EMILIANA
P. SETTE
Le campane suonano a morto.
In mezzo a tanto fango e tanta pioggia, a tante case distrutte dalla piena del
fiume si aggiunge anche questa disgrazia. Cosa dobbiamo ancora aspettarci?
Nel lento procedere
dell’autunno il fiume rientra negli argini, le strade si asciugano, scende la
prima neve e si continua ad andare in filanda. Tutto si ripete, il nastro
trasportatore della vita ci rimanda ad ogni giorno uguale al precedente.
Tutto il paese vive come se
avesse l’inverno nel cuore.
Nel mio cuore c’è inverno e
primavera, Cecilia perché non mi scrivi?
Dopo le feste del Natale, ha
cominciato a venire in ufficio il signorino Guglielmo. E’ strano vedere la sua
andatura così goffa; cammina attaccato al bastone dal quale non si può
separare, ma il suo sguardo è sempre lo stesso: freddo e cattivo. Non mi è mai
piaciuto e non mi piace ora.
Il signor Alberto deve
mostrargli come è il lavoro ma vedo che non gli piace. Deve perdere tempo con
lui, così finisce di tornare a casa molto più tardi. Io cerco di stargli alla
larga il più possibile. Mi accorgo spesso dei suoi occhietti che mi guardano e
seguono i miei movimenti e la cosa mi disturba e infastidisce.
Ogni sera, nel mio letto,
prima di addormentarmi, guardo nel mio cuore e mi faccio le stesse domande.
Perché sono così triste? Insoddisfatta? SOLA? E’ meglio se metto da parte i
cattivi pensieri o rischio di invecchiare precocemente. Ho quasi 19 anni, sono
pronta per l’avventura. Appena ricevo notizie da Cecilia, mi organizzo e parto:
ho bisogno di un cambiamento, voglio scendere dal nastro trasportatore di
questa vita, voglio giorni diversi dai precedenti, rivoglio i miei sogni, le
mie speranze. Dove sono finiti i miei desideri?
E’ un inverno ben strano
questo che mi trascina in un insieme di tristezza e sfiducia. Vorrei cambiare
il mondo e non ho il potere nemmeno di cambiare me stessa. Il lavoro non
cambia, la vita non cambia. Ci sono poche novità e il trascorrere dei giorni si
fa lieto solo nell’attesa di giornate più calde e asciutte.
Il giorno del mio
diciannovesimo compleanno è passato senza che nessuno se ne accorgesse. Non
importa, quando sarò lontana da questo posto mi prometto di festeggiare i miei
compleanni con una bottiglia di buon vino, anche da sola, questo deve essere
l’ultimo che trascorro in un modo tanto triste e grigio.
In paese è arrivata una nuova
famiglia, sono dei falegnami. Dopo il disastro dell’inondazione c’è molto
lavoro. Bisogna sistemare le case, le stalle e ci sono tante riparazioni da
effettuare. Sono solo in tre, babbo, mamma e un figlio di circa venti anni,
Martino. Un gran bel ragazzo con quei suoi occhi e capelli scuri e un sorriso
da togliere il fiato. E’ già diventato l’argomento più trattato delle domeniche
e, molte famiglie, lo chiamano per lavoro al solo scopo di presentare le
proprie figlie.
Non nego che Martino mi
piaccia, ma non ho alcuna intenzione di avvicinarlo o di conoscerlo meglio, ci
sono già tante ragazze che se lo contendono ed io, oltre a non avere speranza,
non sono molto interessata.
Finalmente si possono
trascorrere le serate sotto il portico, L’aria è fresca e pulita e mi rigenera
lo spirito. Giustina non ha più mal di schiena e tutto sembra essere migliore.
Vedo un ragazzo venire verso la nostra casa e mi accorgo che si tratta di
Martino. “Buonasera signorina, io cerco la signora Giustina”. Entra in casa e
li sento discutere piacevolmente e mi chiedo incuriosita di cosa possano
parlare. Martino ha chiesto a Giustina se gli insegna a leggere e scrivere
meglio, nonché a far di conto, così, ogni sera, Martino sarà da noi per le
lezioni.
Mi sento un po’ trascurata
ora che le serate Giustina le passa con Martino, mi sento esclusa e spesso esco
sotto il portico per non disturbare. Faccio una passeggiata con il gatto che mi
segue strusciandomi le gambe e al rientro, mi siedo con un libro.
Questa sera non riesco a
concentrarmi. E’ passato quasi un anno da quando Cecilia e Francesco sono
partiti. Possibile che si siano dimenticati della promessa che mi hanno fatto?
Perché non mi scrivono? Intanto cerco notizie sull’Australia, sull’America e
anche sull’Argentina. In paese c’è chi si sta organizzando per partire alla
volta dell’Argentina. Il libro è aperto
ma la mia mente è ben distante dalla lettura. Sogno la mia partenza, il viaggio
e il paese sconfinato e sconosciuto che mi aspetta, la vita diversa e migliore
che sono sicura c’è da quelle parti e sento montare dentro il mio cuore un
desiderio e una voglia impaziente di andare incontro all’avventura. Sto
risparmiando ogni singolo centesimo per non farmi trovare impreparata. Sono
pronta, aspetto solo l’occasione giusta.
Oggi Giustina non si sente
bene e mi ha chiesto di sostituirla con Martino.
Non sono molto contenta ma
non posso negarle questo favore.
E’ la prima volta che sono
così vicina a Martino: è proprio un gran bel ragazzo, penso, ma cerco di essere
il più fredda e distaccata che posso.
Comincia a leggere un brano e
noto che è molto migliorato. Mette per iscritto alcuni momenti della sua
giornata e vedo che è molto bravo anche a scrivere. Passiamo alla matematica e
ormai vedo che sa fare un po’ di tutto. A me sembra che abbia imparato. Ora
potrebbe continuare da solo e glielo dico. La sua risposta mi lascia
esterrefatta. “Mi piace venire qui, mi piace la signora Giustina e soprattutto
mi piace lei signorina Emiliana”.
Credo di essere rimasta con
la bocca aperta dallo stupore. Con tutte le ragazze che gli corrono appresso
lui viene a trovare me! Cosa rispondo adesso? La mia mente sempre così pronta e
sveglia non mi suggerisce nessuna risposta. Martino continua a guardarmi ed io
arrossisco come una bambina. Devo riuscire a dirgli qualcosa o penserà che sono
una povera scema. “Lo so che la compagnia di Giustina è sempre piacevole, o non
sarei qui con lei. Io non so cosa altro dirle”. Prende un foglio e scrive
qualcosa. Me lo porge, saluta e se ne va.
Ricompare Giustina e mi
guarda sorniona. Io sono ancora ferma con il biglietto in mano. “Non lo leggi?”
mi chiede. “Più tardi”.
Nell’intimità della mia
cameretta trovo il coraggio di leggere il biglietto di Martino. “Signorina
Emiliana, lei mi piace molto, ho voluto migliorarmi per poter essere all’altezza
di chiederle di conoscerci meglio. Mi dia la possibilità di farlo. Con ossequi.
Martino”.
E adesso cosa faccio?
Ultimamente mi sono chiesta spesso come è l’intimità fra una donna e un uomo.
Martino è un bel ragazzo, ha un buon lavoro, di sicuro cerca una storia seria.
Posso avere la mia opportunità di conoscere un nuovo sentimento e, se anche
lui, ha nel sangue il desiderio di avventura, ho trovato l’uomo giusto per me.
Mi addormento pensando
all’America a Martino ed a me che impariamo un nuovo mondo e una nuova vita.
foto dal web - diritti e proprietà riservati di Milena Ziletti
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