giovedì 24 ottobre 2019

KATRIN, la sua storia



KATRIN, la sua storia

parte ventuno





Ottobre era iniziato portando vento e pioggia, l’autunno sembrava avere fretta di farsi sentire. Katrin diventava ogni giorno più bella, i capelli si erano un po’ allungati e il suo viso felice era una gioia per i due amici che le volevano bene.
Nonostante il brutto tempo lei ed Alfred erano in cortile e facevano allenamento con l’arco. Miss Katrin, deve imparare a usare l’arco con ogni intemperia, ci sarà sempre sole negli occhi, vento contrario, pioggia sulle palpebre ma bisogna saper usare l’arma, molto spesso è quello che ci salva la vita. Le insegnava il maestro.
Rimasero finchè ci fu luce. Alfred era orgoglioso delle capacità di Katrin, migliorava sempre di più, anche con la spada, dio non volesse che qualcuno la ostacolasse o avrebbe avuto una brutta sorpresa.
Da quando Helen se ne era andata, tutti i compiti erano di competenza di Sara, ma lavorare con lei era davvero piacevole e, con la sua giovane e sveglia intelligenza imparava ogni cosa molto in fretta: che fosse un duello o acconciarsi i capelli per un pranzo di gala, ormai sapeva fare di tutto.
Per tutto l’inverno non ci furono novità. Suo padre si era ammalto ma ora stava di nuovo bene. Si erano trovati insieme solo per il pranzo di Natale e non si erano scambiati che poche parole.
La vita di Katrin sembrava procedere serenamente. Quell’anno avrebbe compiuto quindici anni ed era davvero bellissima.
Aprile era sbocciato quasi all’improvviso con i suoi colori e profumi. Katrin e Alfred uscivano spesso a cavallo per allenarsi fuori dalle mura. Stavano galoppando veloci e duellando con le spade, Lampo inciampò in una buca nascosta e lei cadde rovinosamente da cavallo. Lanciò un urlo di dolore, cercò di rialzarsi ma non ci riuscì. Alfred le fu subito accanto e l’aiutò a salire sul suo cavallo.
Dove si è ferita, miss Katrin? Le chiese con voce preoccupata. Non ti preoccupare, Alfred, è solo una caduta ma credo che per un po’ non potrò cavalcare. Gli rispose.
Giunsero al castello e, con delicatezza Alfred l’aiutò a scendere, la sorreggeva mentre suo padre osservava la scena dalla sua finestra. Quello che vide lo fece infuriare, nella sua mente ottenebrata aveva scambiato quei gesti come sconvenienti: nessuno poteva trattare con così tanta confidenza sua figlia. Cercò di trattenere l’ira, ma non ci riuscì.
Mentre Katrin raggiungeva la sua stanza con Sara, Alfred portava i cavalli alle scuderie. Quello che avvenne fu talmente violento e inaspettato che nessuno dei presenti osò fiatare.
Lord Semple fece schioccare la frusta e colpì alle spalle l’ignaro soldato.
Il grido di dolore gli uscì senza che riuscisse a trattenerlo. Si voltò per scoprire chi lo avesse colpito e si trovò di fronte la faccia rossa e infuriata del suo padrone.
Come osi mancare di rispetto a mia figlia? Cosa le hai messo in testa? Tu non sei degno nemmeno di toccarla! Ed io che mi sono fidato di te per tutto questo tempo. Prendi la tua roba e vattene subito da casa mia. Urlava come un dannato mentre Alfred non capiva a cosa si riferisse. Avrebbe voluto ribattere ma un’altra frustata lo colpì sulla spalla, lord Semple sembrava posseduto dal demonio.
Intervenne il capitano e si mise fra i due. Ci penso io, lord Semple. Aspettarono che se ne tornasse nelle sue stanze prima di muoversi.
Alfred sanguinava. Fu medicato mentre raccontava al suo capitano cosa era successo. Il suo superiore sapeva da tempo delle sfuriate del suo padrone, di come fosse perennemente ubriaco ma non poteva disobbedire ad un ordine. Fasciò le ferite di Alfred, gli consegnò la sacca con i suoi averi e lo accompagnò fuori dalle mura. Mi dispiace molto, Alfred, so quanto tu sia affezionato a miss Katrin.
Ancora dolorante, in groppa al suo cavallo si diresse alla sua fattoria. Aveva bisogno di riprendersi.
Katrin si stava rilassando nella vasca da bagno, aveva preso una botta ma tutto sarebbe passato. Rimase con Sara fino a sera e mangiarono insieme, un’abitudine che avevano preso dal loro ritorno a casa dopo la visita al nonno.
La porta si aprì e il nuovo giorno si preannunciava gradevole e soleggiato, sarebbe bastata una passeggiata quel giorno, niente allenamento almeno per un po’. Sara entrò e lei l’accolse sorridendo, fino a quando scoprì il viso sconvolto della sua tutrice.
Cosa è successo, Sara? Cosa ti turba? Le chiese cominciando ad essere preoccupata. Si accorse degli occhi rossi e di alcune lacrime che le erano sfuggite. Le presa la mano e si sedettero davanti al camino.
Avanti Sara, non tenermi sulle spine! Insistette.
Sara cercò di trattenere le lacrime ma non ci riuscì. Guardò la ragazza che aveva di fronte. Ieri tuo padre ha frustato Alfred e lo ha cacciato via. Dice che si è comportato in modo sconveniente nei suoi confronti, miss Katrin. E ricominciò a piangere.
La ragazza rimase interdetta per alcuni minuti, mentre offriva un fazzoletto a Sara.
Chi è stato a mettere in giro queste calunnie? Volle sapere.
Vi ha visti rientrare e dice che Alfred si è comportato con lei in modo sconveniente.
Katrin si ricordò dell’aiuto che le aveva dato, e una rabbia bollente cominciò a salirle dalla pancia, sempre più su finchè non le esplose nella testa.
Si alzò in piedi come una furia, e con la spada già al fianco andò di corsa a cercare suo padre. Questa volta gliel’avrebbe fatta pagare.

immagine dal web - diritti e proprietà riservati di Milena Ziletti

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