lunedì 25 febbraio 2019

ESTERINA


ESTERINA




PRIMO CAPITOLO

E’ quasi estate ed è una giornata magnifica. Mentre pedalo in riva al “mio” fiume, sciolgo le trecce e lascio liberi i miei lunghi capelli dorati. Il sole mi scalda il viso e tutte le mie lentiggini colorate; e la gonna si alza e mi lascia scoperte le ginocchia. Sono sicuramente “peccaminosa” come direbbe mia madre, ma mi sento tanto libera e felice. Non c’è nessuno che mi può vedere e canto un motivetto allegro e di moda. Mi sembra di sentire gli uccellini che seguono il mio canto, ed il profumo dell’aria porta quasi i colori dell’iride.

Sono felice. E come potrei non esserlo? Ho un appuntamento! Un appuntamento con l’amore, il mio amore: Alberto.

Il mio giovane cuore si unisce al mio canto, e non voglio pensare a cosa succederebbe se i miei genitori mi scoprissero.

Mi chiamo Esterina, ho 15 anni. Ho un fratello più grande, Alfredo, ed i miei genitori sono molto severi con me. Siamo benestanti, non ci manca niente, ma io non mi occupo di queste cose, mi piace essere come sono.

Fra poco, dopo la prossima ansa del fiume, dovrei vederlo. Sono già emozionata. Il solo pensiero di stargli vicino mi fa sentire il coro degli angeli. Lo so, sono una inguaribile romantica, ma alla mia età come è possibile non esserlo? Intanto pedalo più veloce e i miei capelli sembrano rami frondosi che si piegano al vento.

Abbiamo scelto un posto nascosto, nessuno lo deve sapere. Alberto non fa parte del mondo che i miei genitori vogliono farmi frequentare. Lui è il figlio di un semplice muratore. Ha una famiglia numerosa e chiassosa e vivono in un borgo con tante altre famiglie. Da loro c’è sempre movimento, urla, bambini che giocano, a volte adulti che litigano, insomma sembra un mondo fatto apposta per loro.
Io, invece, vivo in un grande cascinale. Non ci sono altre famiglie ma ci sono molti lavoranti.

E’ meglio se non penso a casa mia, perché mi figuro la faccia di mia madre se mi vedesse in questo momento. La cancello dai miei pensieri e corro verso Alberto.

Adesso lo vedo e sento la sua voce cantare la mia stessa canzone.

Lo raggiungo e lascio la bicicletta. Mentre mi avvicino e lui mi sorride mi sembra di ritornare la timida bambina di un tempo. Tutti i pensieri, tutti i desideri che ho espresso su di lui, scompaiono e lasciano il posto ai nostri sguardi silenziosi.

Ci sediamo sotto la pianta del gelso e non riusciamo a parlare. Siamo improvvisamente timidi e consci del nostro isolamento e del nostro sentimento.

Per me è la prima cotta. Non so se Alberto ne abbia avute in precedenza. Lui ha tre anni più di me e non conosco niente del suo passato.

Ciao Ester, sei bellissima!” Lo sa che mi arrabbio se mi chiama così, e lui lo fa apposta.

Io non riesco a spiccicare parola e lui sorride come se riuscisse a leggermi nella mente.

“Ciao Alberto, chiamami Esterina, lo sai che non mi piace l’altro nome, mi ricorda troppo mia nonna, ed io non voglio assomigliarle nemmeno nel nome”.

Intanto cerco nella mia mente un argomento qualsiasi per iniziare la conversazione, non voglio fare la figura della sprovveduta. Dopotutto ho studiato, ho anche fatto alcuni viaggi, ma quando sono vicina a lui non riesco a sgarbugliare i pensieri.

Intanto Alberto mi sorride e mi prende la mano, la porta alle labbra e mi dà un caldissimo bacio!

E ride divertito. “La tua faccia è diventata del colore delle tue lentiggini. Esterina, è solo un piccolo bacio; e tu, quando me ne darai uno?”

Allora mi faccio coraggio e anch’io gli prendo la mano, la porto sul cuore e gli dico “ti amo”. Ora il mio cuore parla per me, non ho bisogno di aggiungere altre parole. Lo vedo diventare improvvisamente serio. Toglie la mano dal mio cuore e sboccia in una carezza. E mentre io mi sciolgo al sapore inebriante di questo sentimento, vedo passare sul suo bel viso un miscuglio di emozioni.
Io non ho mai detto a nessuno parole d’amore, lui lo sa e ne sembra intimorito, ma io lo amo, lo amo davvero e, pur di stare con lui, pur di poter vivere insieme a lui, sono disposta a tutto.

foto dal web - diritti e proprietà riservati di Milena Ziletti

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