venerdì 19 luglio 2019

MALLY


MALLY

PAGINA TRENTOTTO


Il viso di Mally cambia espressione al ricordo del suo primogenito, Daniel, concepito durante la traversata verso la loro nuova patria. Lascio che i ricordi le scorrano nell’anima ed io li intravedo nei suoi occhi lucidi.
Daniel è stato un figlio del mare fin dal suo concepimento, credo amasse di più le onde e i delfini che la sua famiglia. Aveva da poco imparato a camminare e lo condussi sulla spiaggia. Entrò in acqua e sembrò arrivato nel suo elemento naturale. Dovetti rincorrerlo e ripotarlo a riva, e si dibatteva che non voleva uscire dall’acqua. Da quel giorno lo portai in spiaggia accompagnata da un provetto nuotatore e lo vidi davvero felice.
Crebbe così, con più acqua salata nelle vene che sangue. Aveva dieci anni e si era costruito una piccola barca di legno, corredata di vele. Quando suo padre la vide, all’inizio ne fu orgoglioso, poi capendone la pericolosità gli ordinò di non allontanarsi mai dalla riva o le correnti di vento e di mare l’avrebbero portato al largo. Non eravamo mai tranquilli quando si assentava, sapevamo bene che era in mare.
Robert decise di dargli lezioni su come ci si orienta in mare e decise di prendere un vecchio veliero e partire con lui per una settimana. Credo che insieme abbiano passato i più bei giorni della loro vita. Tornarono col sorriso più bello che avessi mai visto sui loro visi. Ogni sera, Robert continuò ad istruirlo e lui assorbiva gli insegnamenti come se già li avesse nel sangue. A quattordici anni lo affidammo a Mister King, non potevamo più trattenerlo ma gli imponemmo di tornare a casa almeno ogni tre o quattro mesi. Sapevamo che era in buone mani e trascorse con lui quattro anni. Tornò a casa che aveva da poco compiuto diciotto anni. Mister King ci disse che era un ottimo capitano e che lui non sapeva cosa altro insegnargli, era pronto ad avere un veliero o altra imbarcazione al suo comando, era giovane ma era in gamba. Ero presente quando Robert parlò a nostro figlio. Daniel, so che sei un ottimo marinaio e un ottimo capitano, Mister King me lo ha confermato, ma non bastano le qualità tecniche per tenere unito un equipaggio. Ci vuole passione, e tu ne hai in abbondanza, ci vuole fermezza, ci vuole giustizia e una buone dose di buon senso, il tuo equipaggio sarà formato da tanti uomini, ognuno con la loro storia, la loro vita, le loro necessità, e tu dovrai barcamenarti fra tutto questo, sei pronto a queste grandi responsabilità? Daniel lo aveva ascoltato attentamente, amava e rispettava suo padre e teneva in grande considerazione i suoi consigli. Io sono pronto, padre, lo sono da tempo. Io ero fiera di lui, anche se il cuore mi lacrimava sapendo che sarebbe stato sempre lontano, ma la sua felicità veniva prima di tutto. Mi intromisi. Daniel, figlio mio, domani sera festeggeremo sulla spiaggia il tuo compleanno, lasciaci godere della tua compagnia in questi giorni. Lui mi abbracciò, sapeva il dolore che provavo e quanto soffrivo per la sua lontananza. Certamente, mamma, domani sera festeggeremo.
I preparativi sulla spiaggia erano terminati. Aspettavamo il buio per accendere i falò c’erano tavolate colme di prelibatezze di ogni genere, e tanta gente a festeggiare il nuovo capitano, il giovane capitano. C’era talmente tanta allegria ma avevo gli occhi colmi di lacrime. Robert mi raggiunse. Sei pronta? Non perderti i prossimi minuti.
Nessuno si era accorto che nella rada uno splendido veliero aveva buttato l’ancora. Sui suoi bordi vennero accese tante candele e, in lontananza si vedeva solo la sua forma luccicante. Liz la vide per prima. Cos’è quello? Tutti si fermarono ad osservare quella visione di luci a forma di scafo, era una visione straordinaria: le candele sembravano stelle tremolanti e si confondevano con quelle del firmamento.
Quello è “La Corsara” il veliero di Daniel. Disse Robert.
Daniel aveva la bocca aperta, credo non avesse afferrato subito il concetto. Guardò suo padre, guardò me che avevo gli occhi pieni di lacrime e corse ad abbracciarmi. Non riusciva a parlare. Si tolse la camicia e si tuffò in mare, lo raggiunse a nuoto, non si fermò nemmeno un minuto e salì a bordo.
Sentimmo le sue grida di gioia arrivare fino alla spiaggia mentre correva spegnendo le candele. Robert mi abbracciò, il nostro primo figlio aveva scelto la sua strada.
Ci vollero alcune settimane per trovare l’equipaggio, poi La Corsara prese il largo e divenne una delle imbarcazione della flotta della Tenuta.
Passò la sua vita sul mare, si spinse dove altri non avevano mai osato, mi duole solo pensare che non trovò mai una donna da tenersi al fianco. Oh ne ebbe di donne! Ma non furono mai importanti come la voglia di navigare e non durarono mai.
Tornava a casa almeno una volta all’anno ed era sempre una grade gioia. Fu un ottimo capitano, giovanissimo quando iniziò ma seppe farsi rispettare, era degno figlio di suo padre, e oso dire anche di sua madre.
Questo è stato il mio Daniel, e credo sia ancora là fuori, sul mare.
Lascio che i ricordi le ridiano emozioni e aspetto.
La guardo e vedo una donna fiera, felice, credo che Nivaria sia stata la scelta migliore che potesse fare, insieme a Robert.
E dimmi, Mally, di Liz cosa fu? E di Alec?
Alla prossima amiche.


immagine dal web - romanzo pubblicato su e book

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