KATRIN, la sua storia
parte trentuno
La stanza
era immersa nel buio, soltanto un leggero chiarore entrava dalla finestra, la
luna piena rischiarava un lembo di stanza mentre il canto dei grilli impregnava
l’aria.
Katrin si
avvicinò all’inaspettato ospite e si sedette sul bordo del camino, mentre
quello rimaneva comodamente seduto sulla poltrona lì vicino.
Che ci fa qui, sir Robin? Bisbigliò la ragazza.
Dobbiamo mettere a punto un piano.
Suo padre partirà e noi avremo due giorni per cercare i documenti, suo nonno si
è dato da fare per far sì che si allontanasse dal castello, sembra che rinunci
a tutti gli inviti che riceve. Le rispose.
Mio padre non è un uomo di mondo, ama
troppo il vino e le belle donne e teme che qualcuno possa accorgersi dei suoi vizi,
soprattutto quello del bere. Gli disse. Che cosa ha
in mente? Aggiunse.
Ho scelto alcuni uomini fidati e dato
ad ognuno una parte del castello da ispezionare. A noi spetterà il compito di
passare in rassegna le stanze private di suo padre. Verrò a prenderla non
appena lord Semple si sarà sufficientemente allontanato. L’avvisò.
Sir Robin si
alzò e le fece un veloce saluto. Scavalcò la finestra e sparì nel buio.
Katrin
rimase sorpresa e si avvicinò alla finestra ma non riuscì più a scorgerlo.
Avrebbe controllato alla luce del giorno, se lui riusciva a entrare e uscire
dalla sua stanza in quel modo, di sicuro ci sarebbe riuscita anche lei.
Erano
passati i due giorni, era quasi mezzogiorno e Katrin era a lezione con Sara
quando bussarono alla porta.
Robin si
presentò e invitò Katrin a seguirlo sotto gli occhi sbigottiti dell’ignara
Sara. Katrin osservò la sua tutrice, che considerava un’amica. Non preoccuparti, Sara, è tutto a posto, hai
la giornata libera. E uscì col soldato.
Nell’ala del
castello riservata al lord molte persone erano al lavoro, approfittavano
dell’assenza del loro padrone per svolgere alcuni compiti in libertà.
Katrin e
Robin non li degnarono di uno sguardo e raggiunsero le stanze private del lord.
Lì soltanto il suo cameriere personale poteva entrare ma in quel momento non
c’era.
Cominciarono
dallo studio e trovarono la cassaforte. Ci vollero solo pochi minuti per
aprirla ma non conteneva niente di importante. Ispezionarono tutti i cassetti,
cercarono anfratti segreti, e ne trovarono alcuni, ma dei documenti non c’era
traccia.
La camera da
letto puzzava tremendamente. Ispezionarono tutto e diverse ore dopo dovettero
arrendersi. Anche gli altri non avevano trovato nulla o sarebbero stati
avvertiti.
Lasciarono
quella parte di castello e tornarono fuori a respirare, finalmente un po’ di
aria pura.
Sara era in
giardino e leggeva un libro, alzò lo sguardo su di loro ma non disse una
parola, le loro espressioni non erano allegre.
Raggiunsero
le stalle e si riunirono agli altri facendo ognuno il proprio rapporto.
Non avevano
lasciato niente di intentato, lord Sheppard aveva interrogato i pochi studi
notarili del posto ma nessuno aveva mai ricevuto documenti da lord Semple. Dove
potevano essere? Dove li aveva messi?
Tutti i
convenuti facevano illazioni, cercando di mettere insieme le idee e avere
qualcos’altro da fare, ma non sapevano dove sbattere la testa, anche lo chalet
era stato ispezionato, senza trovarci niente.
Fu uno di
quelli andati allo chalet che, senza accorgersi diede l’idea che si sarebbe
dimostrata quella giusta. Erano uomini che conoscevano come si divertono i
maschi e uno di loro disse: deve averci
portato delle belle donne in quel posto. Se io ne avessi una così gli affiderei
la mia vita in cambio dei suoi favori! E tutti risero cercando di
stemperare l’atmosfera.
Robin e
Katrin ebbero l’intuizione. Tutti sapevano che lord Semple aveva una donna che
preferiva, una cameriera di nome Miriam che era spesso esentata dai suoi lavori
e per questo era malvista da tutta la servitù.
I due non dissero
niente agli altri e li lasciarono liberi.
Pensa che li abbia lei? Chiese il soldato. Non lo so, ma tentar non nuoce. Gli
rispose molto dubbiosa.
Raggiunsero
l’ala del castello riservata alla servitù. Non c’erano molte cameriere in giro,
ognuna aveva il proprio compito da svolgere. Chiesero ad una sguattera di
indicare loro il domicilio di Miriam e lo raggiunsero senza problemi.
Si fermarono
fuori dalla porta. Dall’interno giungeva una voce dolce che canticchiava,
bussarono e poi entrarono.
Miriam era
seduta al tavolino del trucco e davanti ad un grande specchio. Soltanto una
leggera sottoveste trasparente le ricopriva il corpo nudo, tutto era lasciato
bene in mostra mentre lei, con le braccia alzate sopra la testa si stava
acconciando i capelli.
Fu sorpresa
di vedere chi erano i nuovi arrivati. Smise di cantare ma non smise di
pettinarsi. Era davvero bellissima, e lei lo sapeva. Con sguardo sornione
osservava il soldato sapendo bene l’effetto che faceva agli uomini, aveva
imparato da tempo a far fruttare le sue virtù.
Terminò di
sistemarsi i capelli e si alzò. Katrin la osservava e notava la prorompente
bellezza di quella donna, chiedendosi come potesse giacere con quel vecchio
ubriacone di suo padre, ma questi non erano affari suoi. Per un attimo si chiese
cosa ne sarebbe stato di quella donna quando fosse arrivata miss Susan. Il
pensiero la fece sorridere.
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