martedì 6 novembre 2018

IRINA


 IRINA

P. OTTO





Irina doveva fidarsi, da sola non poteva portare a termine il suo piano. Arrivate al caffè bollente, la dottoressa Angela sapeva quello che serviva.
Sì, la posso aiutare. Conosco la persona giusta ma sta nella città dove ho la sede principale. Partirò domani mattina poi la chiamo. Tenga acceso il cellulare usa e getta.
Si salutarono ed ognuna tornò alle proprie incombenze.
Irina scese dalla corriera alle sette di sera e non aveva in casa niente da mangiare. Telefonò a Lucia e le chiese se poteva mandarle qualcosa, era troppo stanca per raggiungere la trattoria.
Arrivò la domenica, ultimo giorno di aprile. Ancora quindici giorni e ci sarebbe stata l’elezione del sindaco.
Il primo maggio era festa grande in tutto il paese e Irina aveva preso il treno per raggiungere Angela.
L’investigatrice l’aspettava appena fuori dalla stazione. Salirono sulla sua auto e partirono. Ci sono varie manifestazioni in giro per la città ma noi dovremmo arrivare prima che inizino. Le disse mentre guidava cercando di evitare le tante persone che stavano raggiungendo la piazza. Dove stiamo andando? Volle sapere Irina. Abbiamo appuntamento con Cleo, una esperta di computer e una hacker come ce ne sono poche. Ha portato tutto?  Le chiese.
Viaggiarono per circa un’ora e la città era ormai lontana. Angela arrivò a destinazione, una piccola cascina praticamente nascosta da alberi e boschetti. Una ragazza mora e magra come un chiodo uscì ad accogliere.
Cleo ti presento Olga, Olga le presento Cleo. Non servivano altri convenevoli ed entrarono.
Cleo le condusse nel suo regno, tutto lo scantinato era colmo di monitor, e oggetti elettronici che nessuna delle due ospiti aveva mai visto. La ragazza prese posto davanti ad un computer e cominciò a digitare alla velocità della luce.
Ho detto a Cleo quello che le serviva ed è tutto pronto. Disse Angela.
Sul monitor passarono alcune immagini, poi un file audio e altre immagini e un altro audio. Il tutto durava solamente cinque minuti ma rispecchiava bene il contenuto di tutti quegli anni di investigazioni e intercettazioni.
Cleo non aveva ancora detto una parola e si voltò verso le sue ospiti in attesa di sapere se il lavoro era di loro gradimento.
Davvero puoi mandare tutto questo sui cellulari e nelle mail degli abitanti del paese? Volle sapere Irina.
Ho già tutto predisposto, mi basta un clic per attuarlo. Le rispose la ragazza.
Ci furono alcuni attimi di silenzio. Irina aveva un’ulteriore richiesta e si decise.
Ho saputo che la coppia che hai visto nei video terrà un’assemblea aperta a tutti la settimana prima delle elezioni. Lo so che c’è poco tempo ma… tutto questo materiale potresti mandarlo sul grande schermo che hanno preparato nella palestra dove si terrà il comizio elettorale?  Ecco, l’aveva detto.
Cleo alzò le spalle. Certo che si può, mi basta essere lì vicino con il mio portatile, un mio collega farà il lavoro manuale, è un gioco da ragazzi. Le rispose.
Pensa a tutto lei, dottoressa Angela? Volle sapere Irina.
Lo consideri fatto. Le rispose.
Irina prese dalla borsa una busta gonfia di banconote e la diede alla ragazza. Te li sei meritati tutti. Grazie. E uscì insieme ad Angela.
Rientrare in città non fu facile. Vari cortei si erano sparsi per la città e la stazione era difficoltosa da raggiungere. Si fermarono all’alt della polizia mentre un gran numero di persone passavano cantando e sventolando bandiere rosse.
Lei non sa quanto le sono grata per il lavoro che ha svolto per me in questi anni. Se non fosse stato per lei non avrei mai potuto attuare la mia vendetta. Non mi ha mai chiesto niente e la ringrazio per questo. Disse sottovoce Irina.
So quanto basta, signora Olga. So quello che le è successo e quello che ha passato, l’ho scoperto ancora subito dopo il nostro primo incontro. Sono ben felice di averla aiutata e spero che alla fine, tutto questo le porti un po’ di serenità, anche se ho i miei dubbi. Le rispose.
Comunque vada, avrò tolto di mezzo quattro assassini. Le rispose.
Il poliziotto fece segno di procedere e, finalmente arrivarono alla stazione. Tenga acceso il cellulare e poi lo distrugga. Se tutto va bene non la chiamerò ma se ci fossero dei contrattempi la informerò. Credo che non ci rivedremo più, aspetto il bonifico. E se ne andò.
Arrivò in paese col treno di mezzanotte. Da alcuni altoparlanti usciva ancora musica e dai bar tanti schiamazzi, non avevano ancora finito di festeggiare il primo maggio. Irina sorrise dentro di sé, presto vi divertirete ancora di più, pensò mentre saliva nel suo bilocale.


immagine dal web - diritti e proprietà riservati di Milena Ziletti

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