mercoledì 3 luglio 2019

MALLY


MALLY

PAGINA VENTICINQUE


Fu il più bel risveglio che potessi aspettarmi. Lo abbracciai forte e rimasi alcuni minuti ad inebriarmi del suo odore di maschio e di salsedine.
Ho molte novità, vieni che le comunico a tutti.
La colazione era pronta e, la sola presenza del loro capitano rendeva quegli uomini più felici, capii che non era solo un sentimento di sudditanza che c’era fra loro, ma c’era molto affetto, molta stima, molto sentimento che mai nessuno di loro avrebbe confessato.
Mi sono assentato a lungo perché ho voluto tornare con questo. E mostrò un documento ben arrotolato in una fodera di pelle. Questo andrà custodito a costo di noi stessi: è l’atto di proprietà di questa tenuta, la Tenuta Corsara, e contiene la mappa completa di ciò che ci appartiene. L’atto di acquisto porta impresso il mio nome, ma voi avete la mia parola che, finchè vorrete vivere qui avrete la vostra parte. Nemmeno io immaginavo che fosse così vasta, è stata una bella lotta contrattare il prezzo, poi ho saputo che nessuno l’avrebbe voluta comprare, dicono che ci siano dei fantasmi che girano liberi, ma noi non ci facciamo intimidire da queste quisquiglie. Ora è nostra e possiamo cominciare a fare sul serio. Arriveranno carri di materiale per costruzione, suppellettili varie, animali, tutto già pagato e tutto già nostro. Non ce l’avrei fatta ad ottenere tutto senza la vostra parte e quella di mia moglie. Tenuta Corsara è stata iscritta al registro delle proprietà e nessuno ce la può togliere.
Alec arrivò con un barilotto che Robert aveva portato con sé e cominciò a distribuire il contenuto. Brindarono anche se era ancora mattina presto ma valeva davvero la pena brindare e ubriacarsi per questa bella notizia.
Ero contenta di passare a Robert il compito di dirigere i lavori e di riposarmi.
Il giorno successivo iniziarono ad arrivare i carri con tutte le nostre cose.
Serviva un recinto per gli animali, una sede per mettere tutti gli attrezzi e farne un laboratorio, serviva la casa sistemata per l’inverno, l’unico che avremmo trascorso tutti sotto lo stesso tetto.
Fra quei venti uomini, mai avrei immaginato che ci fossero persone così capaci. Prima di essere marinai erano stati qualcos’altro ed ora lo mettevano a frutto. Nessuno si risparmiava.
Anna venne a trovarmi e la presentai a Robert. Iniziai a frequentarla ogni giorno. Lei mi insegnava la sua lingua e fu Alec ad impararla prima di me, era un ragazzo dalla mente molto sveglia e gli chiesi se non volesse un lavoro più adatto alle sue capacità invece di essere la mia guardia del corpo, ma lui rifiutò.
Scoprimmo che la casupola di Liana e Anna era all’interno della nostra proprietà ma non facemmo niente, rimase là dove era sempre stata, dove due sconosciute mi avevano accolta come una di loro, ora avevo la possibilità di ricambiare il gesto.
Passarono due mesi e la casa principale aveva cambiato aspetto, almeno all’interno. Avevano fatto alcune separazioni per darci un po’ di intimità, una stanza dove mangiare tutti insieme, trovarono un pozzo poco distante e iniziarono anche a costruire delle cisterne per la raccolta dell’acqua invernale, l’acqua era un bene prezioso e scarso, bisognava farne buon uso.
Con l’aiuto di Anna ora capivo bene la loro lingua anche se avevo ancora delle difficoltà nel parlarla. Il mio pancione cresceva ed io stavo molto bene, il mio bambino sarebbe nato in pieno inverno. Furono costruiti camini e raccolta molta legna, non avremmo sofferto il freddo. Avrei tanto voluto poter visitare altri villaggi ma la prudenza me lo impediva.
C’era una cosa che mi preoccupava: quegli uomini, da molti mesi non frequentavano una donna e il nervosismo cominciava ad essere palpabile.
Ne parlai con Robert, anche lui aveva colto i segnali ed era indeciso su cosa fare. Quegli uomini da due mesi stavano lavorando senza sosta, senza orario, avevano bisogno di un diversivo.
A malincuore, Robert decise di portarli alla città sul porto, dove aveva portato a termine l’acquisto di tutto. Fece loro un sacco di raccomandazioni e, una mattina partirono tutti tranne Alec e Tomas, che rimasero con me.
Tenuta Corsara sembrava morta senza di loro. La spiaggia era il mio posto preferito, le palme erano alte e mi piaceva sedermi ad osservare le onde e, devo confessarlo, spesso pensavo a casa mia.
Fu lì, che quel giorno, Alec mi raccontò la sua storia.
Alla prossima, amiche mie, e la scoprirete anche voi.


illustrazione di Tiziana Gissi - romanzo pubblicato su e book

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