sabato 13 luglio 2019

MALLY


MALLY

PAGINA TRENTATRE


Il nervosismo che regnava in quei giorni era palese. Le voci correvano e tutti erano al corrente della storia. Fuori dalla grande casa c’erano uomini armati che si davano il turno ed io ero sempre accompagnata da due uomini ogni volta che uscivo di casa. Non era vivere così. Passarono dieci giorni e il veliero del conte arrivò in porto, la notizia ci giunse immediatamente.
Voglio proprio vedere che faccia tosta ha questo infame personaggio. Disse Robert. Non dovemmo aspettare molto che una carrozza si fermò e ne scesero due uomini che non conoscevamo. Ci chiesero di poter entrare in casa ma li lasciammo fuori. Estrassero una pergamena col sigillo reale e la lessero. C’era l’ordine di cattura per Alec e per me. I reati erano naturalmente diversi ma la richiesta era quella di cattura per essere portati a casa.
Lo sapete, vero che qui non avete nessuna giurisdizione? Potete anche andarvene subito.  Robert tratteneva a stento la rabbia. Noi siamo solo ambasciatori della missiva e siamo qui a chiedere che Mally e Alec ci seguano, o il conte Wils provvederà personalmente a venire a prenderli. Gli occhi di mio marito sprizzavano scintille e teneva i pungi serrati. Dite al conte che troverà qualcuno ad attenderlo quando arriverà. Ora fuori dalla mia proprietà o vi caccio a calci!
I due uomini si rimisero il cappello e tornarono da dove erano venuti
Non passò un giorno che il veliero del conte calò l’ancora a poca distanza dalla spiaggia. E il giorno successivo una barca lo condusse a riva, dove Robert aveva passato la notte in attesa. Io li raggiunsi. I suoi uomini erano armati e scesero dalla barca rimanendo in attesa di ordini.
Ti trovo bene, Mally. Buon giorno Robert. E fece un ridicolo inchino. Sapete bene cosa sono venuto a fare ma ho una proposta da sottoporvi, posiamo entrare in casa? Qui fa troppo caldo. Robert, rigido come un palo non si mosse. Faremo molto in fretta, rimaniamo qui, così puoi riprendere il mare subito. Il conte sorrise. Io ho il potere di trascinare tua moglie e il tuo servo fino al patibolo ma posso rinunciare, stilando pure un certificato di morte dei due (in modo che non li cerchino più) se tua moglie mi firma una procura dove rinuncia alla sua eredità in favore della moglie di suo padre, Katrin. Ora sta a te decidere se ami di più tua moglie o i soldi dell’eredità. Tornerò qui domani mattina per la risposta. A domani. Fece cenno ai suoi uomini e riprese il mare verso il suo veliero.
Grande figlio di puttana! Vogliono solo i soldi, lui e quella grande puttana di Katrin. Robert era furibondo. Mally, l’eredità è tua e la decisione deve essere tua, sai che a noi non serve niente. Decidi in libertà. Ora rientriamo. Io avevo già deciso cosa fare.
Andai nel mio salotto e scrissi un messaggio. Lo affidai ad un uomo fidato e lo feci arrivare al conte. Spiriti buoni dell’isola e del mare, ho bisogno di voi.
La giornata passò come tutte le altre, soltanto gli uomini di guardia furono aumentati e ulteriormente armati, l’attesa di qualcosa che doveva succedere era snervante.
Scese la sera e, come sempre le stelle illuminarono quel cielo scuro che amavo. Una leggera brezza entrava dalle finestre. Avevamo finito di cenare e i bambini erano nei loro lettini. Arrivò Alec e parlò con Robert. Devo uscire, un problema che devo risolvere, tu non muoverti di qui! E sparirono. Alec stava eseguendo un mio ordine.
Uscii da una finestra e, silenziosa andai alla spiaggia, dove una barca mi raggiunse per portarmi sul veliero del conte. Salii a bordo e il veliero levò immediatamente l’ancora. Era veloce col vento che gonfiava le vele, e in pochi minuti si era già molto allontanato. Io ero sul ponte e guardavo le luci di Nivaria che si rimpicciolivano. Il conte mi raggiunse. Siamo soli, come mi hai chiesto. Hai portato la procura? Lo guardai negli occhi alla luce delle stelle, era una notte senza luna e il sorrisetto che gli illuminava quel viso che una volta avevo amato aumentò ancora di più la mia determinazione. Non ho portato la procura, ma ho portato questo! Impugnai il pugnale e gli trafissi il torace, una, due, tre volte. I suoi occhi si spalancarono dalla sorpresa, non si aspettava che la dolce Mally potesse arrivare a questo, ma la nuova Mally, la corsara sì! Sei uno stolto, conte Wils, nessuno può allontanare una madre dai propri figli, dall’uomo che ama e dalla sua nuova patria, ed io men che meno. Un rantolo uscì dalle sue labbra insieme ad una schiuma rossastra. Con una spinta lo gettai in mare. Mi spogliai velocemente degli abiti e li scaraventai in acqua, e senza nessun indugio mi tuffai nel mare nero e vorticoso. Sentii l’acqua avvolgermi tutta mentre precipitavo trattenendo il fiato, non ero una grande nuotatrice, sapevo a malapena tenermi a galla. Quando la forza dell’acqua mi riportò in superficie cercai di orientarmi sperando di vedere le luci della costa. Sentivo freddo e rimanevo immobile, poi le vidi. Dio quanto erano lontane! Cominciai a muovere le braccia ma dopo pochi minuti ero già stanca, mi girai sul dorso cercando di riprendere fiato, vedevo le stelle e pensai, per un attimo pensai che forse non avrei più rivisto i miei cari, ma che li avevo messi al sicuro, e questo mi bastava. Spiriti buoni del mare, sono io, Mally, aiutatemi.
E qualcosa successe.
Alla prossima amiche mie.



immagine dal web - romanzo pubblicato su e book

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