza ansimava e il suo viso arrossato esprimeva tutta la sua collera, la sua rabbia per quello che aveva subìto. Robin non diceva niente e rimaneva ad osservarla dall’alto del cavallo.
Non è altro che una ragazzina viziata. Le disse. Tirò le briglie e la lasciò a terra continuando per la sua strada.
Katrin rimase esterrefatta a terra aspettando che il respiro le tornasse normale. Avrebbe voluto uccidere quel ragazzo che la stava umiliando, per fortuna senza nessuno che potesse vedere, di questo gli era riconoscente.
Si rialzò e si tolse un po’ di polvere dagli indumenti, risalì in sella a Lampo e raggiunse il soldato che continuava per la sua strada come se non fosse successo niente.
Cavalcava tenendo aperti occhi e orecchie, non sapendo cosa aspettarsi ancora. Raggiunsero uno spiazzo circondato da alcuni alberi. Era davvero un bel posto, non lo aveva mai visto e si distrasse soltanto il tempo per ammirare tanta bellezza, e le fu fatale.
Da dietro gli alberi sbucarono quattro uomini incappucciati che iniziarono a lottare contro Robin e Katrin. Di nuovo lei era a terra, non si aspettava un assalto di quel genere, ma la sua incertezza durò poco. Si rialzò mentre due di loro la circondavano con la spada in pugno. Iniziarono a combattere, lei non aveva mai avuto due avversari in una volta e si trovava in difficoltà. Robin si era già liberato di uno di loro e mentre lei si affaticava per parare i colpi dei due uomini il suo maestro aveva già messo fuori combattimento entrambi gli aggressori. Ansimava e si appoggiò al tronco di un albero ad osservare come se la stava cavando la ragazza. Gli occhi del soldato brillavano di soddisfazione ma non glielo avrebbe mai detto, si stava difendendo bene, nonostante dovesse avere vari dolori al fondo schiena. Rimase ad osservarla ancora per qualche attimo, lei non gli chiedeva di intervenire in suo aiuto, sapeva che avrebbe preferito morire piuttosto. Si decise, lanciò un fischio e quelli si allontanarono senza dire una sola parola.
Katrin faticava a respirare, la fatica la stava sopraffacendo ma osservando la faccia del soldato che sorrideva beffardamente sentì ritornare le forze e si scagliò contro di lui. Iniziarono a incrociare le lame, lei era furibonda e se ci fosse riuscita l’avrebbe trafitto senza rimorsi. Robin la lasciò sfogare e la tenne a bada senza troppo sforzo.
Nella lotta impari lui la costrinse con la schiena contro un albero e le bloccò le mani, disarmandola. Avevano il viso vicino, soltanto il naso teneva le distanze fra loro.
Oggi ha avuto una piccola dimostrazione di come è facile perdere la vita se non si è sempre all’erta. Ricordi, miss Katrin che mai nessun nemico l’avviserà dell’attacco che le vuole sferrare. Se vuole diventare davvero brava deve pensare come un soldato, e un soldato sa che ogni istante può essere quello che gli porta via la vita. Vuole imparare, o vuole solo passare il tempo? Le chiese senza allontanarsi di un millimetro.
Katrin osservava il viso del ragazzo, gli occhi erano chiari e sembravano freddi come il ghiaccio, sentiva il suo corpo muscoloso che la imprigionava contro il tronco e lo sguardo che non lasciava i suoi occhi, no, non si distraeva nemmeno per un solo attimo.
Voglio riuscire a batterti e farti mangiare la polvere, te l’ho già detto. Gli soffiò sul viso.
Questo volevo sentirmi dire, miss Katrin. Le rispose lasciandola libera dalla sua morsa. A proposito, miss Katrin, niente male oggi, proprio niente male. Le disse col suo più beffardo sorriso.
Non l’aiutò, non l’aspettò, salì sul suo cavallo e riprese la via del ritorno.
Lei si riprese dalla sorpresa e salì con un balzo in sella a Lampo, facendo una smorfia di dolore.
Lo raggiunse e quello le disse: tranquilla non ci sono altre sorprese. Ma lei non abbassò la guardia.



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