mercoledì 15 luglio 2020

IL SEGRETO DELLA LUNA


IL SEGRETO DELLA LUNA

parte quarantasei






“Dove prendo l’esplosivo?”
“Hai un posto dove tenerlo al sicuro?”
“Certamente, non sono uno sprovveduto!”
“Te lo farò recapitare a casa, fatti trovare là domani mattina. Mi raccomando molta prudenza nell’utilizzo, non voglio altre perdite.”
“So quello che faccio.” Disse Gastone. Ripiegò la cartina e se ne andò.
E un altro passo per seguire il suo piano era stato fatto.
Adesso era arrivato il momento di occuparsi anche di Numero Sette e Numero Otto.
La famiglia Gorrini possedeva stalle di cavalli di razza pregiata che esportava anche in paesi lontani. Avevano una tradizione che veniva da un lontano parente straniero, arrivato in quel posto con la sua famiglia e alcuni esemplari bellissimi. Nessuno ne conosceva la storia ma si erano integrati molto bene e si erano arricchiti velocemente. Queste erano le sole informazioni che era riuscito ad ottenere Gastone.
La famiglia Tolesi, era invece nativa di quei posti. Erano diventati ricchi aprendo piccole fabbriche per la lavorazione del cotone e della seta, si erano ingranditi in parecchi paesi limitrofi e anche distanti. Ora possedevano fabbriche di vario tipo e una ricchezza che nessuno conosceva. Secondo Gastone, dalle poche notizie che aveva raccolto questa era la famiglia più ricca di tutte, e non si capacitava del motivo che fosse la Numero Otto, mentre poteva benissimo ambire a scavalcare parecchi dei cavalieri.
Stava raccogliendo più notizie possibile ma doveva stare molto attento, fare domande non era semplice, tutti si insospettivano ed era sicuro che avrebbero riportato la notizia, per questo sapeva ancora molto poco.
Era sera inoltrata e le stelle erano già luminose. Gastone e Cincia erano a tavola, avevano già finito di cenare e stavano sorseggiando un bicchiere di vino, come sempre in silenzio.
“Ho bisogno di notizie, Cincia, e non so come fare. Tu puoi fare qualcosa?”
“Non lo so, ma ci posso provare. Trovare qualcuno che conosce la contessa non è difficile, per gli altri è differente. Tu intanto vai avanti con il piano secondario, procura loro più danni possibili, alla tua vendetta personale darai seguito appena potrai.”
Rufus iniziò a ringhiare, qualcuno si stava avvicinando. Gastone si alzò e uscì sotto il portico. Il capo dei guardiani di Morietti non scese nemmeno da cavallo.
“Il mio capo ti vuole vedere domattina. Ti aspetto prima che puoi, ha fretta e non vuole perdere tempo.” Non finì nemmeno di parlare che quello girò il cavallo e se ne andò.
“Chissà cosa vuole stavolta!” Gli disse Cincia.
“Domani lo scoprirò.” Le rispose indifferente.
Gastone conosceva bene il sentiero che portava alla tenuta Morietti, lo aveva percorso molte volte col carico di liquore. A metà tragitto il capo dei guardiani lo stava aspettando e lo precedette.
Lasciarono i cavalli e, per la prima volta Gastone varcò la soglia della grande casa dei Morietti.
Si guardava intorno con indifferenza e fu accompagnato in un piccolo studio lì vicino, dove Costantino lo stava aspettando.
“Siediti. Come sai i miei animali sono tutti morti e devo ricomprarne degli altri. So che te ne intendi e vorrei che mi aiutassi nella scelta. Andremo a vari mercati e mi aiuterai a capire quali sono le bestie migliori.” Il guardiano dava segni di nervosismo. “Lo so che tu lo sai fare altrettanto bene ma mi servi qui. Sai bene che non possiamo abbassare la guardia, non ora! Le mie nipoti torneranno la settimana prossima e tu non le devi perdere di vista nemmeno per un secondo, se dovesse succedere loro qualcosa tu non ne usciresti vivo, ti strangolerei con le mie stesse mani!”
Gastone ascoltava impassibile.
“Dovrai essere a mia disposizione, ho già parlato con gli altri soci e sono d’accordo. C’è il più grande mercato fra due giorni a Montchiaris e cominceremo da lì. Ti aspetto qui alle prime luci dell’alba, voglio arrivare presto e poter scegliere il meglio. Siamo d’accordo?”
“Se anche gli altri soci sono d’accordo per me va bene, ci rivediamo dopo domani. Ora torno al mio lavoro, ho alcune cose in sospeso e le devo sistemare.” Così dicendo, Gastone si alzò, salutò con un cenno del capo e, accompagnato dal capo guardiano andò a riprendersi il cavallo e se ne tornò a casa.
Cincia lo stava aspettando e fu messa al corrente di ogni cosa.
Passarono pochi minuti e un carro coperto, trainato da due cavalli si fermò davanti al casotto di Gastone.
Ne scesero due uomini che non conosceva.
“Dobbiamo scaricare una merce molto delicata, dove la mettiamo?” Gastone aprì la porta del suo casotto e li aiutò a portare dentro una cassa di esplosivo. I due uomini si guardarono in giro ma non videro altro che una stanza ben tenuta con tanti attrezzi tenuti in perfetto ordine, sembrava che lì dentro non ci entrasse mai nessuno.
Finirono velocemente il loro compito e se ne andarono.
Gastone prese le sue cose e ritornò a controllare il boschetto e il fiume dove avrebbe fatto saltare i massi di pietra.
Ci impiegò tutto il giorno a fare calcoli e stabilire il da farsi. Prese nota di tutto sul suo blocco di appunti e disegnò anche uno schizzo. Avrebbe fatto il lavoro molto presto, dopo aver accompagnato Morietti al mercato del bestiame.
Era molto presto, il cielo si stava lentamente tingendo di rosa mentre i due cavalieri erano quasi arrivati a Montchiaris. Già si cominciavano a sentire muggiti, nitriti, belati e versi vari.
Non avevano ancora scambiato una parola quando Costantino fece cenno a Gastone di affiancarlo.
“Ho bisogno di vacche e di un toro, tanto per cominciare. Una decina di vitelli e due coppie di cavalli, magari anche qualche puledro. Poi animali vari da cortile e vediamo cosa altro troviamo. Dovrai aiutarmi a scegliere il meglio, alla trattativa ci penso io, e anche a tutto il resto. Siamo arrivati, lasciamo i cavalli alla stalla e procediamo a piedi.”
Gastone non aveva ancora aperto bocca. Uscirono dalla stalla e si inoltrarono in quel grande mercato, talmente grande che Gastone non aveva mai né visto né immaginato possibile.
Andarono per prima cosa a vedere mucche e vitelli.
Tutti erano a conoscenza di quello che era successo agli animali di Morietti, sapevano che ne aveva assoluto bisogno ma nessuno avrebbe avuto il coraggio di approfittarsi della necessità di quell’uomo che tutti sapevano essere potente.
C’erano vari recinti e si fermarono ad osservarli tutti. Costantino era un intenditore ma si fidava molto anche dell’esperienza di Gastone.
Furono attratti da un recinto in particolare. Conteneva una decina di mucche e altrettanti vitelli. Era impossibile non vedere che erano ottime bestie. Costantino guardò Gastone e questi fece cenno di sì con la testa.
“Tu continua a cercare, mi serve un toro.” E se ne andò a trattare l’acquisto in blocco di tutto il recinto.
A Gastone non ci volle molto a trovare il toro giusto e parlò col proprietario dicendogli di aspettare Costantino Morietti per la trattativa dell’acquisto.
Ci volle tutta la mattina per trovare quello che serviva. Le trattative erano state veloci, tutti conoscevano Morietti e sapevano che bastava una stretta di mano per sigillare l’accordo. Avrebbe pagato il dovuto alla consegna degli animali.
“Andiamo a mangiare qualcosa.”
Erano seduti a gustarsi delle buona carne con della birra fresca e si guardavano intorno. C’era molta gente. Costantino fece cenno al nuovo entrato e lo invitò al tavolo.
“Vedo che ti hanno dato il mio messaggio. Siediti, mangia qualcosa con noi, poi andremo a vedere i tuoi cavalli, me ne servono un paio di quelli speciali.”
Gastone capì che quell’austero signore era Gorrini, e lo salutò con un cenno del capo continuando a mangiare.
I due parlarono del più e del meno come se Gastone non fosse lì con loro.
Dentro di sé prendeva nota di ogni parola, si impresse il viso e ogni singolo dettaglio di quell’uomo e, finito di mangiare andarono tutti al suo recinto.
Nonostante la mattina fosse trascorsa, gli esemplari più belli non erano ancora stati messi in mostra. C’era molta gente, molti curiosi, era uno spettacolo vedere cavalli così meravigliosi, nessuno dei presenti avrebbe potuto permettersi un esemplare simile. Erano stati portati più che altro per metterli in mostra, non era certo quello il posto dove si potevano vendere, ma sapeva che Costantino era interessato e, sotto gli occhi ammirati dei presenti fece sfilare quattro cavalli tenuti alla briglia da uomini con la divisa dell’allevamento.
“Puoi scegliere fra quei quattro, due sono maschi e due sono femmine, scegli quello che ti serve e poi discutiamo del prezzo.”
Anche Gastone era affascinato dall’eleganza e dalla bellezza di quegli animali.
“Sig. Morietti, qui non è difficile scegliere, sono tutti esemplari meravigliosi, sta a lei decidere, io non so a cosa le servono ma può solo scegliere quello che più le aggrada.”
“Voglio le due femmine, non mi interessa la riproduzione, per quello ci sei tu se dovessi farle figliare. Voglio che me le consegni domani con tutti i certificati del veterinario, sono il regalo di ben tornate alle mie nipoti, non te l’ho ancora detto ma sono tornate e resteranno per un po’ con me.”
“Sarà fatto, come vuoi tu. Domani pomeriggio saranno tue.”
I due cavalieri si allontanarono insieme lasciando Gastone al recinto.
“Cosa sta succedendo?” Chiese Gorrini.
“Non lo so di sicuro, ma stiamo subendo troppe perdite e abbiamo il sospetto che siano provocate da qualcuno.” Rispose Costantino.
“Ma com’è possibile? Io non mi sono accorto di niente.”
“Nemmeno noi fino a quando il danno non è stato fatto. Tieni gli occhi aperti, non vorrei che succedesse qualcosa anche a voi.”
“Chi è quell’uomo che ti accompagna?”
“Quello è fidato, è quello che abbiamo assunto.”
“Ho capito.”
Ritornarono al recinto mentre i cavalli venivano riportati nella stalla e preparati per fare ritorno.


Romanzo di Milena Ziletti - diritti e proprietà a lei riservati

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