lunedì 3 giugno 2019

MALLY


MALLY

PARTE UNO




Questo racconto è nato in una torrida stagione estiva. Nato per combattere la noia di giornate chiusa in casa, come avviene ogni anno con l’afa padana.

Il mio intento era di scrivere qualcosa di “piccante” ed infatti così è nelle prime pagine ma, non mi sembrava il caso di continuare come avevo in mente, altro che se l’avevo in mente! Visto che lo pubblicavo su facebook.
Ho coinvolto alcune amiche di fb e sono sicura che anche altri e altre lo abbiano letto, come succede spesso senza mai nemmeno cliccare un “mi piace” ma così funziona questo social, dove tutto è pubblico ma molti hanno il timore a palesarsi.
Ringrazio le AMICHE DI MALLY che mi hanno dato l’impulso e la voglia di continuare a scriverlo. Era nato così, tanto per far passare il tempo, poi si è trasformato in qualcosa che, come mi succede sempre quando scrivo mi trascina nella storia e non riesco ad uscirne fino alla parola FINE che mi mette sempre grande tristezza. Sì, sono così. Soffro quando abbandono i miei personaggi che con me hanno vissuto in casa mia, e stavolta anche in casa vostra, nelle vostre menti, nelle vostre emozioni, in compagnia di Mally e di me. Grazie per seguirmi con simpatia e con affetto, vi garantisco che è reciproco.


16 maggi 1720
Caro Diario, sono scioccata!
Le mani mi tremano nello scrivere e sono ancora tanto agitata.
Ieri sono uscita in carrozza col mio futuro marito, il conte Wils. I miei genitori mi hanno fatto un sacco di raccomandazioni e non volevano lasciarmi andare da sola con lui, troppo sconveniente ma, dopotutto presto saremo sposati ed io lo conosco poco.
E’ un gran bell’uomo, ha 26 anni, otto più di me, un viso che sembra scolpito nel marmo più fino e gambe lunghe e magre, non somiglia ai mariti delle amiche di mia madre con pancioni enormi e gambe storte, dio com’è bello!
Ha ordinato al cocchiere di portarci non so dove prima di sedere sulla sua bella carrozza di fronte a me. Siamo usciti dal viottolo della mia residenza e non so che direzione abbia preso. Io tenevo gli occhi bassi, ero timorosa a guardare in viso il conte, era la prima volta che stavamo da soli ed io ero molto imbarazzata.
Si mi è messo al mio fianco, mi ha preso la mano e mi ha tolto il guanto. Io tenevo lo sguardo abbassato e lui mi ha alzato dolcemente il viso e ci siamo guardati negli occhi, lui mi ha sorriso ed io sono arrossita. Ha portato la mia mano alle labbra ed ha baciato una ad una la punta delle mie dita, io mi sentivo il viso in fiamme. Poi ha cominciato a succhiarmi i polpastrelli e sentivo la sua lingua che si muoveva mentre dentro di me sentivo un brivido caldo sconosciuto.
Mi sembrava che la mia mano non mi appartenesse e che fosse impossibile provare simili brividi, per un momento ho pensato di essere una poco di buono, ma ero molto emozionata.
Poi ha smesso di succhiarmi le dita ed ha posato la mia mano proprio là, oddio! Muoveva la mia mano sulle sue parti intime ed io sentivo qualcosa che si muoveva, che si ingrossava, ero impaurita da quel gesto.
Si è messo comodo, con la schiena poggiata e gambe aperte. Aveva chiuso gli occhi e gemeva sottovoce.
“Continua da sola, devi imparare.” Mi ha detto, ed ha lasciato la mia mano che si è fermata. “Avanti, mia cara, è solo l’inizio della nostra conoscenza, imparerai tante cose prima del matrimonio, o non ci sarà matrimonio!”
Questo mi ha spaventata, gli accordi fra le nostre famiglie sono già stati presi ed io non posso mandare tutto a monte, sarebbe un grande scandalo. Così ho ripreso a muovere la mia mano, su e giù come mi aveva detto di fare e sentivo un grande languore anche dentro di me e non capivo cosa mi stava succedendo.
“Ora puoi smettere, o non sarò presentabile quando ti riaccompagnerò a casa. Sei stata brava e la prossima volta toccherà a me. Cerca di riprenderti, fra poco saremo di ritorno e nessuno deve sapere quello che abbiamo fatto.”
Ho cercato di calmarmi e di riprendere il respiro normale sotto lo sguardo divertito del conte. Mi ha accompagnata in casa ed ha salutato i miei genitori.
Io sono salita nella mia camera, avevo paura che leggessero sul mio viso quello che avevo fatto, ma nessuno si è accorto di niente ed io sto qui, col cuore in gola ad aspettare la prossima passeggiata in carrozza.
Che Dio mi perdoni, ma mi è piaciuto.
A presto, Mally.

illustrazione gentilmente offert da Tiziani Gissi - romanzo pubblicato su e-book

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