lunedì 1 luglio 2019

MALLY


MALLY

PAGINA VENTITRE



Le luci dell’alba ci svegliarono tutti. Tomas, il cuoco stava già rimestando qualcosa su un improvvisato fuoco. Ci riunimmo intorno alle fiamme e ingurgitammo quell’intruglio del quale non volli sapere niente.
Liam e Ted erano usciti a pesca e avrebbero portato il pesce per il pranzo.
La luce del sole, che arrivava così diversa che in Inghilterra metteva in mostra quella grande tenuta, della quale ancora non conoscevo i confini ma che era davvero messa male. Il mio sguardo era eloquente, per un attimo i miei occhi catturarono quella desolata realtà ma mi ripresi subito e, nella mia mente la vidi come sarebbe diventata, e rivolsi un sorriso a quelle facce truci che osservavano me, il loro capitano e la loro futura casa.
Sarà la nostra casa, questa è la nostra nuova Terra e voi siete tutto ciò che abbiamo.
Sorrisero alle mie parole, ben consci del duro lavoro che li aspettava.
Decisero di sistemare provvisoriamente la grande casa per poterla usare tutti mentre si svolgevano i lavori che servivano. Venti uomini, il loro capitano e la loro corsara non si sarebbero tirati indietro.
Robert li radunò intorno a sé. Oggi parto con Sam ed Eddy. Andremo a contrattare la vendita e conoscere i confini di questa proprietà. Vi affido mia moglie, non staremo via più dello stretto necessario. Cercate di comportarvi bene, qui siamo forestieri e potremmo essere considerati nemici, dobbiamo avere il tempo di ambientarci e vi raccomando di non combinare guai, o la nostra permanenza qui sarà alquanto breve. Non devo aggiungere altro, sapete bene quello che mi aspetto da voi.
Poi chiamò il suo secondo e mi volle al suo fianco.
La Sirena grigia è tua se accetti un patto: per dieci anni avrò diritto al trenta per cento dei guadagni e ti rivedrò qui almeno una volta all’anno, sia che tu mi debba dare il dovuto o anche solo per sapere che sei vivo. Che ne dici?
Non ci fu bisogno di parlare, bastò la loro stretta di mano e, insieme agli uomini che volevano tornare a navigare partirono con Robert, al quale avevo affidato il diamante.
Senza il loro capitano quegli uomini sembravano bambini allo sbando e capii che toccava a me prendere in mano la situazione.
Alec non mi mollava un istante e divenne il mio fac totum, su di lui potevo contare ciecamente, lo avevo capito da tempo.
Liam e Ted rientrarono con parecchio pesce e cominciai a dare ordini, chi lo doveva pulire, chi doveva cercare legna senza allontanarsi troppo, chi doveva cominciare a ripulire la grande casa e ad ognuno detti un compito. Io stessa mi diedi da fare, non volevo passare ancora molte notti sul carro, volevo avere un tetto sulla testa.
Lavoravamo di lena con la certezza di essere osservati. Non perdevo di vista i miei uomini nemmeno quando si allontanavano per i loro bisogni corporali, era troppo importante non commettere sciocchezze.
Ero sudata ed avevo arrotolato i pantaloni sopra le ginocchia, la camicia era intrisa di sudore e il fazzoletto che mi copriva i capelli era sudicio di polvere e ragnatele. Mi ero fermata alla botte per rinfrescarmi quando scorsi una ragazzina che mi osservava. Mi immobilizzai non sapendo cosa fare, la lingua era ancora un ostacolo e non volevo che si spaventasse.  Le sorrisi e lei rispose al mio sorriso. La invitai a gesti a raggiungermi e mi sedetti all’ombra della palma, era il mio primo incontro con qualcuno del posto ed ero curiosa di conoscere tutto su quella che sarebbe diventata la mia proprietà. La ragazzina si avvicinò e si sedette accanto a me. Era bellissima, i capelli e gli occhi scuri come la notte e la pelle di una brillantezza da sembrare finta.
A fatica, con le poche parole che conoscevo le chiesi il nome, dicendole per prima il mio. Mally ripetè lei, e sembrava avere un suono diverso, più dolce. Anna disse poi indicando se stessa. Avrei voluto stringerle la mano ma non sapevo come comportarmi. Sei davvero bella le dissi, ma non so capì, mi sorrise e sparì fra la vegetazione.
Ripresi il lavoro, ero stanca ma non mi sarei fermata prima dei miei uomini. Tomas stava preparando il fuoco per arrostire i pesci, era ora di fermarci, di darci una ripulita e riposare, come avevamo imparato, il sole tramontava senza lasciare il tempo alla luce di abituarsi al buio.
Ero seduta, mi ero ripulita e ricomparve Anna. Aveva una cesta di frutta e di altre cose che lasciò al mio fianco. Mi salutò con la mano e sparì di nuovo.
Torna presto Robert, mi manchi da morire.
Alla prossima, amiche mie.


illustrazione di Tiziana Gissi - romanzo pubblicato su e book

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