IRINA
P. OTTO
Irina doveva fidarsi, da sola non poteva
portare a termine il suo piano. Arrivate al caffè bollente, la dottoressa
Angela sapeva quello che serviva.
Sì, la posso aiutare. Conosco la
persona giusta ma sta nella città dove ho la sede principale. Partirò domani
mattina poi la chiamo. Tenga acceso il cellulare usa e getta.
Si
salutarono ed ognuna tornò alle proprie incombenze.
Irina scese
dalla corriera alle sette di sera e non aveva in casa niente da mangiare.
Telefonò a Lucia e le chiese se poteva mandarle qualcosa, era troppo stanca per
raggiungere la trattoria.
Arrivò la
domenica, ultimo giorno di aprile. Ancora quindici giorni e ci sarebbe stata l’elezione
del sindaco.
Il primo
maggio era festa grande in tutto il paese e Irina aveva preso il treno per
raggiungere Angela.
L’investigatrice
l’aspettava appena fuori dalla stazione. Salirono sulla sua auto e partirono. Ci sono varie manifestazioni in giro per la
città ma noi dovremmo arrivare prima che inizino. Le disse mentre guidava
cercando di evitare le tante persone che stavano raggiungendo la piazza. Dove stiamo andando? Volle sapere Irina.
Abbiamo appuntamento con Cleo, una
esperta di computer e una hacker come ce ne sono poche. Ha portato tutto? Le chiese.
Viaggiarono
per circa un’ora e la città era ormai lontana. Angela arrivò a destinazione,
una piccola cascina praticamente nascosta da alberi e boschetti. Una ragazza
mora e magra come un chiodo uscì ad accogliere.
Cleo ti presento Olga, Olga le
presento Cleo. Non
servivano altri convenevoli ed entrarono.
Cleo le
condusse nel suo regno, tutto lo scantinato era colmo di monitor, e oggetti
elettronici che nessuna delle due ospiti aveva mai visto. La ragazza prese
posto davanti ad un computer e cominciò a digitare alla velocità della luce.
Ho detto a Cleo quello che le serviva
ed è tutto pronto. Disse
Angela.
Sul monitor
passarono alcune immagini, poi un file audio e altre immagini e un altro audio.
Il tutto durava solamente cinque minuti ma rispecchiava bene il contenuto di
tutti quegli anni di investigazioni e intercettazioni.
Cleo non
aveva ancora detto una parola e si voltò verso le sue ospiti in attesa di
sapere se il lavoro era di loro gradimento.
Davvero puoi mandare tutto questo sui
cellulari e nelle mail degli abitanti del paese? Volle sapere Irina.
Ho già tutto predisposto, mi basta un
clic per attuarlo. Le
rispose la ragazza.
Ci furono
alcuni attimi di silenzio. Irina aveva un’ulteriore richiesta e si decise.
Ho saputo che la coppia che hai visto
nei video terrà un’assemblea aperta a tutti la settimana prima delle elezioni.
Lo so che c’è poco tempo ma… tutto questo materiale potresti mandarlo sul
grande schermo che hanno preparato nella palestra dove si terrà il comizio
elettorale? Ecco, l’aveva detto.
Cleo alzò le
spalle. Certo che si può, mi basta essere
lì vicino con il mio portatile, un mio collega farà il lavoro manuale, è un
gioco da ragazzi. Le rispose.
Pensa a tutto lei, dottoressa Angela?
Volle sapere Irina.
Lo consideri fatto. Le rispose.
Irina prese
dalla borsa una busta gonfia di banconote e la diede alla ragazza. Te li sei meritati tutti. Grazie. E uscì
insieme ad Angela.
Rientrare in
città non fu facile. Vari cortei si erano sparsi per la città e la stazione era
difficoltosa da raggiungere. Si fermarono all’alt della polizia mentre un gran
numero di persone passavano cantando e sventolando bandiere rosse.
Lei non sa quanto le sono grata per
il lavoro che ha svolto per me in questi anni. Se non fosse stato per lei non
avrei mai potuto attuare la mia vendetta. Non mi ha mai chiesto niente e la
ringrazio per questo. Disse sottovoce Irina.
So quanto basta, signora Olga. So
quello che le è successo e quello che ha passato, l’ho scoperto ancora subito
dopo il nostro primo incontro. Sono ben felice di averla aiutata e spero che
alla fine, tutto questo le porti un po’ di serenità, anche se ho i miei dubbi. Le rispose.
Comunque vada, avrò tolto di mezzo
quattro assassini. Le
rispose.
Il
poliziotto fece segno di procedere e, finalmente arrivarono alla stazione. Tenga acceso il cellulare e poi lo
distrugga. Se tutto va bene non la chiamerò ma se ci fossero dei contrattempi
la informerò. Credo che non ci rivedremo più, aspetto il bonifico. E se ne
andò.
Arrivò in
paese col treno di mezzanotte. Da alcuni altoparlanti usciva ancora musica e
dai bar tanti schiamazzi, non avevano ancora finito di festeggiare il primo
maggio. Irina sorrise dentro di sé, presto vi divertirete ancora di più, pensò
mentre saliva nel suo bilocale.
immagine dal web - diritti e proprietà riservati di Milena Ziletti
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