martedì 30 luglio 2019

MALLY


MALLY

PAGINA QUARANTACINQUE


Mi lasciai cadere esausta sulla poltrona. Mi mancavano le forze. Ora che tutto era concluso mi misi a piangere. Piansi per i miei cari, per il dolore che avevo loro causato, su un punto Katrin aveva ragione li avevo abbandonati e loro erano morti senza sapere niente della loro figlia. Non avevo mai scritto nemmeno una riga a loro, ero talmente arrabbiata per quello che volevano costringermi a fare sposando il conte che non ebbi mai il desiderio di farmi viva. Volevo dimenticarmi della mia vita prima che fossi la Corsara e forse avevo sbagliato. Robert si inginocchiò e mi prese le mani fra le sue. Sapeva quanto dolore avevo passato, quanta disperazione ogni volta che ricevevo le notizie da Mister King. Lasciò che sfogassi il mio pianto mentre in disparte, il giudice e Jeremy attendevano in silenzio. Mi feci forza e mi asciugai gli occhi. Mi faceva male tutto quello che era successo, ma non ero stata io a cercarlo.
Signora Nell, entro pochi giorni le pratiche per le sue proprietà saranno pronte. C’è altro che posso fare per lei? Guardai quel piccolo uomo che aveva nelle sue mani ogni giorno il destino di tante persone e vidi lo sguardo di un uomo senza timori. Voglio solo che sia fatta giustizia. Mi salutò e se ne andò, l’impagabile Jeremy aveva provveduto a chiamare le carrozze per tutti. Rimanemmo soltanto noi tre. Vuoi fare un giro per la casa, amore mio? Lo avrei tanto desiderato, ma il dolore sarebbe stato troppo forte e risposi di no. Poi ci ripensai, congedammo Jeremy con l’accordo che avrebbe seguito tutte le procedure necessarie e poi sarebbe partito per Nivaria, per raggiungerci.
Robert ed io rimanemmo soli nella grande casa della mia infanzia. Salii al piano superiore ed entrai in quella che era stata la mia camera e trovai sul letto, ben disteso il completo rosso, Katrin era stata puttana fino in fondo. Gli armadi erano vuoti, sapevo che aveva venduto tutto quello che poteva per tirare avanti. Sentimmo dei passi su per le scale, ci eravamo dimenticati della cameriera che si affacciò timorosa. Le dissi che avrebbe ricevuto il suo salario e che poteva tornare a casa. Entrammo nella camera dei miei genitori e, vedendo il grande letto disfatto non riuscii a trattenermi e scoppiai in un pianto dirotto. Avevo il petto squassato dai singhiozzi, mi passarono davanti agli occhi gli anni che i miei cari avevano vissuto senza mie notizie, mi sembrò di sentire il loro dolore, la loro disperazione per la mia fuga e per mio padre anche la scomparsa di mio fratello.
Andiamo via, questa non è più casa mia. Riportami a casa, amore mio, riportami a Nivaria il più presto possibile.
Lasciammo quella che non era altro che un insieme di mura per me, non era altro che un ricordo, a volte brutto a volte bello che dovevo lasciare lì, non volevo portare niente con me a Nivaria, invece me ne andavo con una grande ricchezza che avrei volentieri diviso con mio fratello se solo fosse stato ancora vivo.
Robert mi sorreggeva, mi aiutò a salire in carrozza e mi allontanai da quella che una volta era casa mia senza mai voltarmi indietro. Avrei voluto ripartire subito ma il veliero di Mister King non era pronto per prendere il largo, doveva completare il carico e ci sarebbe voluta un’altra settimana.
Robert mi mise in mano la lettera di mio padre. Non vuoi leggerla, amore mio? Mi tremavano le mani mentre la aprivo.
Mally, dolce figlia mia, sono felice che tu te ne sia andata e spero che sia felice. Ho capito troppo tardi il male che stavi subendo e ti prego di perdonare questo povero vecchio che ti stava dando in pasta ad un lupo famelico. Se solo ne avessi la forza e lo stesso coraggio che hai avuto tu ti raggiungerei all’istante ma so che se solo mi allontanassi perderei ogni proprietà. E’ un mondo per chi non ha scrupoli ed io, dopo la scomparsa di tuo fratello ho iniziato a capire tante cose. Sappi che ti amo più di ogni altra cosa e spero nel tuo perdono. Tuo padre.
Era tipico di mio padre essere breve e conciso. Le mie lacrime bagnavo la pergamena e soffocai il pianto fra le braccia di mio marito. Sarebbero state le ultime lacrime, poi avrei voltato pagina e continuato la mia vita, quella vera, quella che io mi ero scelta.
La notizia dell’arresto di Katrin si diffuse in tutta la città. Il processo si sarebbe tenuto entro pochi giorni e il giudice Millor era tenuto in gran considerazione da tutti, anche stavolta Jeremy aveva scelto al meglio.
Fu una settimana terribile e non volli uscire dalla stanza. Sentivo i rumori in piazza, stavano issando il patibolo per l’impiccagione, Katrin non sarebbe stata l’unica ad essere impiccata, c’erano altri condannati. Sapevo che il processo si era concluso con la condanna ma noi, finalmente potevamo salpare e mettere davvero la parola fine.
La traversata del nostro ritorno a casa fu tranquilla ed ebbi il tempo per ricompormi e per prepararmi a rivedere tutto quello che amavo. Alcuni delfini danzavano ed io ringraziai gli spiriti buoni del mare e dell’isola per avermi accolta e resa felice, e chiesi loro di farmi dimenticare il dolore che portavo nel cuore.
Ero finalmente a casa, ed ero felice.

Io la guardo, qui sotto il salice, e il succo di ananas si è scaldato e non si può più bere. Aspetto che le lacrime sul suo viso si asciughino, non ha resistito al pianto mentre mi raccontava del suo ritorno sulla terra ferma. Sento dei passi e mi giro. C’è Robert che le si avvicina e le asciuga le lacrime col suo fazzoletto. Un uomo dal portamento regale, dal viso cotto dal sole. Rincuora sua moglie e si gira verso di me. Chiedo scusa signora se le ho girato le spalle, sono Robert Nell e sono felice di fare la sua conoscenza. Mia moglie mi ha parlato di lei e delle sue amiche, quelle del futuro, quelle che hanno letto la sua, anzi la nostra storia. Le saluti tutte da parte mia e le ringrazi. Ora ci deve lasciare, il portale spazio tempo si sta chiudendo e lei deve tornare al suo mondo. Mi bacia la mano. Guardo Mally che mi sorride e per un attimo mi viene la voglia di rimanere, di non tornare indietro. Robert mi accompagna e senza sapere come mi ritrovo qui, a scrivere il finale di questa storia.
Ah Mally, abbiamo imparato a volerti bene, grazie per averci rese partecipi della tua vita, qui ora è molto diverso dal 1720 a Nivaria. Un bacio, dolce Corsara, un abbraccio da me e da tutte le Amiche di Mally.


FINE


illustrazione di Tiziana Gissi - romanzo pubblicato su e book

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