AGHATA
P. VENTITRE
A palazzo
fervevano i lavori. Lord Sirus sarebbe venuto in visita come ogni anno e si
sarebbe trattenuto per almeno una settimana, arrivava con la sua scorta
personale e dovevano essere pronte stanze e cibo a volontà. In cucina non si
faceva più nemmeno la pausa, tutto doveva essere pronto e a puntino o qualcuno
ne avrebbe pagato le conseguenze.
Arrivò un
dispaccio per il lord, la sua presenza e quella di sua moglie era richiesta da
lord Sirus, sarebbero partiti di lì a pochi giorni e sarebbero tornati insieme.
Lord Aram stava discutendo di questa faccenda con sua moglie, lasciare entrambi
il palazzo ora non era sicuro, di sir Cortan non potevano fidarsi come prima e
del suo vice ancora non c’era la certezza della disfida. Lady Lucy cercava di
calmare il marito ma dentro di lei bruciava la rabbia, doveva anticipare le sue
mosse e aveva poco tempo.
Mentre i
servi preparavo i bagagli e la carrozza, lady Lucy portava avanti il suo piano
e, sebbene avesse dovuto fare più in fretta del previsto terminò tutto con il
massimo riserbo e senza intoppi.
La mattina
era splendida, la prima settimana di giugno era calda e gli alberi avevano
rimesso le foglie. Sarebbero tornati dopo dieci giorni, ognuno a palazzo aveva
i propri compiti da portare avanti. Lord Aram non era per niente tranquillo ma
sua moglie lo blandì come solo lei sapeva fare.
Quella
mattina, Aghata non si presentò in cucina. La cuoca chiese a Sofia dove fosse
la sua compagna ma quella alzò le spalle e si mise al lavoro. Non ci perse
tempo la cuoca, di sicuro la ragazza sarebbe tornata quando i suoi padroni
avrebbero voluto.
Passarono
tre giorni e di Aghata non c’era traccia, soltanto Sara ne aveva notata
l’assenza, per puro caso parlando con una addetta alla cucina aveva saputo che
la ragazza mancava da giorni.
Quella sera
Sara avvicinò Ester. Aghata è sparita,
nessuno sa dove sia, non è nemmeno in gabbia, là sotto non c’è nessuno, non so
dove sbattere la testa. Ester non disse niente, terminò il suo pasto e
ritornò nell’alloggio del suo padrone.
Sei tornata presto, potevi
trattenerti di più.
Le disse l’uomo. La cameriera non perse tempo in preamboli. Miss Aghata è sparita lo stesso giorno della
partenza dei lord, nessuno la cerca e nessuno sa dove possa essere, non è nelle
gabbie, ma puoi sempre controllare. Sir Cortan si allarmò, era sicuro che
fosse opera di quella maledetta lady. Cercherò
di saperne di più, ma non nutro molte speranze. Le rispose corrucciato, e
uscì come un fulmine nella sera tiepida.
Prese con sé
due guardie e scese nei sotterranei. Il solito olezzo accolse i loro passi ma
non c’era nessuno, per sicurezza perlustrarono ogni angolo. I soldati non
chiesero spiegazioni, obbedivano semplicemente al loro capitano.
Sempre più
preoccupato andò alle cucine che a quell’ora erano sguarnite, soltanto la cuoca
stava dando gli ultimi ritocchi a qualche cibo particolare. La donna si bloccò
vedendo il capitano entrare. Cosa posso
fare per lei, capitano? L’uomo perlustrava con lo sguardo ogni angolo. Dov’è la fanciulla? La cuoca capì subito
a chi si riferiva. Non lo so, credo che
come è successo in precedenza prima o poi ricomparirà a riprendere il suo
posto, non sono cose che mi competono, ho altro da fare in questo periodo.
E continuò il suo lavoro mentre sir Cortan usciva.
La
preoccupazione del capitano aumentava a dismisura. Se lady Lucy aveva fatto
sparire la fanciulla doveva essersi servita di qualcuno di cui si fidava, ora
la domanda era: di chi poteva fidarsi lui? Molti dei suoi uomini non erano
contenti della sfida lanciata dal suo vice, lo conoscevano troppo bene e non lo
amavano per niente, mentre rispettavano ed erano leali a sir Cortan che
reputavano onesto e giusto nei loro confronti. Erano ben consci che sir Mortenn
non poteva compete con le abilità del suo capitano, per questo erano tranquilli
sull’esito della disputa.
I suoi passi
lo portarono all’abitazione dello scrivano. Bussò ed entrò nel grande studio
dell’uomo. Cosa la porta da me, questa
volta sir Cortan? Sapevano entrambi che potevano fidarsi fra di loro. Cerco la fanciulla, miss Aghata, ne sa
qualcosa? Lo scrivano scosse la testa, non sapeva e non aveva sentito
niente. Ha cercato nei sotterranei?
La domanda era d’obbligo. Sir Cortan si sedette di fronte allo scrivano. Ha qualche notizia per me? Qualcosa che
possa usare contro i lord? L’uomo quasi tremava sentendolo parlare così,
sapeva quanto potesse essere pericoloso. Sa
bene che qui siamo al sicuro ma è pericoloso parlare come sta facendo, capisco
la sua frustrazione ma quando vincerà la sfida sotto gli occhi di lord Sirus
potrà avanzare la sua richiesta, potrebbe chiedere in moglie la fanciulla e
sarebbe salva. Il capitano guardò quell’uomo così onesto. E’ proprio sicuro che la vincerò? Tutti
conoscono le mie abilità e quelle del mio vice, se non avesse un’arma segreta
in serbo non si sarebbe spinto così avanti. I due uomini sapevano bene che
le cose stavano proprio così. Si salutarono.
Il capitano
uscì e alzò lo sguardo al cielo stellato mentre in lontananza una civetta
mandava il suo verso. Dove sei fanciulla? Pensò. Il suo cuore ebbe un tuffo e
si portò la mano al petto, il suo cuore aveva cambiato battito. Non era il suo
cuore che sentiva ma quello della ragazza, per un istante sentì quello che
sentiva lei e quasi si accasciò. Durò un breve attimo ma fu sufficiente. Fu
come un lampo: no, non può essere, non può avere osato tanto nemmeno lei, e
sparì come un fulmine nella notte.
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