venerdì 25 ottobre 2019

KATRIN, la sua storia


KATRIN, la sua storia

parte ventidue






Mentre correva verso l’appartamento di suo padre in testa le esplodevano migliaia di pensieri e di emozioni, la rabbia era quella principale. Quell’uomo stava oltrepassando i limiti della decenza. Lei si era assoggettata ai suoi voleri, non era più una bambina ed era giunto il momento di mettere in chiaro alcune cose.
Entrò come una furia nello studio di suo padre. Il suo cameriere era chino a pulire quello che sembrava vomito sul pavimento e si spaventò quando sentì aprire la porta.
Katrin vide che lui non era lì e guardò il cameriere che si affrettò a dire che il lord non si era ancora alzato.
Percorse il lungo corridoio e raggiunse la camera da letto di suo padre. Si fermò solo un attimo cercando di ricomporsi ma non ci riuscì. Spalancò la porta e una puzza di vomito e urina la fece quasi vomitare. La stanza era semibuia e si sentiva il russare di suo padre. Andò alla finestra e l’aprì cercando di respirare aria pura a pieni polmoni. Suo padre era ancora vestito e sdraiato di traverso sul letto. Russava ed era circondato da varie chiazze di vomito.
Katrin fece una smorfia di disgusto e si fermò qualche secondo ad osservarlo. Era una figura patetica immersa in un sonno innaturale. Si guardò intorno, non era mai entrata lì, varie bottiglie su alcuni mobili e tavolini, un secchio contenente i suoi bisogni aperto vicino al letto. Il suo disgusto verso quell’uomo aumentò.
Si avvicinò e sguainò la spada, gliela puntò alla gola. Svegliati, è ora che tu apra gli occhi! Lo dovette chiamare varie volte prima che quello si decidesse ad alzare le palpebre su occhi rossi e gonfi.
Lord Semple non capì subito quello che stava succedendo, ma vide la punta della spada puntata alla gola e che sua figlia lo guardava come se lo volesse trafiggere. Per un attimo si spaventò e urinò nei pantaloni già sporchi.
Lei se ne accorse e lo diede a vedere. Poi, piano piano l’uomo si riprese, almeno in parte.
Che ci fai tu qui nella mia stanza? Le chiese imperioso senza accorgersi di quanto fosse ridicolo il suono della sua voce.
Perché hai allontanato Alfred? Non perse tempo a chiedergli.
Una parvenza di lucidità sembrò schiarirgli il cervello e si mise seduto sul letto. Come osi minacciare tuo padre? Le chiese cercando di alzarsi dal letto senza riuscirci. Tu finisci immediatamente nella torre, e stavolta ci rimarrai fino a quando lo dirò io! Aggiunse.
Lei premette con più forza la lama alla gola dell’uomo. Devi solo provarci, padre. Gli rispose calcando sulla parola padre.
L’uomo aveva lo sguardo di un ubriaco in astinenza e il cervello annebbiato dal troppo bere che lo aveva fatto cadere svenuto sul letto, nemmeno sapeva come era arrivato nella sua camera.
Noi avevamo un accordo. Gli ricordò. Io ti avrei obbedito e tu mi avresti lasciata in pace. Te lo ricordi? Gli disse senza nessun timore. Non sono più una bambina, la tua bambina alla quale puoi dare gli ordini a tuo piacimento!
L’uomo covava da sempre un odio smisurato verso quella figlia di nessuno ed esplose senza che nemmeno se ne accorgesse.
Maledetta figlia di nessuno, chi ti credi di essere? Urlò.
Katrin rimase immobile cercando di assimilare la frase. Io non ti voglio come padre. Ripetè ancora una volta, era passato molto tempo dall’ultima volta che glielo aveva sputato in faccia.
Tu non sei mia figlia! Non lo sei!  Urlò di rimando.
Katrin abbassò la punta della spada sul cuore dell’uomo. Non permetterti di calunniare mia madre, io sono sua figlia e di conseguenza tua! Parlò molto lentamente, mentre cercava di trattenere l’esplosione di rabbia.
Tu non sei né sua figlia né mia figlia, sei solo la figlia di nessuno che ho comprato per il bene di tutti. Le rispose.
Katrin rimase spiazzata, ma non toglieva la spada dal petto di suo padre.
Tu menti! Ribadì la ragazza.
Davvero? Perché non lo chiedi a quella strega che mia moglie si è portata in dote? Come si chiama? Ah sì, Eloine, perché non lo chiedi a lei? Le disse assimilando compiaciuto i dubbi di quella ragazza.
Katrin non ci voleva credere. Era vero che suo padre era un uomo che disprezzava ma quello che le aveva rivelato andava oltre ogni immaginazione. Perché l’aveva comprata? E dove erano i suoi veri genitori? Non sapeva se ridere o piangere. Rinfoderò la spada e rimase ad osservare l’uomo che aveva sempre creduto suo padre. Doveva scoprire la verità.
Una rabbia e un dolore che non aveva mai conosciuto si impossessarono di lei, sapendo che non avrebbe potuto controllarsi a lungo decise di mantenere ancora per qualche minuto la calma. Versò del liquore in due bicchieri e si avvicinò a suo padre.
Che ne dici, lord Semple, brindiamo alla verità?  L’uomo scolò tutto d’un fiato il liquore e ricadde sul letto ricominciando a russare.
Katrin posò il suo bicchiere e uscì da quella stanza con una verità che doveva confermare. Aveva bisogno di sapere e l’unica persona che poteva dirle tutta la storia era Eloine.


 immagine dal web - diritti e proprietà riservati di Milena Ziletti

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