domenica 16 giugno 2019

LIBERTA'


LIBERTA’






E’ molto difficile apprezzare la libertà. Per apprezzare una cosa bisogna almeno conoscerla, ma nella società in cui nasciamo, in qualunque parte del mondo, essa ci viene tolta fin dal primo vagito.
Nello stesso giorno sono nati Gioia e Alex, da famiglie di estrazione sociale diversa, la prima molto ricca e potente, il secondo in una famiglia di lavoratori semplici.
Avranno sicuramente vite diverse, orizzonti differenti che li attendono, ma ognuno di loro porta impressi i sigilli che la società, cioè altri, hanno scelto per loro.
Gioia è stata battezzata, come pure Alex, la prima ha frequentato scuole prestigiose, pure il secondo non se l’è cavata male alla scuola pubblica.
Entrambi hanno ricevuto i sacramenti, certo i festeggiamenti sono stati molto diversi.
Sono cresciuti portando impressi i simboli della religione, del ceto sociale, dell’educazione scolastica che altri hanno deciso per loro.
Gioia ha frequentato l’università, si è laureata, ha girato il mondo e sta per entrare a far parte del mondo del lavoro, lei ha scelto di continuare la tradizione di famiglia.
Alex si è fermato alle superiori, si è trovato un posto di lavoro noioso e ripetitivo e si è pure fidanzato.
E’ stato il destino (o il fato) a farli incontrare. Una festa dove entrambi non avevano nessun desiderio di andare.
Gioia, col suo bicchiere in mano si guarda intorno. Tanti ragazzi e ragazze della sua età (è una festa di classe), c’è allegria, musica. Alex la osserva, la conosce da quando giocavano insieme ai giardinetti, anche se è durata poco. Osserva il suo abito firmato e l’espressione annoiata. Posa il suo bicchiere e la raggiunge.
Ti ricordi di me? le chiede. Lei lo guarda fisso in cerca di ricordare qualcosa. Impossibile, non frugare nei ricordi, tu sei quella che vive nella villa, ti conoscono tutti, io sono solo un dipendente della tua fabbrica. Mi chiamo Alex. Vieni, usciamo sul terrazzo, c’è un bellissimo tramonto a quest’ora.
Lei lo segue. In effetti il tramonto è davvero uno spettacolo, lei non ci aveva mai pensato. Prende il cellulare e scatta alcune foto.
Stanno silenziosi appoggiati alla ringhiera, mentre il rumore del traffico arriva attutito dalla distanza e dalla musica che esce dalla grande porta finestra.
Cosa fai di bello nella vita? Le chiede Alex.
Lei lo guarda alzando il suo sopracciglio perfetto. Mi sto mettendo in prigione con le mie mani. Gli risponde. Domani inizio a lavorare per mio padre. Aggiunge. E non sei felice? Sapessi in quanti vorrebbero essere al tuo posto. Le dice lui.
Lei poggia la schiena alla ringhiera e lo guarda come se avesse detto una bestemmia. Non è questo che avrei voluto. Io avrei scelto altro se ne avessi avuto la possibilità. Tu no? Gli dice.
Io sono nato povero, non ho avuto molte possibilità di scelta, ma tu sì, cosa te lo impedisce? Le risponde.
Gioia e Alex si confidano, quante cose hanno in comune. Nessuno dei due ama essere costretto a rispettare una religione imposta, per fortuna ora che sono cresciuti si possono comportare più autonomamente. Lei avrebbe voluto fare altri studi, nessuno glielo avrebbe proibito ma gli interessi di famiglia hanno preso il sopravvento. Lui avrebbe voluto studiare tutte le lingue del mondo e partire senza sapere quando tornare, ma la sua famiglia aveva bisogno di lui, del suo lavoro, e perfino la sua fidanzata non è quello che lui vorrebbe.
Entrambi a volte si sono sballati, hanno provato cose proibite, fatto sesso con sconosciuti/e, ma alla fine, sono lì, in balia di quello che gli altri, a volte chiaramente a volte più velatamente li hanno costretti a fare.
Cosa faresti se fossi libera di scegliere? Lei lo guarda. E tu? Gli risponde.
Seguirei il mio grande sogno. Viaggerei per conoscere il mondo, senza legami, senza costrizioni, senza limiti. Purtroppo vivo in catene e morirò incatenato. Le risponde.
Io me ne andrei in Africa. Amo quel continente, l’ho studiato e ci sono stata alcune volte. Lì nessuno dà peso al vestito firmato e lavorerei per qualcosa che ha senso. Purtroppo anch’io sono incatenata, proprio come te. Gli dice.
Rimangono in silenzio ad osservare il traffico che scorre veloce sotto di loro mentre le luci della città si accendono e il tramonto è sparito.
Una coppia esce ridendo e si baciano sotto uno spicchio di luna ancora tremolante. Alex li guarda e sorride, almeno loro sono felici. Si lascia sfuggire. Ne sei proprio sicuro? Lo pensavi anche di me, ma non si conoscono mai gli altri. Gli fa presente.
Un giorno saremo liberi di seguire i nostri sogni. La consola lui. Abbiamo troppe catene che ci trattengono, e poi cos’è la libertà? Gli risponde.
Buttarsi di sotto, sarebbe libertà. Mormora Alex. Ma non lo faresti mai, nemmeno se lo desiderassi con tutto te stesso. Gli dice ancora.
Alex sospira. Gioia ha capito più di lui e si è adattata più di lui. Una parvenza di ribellione è ancora dentro di lui, ma ormai è troppo tardi.
Lei lo prende per mano. Vieni, usciamo di qui. Ti faccio provare la mia auto nuova, il regalo di mio padre per aver deciso di lavorare per lui.
Lui la porta su in collina dove le luci della città sembrano un presepe felice.
Se tu non fossi la figlia del ricco padrone ti bacerei. Le sussurra senza nemmeno guardarla.
Non spezzeremo mai le nostre catene. Gli risponde prendendo l’iniziativa e baciandolo sulla bocca.

 innagine dal web - diritti e proprietà riservati di Milena Ziletti





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