AGHATA
P. QUARANTADUE
Il gelo calò
nella stanza.
Lord Aram
prese la parola piuttosto sconcertato. Cosa
significa tutto questo? Io sono sempre stato leale ai lord e al nostro
principe. Non accetto tutto questo.
Lady Lucy
ancora non si era ripresa.
Uno dei
delegati aprì la porta e fece entrare l’uomo che aveva consegnato le fiale alla
lady. La donna si portò la mano al cuore come se avesse perso un colpo. Quest’uomo ha molto da dire al riguardo.
Disse il vecchio delegato.
Aprì di
nuovo la porta e fece entrare sir Forsal. Anche
quest’uomo ha molto da dire. Il capitano della scorta della lady aveva un
sorrisetto beffardo. La donna gli si avvicinò con occhi fiammeggianti. Alzò la
mano per colpirlo ma l’uomo fu svelto a bloccarle il braccio. Dolcezza, è stato piacevole servire il mio
principe! E la lasciò andare. Di nuovo la porta si aprì ed entrò Aghata. Vogliamo parlare anche della fanciulla?
Chiese di nuovo il vecchio.
Tutti erano
in silenzio, lord Aram proprio non capiva e sul suo viso passavano una serie di
domande e di emozioni che tutti i presenti potevano leggere senza difficoltà.
Le guardie vi accompagneranno nel
vostro alloggio. Lord Aram, avrete molto tempo per chiarirvi e discutere, lady
Lucy le può chiarire ogni dubbio. Concluse.
Quattro
guardie entrarono e scortarono i due signori nell’alloggio di lord Aram.
Non potrete uscire dal vostro
alloggio, ci sarà una cameriera a vostra disposizione e guardie alla porta, da
ora non avete più nessuna autorità in questo palazzo, vi consiglio di
rispettare gli ordini del principe o saremo costretti a relegarvi nelle gabbie. Salutò il delegato.
Le cameriere
che osservavano passare i due lord scortati rimanevano immobili senza capire.
Raggiunsero la loro destinazione e la porta fu chiusa dietro di loro. Le due
guardie rimaste sentirono urla che trapassavano i muri, nessuno sapeva cosa
succedesse fra i due coniugi, si racconta che per parecchi giorni non smisero
di urlare e accapigliarsi.
Le feste
programmate per il mese di dicembre vennero confermate, molte ragazze furono
accompagnate ai loro villaggi e poterono finalmente rivedere i propri cari.
Sara e
Aghata erano fra le poche rimaste, ora finalmente potevano trascorrere insieme
un po’ più di tempo.
L’anno nuovo
portò al palazzo l’incertezza per il futuro. Nessuno sapeva chi sarebbe
arrivato a sostituire lord Aram e lady Lucy e il personale sperava solo che
fossero migliori.
I delegati
del principe avevano apportato alcuni cambiamenti: i lavori erano più leggeri,
i camini rimanevano accesi giorno e notte e varie provviste stipate nei granai
vennero restituite ai contadini e ai pastori. Fu un gesto gradito visto che non
avevano da mangiare a sufficienza.
Venne
chiamato sir Mortenn e il suo vice capitano sir Los. I quattro delegati, con
l’autorità loro conferita deferirono a soldato semplice il capitano ed elessero
sir Los al suo posto. Sir Mortenn avrebbe voluto protestare ma aveva visto
molti lavori fatti nelle gabbie e non voleva finire là i suoi giorni.
La vita
continuava al rallentatore, il gelo entrava ovunque e non c’era molto da fare.
Trascorsero gennaio e febbraio in tranquillità, nessuno aveva più sentito
parlare dei lord e se ne guardavano bene dal fare domande.
Al palazzo
d’inverno del principe ferveva molta attività. Sir Cortan aveva dimostrato
molta pazienza a sopportare quei mesi, il tempo di rivedere Aghata si
avvicinava e lui non voleva altro.
Era in
compagnia di un gruppo di uomini e stavano discutendo dell’importanza del
legame fra cavallo e cavaliere, e quegli uomini erano silenziosamente in ascolto,
quell’uomo che avevano di fronte aveva una carica di passione e di orgoglio,
nonché di giustizia e di lealtà che riconoscevano a pochi altri.
Entrò il
paggio del principe. Sua altezza, il
principe. Annunciò. I presenti si alzarono, era un avvenimento inconsueto
ed inaspettato, non sapevano nemmeno che fosse arrivato al palazzo, erano lì da
parecchi mesi e non l’avevano ancora visto. Finalmente, sir Cortan lo avrebbe
conosciuto.
Il principe
entrò salutato dagli inchini dei presenti, prese posto insieme a loro e li fece
accomodare.
Finalmente ci incontriamo, sir
Cortan, spero che sia stato trattato bene. Esordì il principe.
Anch’io sono felice di fare la vostra
conoscenza, non avrei voluto andarmene senza incontrarla. Rispose sir Cortan.
Il principe
rise. Non sarebbe stato possibile.
Aggiunse.
Si rivolse
ai presenti. Avete qualcosa da
comunicarmi? Chiese loro.
Sì, vostra Altezza. Quello che ci è
stato richiesto lo abbiamo svolto alla lettera, abbiamo preparato un
dettagliato resoconto per voi. Rispose il più anziano.
Non mi serve leggere un resoconto,
parlate davanti a sir Cortan. Ordinò il principe.
Vostra Altezza, in questi mesi
abbiamo imparato più noi da sir Cortan che lui da noi, è pronto, Vostra
Altezza, senza alcun dubbio. Gli rispose.
Sir Cortan
non capiva bene quel discorso, ma sapeva che, finalmente era giunta la
conclusione.
Il principe
si alzò in piedi. Fa entrare lo scrivano
e la cameriera. Ordinò al suo paggio.
Un vecchio
munito di una voluminosa cartella e una cameriera con indumenti nuovi presero
il posto loro assegnato.
Sir Cortan
guardava ogni cosa, finalmente in attesa dell’atto finale.
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