MALLY
PAGINA TRENTACINQUE
La vita
riprese ed io mi godevo i miei figli e la mia famiglia. Nella Tenuta Corsara
c’era sempre un gran movimento, i lavori, tanti lavori procedevano con i canti
tipici dell’isola che anche i nostri uomini avevano imparato. La gente del
luogo era sempre allegra e imparammo che anche nelle situazioni più tristi non
perdevano mai il sorriso, avevano un modo ben diverso da quello che avevo
sempre conosciuto perfino di festeggiare un funerale, era impossibile non amare
quelle usanza e divennero quelle di tutti noi.
Daniel aveva
imparato a camminare e Liz era una bambina bellissima. Era agosto e il sole
picchiava come solo lì succedeva. Robert doveva andare in città, al porto e gli
chiesi se potevo accompagnarlo, i piccoli sarebbero rimasti con le tate. Davvero vuoi sobbarcarti un viaggio con
questo caldo? Mi fermerò solo un paio di giorni. Non avevo ancora visto
niente oltre la nostra tenuta. E’ ora che
Nivaria conosca la corsara ed io conosca lei.
Ci
accompagnò Alec, che aveva diciassette anni ed era un ragazzo bellissimo. Aveva
mantenuto il suo comportamento serio e diventava ogni giorno più importante per
tutti i lavori che gli venivano dati, su di lui si poteva contare sempre,
discreto ed efficiente. Molte ragazze gli ronzavano intorno ma lui non le
degnava di uno sguardo. Eravamo seduti di fronte. Alec, ti sei fatto proprio un gran bel ragazzo, e se ne sono accorte
tutte a Tenuta Corsara. Tu hai qualcuna che ti piace particolarmente? Magari
Anna? Alzò i suoi occhi e mi sorrise.
Quello che c’è fra me e Anna è qualcosa di diverso, ci vogliamo molto bene e
senza di lei, senza i suoi consigli, senza la sua presenza non sarei riuscito a
superare i miei sensi di colpa. Non siamo innamorati, siamo amici e per me
conta molto di più. Il mio affetto per lei non finirà mai, nemmeno il suo. Io
ho lei e lei ha me, per sempre, questo non cambierà mai.
Eravamo
giunti a destinazione. Il nostro magazzino al porto era quello che avevamo
aperto per primo, Robert aveva cominciato a commerciare con le imbarcazioni che
arrivavano, scambiava le nostre merci o comprava per rivendere negli altri
magazzini tutto quello che mancava sull’isola, e mancava molto. Entrammo e
fummo accolti dai nostri commessi. Non ci consideravamo i loro padroni, non
erano schiavi, erano persone che lavoravano per noi e ricevevano il giusto
salario. Eravamo diventati famosi per la nostra onestà e c’erano tante persone
che ci chiedevano lavoro.
Il magazzino
era un po’ caotico, troppe merci alla rinfusa ma fresco e accogliente. Vedevo
Alec che osservava con estrema attenzione e mi chiesi cosa gli passasse per la
mente. Robert aveva un paio di appuntamenti di lavoro e Alec gli chiese se
poteva andare a visitare gli altri magazzini e io decisi di accompagnarlo.
Prendemmo un
calesse e partimmo. Ero proprietaria con Robert e gli altri di altri quattro
magazzini e li visitammo tutti. Fummo accolti sempre calorosamente e tornammo
che la sera era già calata. Robert ci aspettava alla locanda e cenammo insieme.
Passammo anche il giorno successivo insieme, io ed Alec e visitammo la città,
lui la conosceva per esserci già stato e mi parlava di quello che aveva
scoperto. Si vedeva che gli piaceva. Sei
felice, Alec? Il ragazzo sorrise e gli occhi già splendidi brillarono. Lo sono molto, non potrei esserlo di più.
Il capitano e voi, signora (non ero riuscita a farmi trattare da amica) avete
dato un senso alla mia vita e vi sarò riconoscente per sempre. Ero felice
per lui. E dimmi, cosa pensi della nuova
vita di tua madre? Dell’uomo che ha scelto per compagno? Alec non si
distrasse. Ha diritto ad essere felice,
ne ha passate tante nella sua vita, le mie sorelle sono serene e spero che
trovino anche loro uomini che le possano amare come meritano. Sì, sono felice
qui a Nivaria.
Rientrammo a
Tenuta Corsara e corsi ad abbracciare i miei figli.
Mi sorprese,
la mattina dopo veder entrare Alec e chiedere di parlare con Robert e me, lo
invitammo a fare colazione con noi ma si vedeva che era nervoso. Possiamo parlare qui, o preferisci andare
nello studio? Gli chiese Robert.
Vorrei andare nello studio. E capimmo che si trattava di qualcosa di serio.
Eravamo
tutti seduti sulle poltroncine, aspettavamo che Alec parlasse. Prese un grosso
respiro, alzò il viso e fece la sua richiesta. Capitano, ho visitato con te e la signora i vostri magazzini ed ho
notato una gran confusione. Vorrei che mi dessi il compito di metterli in
sesto. Aveva le mani sudate, si vedeva che era una cosa che gli stava a
cuore. E cosa vorresti fare? Spiegalo
anche a noi. Passò quasi mezz’ora a descriverci le sue idee, i suoi
cambiamenti e capimmo finalmente quale era il suo vero talento. Voi, oggi nel
vostro mondo lo chiamereste esperto di logistica, noi non conoscevamo questa
parola ma era quello che era Alec.
Robert ed io
ci guardammo per alcuni secondi, non c’era bisogno di pensarci molto, Alec era
stato molto persuasivo e godeva della nostra massima fiducia.
Quando vuoi iniziare? Gli dissi sorridendo. Il suo viso,
la sua espressione non erano mai stati tanto felici. Sono pronto, da tempo ho fatto i progetti, aspettavo solo il coraggio
per sottoporveli. La sua felicità mi allargò il cuore. Portami i progetti, prepara quello che ti serve ed io farò il resto. Gli
rispose Robert.
Iniziò così
la nuova vita di Alec e cambiò radicalmente il modo fino ad allora usato di
gestire qualsiasi tipo di magazzino, di granaio, perfino delle dispense della
grande casa. Fu sempre molto impegnato, molto richiesto e la sua vita cambiò.
Alla
prossima, amiche mie.
Nessun commento:
Posta un commento