IL SEGRETO DELLA LUNA
parte quarantasei
“Dove prendo
l’esplosivo?”
“Hai un
posto dove tenerlo al sicuro?”
“Certamente,
non sono uno sprovveduto!”
“Te lo farò
recapitare a casa, fatti trovare là domani mattina. Mi raccomando molta
prudenza nell’utilizzo, non voglio altre perdite.”
“So quello
che faccio.” Disse Gastone. Ripiegò la cartina e se ne andò.
E un altro
passo per seguire il suo piano era stato fatto.
Adesso era
arrivato il momento di occuparsi anche di Numero
Sette e Numero Otto.
La famiglia
Gorrini possedeva stalle di cavalli di razza pregiata che esportava anche in
paesi lontani. Avevano una tradizione che veniva da un lontano parente
straniero, arrivato in quel posto con la sua famiglia e alcuni esemplari
bellissimi. Nessuno ne conosceva la storia ma si erano integrati molto bene e
si erano arricchiti velocemente. Queste erano le sole informazioni che era
riuscito ad ottenere Gastone.
La famiglia
Tolesi, era invece nativa di quei posti. Erano diventati ricchi aprendo piccole
fabbriche per la lavorazione del cotone e della seta, si erano ingranditi in
parecchi paesi limitrofi e anche distanti. Ora possedevano fabbriche di vario
tipo e una ricchezza che nessuno conosceva. Secondo Gastone, dalle poche
notizie che aveva raccolto questa era la famiglia più ricca di tutte, e non si
capacitava del motivo che fosse la Numero
Otto, mentre poteva benissimo ambire a scavalcare parecchi dei cavalieri.
Stava
raccogliendo più notizie possibile ma doveva stare molto attento, fare domande
non era semplice, tutti si insospettivano ed era sicuro che avrebbero riportato
la notizia, per questo sapeva ancora molto poco.
Era sera
inoltrata e le stelle erano già luminose. Gastone e Cincia erano a tavola,
avevano già finito di cenare e stavano sorseggiando un bicchiere di vino, come
sempre in silenzio.
“Ho bisogno
di notizie, Cincia, e non so come fare. Tu puoi fare qualcosa?”
“Non lo so,
ma ci posso provare. Trovare qualcuno che conosce la contessa non è difficile,
per gli altri è differente. Tu intanto vai avanti con il piano secondario,
procura loro più danni possibili, alla tua vendetta personale darai seguito
appena potrai.”
Rufus iniziò
a ringhiare, qualcuno si stava avvicinando. Gastone si alzò e uscì sotto il
portico. Il capo dei guardiani di Morietti non scese nemmeno da cavallo.
“Il mio capo
ti vuole vedere domattina. Ti aspetto prima che puoi, ha fretta e non vuole
perdere tempo.” Non finì nemmeno di parlare che quello girò il cavallo e se ne
andò.
“Chissà cosa
vuole stavolta!” Gli disse Cincia.
“Domani lo
scoprirò.” Le rispose indifferente.
Gastone
conosceva bene il sentiero che portava alla tenuta Morietti, lo aveva percorso
molte volte col carico di liquore. A metà tragitto il capo dei guardiani lo
stava aspettando e lo precedette.
Lasciarono i
cavalli e, per la prima volta Gastone varcò la soglia della grande casa dei
Morietti.
Si guardava
intorno con indifferenza e fu accompagnato in un piccolo studio lì vicino, dove
Costantino lo stava aspettando.
“Siediti.
Come sai i miei animali sono tutti morti e devo ricomprarne degli altri. So che
te ne intendi e vorrei che mi aiutassi nella scelta. Andremo a vari mercati e
mi aiuterai a capire quali sono le bestie migliori.” Il guardiano dava segni di
nervosismo. “Lo so che tu lo sai fare altrettanto bene ma mi servi qui. Sai
bene che non possiamo abbassare la guardia, non ora! Le mie nipoti torneranno
la settimana prossima e tu non le devi perdere di vista nemmeno per un secondo,
se dovesse succedere loro qualcosa tu non ne usciresti vivo, ti strangolerei
con le mie stesse mani!”
Gastone
ascoltava impassibile.
“Dovrai
essere a mia disposizione, ho già parlato con gli altri soci e sono d’accordo.
C’è il più grande mercato fra due giorni a Montchiaris e cominceremo da lì. Ti
aspetto qui alle prime luci dell’alba, voglio arrivare presto e poter scegliere
il meglio. Siamo d’accordo?”
“Se anche
gli altri soci sono d’accordo per me va bene, ci rivediamo dopo domani. Ora
torno al mio lavoro, ho alcune cose in sospeso e le devo sistemare.” Così
dicendo, Gastone si alzò, salutò con un cenno del capo e, accompagnato dal capo
guardiano andò a riprendersi il cavallo e se ne tornò a casa.
Cincia lo
stava aspettando e fu messa al corrente di ogni cosa.
Passarono
pochi minuti e un carro coperto, trainato da due cavalli si fermò davanti al
casotto di Gastone.
Ne scesero
due uomini che non conosceva.
“Dobbiamo
scaricare una merce molto delicata, dove la mettiamo?” Gastone aprì la porta
del suo casotto e li aiutò a portare dentro una cassa di esplosivo. I due
uomini si guardarono in giro ma non videro altro che una stanza ben tenuta con
tanti attrezzi tenuti in perfetto ordine, sembrava che lì dentro non ci
entrasse mai nessuno.
Finirono
velocemente il loro compito e se ne andarono.
Gastone
prese le sue cose e ritornò a controllare il boschetto e il fiume dove avrebbe
fatto saltare i massi di pietra.
Ci impiegò
tutto il giorno a fare calcoli e stabilire il da farsi. Prese nota di tutto sul
suo blocco di appunti e disegnò anche uno schizzo. Avrebbe fatto il lavoro
molto presto, dopo aver accompagnato Morietti al mercato del bestiame.
Era molto
presto, il cielo si stava lentamente tingendo di rosa mentre i due cavalieri
erano quasi arrivati a Montchiaris. Già si cominciavano a sentire muggiti,
nitriti, belati e versi vari.
Non avevano
ancora scambiato una parola quando Costantino fece cenno a Gastone di
affiancarlo.
“Ho bisogno
di vacche e di un toro, tanto per cominciare. Una decina di vitelli e due
coppie di cavalli, magari anche qualche puledro. Poi animali vari da cortile e
vediamo cosa altro troviamo. Dovrai aiutarmi a scegliere il meglio, alla
trattativa ci penso io, e anche a tutto il resto. Siamo arrivati, lasciamo i
cavalli alla stalla e procediamo a piedi.”
Gastone non
aveva ancora aperto bocca. Uscirono dalla stalla e si inoltrarono in quel
grande mercato, talmente grande che Gastone non aveva mai né visto né
immaginato possibile.
Andarono per
prima cosa a vedere mucche e vitelli.
Tutti erano
a conoscenza di quello che era successo agli animali di Morietti, sapevano che
ne aveva assoluto bisogno ma nessuno avrebbe avuto il coraggio di approfittarsi
della necessità di quell’uomo che tutti sapevano essere potente.
C’erano vari
recinti e si fermarono ad osservarli tutti. Costantino era un intenditore ma si
fidava molto anche dell’esperienza di Gastone.
Furono
attratti da un recinto in particolare. Conteneva una decina di mucche e
altrettanti vitelli. Era impossibile non vedere che erano ottime bestie.
Costantino guardò Gastone e questi fece cenno di sì con la testa.
“Tu continua
a cercare, mi serve un toro.” E se ne andò a trattare l’acquisto in blocco di
tutto il recinto.
A Gastone
non ci volle molto a trovare il toro giusto e parlò col proprietario dicendogli
di aspettare Costantino Morietti per la trattativa dell’acquisto.
Ci volle
tutta la mattina per trovare quello che serviva. Le trattative erano state
veloci, tutti conoscevano Morietti e sapevano che bastava una stretta di mano
per sigillare l’accordo. Avrebbe pagato il dovuto alla consegna degli animali.
“Andiamo a
mangiare qualcosa.”
Erano seduti
a gustarsi delle buona carne con della birra fresca e si guardavano intorno.
C’era molta gente. Costantino fece cenno al nuovo entrato e lo invitò al
tavolo.
“Vedo che ti
hanno dato il mio messaggio. Siediti, mangia qualcosa con noi, poi andremo a
vedere i tuoi cavalli, me ne servono un paio di quelli speciali.”
Gastone capì
che quell’austero signore era Gorrini, e lo salutò con un cenno del capo
continuando a mangiare.
I due
parlarono del più e del meno come se Gastone non fosse lì con loro.
Dentro di sé
prendeva nota di ogni parola, si impresse il viso e ogni singolo dettaglio di
quell’uomo e, finito di mangiare andarono tutti al suo recinto.
Nonostante
la mattina fosse trascorsa, gli esemplari più belli non erano ancora stati
messi in mostra. C’era molta gente, molti curiosi, era uno spettacolo vedere
cavalli così meravigliosi, nessuno dei presenti avrebbe potuto permettersi un
esemplare simile. Erano stati portati più che altro per metterli in mostra, non
era certo quello il posto dove si potevano vendere, ma sapeva che Costantino
era interessato e, sotto gli occhi ammirati dei presenti fece sfilare quattro
cavalli tenuti alla briglia da uomini con la divisa dell’allevamento.
“Puoi
scegliere fra quei quattro, due sono maschi e due sono femmine, scegli quello
che ti serve e poi discutiamo del prezzo.”
Anche
Gastone era affascinato dall’eleganza e dalla bellezza di quegli animali.
“Sig.
Morietti, qui non è difficile scegliere, sono tutti esemplari meravigliosi, sta
a lei decidere, io non so a cosa le servono ma può solo scegliere quello che
più le aggrada.”
“Voglio le
due femmine, non mi interessa la riproduzione, per quello ci sei tu se dovessi
farle figliare. Voglio che me le consegni domani con tutti i certificati del
veterinario, sono il regalo di ben tornate alle mie nipoti, non te l’ho ancora
detto ma sono tornate e resteranno per un po’ con me.”
“Sarà fatto,
come vuoi tu. Domani pomeriggio saranno tue.”
I due
cavalieri si allontanarono insieme lasciando Gastone al recinto.
“Cosa sta
succedendo?” Chiese Gorrini.
“Non lo so
di sicuro, ma stiamo subendo troppe perdite e abbiamo il sospetto che siano
provocate da qualcuno.” Rispose Costantino.
“Ma com’è
possibile? Io non mi sono accorto di niente.”
“Nemmeno noi
fino a quando il danno non è stato fatto. Tieni gli occhi aperti, non vorrei
che succedesse qualcosa anche a voi.”
“Chi è
quell’uomo che ti accompagna?”
“Quello è
fidato, è quello che abbiamo assunto.”
“Ho capito.”
Ritornarono
al recinto mentre i cavalli venivano riportati nella stalla e preparati per
fare ritorno.
Romanzo di Milena Ziletti - diritti e proprietà a lei riservati
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