sabato 25 luglio 2020

19 MAGGIO 2030 - DOMENICA


19 maggio 2030 – domenica


E’ una domenica bellissima, da un paio di giorni il cielo è limpido e non succedeva da troppo tempo. Da ieri la maggior parte delle persone esce di casa senza la mascherina davanti alla bocca e senza gli appositi occhiali.
Mio marito ed io abbiamo fatto come tante persone di questa città: siamo andati al parco con una borsa di vettovaglie per noi e da dividere con chi vorrà. Ho settantatre anni e mio marito due di più, siamo rimasti in pochissimi oltre i settant’anni.
Il parco brulica di bambini festosi che giocano e urlano, di genitori che sorridono e si tengono per mano, di mamme che aprono quelle maledette scatolette di cibo pronto, nessuno ha più voglia di cucinare e si avvelenano con cibo preparato.
E’ davvero un piacere questa allegria, ma… io non sono tranquilla. Mio marito mi osserva, mi capisce al volo e non parla, cerca di godere di questo bel trambusto e ripensiamo a come era diverso prima del terzo millennio.
Osservo il cielo, sono vecchia ma gli occhiali mi danno una vista perfetta, così come il microscopico apparecchio acustico che sono costretta a portare ma che nessuno può vedere. Ho tutti i sensi sempre all’erta, da alcuni giorni ancora più del solito. Lo so, lo sento, mi scorre nelle vene e nel corpo tutto la sensazione che ormai conosco bene, quella che mi ha permesso di salvare la mia vita e quella di mio marito, il mio non volermi mai fidare, di mettere tutto in discussione e per questo sono una ricercata per complottismo e sovversione. Non c’è niente da fare, io sono ancora Aliena e questo non lo posso cambiare, nemmeno se mi incatenano o mi ammazzano.
Lo sguardo di mio marito si fa preoccupato, vorrebbe parlarmi ma sa che non è il momento, sa che sto percependo qualcosa che presto tramuterò in parole anche per lui. Il mio silenzio si protrae e lui, gentilmente mi chiede cosa ti preoccupa, mia cara?  Ho le mani gelate, eppure è un pomeriggio caldo. Osserva il cielo, è troppo immobile, ascolta e non senti nemmeno un uccello cantare, c’è troppo ossigeno e non siamo più abituati a questa sensazione. Niente di tutto questo è naturale!
Lui sospira, sa che il pericolo è costantemente con noi.
Inizia tutto come un gioco. Nel cielo compaiono piccoli aerei silenziosi che rilasciano oggetti colorati mentre la musica li accompagna fino a terra. Cambiano colore, si attorcigliano come figure di un caleidoscopio o come palloncini manipolati dai clown per divertire i più piccoli. La gioia e il divertimento di bambini e genitori si fa ancora più accentuata.
Ed io capisco.
Raccolgo in fretta le mie borse e mi metto ad urlare scappiamo, dobbiamo fuggire il più lontano possibile! Alcune persone lì vicine mi guardano come se fossi una vecchia pazza e continuano ad osservare quegli oggetti colorati e fluttuanti che si avvicinano sempre più.
Alcune coppie con i loro figli mi osservano, un papà si avvicina e vede i miei occhi spiritati. Cosa succede, signora? Mi chiede trattenendo il fiato. Appena quei cosi toccheranno terra sprigioneranno il loro veleno, dobbiamo fuggire! Tre coppie con i loro figli raccolgono le loro borse. Seguitemi, ci sono alcune grotte ed io ne conosco una non lontana che fa al caso nostro, non c’è tempo da perdere.
La musica che accompagna gli oggetti fluttuanti si è fatta assordante mentre noi corriamo alla grotta. C’è un’apertura piuttosto piccola e si passa a schiena bassa uno alla volta. Ci siamo tutti, quattro coppie noi compresi e sei bambini. Chiudiamo l’apertura con quello che abbiamo e riprendiamo fiato.
E’ un botto assordante che ci giunge dopo pochi secondi. Gli oggetti fluttuanti sono caduti a terra e si sono rotti, lasciando libere tante gocce nebulizzate e molto profumate. Ci vogliono solo pochi minuti prima che il silenzio cali sul parco.
Nessuno di noi ha voglia di parlare, siamo tutti spaventati. Paolo mi si avvicina e si presenta. Ho un piccolo drone, che dice se lo faccio uscire? Lo guardo meravigliata, è un oggetto che non potrebbe avere, è vietato dal regime ma lui se lo è costruito da solo. Non è più grande di un pacchetto di sigarette ed ha una telecamera che trasmette le immagini sul suo cellulare. Fallo uscire subito, fra poco saranno qui! Imposta i dati e con un silenzioso ronzio lo fa partire. Siamo tutti con gli occhi incollati al video del cellulare mentre il drone sorvola il parco. Non c’è una persona in piedi, sono tutti a terra, qualcuno si lamenta, altri sono immobili, altri ancora cercano di muoversi. In lontananza si sentono i rumori di elicotteri che si avvicinano e Paolo fa rientrare subito il drone.
Dobbiamo stare immobili e in silenzio il più possibile. Se si accorgono di noi siamo finiti. Dovremo restare qui a lungo ma il pericolo maggiore è da ora. Cinque grandi elicotteri bianchi sono atterrati. Posso immaginare benissimo quello che stanno facendo ma me ne sto in silenzio, ci sarà tempo dopo per parlare.
Passare ore in una scomoda posizione, in silenzio e con i nervi tesi non è agevole, per fortuna i bambini, stretti ai loro genitori sono molto bravi. Guardo l’orologio, sono passate cinque ore, presto il sole tramonterà. Abbiamo contato silenziosamente gli elicotteri che si allontanavano, e tutti e cinque, alla fine si sono alzati in volo. La paura è che qualcuno sia rimasto di guardia, meglio aspettare ancora. Portiamo i bambini in un anfratto per i loro bisogni, poi tocca a noi.
Abbiamo del cibo e delle coperte e, dopo aver mangiato ci mettiamo vicini e attendiamo ancora.
Un bambino mi chiede che cosa sarà successo? Lo guardo e provo tanta pena. Alzo lo sguardo e incontro gli occhi di Paolo. Ci racconti, signora, noi non abbiamo paura!
Mio marito mi tiene le mani che hanno cominciato a tremare. Bisogna andare indietro nel tempo, tutto è cominciato in sordina per poi continuare alla luce del sole. Hanno cominciato con malattie sconosciute a decimare la popolazione. Poi sono comparsi in cielo aerei bianchi e silenziosi che lasciavano scie immense che coprivano il cielo e il sole. Sono andati avanti degli anni sempre aumentando le dosi di veleno che irroravano sulla terra, mentre la manipolazione del clima continuava in silenzio con la complicità dei vari governi. Ma non era ancora abbastanza per i loro scopi. Allora hanno obbligato a vaccinazioni di massa i bambini, immettendo nei loro corpi talmente tanto veleno da renderli soggetti ubbidienti come i loro genitori. Alcuni governi si sono ribellati, hanno tenuto duro ma alla fine sono stati costretti a cedere. Vaccinazioni di massa per bimbi e anziani, veleni dal cielo e veleni nel cibo. Micro chips impiantati alla nascita e all’inizio dell’età lavorativa. Non potevi ottenere niente se non facevi tutto come volevano loro. Hanno terminato bambini non sani, altri ne hanno tenuti per sperimentare i loro farmaci, e hanno terminato tutti i vecchi e malati. Mio marito ed io ci siamo salvati perché non ci siamo mai arresi, siamo scappati e continuiamo a scappare fino a che avremo fiato, ora non ci cercano perché pensano che siamo morti, non c’è più nessuno che ha superato i settant’anni, tranne loro, quelli che hanno iniziato tutto questo e che ora governano tutto il mondo. Quando usciremo da qui vi accorgerete che non ci sarà nessun bambino, li avranno portati via tutti, alcuni non possono essere sopravvissuti ma alcuni sì, ed è di questi che hanno bisogno. Se un bambino arriva a dieci anni e supera anche il veleno che hanno irrorato oggi significa che ha un DNA forte e particolare, è di questo che hanno bisogno, per studiare il modo di ottenere la loro immortalità, tutto è cominciato per questo: per avere risorse e immortalità su questa terra e per trasmettere ai loro discendenti questo gene. All’inizio tanta gente si è accorta di quanto succedeva, lo diceva apertamente e tutti loro sono stati terminati. I social erano sotto stretta sorveglianza e l’algoritmo che avevano ideato non lasciava speranza a chi usava certe parole che venivano subito segnalate. Oh c’è stata molta lotta, una tenacia incredibile ma la maggioranza era talmente assoggettata e con la mente avvelenata che chi osava essere contro veniva accusato di sovversione e imprigionato. Le libertà sono state tolte in nome di religioni false e ipocrite, di governanti che per un po’ si sono seduti al tavolo dei grandi per poi fare la fine che si meritavano. La democrazia è stata eletta da tutti i governi, ma è manipolata sempre secondo il loro volere. Siamo arrivati a questo punto perché loro sono stati bravi e il popolo non ha saputo più ribellarsi. Io sono vecchia ma non smetto di lottare, oggi ho salvato voi che potrete portare avanti la vostra lotta di libertà. Ce ne solo altri, è pericoloso ma non c’è altra via d’uscita che riunire le forze del bene e far capire alla massa che si deve risvegliare.
Il silenzio ha accompagnato le mie parole. Chiedo a Paolo di far uscire il drone, ora è notte fonda e sono quasi certa che loro se ne siano andati tutti e che le persone a terra siano ancora lì, purtroppo qualcuno non si alzerà più.
Il lieve ronzio accompagna il drone mentre i nostri occhi fissano il piccolo schermo. Non mi sono sbagliata, purtroppo, è come avevo previsto.
Ora possiamo uscire. Alcuni si stanno alzano e si guardano attorno smarriti, il buio è rischiarato solo dalle piccole lampade del parco. Si sentono lamenti ma c’è ancora troppa calma.
Paolo mi guarda. Cosa si può fare, signora? Gli prendo la mano, è un uomo che mi piace, sento che potrebbe essere un leader. Osserva questa gente, vedrai che non sanno neppure soffrire per la mancanza dei propri figli. Fino a quando non torneranno a sentire il dolore per quello che perdono non ci sarà niente da fare, vanno risvegliati.
Io non so come fare, già devo lottare per mantenermi in vita con mio marito, siamo forse i più vecchi del pianeta fra la gente comune, solo perché io non mi sono mai arresa e mi sono affidata alla mia parte aliena.


racconto scritto da Milena Ziletti due anni fa - diritti e proprietà a lei riservati

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