MALLY
PAGINA QUARANTUNO
Il volto di
Mally si è fatto duro, le labbra tirate, gli occhi hanno smesso di brillare
dalla felicità ed hanno preso un’espressione che non le avevo mai visto.
Attendo, sperando di non averle chiesto qualcosa che non dovevo, ma la sua
storia deve essere completa, almeno nei punti salienti, e questo mi sembra uno
di questi.
Ti chiedo scusa, ancora non ho
superato la cosa.
Rimango in
attesa che lei trovi le parole per iniziare, rispetto i suoi sentimenti e spero
che questo racconto non la faccia troppo soffrire.
Sono
arrivata su quest’isola nel 1720, avevo 17 anni. Conosci quello che è successo
negli anni successivi. Quando Mister King mi mise al corrente di quello che era
successo alla mia famiglia, rimasi sconvolta. Soffrii in modo atroce e soltanto
Robert sa quanto ho pianto. Non sono una che subisce passivamente e giurai a me
stessa che sarei tornata e che avrei messo le cose a posto. Negli anni, Mister
King mi aggiornava sull’andamento dei miei affari ma non toccai mai niente, lo
avrei fatto di persona al momento opportuno. Ci vollero dieci anni prima che si
presentasse l’occasione di tornare. Era primavera a Nivaria e avevo sistemato
ogni cosa perché Tenuta Corsara
potesse andare avanti anche senza Robert e me per alcuni mesi. Ci imbarcammo
sul veliero di Mister King. Durante la traversata vedevo mio marito immergersi
nella navigazione, erano dieci anni che non saliva su un’imbarcazione. Lo
osservavo, era nel suo ambiente naturale e mi chiesi se non avesse mai
desiderato poter tornare alla sua vecchia vita. Forse era il momento di
chiederglielo. Lo raggiunsi e rimasi al suo fianco ad osservare le onde che si
infrangevano contro lo scafo. Avrei voluto leggergli nei pensieri, ma rimasi in
silenzio. Il veliero sobbalzava, il mare era leggermente mosso. Robert mi posò
il braccio sulla spalla e mi attirò a sé. Ricordi
la nostra traversata? E come avrei potuto scordarla? Mi aveva portata a
Nivaria, mi aveva resa sposa e madre felice, mi aveva insegnato ad onorare gli
spiriti buoni, mi aveva fatta diventare donna. Rimanemmo a lungo abbracciati
sul ponte ad osservare il mare, ognuno immerso nei propri pensieri mentre
intorno a noi i marinai svolgevano i loro compiti. Ti manca tutto questo, amore mio? Mi strinse ancora più forte. Mi manca già la mia famiglia, i miei figli,
la mia vita è a Nivaria. No, non mi sono mai pentito di aver abbandonato il
mare, se devo essere sincero sono stato molto impegnato in questi anni a
seguire le tue splendide idee e a farti diventare ricca, e rendere ai nostri
uomini la felicità che si sono meritati. Non sono più il capitano di un veliero,
ma il capitano di una splendida famiglia. Fu per me un sollievo, sapevo che
era sincero. Si era dato molto da fare in quei dieci anni per mantenere le
promesse che aveva fatto, e vi garantisco che non fu sempre facile.
La brezza si
era trasformata in vento e decidemmo di rientrare nella nostra cabina. La sera
avremmo cenato col capitano ma ora avevamo tempo per noi. Chiudemmo la porta,
ora non c’era Alec a farmi da guardia. Ci spogliammo e facemmo l’amore in
quella piccola cuccetta come l’avevamo fatto dieci anni prima durante la
traversata. Non vi ho mai parlato della nostra vita sessuale, non ho più tenuto
un diario. Quello che scrissi sul diario e che fui costretta a subire e vedere
mi nauseò a tal punto che non avrei più voluto ricordare tutto il sudiciume al
quale avevo assistito. Sono diventata riservata, ora era amore vero quello che
c’era fra Robert e me, e non riguardava nessun altro. Mi sovvenne, per un
attimo l’immagine di Katrin e il conte nudi nella sua tenuta, quando li
scoprii, fu in quel momento che capii di non far parte di quel mondo e che non
ne volevo far parte. Fu da quel momento che capii quanti mariti tradivano le
loro mogli, compreso mio padre, capii quando dolore aveva nel cuore mia madre e
quanta insofferenza e depravazione c’era in mio fratello. Io non ero fatta per
quel mondo e fui felice quando me andai. Ma ora stavo tornando, la dolce
giovane Mally non esisteva più, era la Corsara quella che tornava, ed aveva le
idee ben chiare su quello che voleva fare.
Due
settimane ci vollero prima di entrare in porto, e vi posso dire che furono due
settimane di passione, di puro amore e di sesso fatto col cuore, e qui mi
taccio.
Scendemmo a
terra e Mister King ci accompagnò ad un albergo, uno di quelli abbastanza
puliti e decenti. La carrozza ci riparava dalla pioggia, qui non eravamo a
Nivaria, e già ne sentivo la nostalgia. Sistemammo i bagagli e scendemmo nel
salone a mangiare qualcosa di decente. I tipici piatti di questa terra mi
riportarono indietro nel tempo, ma non li gustai, no. Ero forestiera nella
terra dove ero nata. Chiesi a Robert se potevamo fare un giro in carrozza,
volevo rendermi conto dei cambiamenti che erano avvenuti in quegli anni. Chiesi
al cocchiere di condurci al cimitero, volevo portare il mio saluto alle tombe
di mio padre e mia madre, sarebbe stata l’unica occasione e lo desideravo da
tempo. Arrivammo che era quasi l’imbrunire e faticai parecchio a trovarle.
Erano sistemate in un angolo desolato e pieno di erbacce, dovevo provvedere
affinchè venissero sistemate. Mi rimproverai per non averci pensato prima.
Rimanemmo alcuni minuti e il mio pensiero andò a mio fratello. Ormai ero sicura
che fosse morto, lui non avrebbe permesso che le cose andassero in quel modo,
chissà se scoprirò mai cos’è successo, sospirai.
Robert si
teneva leggermente in disparte, sapeva che avevo bisogno di elaborare il mio
lutto, era discreto come sempre. Aspettò parecchio prima di raggiungermi e
prendermi per mano. Aveva cominciato a piovere piuttosto forte ed io non ero
più abituata a quel clima. Andiamo,
tesoro, o ti ammalerai.
Tornammo in
albergo. Che cosa hai intenzione di fare?
Come intendi procedere?
Sapevo bene
quello che volevo fare, oh se lo sapevo!
Per ora voglio solo che la notizia
del mio ritorno venga divulgata.
Avevo
aspettato tanto, potevo aspettare ancora qualche giorno. Non c’è fretta per la
vendetta.
Alla
prossima, amiche mie.
illustrazione di Tiziana Gissi - romanzo pubblicato su e book
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