domenica 27 ottobre 2019

ASSAPORARE LE EMOZIONI


Assaporare le emozioni



Quando mia mamma è morta, oltre al dolore c’è stato un altro dolore: persone molto vicine a lei hanno approfittato dell’incidente per entrarle in casa (un’altra volta!) e portarle via pochissime cose (ormai avevano già provveduto) ed a ribaltare di nuovo tutta la casa.
Quando sono entrata per prenderle il vestito da farle indossare per l’ultimo viaggio ed ho visto lo scempio di come era ridotto il suo appartamento che teneva come l’oro mi sono sentita male, ma ho aumentato la corazza intorno al cuore e, in quei mucchi di roba sparsi sul pavimento sono riuscita a trovare qualcosa ma non quello che avrei voluto.
Passati quei giorni terribili dovevo svuotare il suo appartamento entro due settimane e, per fortuna mi ha aiutata mia zia e mio cognato.
Non so se potete capire cosa si prova a mettere le mani nelle cose personali di qualcuno! Era mia mamma, sapevo dove teneva quasi tutto ma mi sembrava di commettere un sacrilegio.
Quante cose ho scoperto mentre prendevo e mettevo negli scatoloni: non volevo pensare, non volevo vedere, non volevo sentire.
Poi, ho aperto l’ultima anta dell’armadio e mi è venuto un colpo: appesa all’interno c’era la sciarpa di seta di mio padre (morto da ormai 32 anni), sciarpa che tutti noi della famiglia conoscevamo per quanto l’amava ma che non sapevamo dove fosse finita dopo tutti questi anni. In quel momento ho “visto e sentito ogni cosa”. Tutte le volte che lei ha aperto quell’anta per guardare la sciarpa con gli occhi che si riempivano di lacrime per il dolore nel suo cuore. Tutte le volte che portava alle labbra quel pezzo di seta e ne annusava l’odore come se il profumo del dopo barba di suo marito fosse ancora lì a ricordarle la loro vita passata. Tutte le volte che di notte soffriva più di altre la solitudine e si avvolgeva la sciarpa intorno al collo, come fosse l’abbraccio di suo marito che tanto le mancava.
Ecco, mi sono bloccata quando l’ho vista lì appesa, gli altri non potevano sapere, non potevano capire quello che voleva significare. L’ho presa ed ho sentito tutta l’armonia che aveva assorbito, sì armonia perché c’era una miriade di sogni e di emozioni di mio padre e di mia madre, era la loro storia impressa in quella striscia di seta come fosse uno scrigno che conserva ciò che di più prezioso possiedi. Ho rivisto mio padre col suo sorriso mentre la indossava, ho rivisto mia madre orgogliosa della bellezza del suo uomo, ho rivisto mia sorella mentre la usava e mi sono vista spettatrice di qualcosa che nessun altro poteva né vedere né capire. Così come ho capito che quella sciarpa non toccava a me, a me aveva già detto e dato tutto. L’ho presa e piegata con delicatezza e l’ho messa nella mia borsa.
L’ho portata a mia sorella, ho visto l’espressione dei suoi occhi quando l’ha vista, le sue lacrime e la sua incertezza nel capire che la davo a lei. Non è una semplice sciarpa di seta bianca e grigia è la storia di nostro padre e nostra madre, impressa come su una pellicola e, mia sorella ed io siamo le uniche persone a vedere e sentire questo film. E’ una sciarpa che ha almeno sessant’anni ed è ancora integra, è la continuazione del film della nostra vita e, finchè qualcuno la conserverà con Amore su quel film non verrà mai scritta la parola FINE ma la parola FAMIGLIA.


immagine dal web - diritti e proprietà riservati di Milena Ziletti.

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