KATRIN, la sua storia
parte venti
Erano seduti
entrambi e si osservavano in silenzio. Nella testa ottenebrata dell’uomo
passavano vari pensieri, non conosceva niente della famiglia di quella figlia
di nessuno, e si chiese se poteva esserci un filo di follia. Tutto era
possibile ma lui doveva tenerla buona, almeno fino a che trovava una soluzione
al problema dell’eredità.
La ragazza
lo osservava e vedeva varie espressioni passare sulla faccia flaccida di suo
padre, gli zigomi pieni di vene rosse e gonfie denotavano molto chiaramente la
sua abitudine al bere. Rimaneva lì, ad osservarlo, con la mano sull’elsa della
spada. Non sarebbe servito usarla, sarebbe morto presto da solo se continuava a
bere in quel modo.
Nessuno dei
due si decideva a parlare. Katrin restava seduta senza distogliere lo sguardo
dal viso di suo padre. Mi hai mandata a
chiamare, che cosa vuoi dirmi? Si decise a chiedergli.
Suo padre si
riscosse dal torpore. Tuo nonno vuole che
passi da lui il mese di settembre ed io ho acconsentito. Le disse mentre si
asciugava la bava che gli scendeva dalla bocca.
La ragazza
fece una smorfia di disgusto. Sono felice
della tua approvazione, padre. Gli rispose sempre calcando sulla parola
padre. Sara ed Alfred verranno con me. Non era una richiesta. Era una sfida che
gli lanciava, aveva deciso di cominciare la sua battaglia personale contro
quell’uomo e questa era la sua prima volta.
Katrin si
alzò e riempì un calice per suo padre e uno per lei. Brindiamo al nostro accordo. Gli disse e uscì lasciando il suo
boccale intatto sulla scrivania.
Mancavano
ancora due mesi prima della partenza ma era sicura che tutto sarebbe andato
bene.
I due mesi
passarono senza incidenti. Katrin non aveva più rivisto suo padre e questo le
faceva piacere.
Sara era in
carrozza con lei mentre Alfred le seguiva a cavallo. Finalmente raggiunsero il
castello di lord Sheppard. Il vecchio lord era sulla soglia, appoggiato al suo
bastone e sorrideva felice nel vedere sua nipote corrergli incontro. Dio quanto
era bella, e quanto somigliava alla sua povera figlia. Per fortuna non aveva
niente in comune con suo padre, e questo lo rallegrava.
Benvenuta, Katrin. La salutò con gli occhi che gli
brillavano. Lei non si trattenne e contro ogni convenzione lo abbracciò e lo
strinse a sé. Sono così contenta di
essere qui, nonno, non sai quanto. Lo prese per mano ed entrarono. Il
vecchio signore si appoggiava pesantemente al bastone ed aveva il passo lento. C’è qualcosa che non va, nonno? Gli
chiese vedendo quanta sofferenza cercava di trattenere. Sono solo vecchio, tesoro mio. Le rispose.
Fu un mese
dolce in ogni senso. Nonno e nipote passavano insieme ogni istante che
potevano. Lord Sheppard amava quella ragazza con tutto se stesso, portava il
nome della sua adorata moglie ed era la bambina della sua amata e unica figlia.
Ogni tanto
Katrin sentiva di essere osservata, Eloine, sempre in disparte si nascondeva e
la spiava senza avere il coraggio di avvicinarla. Avrebbe voluto chiamarla,
abbracciarla, tenerla stretta fra le sue braccia come quando era piccola, ma
aveva perso quel privilegio quando era stata allontanata dal castello.
La carrozza
la stava riportando a casa e lei era molto triste. Sara la osservava, non
l’aveva mai vista così felice come in quelle settimane passate dal nonno.
Va tutto bene, miss Katrin? Le chiese la donna.
Katrin
sospirò. Mi piacerebbe passare più tempo
al castello del nonno, o vivere con lui, ci vado troppo poco. Le rispose.
Sapevano
entrambe che lord Semple non lo avrebbe mai permesso.
Katrin si
sporse dal finestrino e chiamò Alfred. Dista
molto la tua fattoria? Gli chiese. E’
piuttosto distante, miss Katrin, dovremmo ritardare di un giorno il rientro. Le
rispose.
Allora andiamo a trovare Vento. E presero la strada della fattoria.
Valse la
pena sopportare quelle ore sulla carrozza. Quando arrivarono Katrin corse al
recinto e Vento l’aveva sentita arrivare. Oltrepassò la palizzata con un balzo
che non aveva niente di elegante e abbracciò il suo vecchio compagno. Lacrime
umane e animale si mescolavano. Gli saltò in groppa, senza sella e gli parlò
con tutto l’amore che provava. Era vecchio ma era stato il suo primo amico, ed
era felice che avesse trovato un bel posto dove passare il resto della sua
vita.
I genitori
di Alfred li accolsero con calore e passarono una serata davvero piacevole. Il
mattino arrivò fin troppo in fretta. Katrin era al recinto già da un pezzo
quando Alfred la chiamò, la carrozza era pronta e dovevano tornare in fretta.
Ringraziò e
salutò quella splendida famiglia si preparò a raggiungere casa sua.
Non era
felice, ma sapeva che non poteva sottrarsi.
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