mercoledì 2 gennaio 2019

AGHATA


AGHATA

P. VENTITRE





A palazzo fervevano i lavori. Lord Sirus sarebbe venuto in visita come ogni anno e si sarebbe trattenuto per almeno una settimana, arrivava con la sua scorta personale e dovevano essere pronte stanze e cibo a volontà. In cucina non si faceva più nemmeno la pausa, tutto doveva essere pronto e a puntino o qualcuno ne avrebbe pagato le conseguenze.
Arrivò un dispaccio per il lord, la sua presenza e quella di sua moglie era richiesta da lord Sirus, sarebbero partiti di lì a pochi giorni e sarebbero tornati insieme. Lord Aram stava discutendo di questa faccenda con sua moglie, lasciare entrambi il palazzo ora non era sicuro, di sir Cortan non potevano fidarsi come prima e del suo vice ancora non c’era la certezza della disfida. Lady Lucy cercava di calmare il marito ma dentro di lei bruciava la rabbia, doveva anticipare le sue mosse e aveva poco tempo.
Mentre i servi preparavo i bagagli e la carrozza, lady Lucy portava avanti il suo piano e, sebbene avesse dovuto fare più in fretta del previsto terminò tutto con il massimo riserbo e senza intoppi.
La mattina era splendida, la prima settimana di giugno era calda e gli alberi avevano rimesso le foglie. Sarebbero tornati dopo dieci giorni, ognuno a palazzo aveva i propri compiti da portare avanti. Lord Aram non era per niente tranquillo ma sua moglie lo blandì come solo lei sapeva fare.
Quella mattina, Aghata non si presentò in cucina. La cuoca chiese a Sofia dove fosse la sua compagna ma quella alzò le spalle e si mise al lavoro. Non ci perse tempo la cuoca, di sicuro la ragazza sarebbe tornata quando i suoi padroni avrebbero voluto.
Passarono tre giorni e di Aghata non c’era traccia, soltanto Sara ne aveva notata l’assenza, per puro caso parlando con una addetta alla cucina aveva saputo che la ragazza mancava da giorni.
Quella sera Sara avvicinò Ester. Aghata è sparita, nessuno sa dove sia, non è nemmeno in gabbia, là sotto non c’è nessuno, non so dove sbattere la testa. Ester non disse niente, terminò il suo pasto e ritornò nell’alloggio del suo padrone.
Sei tornata presto, potevi trattenerti di più. Le disse l’uomo. La cameriera non perse tempo in preamboli. Miss Aghata è sparita lo stesso giorno della partenza dei lord, nessuno la cerca e nessuno sa dove possa essere, non è nelle gabbie, ma puoi sempre controllare. Sir Cortan si allarmò, era sicuro che fosse opera di quella maledetta lady. Cercherò di saperne di più, ma non nutro molte speranze. Le rispose corrucciato, e uscì come un fulmine nella sera tiepida.
Prese con sé due guardie e scese nei sotterranei. Il solito olezzo accolse i loro passi ma non c’era nessuno, per sicurezza perlustrarono ogni angolo. I soldati non chiesero spiegazioni, obbedivano semplicemente al loro capitano.
Sempre più preoccupato andò alle cucine che a quell’ora erano sguarnite, soltanto la cuoca stava dando gli ultimi ritocchi a qualche cibo particolare. La donna si bloccò vedendo il capitano entrare. Cosa posso fare per lei, capitano? L’uomo perlustrava con lo sguardo ogni angolo. Dov’è la fanciulla? La cuoca capì subito a chi si riferiva. Non lo so, credo che come è successo in precedenza prima o poi ricomparirà a riprendere il suo posto, non sono cose che mi competono, ho altro da fare in questo periodo. E continuò il suo lavoro mentre sir Cortan usciva.
La preoccupazione del capitano aumentava a dismisura. Se lady Lucy aveva fatto sparire la fanciulla doveva essersi servita di qualcuno di cui si fidava, ora la domanda era: di chi poteva fidarsi lui? Molti dei suoi uomini non erano contenti della sfida lanciata dal suo vice, lo conoscevano troppo bene e non lo amavano per niente, mentre rispettavano ed erano leali a sir Cortan che reputavano onesto e giusto nei loro confronti. Erano ben consci che sir Mortenn non poteva compete con le abilità del suo capitano, per questo erano tranquilli sull’esito della disputa.
I suoi passi lo portarono all’abitazione dello scrivano. Bussò ed entrò nel grande studio dell’uomo. Cosa la porta da me, questa volta sir Cortan? Sapevano entrambi che potevano fidarsi fra di loro. Cerco la fanciulla, miss Aghata, ne sa qualcosa? Lo scrivano scosse la testa, non sapeva e non aveva sentito niente. Ha cercato nei sotterranei? La domanda era d’obbligo. Sir Cortan si sedette di fronte allo scrivano. Ha qualche notizia per me? Qualcosa che possa usare contro i lord? L’uomo quasi tremava sentendolo parlare così, sapeva quanto potesse essere pericoloso. Sa bene che qui siamo al sicuro ma è pericoloso parlare come sta facendo, capisco la sua frustrazione ma quando vincerà la sfida sotto gli occhi di lord Sirus potrà avanzare la sua richiesta, potrebbe chiedere in moglie la fanciulla e sarebbe salva. Il capitano guardò quell’uomo così onesto. E’ proprio sicuro che la vincerò? Tutti conoscono le mie abilità e quelle del mio vice, se non avesse un’arma segreta in serbo non si sarebbe spinto così avanti. I due uomini sapevano bene che le cose stavano proprio così. Si salutarono.
Il capitano uscì e alzò lo sguardo al cielo stellato mentre in lontananza una civetta mandava il suo verso. Dove sei fanciulla? Pensò. Il suo cuore ebbe un tuffo e si portò la mano al petto, il suo cuore aveva cambiato battito. Non era il suo cuore che sentiva ma quello della ragazza, per un istante sentì quello che sentiva lei e quasi si accasciò. Durò un breve attimo ma fu sufficiente. Fu come un lampo: no, non può essere, non può avere osato tanto nemmeno lei, e sparì come un fulmine nella notte.


illustrazione di Donatella Casiraghi - diritti e proprietà riservati di Milena Ziletti

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