MALLY
PAGINA VENTISETTE
Le stelle
brillavano nel cielo già da tempo quando sentii tornare Robert e gli altri. Mi
alzai ed uscii ad accoglierli. Mi bastò vedere lo sguardo di mio marito per
calmarmi, tutto doveva essere andato bene. Qualcuno era ubriaco e venne aiutato
a sdraiarsi. Ora Robert ed io dormivamo nella grande casa, avevamo un angolo
solo per noi mentre gli altri dormivano sui carri o sul pavimento.
Com’è andata? Gli chiesi. Non male. Mentre loro erano alla locanda o in libera uscita io ne ho
approfittato per conoscere qualcosa di più su questo posto. E’ colmo di brava
gente, povera ma molto dignitosa. Devo fare un piano di lavoro e trovare altre
braccia. Abbiamo bisogno di aiuto, non possiamo farcela da soli.
Naturalmente
aveva ragione, lo avevo capito anch’io.
Devo farti una richiesta, anzi, più di una. E lo misi al corrente del
piccolo santuario che dovevamo costruire per gli Spiriti di quel luogo. Mi
aspettavo qualche lamentela da parte sua, invece accettò senza discutere. E poi vorrei un’altra cosa: vorrei che tu
facessi qualcosa per portare qui la famiglia di Alec, conosci la sua storia,
vero?
Robert
sorrise. Mia cara corsara, per chi mi hai
preso? Ho parlato con Mister King, il nuovo capitano della Sirena grigia e gli
ho detto che rinuncio alla prima rata del mio 30% se mi porta tutti i parenti
dei nostri uomini che vogliono raggiungerci. Non ho detto niente per non
illuderli, ma questa è la prima missione della Sirena Grigia.
Quello era
il mio capitano, quello era l’uomo che amavo e lo strinsi forte a me. Ci
addormentammo abbracciati e davvero tanto, tanto felici.
Mentre
settembre passava col caldo che non accennava a diminuire, i lavori
proseguivano. Avevamo parecchi animali che dovevano essere curati e Liana ci
presentò un ragazzo, un orfano ci disse lei che faceva al caso nostro. Lucas
entrò a far parte della nostra grande famiglia. Magro come un chiodo venne
subito preso sotto le ali protettive di Tomas ed in poco tempo divennero
inseparabili.
A metà
ottobre i lavori necessari all’interno della grande casa erano sommariamente
ultimati. Un posto per noi, e una grande camerata per gli altri. Una grande
stanza con un tavolo immenso e un fuoco per poter cucinare. Una dispensa e
tutto il necessario per affrontare l’inverno, che ancora non conoscevamo.
La mia
pancia cresceva ed io ero felice.
Ero andata
da Liana, avevo bisogno di un contatto femminile. Bevevo succo di ananas e
limone mentre lei preparava i suoi medicamenti.
Le chiesi di
parlarmi di Nivaria, di come erano le stagioni e fu in quel frangente che mi
parlò del vulcano, che era ancora attivo.
El Teide. E’ grande e fa paura.
L’ultima eruzione è avvenuta solo 14 anni fa, ed è stata distruttiva e
spaventosa. Anche per questo ti ho chiesto il santuario, perché gli spiriti
buoni ci proteggano dagli spiriti cattivi all’interno del vulcano. Io vi
aspettavo, sapevo che una grande famiglia sarebbe arrivata e avrebbe
risollevato questo posto, e quando ti ho vista ho capito che eri tu la
predestinata. Tu combatterai gli spiriti cattivi, sei forte, coraggiosa e sarai
in grado di affrontare tutte le avversità che troverai sulla tua strada. Ero spaventata e glielo dissi. Non devi esserlo, tu imparerai, tu sei
quella giusta per questo posto e vivrai a lungo, sarai felice, questo devi
ricordarlo sempre.
Mi mise al
corrente di tante cose, dell’evoluzione delle stagioni, di dove posizionare le
cisterne per la raccolta dell’acqua, su quali terreni seminare e cosa seminare,
sugli alberi da frutto da piantare e come curarli. In poche ore divenni esperta
di quel posto e, più lo conoscevo e più mi sentivo parte di esso.
Abbiamo bisogno di uomini e donne per
i lavori, non abbiamo molto denaro e vorrei sapere se hai qualche consiglio.
Lei mi
osservò attentamente, sentivo il suo sguardo che mi pungeva fin dentro il
petto. Mi stava esaminando l’anima per conoscere i miei veri sentimenti. Durò
parecchio quell’esame, alla fine sorrise e, come faceva sempre mi abbracciò.
Ci penso io, conosco quasi tutti. In
questa parte dell’isola siamo rimasti in pochi dopo l’eruzione, molti hanno
perso tutto e troverò quelli che vorranno venire a lavorare da voi. Li
accompagnerò io stessa e deciderò io se potranno accettare o meno.
Ti ringrazio, mi fido di te. Ora conoscevo la strada del ritorno
ma fuori Alec mi aspettava e feci il tragitto con la sua compagnia silenziosa.
Tante cose
sarebbero successe, mie care amiche. Alla prossima.
Nessun commento:
Posta un commento