giovedì 17 gennaio 2019

AGHATA


AGHATA

P. TRENTASEI







La stanchezza ebbe la meglio sui pensieri e sir Cortan si addormentò di colpo.
La luce di un settembre ancora caldo entrò dalle finestre e un raggio di sole gli si posò sugli occhi. Li tenne chiusi, non voleva rischiare, si alzò, raggiunse i soldati per consumare la colazione con loro.
Non aveva idea di cosa avrebbe dovuto fare, così iniziò ad allenarsi insieme agli altri. Grondava sudore quando un servo lo raggiunse dicendogli che lord Sirus lo aspettava per il pranzo.
Fece in fretta e raggiunse il suo ospite. Fu sorpreso di vedere altri quattro lord seduti a tavola. Salutò e prese posto di fianco al padrone di casa.
Questi sono i lord che presiedono le riunioni più importanti, io non ne faccio parte ma ho l’onore di conoscerli tutti e di avere il loro rispetto, così come loro hanno la mia lealtà. Signori questi è sir Cortan, bandito dal territorio di lord Aram ed esiliato dopo aver perso la sfida con sir Mortenn, sfida alla quale ero presente e che posso assicurare essere truccata. Lord Sirus aspettò che si presentassero. Ho parlato loro della situazione di lord Aram e lady Lucy e di come la situazione non sia più sotto controllo. Disse parlando a sir Cortan. Il consiglio qui presente non desidera che la situazione degeneri ma non vuole nemmeno avviare un’azione troppo appariscente contro di loro, sarebbe troppo inopportuno per quello che rappresentano, capisce quello che voglio dire, sir Cortan? L’altro ascoltava attentamente annuendo. Ora veniamo al dunque, questo è il momento in cui vengo a riscuotere il mio credito. Sir Cortan era in apprensione ma faceva di tutto per non darlo a vedere, ancora non aveva capito dove volesse parare e questo lo rendeva inquieto, sapeva che aveva un debito enorme da risarcire e sperava di essere in grado di pagarlo senza troppa sofferenza, cominciava a credere che gli avrebbero chiesto un grosso sacrificio.
Nella stanza era calato il silenzio, tutti gli occhi erano puntati su sir Cortan.
Il consiglio vuole che lei diventi il lord che sostituirà lord Aram. Sir Cortan non capiva, quello che gli veniva chiesto era impossibile, lui era un semplice pastore che aveva la stoffa del soldato, non aveva i requisiti necessari e soprattutto non faceva parte di quelli che potevano ricoprire quel ruolo. Ritrovò la voce. Io non capisco, conoscete molto bene le mie origini e che non potrei mai essere riconosciuto come lord proprio di niente. Ancora frastornato guardava quegli uomini silenziosi che lo osservavano.
Conosciamo molto bene tutti i dettagli, e il consiglio ha trovato la soluzione. Gli rispose lord Sirus.
Si alzò il più anziano. Sir Cortan, questo regno ha bisogno di gente onesta e leale non di aguzzini che discreditano le nostre leggi e le nostre usanze, nonché i nostri amati regnanti. Lei raggiungerà il castello del principe, verrà istruito, so che sa leggere, affronterà sfide ed esami molto difficili e, alla fine, se il principe sarà soddisfatto la nominerà lord Cortan. Erano tutti in attesa della sua risposta. Sir Cortan non riusciva a capacitarsi di quanto gli veniva chiesto.
E miss Aghata? Che ne sarà di lei nel frattempo? Quanto dovrò stare lontano? E se venissero a conoscenza del piano cosa potranno farle? Diede voce a parecchi dubbi che aveva. Non era a lui che pensava ma alla ragazza che aveva scoperto di amare da poco e che le era stata tolta in modo atroce. Avrebbe preferito una disfida in campo di battaglia e non tutte quelle sottigliezze che non gli si confacevano.
Ci vorranno almeno sei mesi, se tutto procede come dovrebbe all’inizio della prossima primavere tutto potrà essere concluso, naturalmente la decisione finale spetta solo al principe. Aggiunse.
Sei mesi lontano da Aghata, non riusciva a sopportarlo. Si portò la mano al cuore e risentì gli altri battiti, tranquilli e dolci come sempre.
La voce di lord Sirus interruppe i suoi pensieri. Io ho garantito per lei, sir Cortan. Gli ricordò di nuovo il suo debito.
La cicatrice cominciò a fargli male, la tensione gli contorceva ogni nervo. Avrebbe voluto rifiutare e tornare nella casupola a fare il pastore con Aghata, non gli importava di diventare lord o di comandare un vasto territorio, non gli era mai passato nella mente. Stringeva i pugni e lottava contro se stesso, contro la sua coscienza, contro i suoi stessi princìpi. Era un uomo onesto e leale, uso a pagare i suoi debiti, sarebbe morto da tempo senza l’intervento di lord Sirus e non avrebbe potuto conoscere l’amore. Quello che gli veniva chiesto era un grosso sacrificio ma sapeva che non si poteva sottrarre. Avrò miss Aghata al mio fianco quando tornerò? Che sia lord o meno non mi importa, ma di lei sì!
Ha la nostra parola, sir Cortan. A miss Aghata non verrà fatto alcun male e riceverà sue notizie da parte di uno dei nostri uomini. Rimarcò l’anziano del gruppo.
Va bene, ma non più di sei mesi o io me ne andrò! Guardava negli occhi lord Sirus e gli trasmetteva un muto messaggio, quella era la sua parola, sei mesi della propria vita lontano dalla donna che amava per fare un lavoro che non aveva mai desiderato e tutto questo per pagare il debito che aveva nei suoi confronti, era più di quanto valesse il debito. Lord Sirus abbassò il capo in segno di assenso, si erano capiti.
Partiremo domattina. Ora può ritirarsi, sir Cortan.
L’uomo salutò tutti e uscì con la morte nel cuore, non era certamente quello che si aspettava di trovare al palazzo di lord Sirus. Cominciò a contare i giorni che lo separavano dalla sua donna fin da quel preciso momento.


illustrazione di Donatella Casiraghi - diritti e proprietà riservati di Milena Ziletti

Nessun commento:

Posta un commento