KATRIN, LA SUA STORIA
parte trentotto
La giornata
passò molto lentamente. Katrin rimase nella sua stanza con Miriam mentre Sara
continuava le sue incombenze.
Mi dispiace tanto per quello che ti è
successo, Miriam. Sono sicura che ti riprenderai insieme a Sara e alla famiglia
di Alfred, non buttare al vento questa opportunità. Le disse mentre era seduta sul letto.
La cameriera le prese la mano, non riusciva a parlare ma il suo sguardo
esprimeva tutta la riconoscenza che poteva.
La sera
scese scura e senza luna. Le tre ragazze cenarono insieme aspettando il segnale
per la partenza. Katrin aveva preparato una sacca con dei vestiti per Miriam e
alcuni utensili personali.
Era passata
la mezzanotte quando scesero furtive le scale e uscirono nel cortile. Non c’era
nessuno. Rimanendo rasenti alla muraglia uscirono da una porta laterale.
Si fermarono
solo per salutarsi. Katrin non voleva assistere alla loro partenza, le
abbracciò entrambe e tornò nella sua stanza. Aveva visto il carro e la scorta,
erano al sicuro, nessuno sapeva dove fossero dirette.
Aveva gli
occhi asciutti e una rabbia nel cuore che tratteneva con gran fatica.
Sentì dei
passi dietro di lei e la sua mano corse al pugnale. Freni, freni miss Katrin. Bisbigliò Robin raggiungendola.
Ci vediamo nella sua camera. Le disse prima di scomparire nella
notte.
Arrivò nella
sua stanza, nemmeno una candela era rimasta accesa. Sentì il respiro leggero di
Robin seduto sulla sua poltroncina e lei si sedette sul letto. Rimasero in
silenzio per alcuni minuti. Tutto bene,
miss Katrin? Le chiese il soldato. Niente
va bene da quando sono arrivati Susan e Cristofer. Ero preparata ma non al
fatto che le cose precipitassero in questa maniera. Mi mancherà Sara. Rispose
tristemente.
Robin lasciò
che si calmasse. Ho riportato i documenti
al loro posto, non volevo che per ritrovarli potessero inseguire Miriam. Mi
sono sempre chiesto come lei non possa essere interessata a conoscerne il
contenuto, davvero non le importa delle ricchezze che possiede? Le chiese.
La mia unica ricchezza è la mia
famiglia. Da quando ho perso mia madre mi sono sentita un’orfana, con tanto
dolore dentro il cuore. Per questo motivo ho chiesto di poter imparare a
duellare, avevo bisogno di sfogare questa mia frustazione e dovevo incanalarla.
Non è stato facile convincere mio padre, quell’essere immondo di cui porto il
nome. Dio come sono felice di non essere sua figlia! Si lasciò sfuggire.
Robin rimase
in silenzio. Doveva lasciarle il tempo necessario prima che lei decidesse di
confidarsi.
Katrin si
alzò e controllò che la porta fosse chiusa a chiave. Chiuse ermeticamente le
finestre e rimasero al buio più totale. Raggiunse la poltroncina e si sedette
in terra, con la schiena appoggiata alle gambe di Robin. In quel buio, in quel
silenzio, in quel nero più nero del fondo di un pozzo gli raccontò tutta la
storia, senza tralasciare niente.
Ora sa tutto, sir Robin. Sa chi sono,
sa che genere di uomo è mio padre e che genere di persone sono mio nonno e mio
zio. Conosce le mie paure, la mia rabbia e i dubbi che mi assillano ogni
giorno. Io, la figlia di nessuno, come mi ha chiamata lui posseggo la più
grande ricchezza di questo paese, ma non la voglio, non mi serve, anche se so
che dovrò lottare per tenermela perché questi sono i desideri di mio nonno e
della sua famiglia, ed io ho il dovere di ricambiare tutto quello che hanno
fatto per me.
Robin era
rimasto in silenzio e immobile ad ascoltare il racconto di Katrin. Ora capiva molte
più cose e lo inorgogliva che la ragazza si fosse fidata di lui fino quel
punto. Aveva le gambe indolenzite ma non osava muoverle, la schiena di Katrin
era calda e piacevole appoggiata a lui.
Quando miss Susan sposerà mio padre
per me inizierà un periodo terribile. Quella donna vuole il patrimonio di mio
padre, Cristofer non vede l’ora di poter avere denaro da sperperare. Aggiunse.
La ragazza
si stupì della risata sommessa di Robin. Avranno
una bella sorpresa quando scopriranno che non potranno avere niente, solo
allora lei sarà davvero in pericolo, ma non potranno farle del male, no, non
potranno proprio. Aggiunse senza smettere di ridacchiare.
Come fa a conoscere queste cose? Volle sapere Katrin.
Robin
allungò la mano e le accarezzò una spalla. Io
so tutto, miss Katrin e un giorno saprà tutto anche lei. Ora vada a letto, è
quasi l’alba e temo sarà una giornata molto calda quella che sta sorgendo. Si
alzò e aprì la finestra, uscì senza che lei avesse capito la frase che le aveva
appena detto.
Era davvero
molto stanca e si sdraiò addormentandosi subito.
Dormì senza
sogni fino a che sentì bussare alla porta. Ci mise alcuni istanti per
svegliarsi del tutto e andare ad aprire.
La
governante era lì con una donna che lei non aveva mai visto.
Miss Katrin, questa e Johan, la sua
nuova cameriera personale. Le disse presentandogliela.
Katrin sentì
la rabbia montarle ma mantenne la calma.
Miss Adriane, disse alla governante, la mia cameriera personale la sceglierò
personalmente. Fra un’ora sarò nel salone delle cameriere e le voglio tutte in
fila, tutte, nessuna esclusa e me le presenterà. Si dia da fare in fretta. Chiuse
la porta e cominciò a lavarsi.
Nessuno
poteva obbligarla a fare quello che non voleva, ed era ora che tutti
cominciassero a capirlo.
immagine dal web - diritti e proprietà riservati di Milena Ziletti
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