MALLY
PAGINA VENTIDUE
Distesi sul
carro insieme ad altri uomini faticavo a prendere sonno. Il rumore del mare,
con le sue onde a volte dolci a volte ruvide pareva un canto ammaliatore. Mi
rigiravo sperando di non disturbare il sonno degli altri, poi decisi di
alzarmi.
Robert mi
chiese se mi doveva accompagnare ma rifiutai.
Le braci dei
fuochi che avevamo acceso sembravano lo specchio delle stelle che a miliardi si
vedevano in cielo. Terra e cielo sembravano unirsi, perfino le grida degli
uccelli notturni facevano da eco al fragore delle onde. Una vera fusione
celestiale.
Mi
incamminai alla spiaggia. La luna era talmente grande e luminosa che mi chiesi
se fossi ancora sulla terra o su di un pianeta sospeso fra terra e cielo.
Mi fermai al
limite della spiaggia e rimasi a piedi nudi. Faceva fresco ma era piacevole
quella brezza che arrivava dal mare. La spuma delle onde sembrava d’argento
mentre rifletteva il riverbero della luna.
Volevo sentire la vita di quel posto, volevo
che mi parlasse, volevo che sapesse che io già l’amavo e che mai più me ne
sarei andata. Durante la traversata il
mare era stato tranquillo e lo avevo preso come buon presagio: lui mi amava ed
io avevo imparato ad amare lui, mi ero trasformata in una corsara e avrei
imparato a nuotare e tuffarmi senza paura, io e il mare stringemmo un patto:
lui avrebbe tenuto lontano i nemici e noi avremmo reso quel posto un
meraviglioso luogo e ci saremmo rispettati a vicenda.
Un’onda più
dispettosa delle altre riuscì a lambirmi i piedi che sprofondarono leggermente
nella sabbia bagnata.
Questa è la risposta al nostro patto,
sono qui come imprigionata ma libera come lo sei tu, niente ci tiene incatenati
e tutto sarà fatto nel nome della prosperità e dell’amore, e per dimostrarti il
mio attaccamento a questa terra, fra pochi mesi ti offrirò la nascita di mio
figlio e lo bagnerò nelle tue acque come riconoscimento della tua forza e della
tua ricchezza e del mio onore. Lo bisbigliai soltanto, ancora nessuno sapeva della mia
gravidanza e non lo avrebbero saputo fino a che potevo tenerlo nascosto, anche
a mio marito, non volevo che mi trattassero diversamente da come avevano
imparato a fare.
Rimasi lì,
in piedi davanti a quella distesa imponente con i piedi che affondavano nella
sabbia, fino a che due braccia che ben conoscevo mi strinsero, costringendomi a
guardare negli occhi l’uomo che avevo sposato, l’uomo che amavo. Ci baciammo
consci delle onde che osservavano e tacevano. Poi mi trascinò sulla rena
asciutta e lì’, davanti al mare, sotto le stelle e alla luce della luna facemmo
l’amore in un modo che ancora non avevo mai conosciuto.
Il mio seno
risplendeva catturando i raggi dell’astro brillante e le stelle sembravano
essere entrate nei nostri occhi, c’era magia in quel posto, era tutto talmente
nuovo e inaspettato che solo la magia poteva renderlo tale.
Puoi imbrogliare chi vuoi, mia cara,
ma il tuo seno gonfio mi dice che porti dentro di te mio figlio.
Mi accarezzò
il ventre, eravamo completamente nudi. Non mi stupii del fatto che lo avesse
capito, non passava sera che i nostri corpi non si unissero e non poteva non
aver visto il cambiamento.
Ci
rivestimmo, la brezza si era fatta più fredda. Avrei imparato a conoscere il
clima di Nivaria, la mia nuova Terra, la terra alla quale stavo già donando il
frutto del nostro amore.
Questa sarà la nostra casa. Gli bisbigliai nell’orecchio.
Mi sedetti
stretta fra le sue braccia e aprii il medaglione che mia nonna mi aveva
regalato. Estrassi il diamante più grande e glielo diedi
Pensavi che fossi partita senza una
dote? Allora non conosci nonna Grace. Questo è per noi, e intendo tutti noi,
compresi gli uomini che hanno deciso di restare. Compra questo posto, la Tenuta
Corsara e fa in modo di renderla la nostra reggia.
La pietra
brillava sul palmo della sua mano e la ripose nel medaglione.
E’ più al sicuro lì, al momento
opportuno ne faremo buon uso, grazie amore mio, ora posso dormire sonni più
tranquilli.
Guardammo il
cielo stellato e tornammo al carro, ero in pace con me stessa, per come ero
davvero, per come ero sempre stata e per come sarei diventata: Nivaria, terra
di neve e di sole e da oggi anche d’Amore.
Alla
prossima, amiche mie.
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