MALLY
PAGINA TRENTAQUATTRO
Cercai di
riprendere fiato e di far riposare le braccia, non potevo aspettare molto,
avevo paura che la marea mi portasse al largo. Ripresi a nuotare accompagnata
solo dal rumore delle onde che, per fortuna erano quiete. Non durai a lungo, la
fatica era troppa! Mi misi sul dorso e cercai nuotare col viso rivolto al cielo
stellato ma avevo paura di perdere di vista le fioche luci della costa, così
ripresi a nuotare come prima. Ero stanchissima e per un attimo pensai di
lasciarmi andare, di lasciare che il mare finisse quello che avevo iniziato col
conte ma il pensiero dei miei figli mi diede la forza di continuare. Le luci
sembravano non avvicinarsi ed io ero allo stremo. Cosa avrebbe pensato Robert
non trovandomi? Sarebbe riuscito Alec a mantenere il segreto? l’acqua salata mi
entrò in bocca e quasi soffocai. Tossii e andai completamente sott’acqua. Con
uno sforzo enorme riuscii a tornare a galla. Spiriti buoni del mare, voi mi conoscete. Stavo perdendo i sensi,
sapevo che non ce l’avrei fatta, aveva avuto ragione Liana a dirmi che non
avrei lasciato l’isola, il mio corpo sarebbe stato rinvenuto e seppellito
proprio a Nivaria. I miei occhi si riempirono di lacrime al pensiero che non
avrei più rivisto i miei cari. Mandai un saluto a Daniel, ad Elizabet, a Robert
a Nivaria e mi lasciai trasportare dalla corrente, non avevo più forze,
rimanevo a galla a malapena e presto l’acqua mi avrebbe inghiottita, ero
pronta. Gli occhi fissi alle stelle, colmi di lacrime e di sale, aspettavo solo
che l’acqua mi sommergesse per porre fine alla mia vita.
Successe ed
io non me ne accorsi nemmeno, ero semi svenuta e rassegnata ed avevo i sensi
deboli. Un gruppo di delfini mi circondò. In un primo momento pensai che
fossero degli squali venuti a prendermi, poi riconobbi i versi che facevano
quando si spingevano fino a riva a prendere i fiori profumati che ogni primo
del mese donavo agli spiriti buoni dal mare. Loro ci giocavano, danzavano e
piacevano molto a Daniel. Sorrisi pensando al mio bambino felice. Mi sembrava
di essere meno stanca e mi imposi di riprendere a nuotare. Quegli splendidi
animali fendevano la corrente creando una specie di corridoio dove non serviva
la fatica per proseguire, inoltre, cosa ancora più importante (ma lo seppi
dopo) mi guidarono verso la riva per la via più breve. Il muso di una grossa
femmina mi sfiorò il seno, non so cosa sentì ma rimase sotto il mio corpo
impedendomi di annegare. Non so nemmeno quanto tempo rimasi in acqua, quanto
nuotai e quanto loro mi aiutarono, ero talmente esausta che credo di essere
svenuta. La notte era ancora nel pieno quando due braccia sottili mi presero
per le ascelle e mi trascinarono a riva. Non riuscivo ad aprire gli occhi, non
sapevo chi fosse ma sentivo la voce di Liana in lontananza che ringraziava gli
spiriti buoni del mare per avermi riportata a riva sana e salva. Sentii dei
passi e poi più niente, svenni e il buio mi inghiottì.
Mi
risvegliai e fuori era ancora buio. Ero nel mio letto e Robert mi osservava
dalla poltrona. Sono a casa? Avevo la
voce roca per l’acqua salata che avevo ingerito. Sì, amore mio, sei a casa e vorrei ucciderti io! Si avvicinò e si
sedette sul bordo del letto. Voi dirmi
cosa è successo? Cosa ti è saltato in testa? Glielo raccontai, gli
raccontai quello che la sua corsara aveva fatto, che non ero pentita e che Dio,
forse mi avrebbe punita, ma non me ne importava niente. E’ ancora notte? Gli chiesi.
Sì, hai dormito tutto il giorno e fra poche ore sorgerà l’alba. La corrente
porterà a riva il corpo del conte, lo sai vero? Ma noi lo seppelliremo e
nessuno ne saprà niente.
Non mi
importava, quello che davvero mi importava era di essere ancora a Nivaria, coi
miei figli e mio marito, a tutto il resto avremmo pensato poi.
Era giorno e
sentivo delle voci nell’altra stanza. Mi alzai e mi resi conto immediatamente
di quanto il mio corpo fosse dolorante. Raggiunsi la cucina e vidi Mister King
con Robert. Mi sedetti con loro.
Stavano
prendendo accordi. Il capitano avrebbe fatto rotta dietro il veliero del conte
per scoprire come avrebbero preso la sua scomparsa.
Ho una cosa per te, Mister King. Mandai la ragazza a prendere la
pergamena nella mia camera, io faticavo persino a stare seduta. Questa è la mia procura, portala a Londra e
falla registrare, ho scritto che io, e solo io sono la legittima erede della
mia famiglia e che tornerò a prenderla. Nessuno nel frattempo la può toccare.
Metto tutto nelle tue mani capitano, fa in modo che un fiduciario di tua scelta
porti avanti la mia eredità e, quando tornerai mi darai i documenti registrati.
Mister King era sorpreso, sapeva che quella procura era molto importante e
che chiunque l’avesse in mano poteva impossessarsi di tutto. Lo farò, Mally, hai la mia parola. Ci
stringemmo la mano, io non avevo bisogno di altro, mi fidavo di quell’uomo. Li
salutai e ritornai a letto, ero esausta, felice e senza alcun rimorso.
Rimasi a
letto per tre giorni mentre Liana veniva ogni giorno con unguenti puzzolenti e
mi massaggiava tutto il corpo. Mi disse che il corpo del conte era stato
ripescato dalle barche che Robert aveva mandato a cercarlo e che era stato
seppellito. Gli spiriti buoni dell’isola
e del mare sono felici, il vulcano si è calmato. Mi abbracciò e mi disse
che era ora che riprendessi i miei compiti. Non vedevo l’ora.
Alla
prossima, amiche mie.
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