CAMILLA
P. DODICI
C’erano ragazzi e ragazze con
capelli tinti di ogni colore, pettinati in modi stravaganti e originali e,
tutto questo, visto dopo aver visitato seri palazzi e opere d’arte molto
tradizionali mi riportava nel mondo dei giovani.
Avevo 25 anni, non ero
vecchia, ma mi era sempre mancata quella spensieratezza e libertà di cui
godevano quei giovani, e mi divertivo a starli a guardare.
Era piena estate e il caldo
era piuttosto fastidioso, per questo mi ero vestita con un semplice abito senza
maniche e avevo raccolto i capelli in una coda. Sbocconcellavo distrattamente
il mio panino e guardavo tutta quella gioventù, i bambini che giocavano, le
mamme che leggevano o giocavano con i loro bambini e tutto quel vociare mi
rendeva allegra.
“Buon giorno signorina Camilla”. Mi girai di scatto. Ero talmente distratta che non mi
ero accorta che qualcuno si era avvicinato.
La mia sorpresa fu totale e
non riuscii a simularla: quel bel giovane russo era al mio fianco.
“Mi scusi signorina, mi presento subito”. Snocciolò una serie di nomi che non riuscii ad
afferrare ma capii che si chiamava Andrej.
“Posso accompagnarla nella sua passeggiata? Anch’io ho
portato un panino e le farò compagnia.” Chiese
dandomi galantemente la mano aiutandomi ad alzarmi.
Ormai mi conoscete, mi ci
vuole un po’ prima di ritrovare la parola quando sono sorpresa e, anche questa
volta, non fu diverso.
Per un po’ mangiammo in
silenzio e poi mi decisi a guardarlo direttamente in viso. “Cosa ci fa in questo posto?”
“Cercavo lei”. Mi
rispose con il suo splendido sorriso.
Semplice e diretto, come avrei scoperto era il
suo modo consueto di essere. Ogni volta che lo guardavo, il mio cuore cambiava
il battito. Inutile mentire a me stessa, Andrej mi piaceva davvero molto, ed
era la prima volta che mi succedeva. Non ho mai saputo come ha fatto a trovarmi
quel giorno, non ha mai voluto dirmelo, ma davvero, a me interessava solo che
mi avesse trovata.
PARTE QUINTA
Iniziò così la nostra storia.
Come ogni storia d’amore.
Il nostro rispettivo lavoro
ci lasciava poco tempo libero e ne approfittavamo per passare ogni momento
insieme. Cominciai a passare molto più tempo nel mio monolocale che con Lorna e
Linda, ma loro, non si intromisero mai.
Andrej era il nipote del
console russo e lavorava per lui. Parecchie volte ci incontrammo nello
svolgimento dei nostri lavori, ma la nostra professionalità non venne mai
intaccata dai nostri sentimenti.
Imparai a conoscerlo meglio.
Oltre all’avvenenza fisica possedeva un’educazione eccezionale e modi di fare
da gran signore. Sarebbe stato impossibile a qualunque donna resistere a modi
tanto perfetti e raffinati. Ma lui, aveva scelto me.
I suoi chiari occhi colore
del ghiaccio sembravano scaldarsi quando si rivestivano di sentimento, e questo
avveniva ogni volta che mi guardava.
Io ero innamorata, ma lui lo
era molto di più.
Era anche un po’ possessivo e
geloso, ma riusciva molto bene a mascherare tali sentimenti. Non ho mai capito
se era parte del suo carattere o se i russi fossero tutti un po’ così.
Con lui scoprii un mondo
diverso. I suoi gusti in fatto di arte e di spettacolo erano molto più
raffinati dei miei. Mi accompagnò allo spettacolo dei balletti russi, del
pattinaggio sul ghiaccio, a visitare luoghi che, senza la sua autorità, mi
sarebbero stati preclusi. I nostri momenti liberi li trascorrevamo alla
scoperta di emozioni sempre nuove.
E il sesso, come si usa dire
oggi? Io lo chiamo ancora “fare l’amore”, perché per me, fare sesso non ha
nessun senso.
Ci volle un anno prima che ci
concedessimo. Io ero giovane e priva di tale esperienza. Il mio cuore cambiava
battito anche solo se mi prendeva la mano e mi sentivo emozionata quando la sua
vicinanza mi trasmetteva parte del suo calore.
Lui capiva, ed era sempre
dolce e paziente.
Avvenne tutto con estrema
naturalezza, senza che fosse programmato.
Non vi racconto i
particolari, non li ho mai raccontati a nessuno, ma per me, quella prima volta,
suonarono davvero le campane e sentii cantare gli angeli. Da quel momento, fui
sua, perdutamente e per sempre conquistata.
foto dal web - diritti e proprietà riservati di Milena Ziletti
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