lunedì 26 novembre 2018

EMILIANA


EMILIANA

P. SETTE






Le campane suonano a morto. In mezzo a tanto fango e tanta pioggia, a tante case distrutte dalla piena del fiume si aggiunge anche questa disgrazia. Cosa dobbiamo ancora aspettarci?

Nel lento procedere dell’autunno il fiume rientra negli argini, le strade si asciugano, scende la prima neve e si continua ad andare in filanda. Tutto si ripete, il nastro trasportatore della vita ci rimanda ad ogni giorno uguale al precedente.

Tutto il paese vive come se avesse l’inverno nel cuore.
Nel mio cuore c’è inverno e primavera, Cecilia perché non mi scrivi?

Dopo le feste del Natale, ha cominciato a venire in ufficio il signorino Guglielmo. E’ strano vedere la sua andatura così goffa; cammina attaccato al bastone dal quale non si può separare, ma il suo sguardo è sempre lo stesso: freddo e cattivo. Non mi è mai piaciuto e non mi piace ora.
Il signor Alberto deve mostrargli come è il lavoro ma vedo che non gli piace. Deve perdere tempo con lui, così finisce di tornare a casa molto più tardi. Io cerco di stargli alla larga il più possibile. Mi accorgo spesso dei suoi occhietti che mi guardano e seguono i miei movimenti e la cosa mi disturba e infastidisce.

Ogni sera, nel mio letto, prima di addormentarmi, guardo nel mio cuore e mi faccio le stesse domande. Perché sono così triste? Insoddisfatta? SOLA? E’ meglio se metto da parte i cattivi pensieri o rischio di invecchiare precocemente. Ho quasi 19 anni, sono pronta per l’avventura. Appena ricevo notizie da Cecilia, mi organizzo e parto: ho bisogno di un cambiamento, voglio scendere dal nastro trasportatore di questa vita, voglio giorni diversi dai precedenti, rivoglio i miei sogni, le mie speranze. Dove sono finiti i miei desideri?

E’ un inverno ben strano questo che mi trascina in un insieme di tristezza e sfiducia. Vorrei cambiare il mondo e non ho il potere nemmeno di cambiare me stessa. Il lavoro non cambia, la vita non cambia. Ci sono poche novità e il trascorrere dei giorni si fa lieto solo nell’attesa di giornate più calde e asciutte.

Il giorno del mio diciannovesimo compleanno è passato senza che nessuno se ne accorgesse. Non importa, quando sarò lontana da questo posto mi prometto di festeggiare i miei compleanni con una bottiglia di buon vino, anche da sola, questo deve essere l’ultimo che trascorro in un modo tanto triste e grigio.

In paese è arrivata una nuova famiglia, sono dei falegnami. Dopo il disastro dell’inondazione c’è molto lavoro. Bisogna sistemare le case, le stalle e ci sono tante riparazioni da effettuare. Sono solo in tre, babbo, mamma e un figlio di circa venti anni, Martino. Un gran bel ragazzo con quei suoi occhi e capelli scuri e un sorriso da togliere il fiato. E’ già diventato l’argomento più trattato delle domeniche e, molte famiglie, lo chiamano per lavoro al solo scopo di presentare le proprie figlie.
Non nego che Martino mi piaccia, ma non ho alcuna intenzione di avvicinarlo o di conoscerlo meglio, ci sono già tante ragazze che se lo contendono ed io, oltre a non avere speranza, non sono molto interessata.

Finalmente si possono trascorrere le serate sotto il portico, L’aria è fresca e pulita e mi rigenera lo spirito. Giustina non ha più mal di schiena e tutto sembra essere migliore. Vedo un ragazzo venire verso la nostra casa e mi accorgo che si tratta di Martino. “Buonasera signorina, io cerco la signora Giustina”. Entra in casa e li sento discutere piacevolmente e mi chiedo incuriosita di cosa possano parlare. Martino ha chiesto a Giustina se gli insegna a leggere e scrivere meglio, nonché a far di conto, così, ogni sera, Martino sarà da noi per le lezioni.

Mi sento un po’ trascurata ora che le serate Giustina le passa con Martino, mi sento esclusa e spesso esco sotto il portico per non disturbare. Faccio una passeggiata con il gatto che mi segue strusciandomi le gambe e al rientro, mi siedo con un libro.
Questa sera non riesco a concentrarmi. E’ passato quasi un anno da quando Cecilia e Francesco sono partiti. Possibile che si siano dimenticati della promessa che mi hanno fatto? Perché non mi scrivono? Intanto cerco notizie sull’Australia, sull’America e anche sull’Argentina. In paese c’è chi si sta organizzando per partire alla volta dell’Argentina.  Il libro è aperto ma la mia mente è ben distante dalla lettura. Sogno la mia partenza, il viaggio e il paese sconfinato e sconosciuto che mi aspetta, la vita diversa e migliore che sono sicura c’è da quelle parti e sento montare dentro il mio cuore un desiderio e una voglia impaziente di andare incontro all’avventura. Sto risparmiando ogni singolo centesimo per non farmi trovare impreparata. Sono pronta, aspetto solo l’occasione giusta.

Oggi Giustina non si sente bene e mi ha chiesto di sostituirla con Martino.
Non sono molto contenta ma non posso negarle questo favore.
E’ la prima volta che sono così vicina a Martino: è proprio un gran bel ragazzo, penso, ma cerco di essere il più fredda e distaccata che posso.
Comincia a leggere un brano e noto che è molto migliorato. Mette per iscritto alcuni momenti della sua giornata e vedo che è molto bravo anche a scrivere. Passiamo alla matematica e ormai vedo che sa fare un po’ di tutto. A me sembra che abbia imparato. Ora potrebbe continuare da solo e glielo dico. La sua risposta mi lascia esterrefatta. “Mi piace venire qui, mi piace la signora Giustina e soprattutto mi piace lei signorina Emiliana”.
Credo di essere rimasta con la bocca aperta dallo stupore. Con tutte le ragazze che gli corrono appresso lui viene a trovare me! Cosa rispondo adesso? La mia mente sempre così pronta e sveglia non mi suggerisce nessuna risposta. Martino continua a guardarmi ed io arrossisco come una bambina. Devo riuscire a dirgli qualcosa o penserà che sono una povera scema. “Lo so che la compagnia di Giustina è sempre piacevole, o non sarei qui con lei. Io non so cosa altro dirle”. Prende un foglio e scrive qualcosa. Me lo porge, saluta e se ne va.
Ricompare Giustina e mi guarda sorniona. Io sono ancora ferma con il biglietto in mano. “Non lo leggi?” mi chiede. “Più tardi”.

Nell’intimità della mia cameretta trovo il coraggio di leggere il biglietto di Martino. “Signorina Emiliana, lei mi piace molto, ho voluto migliorarmi per poter essere all’altezza di chiederle di conoscerci meglio. Mi dia la possibilità di farlo. Con ossequi. Martino”.
E adesso cosa faccio? Ultimamente mi sono chiesta spesso come è l’intimità fra una donna e un uomo. Martino è un bel ragazzo, ha un buon lavoro, di sicuro cerca una storia seria. Posso avere la mia opportunità di conoscere un nuovo sentimento e, se anche lui, ha nel sangue il desiderio di avventura, ho trovato l’uomo giusto per me.
Mi addormento pensando all’America a Martino ed a me che impariamo un nuovo mondo e una nuova vita.


foto dal web - diritti e proprietà riservati di Milena Ziletti

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