lunedì 18 novembre 2019

KATRIN, LA SUA STORIA


KATRIN, LA SUA STORIA

parte trentotto






La giornata passò molto lentamente. Katrin rimase nella sua stanza con Miriam mentre Sara continuava le sue incombenze.
Mi dispiace tanto per quello che ti è successo, Miriam. Sono sicura che ti riprenderai insieme a Sara e alla famiglia di Alfred, non buttare al vento questa opportunità. Le disse mentre era seduta sul letto. La cameriera le prese la mano, non riusciva a parlare ma il suo sguardo esprimeva tutta la riconoscenza che poteva.
La sera scese scura e senza luna. Le tre ragazze cenarono insieme aspettando il segnale per la partenza. Katrin aveva preparato una sacca con dei vestiti per Miriam e alcuni utensili personali.
Era passata la mezzanotte quando scesero furtive le scale e uscirono nel cortile. Non c’era nessuno. Rimanendo rasenti alla muraglia uscirono da una porta laterale.
Si fermarono solo per salutarsi. Katrin non voleva assistere alla loro partenza, le abbracciò entrambe e tornò nella sua stanza. Aveva visto il carro e la scorta, erano al sicuro, nessuno sapeva dove fossero dirette.
Aveva gli occhi asciutti e una rabbia nel cuore che tratteneva con gran fatica.
Sentì dei passi dietro di lei e la sua mano corse al pugnale. Freni, freni miss Katrin. Bisbigliò Robin raggiungendola.
Ci vediamo nella sua camera. Le disse prima di scomparire nella notte.
Arrivò nella sua stanza, nemmeno una candela era rimasta accesa. Sentì il respiro leggero di Robin seduto sulla sua poltroncina e lei si sedette sul letto. Rimasero in silenzio per alcuni minuti. Tutto bene, miss Katrin? Le chiese il soldato. Niente va bene da quando sono arrivati Susan e Cristofer. Ero preparata ma non al fatto che le cose precipitassero in questa maniera. Mi mancherà Sara. Rispose tristemente.
Robin lasciò che si calmasse. Ho riportato i documenti al loro posto, non volevo che per ritrovarli potessero inseguire Miriam. Mi sono sempre chiesto come lei non possa essere interessata a conoscerne il contenuto, davvero non le importa delle ricchezze che possiede? Le chiese.
La mia unica ricchezza è la mia famiglia. Da quando ho perso mia madre mi sono sentita un’orfana, con tanto dolore dentro il cuore. Per questo motivo ho chiesto di poter imparare a duellare, avevo bisogno di sfogare questa mia frustazione e dovevo incanalarla. Non è stato facile convincere mio padre, quell’essere immondo di cui porto il nome. Dio come sono felice di non essere sua figlia! Si lasciò sfuggire.
Robin rimase in silenzio. Doveva lasciarle il tempo necessario prima che lei decidesse di confidarsi.
Katrin si alzò e controllò che la porta fosse chiusa a chiave. Chiuse ermeticamente le finestre e rimasero al buio più totale. Raggiunse la poltroncina e si sedette in terra, con la schiena appoggiata alle gambe di Robin. In quel buio, in quel silenzio, in quel nero più nero del fondo di un pozzo gli raccontò tutta la storia, senza tralasciare niente.
Ora sa tutto, sir Robin. Sa chi sono, sa che genere di uomo è mio padre e che genere di persone sono mio nonno e mio zio. Conosce le mie paure, la mia rabbia e i dubbi che mi assillano ogni giorno. Io, la figlia di nessuno, come mi ha chiamata lui posseggo la più grande ricchezza di questo paese, ma non la voglio, non mi serve, anche se so che dovrò lottare per tenermela perché questi sono i desideri di mio nonno e della sua famiglia, ed io ho il dovere di ricambiare tutto quello che hanno fatto per me.
Robin era rimasto in silenzio e immobile ad ascoltare il racconto di Katrin. Ora capiva molte più cose e lo inorgogliva che la ragazza si fosse fidata di lui fino quel punto. Aveva le gambe indolenzite ma non osava muoverle, la schiena di Katrin era calda e piacevole appoggiata a lui.
Quando miss Susan sposerà mio padre per me inizierà un periodo terribile. Quella donna vuole il patrimonio di mio padre, Cristofer non vede l’ora di poter avere denaro da sperperare. Aggiunse.
La ragazza si stupì della risata sommessa di Robin. Avranno una bella sorpresa quando scopriranno che non potranno avere niente, solo allora lei sarà davvero in pericolo, ma non potranno farle del male, no, non potranno proprio. Aggiunse senza smettere di ridacchiare.
Come fa a conoscere queste cose? Volle sapere Katrin.
Robin allungò la mano e le accarezzò una spalla. Io so tutto, miss Katrin e un giorno saprà tutto anche lei. Ora vada a letto, è quasi l’alba e temo sarà una giornata molto calda quella che sta sorgendo. Si alzò e aprì la finestra, uscì senza che lei avesse capito la frase che le aveva appena detto.
Era davvero molto stanca e si sdraiò addormentandosi subito.
Dormì senza sogni fino a che sentì bussare alla porta. Ci mise alcuni istanti per svegliarsi del tutto e andare ad aprire.
La governante era lì con una donna che lei non aveva mai visto.
Miss Katrin, questa e Johan, la sua nuova cameriera personale. Le disse presentandogliela.
Katrin sentì la rabbia montarle ma mantenne la calma.
Miss Adriane, disse alla governante, la mia cameriera personale la sceglierò personalmente. Fra un’ora sarò nel salone delle cameriere e le voglio tutte in fila, tutte, nessuna esclusa e me le presenterà. Si dia da fare in fretta. Chiuse la porta e cominciò a lavarsi.
Nessuno poteva obbligarla a fare quello che non voleva, ed era ora che tutti cominciassero a capirlo.


immagine dal web - diritti e proprietà riservati di Milena Ziletti

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