mercoledì 20 febbraio 2019

CAMILLA


CAMILLA

P. QUINDICI - FINALE






“Adesso ti aspetta un lungo periodo di riabilitazione, è tutto programmato. Andrai in una struttura appena fuori Londra e ci rimarrai fino a quando sarai pronto per tornare nel mondo.” Gli risposi.

“Davvero? E chi sosterrà la spesa di tutto?” Volle sapere.

“La tua ambasciata si prenderà carico di tutto. Te lo devono per l’onore che hai portato al tuo paese con il tuo sport e i tuoi trionfi. E’ tutto a posto, ci ho pensato io, tu non devi niente a nessuno.” Gli risposi.

Mi guarda e mi fa un sorriso incantevole dei suoi. Poi sposta lo sguardo su Andrej e gli dice: “Adesso capisce il valore di questa ragazza? Capisce che si è trovato la donna migliore in circolazione? Lei è molto fortunato, io le voglio bene ed è un sentimento che nasce da molto lontano, ma il suo cuore è solo per lei, l’ho capito appena vi ho visti insieme, lei è proprio perfetto per essere il suo principe azzurro.”

Andrej si scioglie un poco e lo ringrazia, poi esce e ci lascia da soli.

Ora che siamo da soli dobbiamo parlarci come si fa tra veri amici.
Alla fine, mi ringrazia di nuovo e ci diamo appuntamento a quando sarà nella nuova struttura.

Il medico è fuori che mi aspetta e parla con Andrej. “Signorina, il suo amico verrà trasferito fra pochi giorni, la terrò informata. Vi saluto entrambi, è stato un vero piacere conoscervi.” Una stretta di mano e ce ne torniamo a casa.

Andrej guida silenzioso ed assorto. Gli accarezzo dolcemente il viso cercando di capire quello che gli passa per la testa.
Mi fa un sorriso e capisco che il suo malumore è sparito. Adesso che ha conosciuto Rocco e ci ha visti insieme si è reso conto che non è un suo rivale, ma potrà essere anche suo amico.

La primavera si trasforma in estate e ogni tanto ci concediamo qualche giorno di vacanza insieme. Sono piuttosto rari i momenti che ci possiamo concedere solo per noi, perciò cerchiamo di goderceli fino in fondo.

Era l’estate del 1967 e ci trovavamo in Scozia, in un bellissimo albergo in riva al lago. Durante tutta la giornata Andrej si era comportato in modo inconsueto e silenzioso, e non riuscivo a capire cosa gli passasse per la testa. Non c’era niente da fare, quando si chiudeva in se stesso i suoi occhi diventavano davvero di ghiaccio e non riuscivo a leggervi niente.

Decise di cenare in camera, molto romanticamente a lume di candela. Ogni tanto mi faceva di queste sorprese.

Il cameriere portò il dolce e un vassoio a parte che posò sul tavolo in mezzo a noi, poi uscì.

Sul vassoio c’era una scatolina di velluto azzurro. Andrej la prese, la aprì e mi chiese: “Vuoi sposarmi?” e mi diede un anello di diamanti.
Sintetico e incisivo come al solito. Io guardavo lui e l’anello. Non mi aspettavo la sua proposta. Mi passarono nella mente una miriade di domande e risposte, di pro e contro, della nostra differenza sociale, culturale, di nazionalità, ma alla fine, diedi solo retta al mio cuore.
“Sì, con tutto il cuore.” E lo abbracciai.

Quando tornammo dalla breve vacanza comunicammo la notizia.
Lorna e Linda erano entusiaste e già si stavano predisponendo al grande evento. Suo nonno, aveva già capito da tempo e ci diede la sua benedizione. Saremmo andati anche dai miei genitori appena possibile e avrei presentato loro l’uomo che sarebbe diventato mio marito.

Andammo anche a trovare Rocco e gli comunicammo la bella notizia.

Il suo sguardo e il suo sorriso erano talmente belli e sinceri, e ci abbracciò entrambi. “Sei un uomo fortunato, Andrej, ma anch’io ho una bella notizia per voi. Sto migliorando meglio del previsto, e al vostro matrimonio parteciperò sulle mie gambe e in compagnia della mia futura sposa.”

Ci eravamo accorti che la sua terapista, Erika, era diventata qualcosa di più. Era una ragazza dolce e affettuosa, la persona giusta per un tipo come lui, e sarebbe riuscita a mantenerlo nei ranghi.

Apro gli occhi e mi sembra di essere ancora là.

Ah, ragazzi, quell’emozione al mio matrimonio! Le fotografie dell’album delle nozze ci ritrae belli, giovani e innamorati, ma non trasmettono assolutamente quell’emozione e quel sentimento così dolce e profondo che ho provato quel giorno. Sono passati tanti anni, ma è come non fosse passato nemmeno un giorno. Spero che un’emozione ed una felicità simile alla nostra possiate trovarla anche voi, altrimenti perdereste qualcosa di veramente importante della vita.

I suoi genitori arrivarono dalla Russia, i miei dall’Italia, e non riuscirono a comunicare nemmeno una parola. Erano solo contenti per noi.

Andammo in viaggio di nozze in America e quando tornammo, cominciammo la nostra vita insieme.

Da lì, dall’aprile 1968 cominciò quella che divenne la nostra vita insieme, e formammo una vera famiglia.

All’arrivo del primo figlio, Igor, smisi di lavorare. Poi arrivò Elisa, e poi Guglielmo.

Anche Rocco sposò Erika e fece molto di più. Andò a cercare le persone che lo avevano derubato e le trovò. Non so come li convinse, ma ritornò con buona parte del suo sudato denaro. Anche loro ebbero due figli, Natan e Mari.

Vivemmo le nostre vite come tutti gli altri. Io vissi per 40 anni esatti con il mio adorato Andrej, che è mancato proprio un anno fa.  E’ stato un dolore immenso che non riesco a spiegarvi, ed ora, anch’io, aspetto di raggiungerlo. Non ho fretta, ho ancora molto per cui vivere. Sono nonna di quattro ragazzini scatenati e mi godo questo periodo con lentezza, esperienza e con tanti ricordi.

Bene, miei cari amici, vi siete accorti di quanto si faccia presto ad invecchiare? Ho chiuso gli occhi e mi sono ritrovata nella fresca cantina di casa mia a giocare con le bambole. Li ho riaperti e mi sono ritrovata nonna e con una vita vissuta che mi ha portato alla soglia dei settant’anni.

Ho incontrato l’amicizia e sentimenti autentici con Rocco, poi la stravaganza e la generosità di Lorna e Linda, un lavoro bellissimo che mi ha aperto porte importanti, l’amore del mio adorato Andrej, dei miei figli e dei miei nipoti, e dei miei genitori che mi hanno lasciato la libertà di scegliere la mia vita. Una vita intensa, bellissima che sembra passata come un soffio di vento. E ora? Ora c’è ancora un futuro che mi aspetta, io sono sempre la solita Camilla, anche se la salute non è più quella dei verdi anni, e sono aperta ad altre esperienze, altri viaggi finchè arriverò anch’io alla mia meta.

E poi, oggi ci siete stati voi a farmi compagnia, ad ascoltare i ricordi di una vecchia signora, e vi ringrazio dell’attenzione. Vi offrirei un tè se foste qui con me, ho imparato a farlo secondo l’usanza russa, ma preferisco quella inglese.

Bene, miei cari, si è fatto tardi e fra poco ho appuntamento con mio figlio Igor che si trova in America. Ho imparato a usare Internet, il cellulare e ogni dispositivo che mi faccia sentire sempre vicina ai miei cari.
Per questo non ho fretta di raggiungere il mio Andrej, ho ancora molte esperienze da fare.

E’ stato un piacere parlare con voi. Un bacio a tutti e, che la vostra vita possa essere almeno in parte favolosa e piena d’amore come lo è stata la mia. Coltivate sempre i vostri sogni e non smettete mai di vivere pensando ad un futuro migliore.

                                                                           Camilla

foto dal web - diritti e proprietà riservati di Milena Ziletti

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