MALLY
PAGINA TRENTATRE
Il
nervosismo che regnava in quei giorni era palese. Le voci correvano e tutti
erano al corrente della storia. Fuori dalla grande casa c’erano uomini armati
che si davano il turno ed io ero sempre accompagnata da due uomini ogni volta
che uscivo di casa. Non era vivere così. Passarono dieci giorni e il veliero
del conte arrivò in porto, la notizia ci giunse immediatamente.
Voglio proprio vedere che faccia
tosta ha questo infame personaggio. Disse Robert. Non dovemmo aspettare molto che una carrozza
si fermò e ne scesero due uomini che non conoscevamo. Ci chiesero di poter
entrare in casa ma li lasciammo fuori. Estrassero una pergamena col sigillo
reale e la lessero. C’era l’ordine di cattura per Alec e per me. I reati erano
naturalmente diversi ma la richiesta era quella di cattura per essere portati a
casa.
Lo sapete, vero che qui non avete
nessuna giurisdizione? Potete anche andarvene subito.
Robert tratteneva a stento la rabbia. Noi siamo solo ambasciatori della missiva e siamo qui a chiedere che
Mally e Alec ci seguano, o il conte Wils provvederà personalmente a venire a
prenderli. Gli occhi di mio marito sprizzavano scintille e teneva i pungi
serrati. Dite al conte che troverà
qualcuno ad attenderlo quando arriverà. Ora fuori dalla mia proprietà o vi
caccio a calci!
I due uomini
si rimisero il cappello e tornarono da dove erano venuti
Non passò un
giorno che il veliero del conte calò l’ancora a poca distanza dalla spiaggia. E
il giorno successivo una barca lo condusse a riva, dove Robert aveva passato la
notte in attesa. Io li raggiunsi. I suoi uomini erano armati e scesero dalla
barca rimanendo in attesa di ordini.
Ti trovo bene, Mally. Buon giorno
Robert. E fece un
ridicolo inchino. Sapete bene cosa sono
venuto a fare ma ho una proposta da sottoporvi, posiamo entrare in casa? Qui fa
troppo caldo. Robert, rigido come un palo non si mosse. Faremo molto in fretta, rimaniamo qui, così puoi riprendere il mare
subito. Il conte sorrise. Io ho il
potere di trascinare tua moglie e il tuo servo fino al patibolo ma posso
rinunciare, stilando pure un certificato di morte dei due (in modo che non li
cerchino più) se tua moglie mi firma una procura dove rinuncia alla sua eredità
in favore della moglie di suo padre, Katrin. Ora sta a te decidere se ami di
più tua moglie o i soldi dell’eredità. Tornerò qui domani mattina per la
risposta. A domani. Fece cenno ai suoi uomini e riprese il mare verso il
suo veliero.
Grande figlio di puttana! Vogliono
solo i soldi, lui e quella grande puttana di Katrin. Robert era furibondo. Mally, l’eredità è tua e la decisione deve
essere tua, sai che a noi non serve niente. Decidi in libertà. Ora rientriamo.
Io avevo già deciso cosa fare.
Andai nel
mio salotto e scrissi un messaggio. Lo affidai ad un uomo fidato e lo feci
arrivare al conte. Spiriti buoni
dell’isola e del mare, ho bisogno di voi.
La giornata
passò come tutte le altre, soltanto gli uomini di guardia furono aumentati e
ulteriormente armati, l’attesa di qualcosa che doveva succedere era snervante.
Scese la
sera e, come sempre le stelle illuminarono quel cielo scuro che amavo. Una
leggera brezza entrava dalle finestre. Avevamo finito di cenare e i bambini
erano nei loro lettini. Arrivò Alec e parlò con Robert. Devo uscire, un problema che devo risolvere, tu non muoverti di qui!
E sparirono. Alec stava eseguendo un mio ordine.
Uscii da una
finestra e, silenziosa andai alla spiaggia, dove una barca mi raggiunse per
portarmi sul veliero del conte. Salii a bordo e il veliero levò immediatamente
l’ancora. Era veloce col vento che gonfiava le vele, e in pochi minuti si era
già molto allontanato. Io ero sul ponte e guardavo le luci di Nivaria che si
rimpicciolivano. Il conte mi raggiunse. Siamo
soli, come mi hai chiesto. Hai portato la procura? Lo guardai negli occhi
alla luce delle stelle, era una notte senza luna e il sorrisetto che gli
illuminava quel viso che una volta avevo amato aumentò ancora di più la mia
determinazione. Non ho portato la
procura, ma ho portato questo! Impugnai il pugnale e gli trafissi il
torace, una, due, tre volte. I suoi occhi si spalancarono dalla sorpresa, non
si aspettava che la dolce Mally potesse arrivare a questo, ma la nuova Mally,
la corsara sì! Sei uno stolto, conte
Wils, nessuno può allontanare una madre dai propri figli, dall’uomo che ama e
dalla sua nuova patria, ed io men che meno. Un rantolo uscì dalle sue
labbra insieme ad una schiuma rossastra. Con una spinta lo gettai in mare. Mi
spogliai velocemente degli abiti e li scaraventai in acqua, e senza nessun
indugio mi tuffai nel mare nero e vorticoso. Sentii l’acqua avvolgermi tutta mentre
precipitavo trattenendo il fiato, non ero una grande nuotatrice, sapevo a
malapena tenermi a galla. Quando la forza dell’acqua mi riportò in superficie
cercai di orientarmi sperando di vedere le luci della costa. Sentivo freddo e
rimanevo immobile, poi le vidi. Dio quanto erano lontane! Cominciai a muovere le
braccia ma dopo pochi minuti ero già stanca, mi girai sul dorso cercando di
riprendere fiato, vedevo le stelle e pensai, per un attimo pensai che forse non
avrei più rivisto i miei cari, ma che li avevo messi al sicuro, e questo mi
bastava. Spiriti buoni del mare, sono io,
Mally, aiutatemi.
E qualcosa
successe.
Alla
prossima amiche mie.
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