martedì 12 febbraio 2019

CAMILLA


CAMILLA

P. OTTO






Fu Lorna, come sempre, a cominciare il discorso.

“Fra due settimane ci sarà un ricevimento all’ambasciata francese e siamo state invitate e tu verrai con noi, avremo bisogno di te che conosci la lingua. Sarà una cena e un ballo in onore della figlia del console francese e ci sarà tutta la nobiltà inglese. Domani andremo insieme a vedere per i vestiti che ci servono, vogliamo essere le più eleganti e tu dovrai essere la più bella!”

Fu una settimana molto indaffarata. Prima di trovare quello che cercavano per loro e per me visitammo sartorie e boutique di tutta la città finchè non trovarono ciò che le soddisfaceva.
Per la prima volta nella mia vita indossai un abito senza spalline e molto scollato e lasciai sciolti i capelli contro ogni etichetta del caso. Così vollero loro due, dovevano pur fare qualcosa per stupire. Loro erano splendide in abiti riccamente lavorati (fin troppo!) bastone da passeggio con manico d’oro e gioielli che non avevo mai visto. I loro abiti erano identici, solo il colore variava e facevano proprio una strana e bella coppia di vecchie stravaganti. In mezzo a quella gente così compunta, raffinata e snob non passavano inosservate. Io al loro fianco, con i lunghi capelli castani sciolti sulle spalle nude, completavo il quadro.

Non passammo inosservate. Molte persone vennero a salutarle, a omaggiarle, a chiedere consigli per associazioni benefiche e loro, godevano di ogni complimento che ricevevano sorridendo a tutti.

Si avvicinò il console inglese, anche se ora svolgeva compiti di consulenza per vari ministeri veniva sempre considerato console. Aveva svolto il suo lavoro di diplomatico in vari paesi del mondo, e la competenza acquisita lo faceva uno dei maggiori esperti di politica estera. Loro lo conoscevano bene e si intrattennero alcuni minuti a parlare. Mi chiamarono e quando li raggiunsi venni presentata e il console mi diede il suo biglietto. Mi disse di andarlo a trovare che aveva una proposta da farmi. Ringraziai con garbo e accompagnai le mie amiche al buffet.

Cominciarono le danze e anch’io venni invitata da vari cavalieri a ballare.

Non ne conoscevo nessuno ma mi comportai gentilmente con tutti.
Ebbi molti complimenti, ricevetti molti inviti, ma li rifiutati tutti: quello non era il mio mondo e sapevo che non poteva essere per me. Mi divertii moltissimo e, quando rientrammo a casa, ero stanca ma felice. Le due sorelle si scambiavano sguardi e sorrisetti complici che, per il momento non riuscii a decifrare.

Fu uno sforzo tremendo essere in piedi per la colazione delle sette il giorno dopo, ma Lorna e Linda erano perfette, come ogni mattina.

Le mie giornate procedevano come al solito. Ero molto impegnata fra lo studio e la compagnia delle due sorelle. Ricevevano molti inviti e a loro piaceva molto essere al centro dell’attenzione. Io facevo di tutto per rimanere defilata, ma loro non me lo permettevano. Mi presentavano ai loro conoscenti come un’amica e, come tale, venivo accettata. Ero molto fortunata ad avere Lorna e Linda come protettrici.

Erano passate due settimane dal ballo all’ambasciata e decisi di andare dal console a sentire cosa aveva da propormi. Presi appuntamento e al giorno stabilito mi presentai nel suo lussuoso ufficio.
Il console, Lord Bird, mi accolse calorosamente e prendemmo insieme un the. Si informò discretamente sulle mie abitudini, le mie capacità, i miei desideri. Alla fine mi accorsi che gli avevo praticamente raccontato tutta la mia vita senza nemmeno rendermene conto. Era talmente piacevole parlare con questo gentiluomo. Mi disse che conosceva da tantissimi anni le sorelle Lorna e Linda e che era legato loro da profonda e sincera amicizia.

“Bene signorina Camilla, che intenzioni ha per il suo futuro?” Mi chiese.

“Non ho ancora deciso niente, ma mi piacerebbe rimanere qui, dovrò darmi da fare e trovarmi un lavoro.” Gli risposi con tutta la grazia che conoscevo.

“Che direbbe di lavorare per me?” Continuò.

“Che ne sarei onorata, ma non ho particolari qualifiche.”

“Oh, non si deve preoccupare, lei ha proprio tutto quello che serve: gentilezza, educazione, buona creanza, conoscenza dell’etichetta e discrezione. Lorna e Linda hanno fatto proprio un bel lavoro con lei, ma con lei hanno trovato terreno fertile da coltivare come desideravano.”
“Quando avrà terminato i corsi di lingue si presenti da me, intanto cerchi di procurare tutti i documenti che le possono servire, ci vediamo fra un paio di mesi, saluti le signorine da parte mia e a presto.” Aggiunse col suo sorriso che doveva aver conquistato molte donne.

Uscii da quell’incontro quasi volando e tornai di corsa a casa.

Le sorelle mi stavano aspettando e vollero sapere ogni particolare. Ero davvero fortunata, avevo davanti un futuro “elettrizzante” che mi aspettava.


immagine dal web - diritti e proprietà riservati di Milena Ziletti

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