martedì 9 giugno 2020

IL SEGRETO DELLA LUNA


IL SEGRETO DELLA LUNA

parte venti






Aveva trascorso tutto il giorno alla distilleria ed era tornato a casa in anticipo. Doveva controllare se la sua pozione fosse pronta.
Si lavò e mangiò in silenzio con Cincia, si rese conto che passavano serate intere senza parlarsi.
“Devo uscire, Cincia. Vado dal marchese e spero che il mio piano vada a buon fine, per me e per te.”
La vecchia assentì e si ritirò nella sua camera.

Capitolo dieci
Era già buio quando arrivò alla tenuta e un giovane stalliere andò a chiamare Rocco che arrivò subito.
“Può chiamare la signorina Giulia?”
“Puoi dire me, ci penso io con la cavalla.”
“Ho dato la mia parola alla signorina e solo a lei consegno il rimedio che ho preparato.”
Il ragazzino andò di corsa a chiamare la ragazza che raggiunse la stalla di corsa.
Gastone si era avvicinato a Marianna che lo aveva riconosciuto. Si accorse che stava davvero molto male e che sarebbe stato un miracolo se fosse sopravvissuta. Le aprì la bocca e con un piccolo mestolo fece cadere un po’ del decotto in bocca all’animale e gliela richiuse.
Giulia guardava speranzosa.
“Signorina, dovrebbe somministrare questo decotto ogni due ore, anche questa notte, domani ogni quattro ore, poi verrò a vedere come sta. Se vorrà bere le dia acqua fresca, ma niente altro. Dovrà fare molta attenzione a non sporcarsi con le feci che espellerà, saranno di sicuro infette, ci vorrà molta cautela e il suo giaciglio dovrà essere tenuto sempre pulito. Pensa di poterlo fare?”
“Sì, mi farò aiutare da Remo, il ragazzo che è qui con noi.”
“Posso farlo anch’io.” Si intromise Rocco.
“No! Rispose la ragazza, ci penseremo io e Remo, non voglio che nessun altro si avvicini a Marianna.”
“Resto io stanotte, signorina. Stia tranquilla, se ci fossero dei problemi la vengo a chiamare.” Remo era felice di aiutare la sua padrona.
“Mi fido di te, Remo.” E lanciò uno sguardo di sfida al capo stalliere.
Gastone osservava senza intervenire. Capiva bene che era una lotta silenziosa fra i due ma a lui non interessava scoprire il motivo, lo scopo che voleva, il suo scopo era raggiunto e questo gli bastava.
“Io devo andare, signorina Giulia, domani mi devo alzare presto ma verrò a vedere come sta la sua cavalla appena esco dal lavoro.”
La ragazza si avvicinò all’uomo e gli strinse la mano. “La ringrazio per quello che sta facendo.”
Seguito da Rufus tornò a casa.
La giornata era calda e Gastone sudava abbondantemente mentre lavorava alla distilleria. I suoi pensieri andavano spesso alla cavalla e sperava davvero che si salvasse, anche se era destinata a rimanere senza la sua padrona.
Quella sera non tornò nemmeno a casa ma si diresse alla tenuta del marchese, era ansioso di vedere come andavano le cose.
Arrivò direttamente alla stalla e vide la ragazza che parlava dolcemente con la sua cavalla, Remo era accanto a lei.
“Come sta andando?”
“Sta molto male, ha avuto forti dolori addominali e scariche persistenti, ora non ha la forza di reggersi in piedi, ho paura che sia giunta alla fine.” Gli disse con gli occhi pieni di lacrime.
Gastone si sedette vicino alla cavalla e le tastò l’addome, le aprì la bocca, vide gli occhi opachi, sì stava proprio morendo ed era un peccato, era un bellissimo animale.
“Lasci fare a me, signorina, si riposi un po’.”
Prese il muso della cavalla sulle sue gambe e l’accarezzò parlandole dolcemente, altro da fare non c’era. La cavalla si addormentò tranquilla e lui continuò ad accarezzarle il muso.
“Perché non va a riposare e a mangiare qualcosa? Resto io con lei, queste sono le ore cruciali, se supera la notte ha buone possibilità di farcela, rimango io con lei, mi farà compagnia Remo dopo che mi avrà portato qualcosa da mangiare.” Il ragazzo scattò via per soddisfare la richiesta di Gastone.
L’uomo appoggiò la schiena alla parete senza smettere di accarezzare la cavalla. Remo ritornò con del pane e del formaggio e una brocca di birra, mangiarono insieme.
Le stelle splendevano nel cielo buio e si intravedevano dalla piccola finestra. Marianna continuava a dormire e si era addormentato anche il ragazzino, chissà da quanto non dormiva.
Gastone cercò di individuare la stella di sua figlia ma non ci riuscì. Un dolore al petto gli risvegliò rabbia e determinazione, nessuno, nemmeno una graziosa ragazza come la signorina Giulia lo avrebbe distolto da quello che si era ripromesso di fare.
La notte passava molto lenta, il respiro della cavalla si alternava a rantoli ma lui non smetteva di dargli il decotto di erbe e un po’ di acqua.
Ogni tanto si appisolava e si stupì di essersi addormentato. Fu la voce della signorina Giulia a svegliarlo. La cavalla si era rialzata e sembrava stare meglio, la sua padrona le abbracciava il muso e le parlava, doveva essere successo un miracolo.
Gastone si rialzò sentendosi stanchissimo. Guardò cavalla e padrona e sorrise, sì doveva essere successo un miracolo.
“Può cominciare a darle da mangiare, poco per volta e la tenga a riposo fino a quando non avrà recuperato peso e forze e non avrà mangiato a sufficienza per almeno una settimana. Io passerò a vederla ma credo che abbia superato la fare critica, ne sono felice per lei.”
Giulia si avvicinò all’uomo e lo abbracciò. L’uomo rimase rigido e non la sfiorò, non voleva lasciarsi commuovere o intenerire, aveva un lavoro da fare con quella ragazza e lo avrebbe fatto al più presto.
“Ora devo andare, signorina, ho del lavoro da sbrigare ma, se ci fosse bisogno mandi Remo a chiamarmi, anche se sono sicuro che tutto andrà bene.”
Andò direttamente alla distilleria e ci rimase fino a sera. Tornò a casa stanco, mangiò e si addormentò subito sul sofà.
La seconda settimana di luglio era bollente. Nemmeno di sera si poteva respirare, le zanzare non davano tregua ed era difficoltoso perfino dormire.
Gastone cercava di recuperare le forze, fra il gran caldo e il lavoro che svolgeva era davvero molto stanco. Aveva una cosa da fare e la voleva fare in fretta, perciò cercò di riprendere fiato e forze, aveva intenzione di tornare al convento ed entrare per ispezionare ogni cosa mentre non c’era nessuno, voleva trovare un punto di osservazione migliore per la prossima riunione di quei maledetti e ci sarebbe andato non appena la notte fosse stata più scura o fosse arrivato un bel temporale.
Lui e Cincia erano seduti sotto il portico per godere di quel minimo refrigerio che offriva la sera inoltrata, nessuno dei due aveva voglia di ritirarsi in casa, avrebbero dormito fuori se avessero potuto ma le zanzare erano assetate di sangue.
“Come sta la cavalla del marchese?” Chiese la donna.
“Si sta riprendendo bene e dovrebbe pagarmi se è un uomo di parola, altrimenti gliela faccio mantenere io.”
“E la ragazza, com’è?”
Gastone sospirò, sbuffò e alzò lo sguardo al cielo scuro pieno di stelle.
“E’ una ragazza. Come lo era mia figlia e tua nipote.” E farà la stessa fine! Pensò.
“Da alcuni giorni sei tranquillo, cosa stai tramando?”
“Niente che ti possa confessare, meno sai meglio è ma tutto sta andando come deve.”
“La mia schiena mi dice che sta arrivando una burrasca, te lo dico perché so che ti interessa.”
Gastone la guardò e le sorrise da sotto i baffi.
“Vuol dire che uscirò nel temporale.”
E si decisero ad andare a dormire.


Romanzo di Milena Ziletti - diritti e proprietà a lei riservati

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