KATRIN, la sua storia
parte ventuno
Ottobre era
iniziato portando vento e pioggia, l’autunno sembrava avere fretta di farsi
sentire. Katrin diventava ogni giorno più bella, i capelli si erano un po’
allungati e il suo viso felice era una gioia per i due amici che le volevano
bene.
Nonostante il
brutto tempo lei ed Alfred erano in cortile e facevano allenamento con l’arco. Miss Katrin, deve imparare a usare l’arco
con ogni intemperia, ci sarà sempre sole negli occhi, vento contrario, pioggia
sulle palpebre ma bisogna saper usare l’arma, molto spesso è quello che ci
salva la vita. Le insegnava il maestro.
Rimasero
finchè ci fu luce. Alfred era orgoglioso delle capacità di Katrin, migliorava
sempre di più, anche con la spada, dio non volesse che qualcuno la ostacolasse
o avrebbe avuto una brutta sorpresa.
Da quando
Helen se ne era andata, tutti i compiti erano di competenza di Sara, ma
lavorare con lei era davvero piacevole e, con la sua giovane e sveglia
intelligenza imparava ogni cosa molto in fretta: che fosse un duello o
acconciarsi i capelli per un pranzo di gala, ormai sapeva fare di tutto.
Per tutto
l’inverno non ci furono novità. Suo padre si era ammalto ma ora stava di nuovo
bene. Si erano trovati insieme solo per il pranzo di Natale e non si erano
scambiati che poche parole.
La vita di
Katrin sembrava procedere serenamente. Quell’anno avrebbe compiuto quindici
anni ed era davvero bellissima.
Aprile era
sbocciato quasi all’improvviso con i suoi colori e profumi. Katrin e Alfred
uscivano spesso a cavallo per allenarsi fuori dalle mura. Stavano galoppando
veloci e duellando con le spade, Lampo inciampò in una buca nascosta e lei
cadde rovinosamente da cavallo. Lanciò un urlo di dolore, cercò di rialzarsi ma
non ci riuscì. Alfred le fu subito accanto e l’aiutò a salire sul suo cavallo.
Dove si è ferita, miss Katrin? Le chiese con voce preoccupata. Non ti preoccupare, Alfred, è solo una
caduta ma credo che per un po’ non potrò cavalcare. Gli rispose.
Giunsero al
castello e, con delicatezza Alfred l’aiutò a scendere, la sorreggeva mentre suo
padre osservava la scena dalla sua finestra. Quello che vide lo fece infuriare,
nella sua mente ottenebrata aveva scambiato quei gesti come sconvenienti:
nessuno poteva trattare con così tanta confidenza sua figlia. Cercò di
trattenere l’ira, ma non ci riuscì.
Mentre
Katrin raggiungeva la sua stanza con Sara, Alfred portava i cavalli alle
scuderie. Quello che avvenne fu talmente violento e inaspettato che nessuno dei
presenti osò fiatare.
Lord Semple
fece schioccare la frusta e colpì alle spalle l’ignaro soldato.
Il grido di
dolore gli uscì senza che riuscisse a trattenerlo. Si voltò per scoprire chi lo
avesse colpito e si trovò di fronte la faccia rossa e infuriata del suo
padrone.
Come osi mancare di rispetto a mia
figlia? Cosa le hai messo in testa? Tu non sei degno nemmeno di toccarla! Ed io
che mi sono fidato di te per tutto questo tempo. Prendi la tua roba e vattene
subito da casa mia. Urlava
come un dannato mentre Alfred non capiva a cosa si riferisse. Avrebbe voluto
ribattere ma un’altra frustata lo colpì sulla spalla, lord Semple sembrava
posseduto dal demonio.
Intervenne
il capitano e si mise fra i due. Ci penso
io, lord Semple. Aspettarono che se ne tornasse nelle sue stanze prima di
muoversi.
Alfred
sanguinava. Fu medicato mentre raccontava al suo capitano cosa era successo. Il
suo superiore sapeva da tempo delle sfuriate del suo padrone, di come fosse
perennemente ubriaco ma non poteva disobbedire ad un ordine. Fasciò le ferite
di Alfred, gli consegnò la sacca con i suoi averi e lo accompagnò fuori dalle
mura. Mi dispiace molto, Alfred, so
quanto tu sia affezionato a miss Katrin.
Ancora dolorante,
in groppa al suo cavallo si diresse alla sua fattoria. Aveva bisogno di
riprendersi.
Katrin si
stava rilassando nella vasca da bagno, aveva preso una botta ma tutto sarebbe
passato. Rimase con Sara fino a sera e mangiarono insieme, un’abitudine che
avevano preso dal loro ritorno a casa dopo la visita al nonno.
La porta si
aprì e il nuovo giorno si preannunciava gradevole e soleggiato, sarebbe bastata
una passeggiata quel giorno, niente allenamento almeno per un po’. Sara entrò e
lei l’accolse sorridendo, fino a quando scoprì il viso sconvolto della sua
tutrice.
Cosa è successo, Sara? Cosa ti turba?
Le chiese
cominciando ad essere preoccupata. Si accorse degli occhi rossi e di alcune
lacrime che le erano sfuggite. Le presa la mano e si sedettero davanti al
camino.
Avanti Sara, non tenermi sulle spine!
Insistette.
Sara cercò
di trattenere le lacrime ma non ci riuscì. Guardò la ragazza che aveva di
fronte. Ieri tuo padre ha frustato Alfred
e lo ha cacciato via. Dice che si è comportato in modo sconveniente nei suoi
confronti, miss Katrin. E ricominciò a piangere.
La ragazza
rimase interdetta per alcuni minuti, mentre offriva un fazzoletto a Sara.
Chi è stato a mettere in giro queste
calunnie? Volle
sapere.
Vi ha visti rientrare e dice che
Alfred si è comportato con lei in modo sconveniente.
Katrin si
ricordò dell’aiuto che le aveva dato, e una rabbia bollente cominciò a salirle
dalla pancia, sempre più su finchè non le esplose nella testa.
Si alzò in
piedi come una furia, e con la spada già al fianco andò di corsa a cercare suo
padre. Questa volta gliel’avrebbe fatta pagare.
Nessun commento:
Posta un commento