lunedì 22 luglio 2019

MALLY


MALLY

PAGINA TRENTANOVE


Ogni volta che i suoi ricordi prendono la strada del passato il suo viso si illumina. E’ come se, raccontando a noi la sua storia rivivesse di nuovo ogni cosa.
Già, Alec. Un grande uomo il nostro Alec. Era molto giovane quando gli affidammo il compito che lui stesso ci aveva richiesto. Aveva una mente direi matematica, non dimenticava niente di quello che osservava o leggeva. Passò in rassegna tutte le nostre proprietà e cominciò a dare ordini su come riordinarle, e quanto fu efficiente! Occupò un piccolo ufficio al porto, non amava gli sfarzi, fu sempre molto umile e discreto. Quando cominciammo a commerciare in grande era lui che accoglieva le imbarcazioni nel porto, ne leggeva gli elenchi dei carichi e già sapeva come e dove disporli. Teneva una minuziosa scrittura di ogni cosa, passava ore, fino a notte fonda a redigere i suoi rapporti che, ogni mese consegnava e discuteva con Robert. Gli dicemmo spesso che non c’era bisogno di tanto lavoro da parte sua, che la nostra fiducia nei suoi confronti era illimitata e che accettavamo le sue scelte. Era sposato col suo lavoro e conduceva una vita piena ma solitaria. Dovette istruire anche altri ragazzi, ad un certo punto la mole di lavoro era talmente onerosa che non poteva fare tutto da solo. Credo che gli costò molto delegare alcuni compiti, ma ebbe sempre collaboratori che, essendo forgiati e controllati da lui erano ottimi.
Ricordo che un giorno, il capitano di un vascello gli consegnò la nota di carico. Come ogni volta la lesse e chiese di controllare il carico. Si trattava di molti sacchi di grano e di cereali vari, sull’isola erano molto ricercati. So che il suo metodo era aprire a caso alcuni sacchi, o barili, a seconda della merce in questione. Ne aprì alcuni e scoprì che erano pieni di muffe e insetti. Restituì la nota di carico al capitano rifiutando di far sbarcare il carico. Il capitano cercò di corromperlo. Io non c’ero quando successe, ma mi dissero che nessuno lo aveva mai visto così alterato. Era abitudine portare una spada al fianco, e lui l’aveva ma credo non l’avesse mai nemmeno sfoderata. In quell’occasione la sfoderò e minacciò il capitano, gli ingiunse di non tornare più a Nivaria o l’avrebbe fatto arrestare. Furono attimi di vero terrore per quelli che stavano a guardare. Temevano che se il capitano avesse sfoderato la propria arma avrebbe potuto uccidere Alec con estrema facilità. Ma non avvenne, quell’uomo ritornò a bordo del suo vascello e riprese il mare.
Più nessuno osò corrompere qualcuno della nostra compagnia.
Si era comprato una piccola casetta vicino al porto, molto carina. Ci viveva da solo, sua madre viveva col suo compagno e le sue sorelle si erano accasate. Eppure, lui non mancava mai di dare soldi alla sua famiglia, amava immensamente le sue donne.
Una sera sentimmo il suo calesse fermarsi. Non era atteso, non era serata di rendiconto. Robert ed io ci guardammo, sospettando che ci fossero dei problemi col lavoro e che fosse venuto a parlarcene.
Fummo immensamente sorpresi quando ci raggiunse in compagnia di una donna e di un bambino di circa tre anni.
Robert ed io li facemmo accomodare, offrendo loro qualcosa di fresco. La donna era evidentemente imbarazzata, mentre il bambino le salì in braccio, teneramente abbracciato a sua madre.
Eravamo in attesa.
Robert, Mally vi presento mia moglie Ester e mio figlio Josè. Vide le nostre espressioni meravigliate, era evidente che quel piccolo non fosse suo figlio.
Ci spiegò che Ester era una ragazza madre e che fra di loro avevano stipulato un accordo: avrebbero vissuto insieme come marito e moglie, lui aveva riconosciuto il bambino e insieme avrebbero colmato le loro solitudini e i problemi di Ester.
Era il solito Alec dal cuore d’oro, ma io capii il suo gesto. Voleva porre rimedio, in qualche modo a quello che in gioventù aveva fatto, e questo era un modo per rimediare: aiutare una donna e suo figlio in difficoltà.
Non fu una punizione quell’unione, no. Io imparai a conoscere Ester, era davvero una brava donna e suo figlio un bambino educato. Non mi stupii quando mi disse che aspettavano un bambino tutto loro. Impararono ad amarsi, eccome se si amavano. Ebbero cinque figli e nessuno notò mai la differenza fra loro e Josè. Alec incominciò perfino a sorridere, aveva gli occhi luminosi quando veniva da noi con la sua numerosa famiglia.
Gli spiriti buoni dell’isola avevano accolto le mie preghiere e avevano dato ad Alec la felicità che meritava.
Ero felice per loro e loro lo erano ancora di più. Vissero una vita piena di soddisfazioni e credo che non si siano mai lasciati, morirono insieme, avvelenati da cibo avariato. Li trovarono nel loro letto, mano nella mano. Fu un giorno tristissimo, un vuoto che non è mai stato colmato. Sono sicura che gli spiriti buoni dell’isola abbiano esaudito il loro desiderio di andarsene insieme, amandosi come si amavano sulla terra.
Questa è la storia di Alec, il nostro Alec.
I suoi occhi sono pieni di lacrime. Si vede che lo amava davvero.
Ti parlerò di Liz più tardi.
La lascio al suo ricordo doloroso, noi ci troviamo alla prossima.


immagine dal web - romanzo pubblicato su e book

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