mercoledì 23 ottobre 2019

KATRIN, la sua storia


KATRIN, la sua storia

parte venti






Erano seduti entrambi e si osservavano in silenzio. Nella testa ottenebrata dell’uomo passavano vari pensieri, non conosceva niente della famiglia di quella figlia di nessuno, e si chiese se poteva esserci un filo di follia. Tutto era possibile ma lui doveva tenerla buona, almeno fino a che trovava una soluzione al problema dell’eredità.
La ragazza lo osservava e vedeva varie espressioni passare sulla faccia flaccida di suo padre, gli zigomi pieni di vene rosse e gonfie denotavano molto chiaramente la sua abitudine al bere. Rimaneva lì, ad osservarlo, con la mano sull’elsa della spada. Non sarebbe servito usarla, sarebbe morto presto da solo se continuava a bere in quel modo.
Nessuno dei due si decideva a parlare. Katrin restava seduta senza distogliere lo sguardo dal viso di suo padre. Mi hai mandata a chiamare, che cosa vuoi dirmi? Si decise a chiedergli.
Suo padre si riscosse dal torpore. Tuo nonno vuole che passi da lui il mese di settembre ed io ho acconsentito. Le disse mentre si asciugava la bava che gli scendeva dalla bocca.
La ragazza fece una smorfia di disgusto. Sono felice della tua approvazione, padre. Gli rispose sempre calcando sulla parola padre. Sara ed Alfred verranno con me. Non era una richiesta. Era una sfida che gli lanciava, aveva deciso di cominciare la sua battaglia personale contro quell’uomo e questa era la sua prima volta.
Katrin si alzò e riempì un calice per suo padre e uno per lei. Brindiamo al nostro accordo. Gli disse e uscì lasciando il suo boccale intatto sulla scrivania.
Mancavano ancora due mesi prima della partenza ma era sicura che tutto sarebbe andato bene.
I due mesi passarono senza incidenti. Katrin non aveva più rivisto suo padre e questo le faceva piacere.
Sara era in carrozza con lei mentre Alfred le seguiva a cavallo. Finalmente raggiunsero il castello di lord Sheppard. Il vecchio lord era sulla soglia, appoggiato al suo bastone e sorrideva felice nel vedere sua nipote corrergli incontro. Dio quanto era bella, e quanto somigliava alla sua povera figlia. Per fortuna non aveva niente in comune con suo padre, e questo lo rallegrava.
Benvenuta, Katrin. La salutò con gli occhi che gli brillavano. Lei non si trattenne e contro ogni convenzione lo abbracciò e lo strinse a sé. Sono così contenta di essere qui, nonno, non sai quanto. Lo prese per mano ed entrarono. Il vecchio signore si appoggiava pesantemente al bastone ed aveva il passo lento. C’è qualcosa che non va, nonno? Gli chiese vedendo quanta sofferenza cercava di trattenere. Sono solo vecchio, tesoro mio. Le rispose.
Fu un mese dolce in ogni senso. Nonno e nipote passavano insieme ogni istante che potevano. Lord Sheppard amava quella ragazza con tutto se stesso, portava il nome della sua adorata moglie ed era la bambina della sua amata e unica figlia.
Ogni tanto Katrin sentiva di essere osservata, Eloine, sempre in disparte si nascondeva e la spiava senza avere il coraggio di avvicinarla. Avrebbe voluto chiamarla, abbracciarla, tenerla stretta fra le sue braccia come quando era piccola, ma aveva perso quel privilegio quando era stata allontanata dal castello.
La carrozza la stava riportando a casa e lei era molto triste. Sara la osservava, non l’aveva mai vista così felice come in quelle settimane passate dal nonno.
Va tutto bene, miss Katrin? Le chiese la donna.
Katrin sospirò. Mi piacerebbe passare più tempo al castello del nonno, o vivere con lui, ci vado troppo poco. Le rispose.
Sapevano entrambe che lord Semple non lo avrebbe mai permesso.
Katrin si sporse dal finestrino e chiamò Alfred. Dista molto la tua fattoria? Gli chiese. E’ piuttosto distante, miss Katrin, dovremmo ritardare di un giorno il rientro. Le rispose.
Allora andiamo a trovare Vento. E presero la strada della fattoria.
Valse la pena sopportare quelle ore sulla carrozza. Quando arrivarono Katrin corse al recinto e Vento l’aveva sentita arrivare. Oltrepassò la palizzata con un balzo che non aveva niente di elegante e abbracciò il suo vecchio compagno. Lacrime umane e animale si mescolavano. Gli saltò in groppa, senza sella e gli parlò con tutto l’amore che provava. Era vecchio ma era stato il suo primo amico, ed era felice che avesse trovato un bel posto dove passare il resto della sua vita.
I genitori di Alfred li accolsero con calore e passarono una serata davvero piacevole. Il mattino arrivò fin troppo in fretta. Katrin era al recinto già da un pezzo quando Alfred la chiamò, la carrozza era pronta e dovevano tornare in fretta.
Ringraziò e salutò quella splendida famiglia si preparò a raggiungere casa sua.
Non era felice, ma sapeva che non poteva sottrarsi.


immagine dal web - diritti e proprietà riservati di Milena Ziletti

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