IL SEGRETO DELLA LUNA
parte trentotto
Finalmente
era libero di proseguire nella sua vendetta, aveva tergiversato anche troppo e
non vedeva l’ora di sistemare il padrone dei mulini Cestelli come meritava.
Il pranzo
era in tavola quando arrivò e si mise a tavola con le due donne.
“Finalmente
ho finito il lavoro, domani ti accompagnerò a casa tua e ti aiuterò a ripulire
e sistemare, è giusto che torniamo tutti alla nostra intimità.” Cincia capì
cosa intendeva. Margherita capì cosa intendeva.
Passarono
insieme l’intera giornata. Gastone consegnò la borsa che aveva appena ricevuta
a Margherita. “Te la sei meritata e a me non serve. Grazie per l’aiuto che ci
hai dato in questi mesi.”
La donna era
sorpresa, avrebbe voluto ribadire ma sapeva che quei soldi le servivano
davvero. Lo abbracciò e lo ringraziò, era un uomo eccezionale e lei se ne era
innamorata, ma non glielo avrebbe mai confessato.
Ci vollero
alcuni giorni per sistemare la piccola casa di Margherita, e tutto riprese
nella solita routine.
Il primo di
aprile, Gastone avrebbe ripreso il suo lavoro alla distilleria, aveva bisogno
di una scusa per restare e Cincia aveva bisogno di lui.
Quei mesi
gelidi erano trascorsi senza che l’uomo potesse far niente, sentiva che spesso
gli occhi del capo dei guardiani di Morietti lo seguivano, doveva pensare
qualcosa per toglierselo di torno.
Intanto
aprile era iniziato e tutto sbocciava con colori e tanto lavoro per tutti.
La luna
piena di aprile si avvicinava.
“Pensi di
andare?” Chiese la vecchia mentre erano a tavola.
“Sì. E’ ora
che riprenda il mio compito. Ora che le acque si sono calmate posso darmi da
fare.”
“Presto
anch’io avrò qualcosa per te.” Gli rispose Cincia.
La luna
piena di aprile era immensa, splendeva talmente tanto da sembrare più vicina
alla Terra. Gastone si era già intrufolato all’interno del cimitero e aveva
preso posto dietro la cassapanca.
Ci volle
poco e riudì i rumori che anticipavano l’arrivo dei Cavalieri della Terra
Feconda.
Il solito
scalpiccio mentre indossavano mantelli e cappucci in silenzio.
Poteva solo
immaginare che ognuno, ora fosse al proprio posto.
La Luna, nostra sorella e madre, con
sangue vergine tiene feconda la Terra.”
La riunione
era iniziata. Numero Uno aveva
parlato.
La primavera è tornata a ingravidare
le nostre terre, i nostri animali. Molte donne hanno la pancia pronta al parto
e tutto ha seguito il corso che doveva. Non ci sono stati altri incidenti, si soffermò alcuni istanti sui
volti coperti dei cavalieri ma nessuno parlò. Quest’anno, come ben sapete è un anno molto particolare essendo
bisestile, e come nostra usanza sacrificheremo due vergini. Il sacrificio
avverrà a metà ottobre, a ringraziamento dell’estate e del raccolto. Le due
vergini dovranno essere sottoposte al rito dell’anno bisestile, e voi sapete
bene di cosa si tratta. Se tutto andrà secondo quanto stabilito dalla nostra tradizione,
avremo quattro anni di guadagni assicurati.
Numero Due, puoi parlare.
Io sono d’accordo. Le mie guardie
hanno perlustrato una vasta zona e non hanno trovato niente fuori posto. Le mie
terre sono aumentate con l’acquisizione di terreni espropriati e anche i miei animali
da allevamento non hanno subìto malattie. Posso dire di essere soddisfatto e
sono d’accordo con Numero Uno.
Numero Tre, puoi parlare.
Anch’io ho aumentato la sorveglianza
ma non è successo niente di anomalo. I miei guadagni sono aumentati, i vigneti
hanno fruttato bene, ho allargato la zona di vendita dei miei animali e
prodotti agrari come mi hai detto tu, e sono soddisfatto del risultato. Sono
d’accordo con Numero Uno.
Numero Quattro, puoi parlare.
Anche il mio lavoro è aumentato ed ho
aperto altre officine per il tanto lavoro che mi è stato procurato. I miei
guadagni sono aumentati e i miei figli mi stanno aiutando e diventano sempre
più autonomi e professionali. Sono d’accordo con Numero Uno.
Numero Cinque, puoi parlare.
Ho già cinque mulini sparsi su un
vasto territorio e i miei figli li conducono con grande perizia. Ho investito
parecchi soldi nell’acquisto di fabbricati e terreni. La mia famiglia gode di
ottima salute ed io sono soddisfatto. Sono d’accordo con Numero Uno.
Numero Sei, puoi parlare.
Purtroppo mia moglie non sta bene da
quando mia figlia è morta. Ho già speso un capitale per consultare dottori e
ciarlatani. Se non fosse per le quote che voi mi passate non saprei come tirare
avanti, ho bisogno di più soldi, voglio far studiare i miei figli nella scuola
della città, li voglio lontani da qui, so bene che nessuno di loro potrà
prendere il mio posto. Per tutto questo, che so che farete, sono d’accordo con
Numero Uno.
Numero Sette, puoi parlare.
Io sono un allevatore di cavalli di
razza, di tori da riproduzione, posseggo stalle e terreni che mi rendono molto
bene, ho acquistato una banca in una città poco lontana da qui e la mia
famiglia gode di ottima salute. Sono d’accordo con Numero Uno.
Puoi parlare Numero Otto.
Mio padre è morto da poco ed io sono
entrato a far parte di questa setta senza conoscerne le usanze. Le ho accettate
e vi ringrazio per la fiducia che mi avete accordato. Ho ampliato le fabbriche
che mio padre aveva iniziato, ho molta gente che lavora per me e sono
rispettato anche se sono giovane. Le stoffe che produco si vendono in ogni
parte e mi sto spingendo oltre i confini. Quest’anno sposerò Maria e sono
d’accordo con Numero Uno.
Gastone non
si era perso una parola, ora sì che aveva elementi sufficienti per scoprire chi
fossero ed agire di conseguenza. Avrebbe lasciato per ultima Numero Uno, per lei aveva in mente un
trattamento molto particolare.
Il silenzio
era tornato ad avvolgere la stanza.
Numero Uno si alzò in piedi, mentre gli altri
rimanevano seduti ai loro posti.
Io, Sacerdotessa dei Cavalieri Della
Terra Feconda stabilisco che con la Luna piena del mese di ottobre si procederà
con il rito dell’anno bisestile. Stabilisco, che ognuno di noi dovrà versare
ogni mese a Numero Sei il doppio della quota dell’anno passato. Stabilisco che
nessuno di voi dovrà più frequentare e far frequentare la casa di tolleranza
del vecchio Ermete, quell’uomo deve sparire da questo posto, col suo
comportamento e quello di sua moglie sta facendo del male alla nostra società,
nessuno di voi acquisterà più il suo distillato, lo farete venire da Rossalto,
dalla distilleria di un amico. Ho messo sotto sorveglianza, come mi avete
chiesto l’uomo che lavora per Ermete, Gastone e posso assicurarvi che non è di
nessun pericolo per noi. Vorrei che Numero Tre lo interpellasse e gli
assegnasse il compito di guardia caccia per tutto il nostro territorio.
Stabilisco che al matrimonio di Numero Otto ci dovremo essere tutti. Ora
alzatevi in piedi.
Gastone non
poteva vedere che ognuno di loro portava le mani giunte al petto, alla testa e
verso Numero Uno. Era il loro modo di
rinnovare il giuramento di fedeltà alla setta e alla Sacerdotessa.
Ci sono stanze e puttane per voi
nelle solite celle. Sfogate le vostre perversioni con loro ma rispettate le
vostri compagne. Qui, in questo luogo che tutti credono sacro potete fare
quello che vi pare ma lasciate una somma che ripaghi bene le donne di questo
luogo. Troverete due nuove arrivate, giovani e vogliose. Sono già state
istruite, potete andare.
In silenzio,
i convenuti si spogliarono e sparirono.
Gastone era
immobile e stava ancora assimilando quello che aveva sentito. Quello non era un
convento ma un bordello di lusso e credeva che fosse di dominio di Numero Uno. Il suo capo, Ermete avrebbe
fatto una brutta fine, Gastone aveva capito anche un’altra cosa molto importante:
quella gente poteva distruggere, demolire o innalzare chiunque. Avevano soldi e
potere per farlo e non avevano scrupoli per portare a termine qualsiasi cosa
tornasse a loro vantaggio. Chiuse gli occhi e sentì il cuore che riprendeva i
battiti normali. Doveva uscire prima che qualcuno arrivasse a chiudere il
portoncino. Aveva le gambe rigide e tanti pensieri che gli frullavano nella
testa da farlo sentire come ubriaco. Doveva tornare in fretta da Cincia e
metterla al corrente di tutto, anche del rischio che avevano corso di essere
scoperti se la fortuna non fosse stata dalla loro parte.
Mio dio!
Maledetti tutti! Il suo odio crebbe a dismisura, ora doveva solo agire, e tutti
avrebbero pagato caro quello che stavano facendo.
Arrivò a
casa che ancora la testa gli girava. Cincia lo sentì arrivare ma non si mosse
dal suo letto fino a quando lo sentì aprire l’anta della credenza.
C’era la
candela accesa e lunghe ombre sembravano avvolgere Gastone che beveva un
bicchiere di vino. La mano gli tremava talmente tanto che varie gocce caddero
sul tavolo. La vecchia signora si sedette accanto a lui e aspettò che si
calmasse.
“Cosa è
successo stasera?” Gli chiese preoccupata.
“Stasera ho
fatto molte scoperte.” E la mise al corrente di tutto quello che aveva
ascoltato.
romanzo di Milena Ziletti - diritti e proprietà a lei riservati
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