IL SEGRETO DELLA LUNA
parte venti
Aveva
trascorso tutto il giorno alla distilleria ed era tornato a casa in anticipo.
Doveva controllare se la sua pozione fosse pronta.
Si lavò e
mangiò in silenzio con Cincia, si rese conto che passavano serate intere senza
parlarsi.
“Devo
uscire, Cincia. Vado dal marchese e spero che il mio piano vada a buon fine,
per me e per te.”
La vecchia
assentì e si ritirò nella sua camera.
Capitolo dieci
Era già buio
quando arrivò alla tenuta e un giovane stalliere andò a chiamare Rocco che
arrivò subito.
“Può
chiamare la signorina Giulia?”
“Puoi dire
me, ci penso io con la cavalla.”
“Ho dato la
mia parola alla signorina e solo a lei consegno il rimedio che ho preparato.”
Il ragazzino
andò di corsa a chiamare la ragazza che raggiunse la stalla di corsa.
Gastone si
era avvicinato a Marianna che lo aveva riconosciuto. Si accorse che stava
davvero molto male e che sarebbe stato un miracolo se fosse sopravvissuta. Le
aprì la bocca e con un piccolo mestolo fece cadere un po’ del decotto in bocca
all’animale e gliela richiuse.
Giulia
guardava speranzosa.
“Signorina,
dovrebbe somministrare questo decotto ogni due ore, anche questa notte, domani
ogni quattro ore, poi verrò a vedere come sta. Se vorrà bere le dia acqua
fresca, ma niente altro. Dovrà fare molta attenzione a non sporcarsi con le
feci che espellerà, saranno di sicuro infette, ci vorrà molta cautela e il suo
giaciglio dovrà essere tenuto sempre pulito. Pensa di poterlo fare?”
“Sì, mi farò
aiutare da Remo, il ragazzo che è qui con noi.”
“Posso farlo
anch’io.” Si intromise Rocco.
“No! Rispose
la ragazza, ci penseremo io e Remo, non voglio che nessun altro si avvicini a
Marianna.”
“Resto io
stanotte, signorina. Stia tranquilla, se ci fossero dei problemi la vengo a
chiamare.” Remo era felice di aiutare la sua padrona.
“Mi fido di
te, Remo.” E lanciò uno sguardo di sfida al capo stalliere.
Gastone
osservava senza intervenire. Capiva bene che era una lotta silenziosa fra i due
ma a lui non interessava scoprire il motivo, lo scopo che voleva, il suo scopo
era raggiunto e questo gli bastava.
“Io devo
andare, signorina Giulia, domani mi devo alzare presto ma verrò a vedere come
sta la sua cavalla appena esco dal lavoro.”
La ragazza
si avvicinò all’uomo e gli strinse la mano. “La ringrazio per quello che sta
facendo.”
Seguito da
Rufus tornò a casa.
La giornata
era calda e Gastone sudava abbondantemente mentre lavorava alla distilleria. I
suoi pensieri andavano spesso alla cavalla e sperava davvero che si salvasse,
anche se era destinata a rimanere senza la sua padrona.
Quella sera
non tornò nemmeno a casa ma si diresse alla tenuta del marchese, era ansioso di
vedere come andavano le cose.
Arrivò
direttamente alla stalla e vide la ragazza che parlava dolcemente con la sua
cavalla, Remo era accanto a lei.
“Come sta
andando?”
“Sta molto
male, ha avuto forti dolori addominali e scariche persistenti, ora non ha la
forza di reggersi in piedi, ho paura che sia giunta alla fine.” Gli disse con
gli occhi pieni di lacrime.
Gastone si sedette
vicino alla cavalla e le tastò l’addome, le aprì la bocca, vide gli occhi
opachi, sì stava proprio morendo ed era un peccato, era un bellissimo animale.
“Lasci fare
a me, signorina, si riposi un po’.”
Prese il
muso della cavalla sulle sue gambe e l’accarezzò parlandole dolcemente, altro
da fare non c’era. La cavalla si addormentò tranquilla e lui continuò ad
accarezzarle il muso.
“Perché non
va a riposare e a mangiare qualcosa? Resto io con lei, queste sono le ore
cruciali, se supera la notte ha buone possibilità di farcela, rimango io con
lei, mi farà compagnia Remo dopo che mi avrà portato qualcosa da mangiare.” Il
ragazzo scattò via per soddisfare la richiesta di Gastone.
L’uomo
appoggiò la schiena alla parete senza smettere di accarezzare la cavalla. Remo
ritornò con del pane e del formaggio e una brocca di birra, mangiarono insieme.
Le stelle
splendevano nel cielo buio e si intravedevano dalla piccola finestra. Marianna
continuava a dormire e si era addormentato anche il ragazzino, chissà da quanto
non dormiva.
Gastone
cercò di individuare la stella di sua figlia ma non ci riuscì. Un dolore al
petto gli risvegliò rabbia e determinazione, nessuno, nemmeno una graziosa
ragazza come la signorina Giulia lo avrebbe distolto da quello che si era
ripromesso di fare.
La notte
passava molto lenta, il respiro della cavalla si alternava a rantoli ma lui non
smetteva di dargli il decotto di erbe e un po’ di acqua.
Ogni tanto
si appisolava e si stupì di essersi addormentato. Fu la voce della signorina
Giulia a svegliarlo. La cavalla si era rialzata e sembrava stare meglio, la sua
padrona le abbracciava il muso e le parlava, doveva essere successo un
miracolo.
Gastone si
rialzò sentendosi stanchissimo. Guardò cavalla e padrona e sorrise, sì doveva
essere successo un miracolo.
“Può
cominciare a darle da mangiare, poco per volta e la tenga a riposo fino a
quando non avrà recuperato peso e forze e non avrà mangiato a sufficienza per
almeno una settimana. Io passerò a vederla ma credo che abbia superato la fare
critica, ne sono felice per lei.”
Giulia si
avvicinò all’uomo e lo abbracciò. L’uomo rimase rigido e non la sfiorò, non
voleva lasciarsi commuovere o intenerire, aveva un lavoro da fare con quella
ragazza e lo avrebbe fatto al più presto.
“Ora devo
andare, signorina, ho del lavoro da sbrigare ma, se ci fosse bisogno mandi Remo
a chiamarmi, anche se sono sicuro che tutto andrà bene.”
Andò direttamente
alla distilleria e ci rimase fino a sera. Tornò a casa stanco, mangiò e si
addormentò subito sul sofà.
La seconda
settimana di luglio era bollente. Nemmeno di sera si poteva respirare, le
zanzare non davano tregua ed era difficoltoso perfino dormire.
Gastone
cercava di recuperare le forze, fra il gran caldo e il lavoro che svolgeva era
davvero molto stanco. Aveva una cosa da fare e la voleva fare in fretta, perciò
cercò di riprendere fiato e forze, aveva intenzione di tornare al convento ed
entrare per ispezionare ogni cosa mentre non c’era nessuno, voleva trovare un
punto di osservazione migliore per la prossima riunione di quei maledetti e ci
sarebbe andato non appena la notte fosse stata più scura o fosse arrivato un
bel temporale.
Lui e Cincia
erano seduti sotto il portico per godere di quel minimo refrigerio che offriva
la sera inoltrata, nessuno dei due aveva voglia di ritirarsi in casa, avrebbero
dormito fuori se avessero potuto ma le zanzare erano assetate di sangue.
“Come sta la
cavalla del marchese?” Chiese la donna.
“Si sta
riprendendo bene e dovrebbe pagarmi se è un uomo di parola, altrimenti gliela
faccio mantenere io.”
“E la
ragazza, com’è?”
Gastone
sospirò, sbuffò e alzò lo sguardo al cielo scuro pieno di stelle.
“E’ una
ragazza. Come lo era mia figlia e tua nipote.” E farà la stessa fine! Pensò.
“Da alcuni
giorni sei tranquillo, cosa stai tramando?”
“Niente che
ti possa confessare, meno sai meglio è ma tutto sta andando come deve.”
“La mia
schiena mi dice che sta arrivando una burrasca, te lo dico perché so che ti
interessa.”
Gastone la
guardò e le sorrise da sotto i baffi.
“Vuol dire
che uscirò nel temporale.”
E si
decisero ad andare a dormire.
Romanzo di Milena Ziletti - diritti e proprietà a lei riservati
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