venerdì 25 gennaio 2019

AGHATA


AGHATA

P. QUARANTADUE






Il gelo calò nella stanza.
Lord Aram prese la parola piuttosto sconcertato. Cosa significa tutto questo? Io sono sempre stato leale ai lord e al nostro principe. Non accetto tutto questo.
Lady Lucy ancora non si era ripresa.
Uno dei delegati aprì la porta e fece entrare l’uomo che aveva consegnato le fiale alla lady. La donna si portò la mano al cuore come se avesse perso un colpo. Quest’uomo ha molto da dire al riguardo. Disse il vecchio delegato.
Aprì di nuovo la porta e fece entrare sir Forsal. Anche quest’uomo ha molto da dire. Il capitano della scorta della lady aveva un sorrisetto beffardo. La donna gli si avvicinò con occhi fiammeggianti. Alzò la mano per colpirlo ma l’uomo fu svelto a bloccarle il braccio. Dolcezza, è stato piacevole servire il mio principe! E la lasciò andare. Di nuovo la porta si aprì ed entrò Aghata. Vogliamo parlare anche della fanciulla? Chiese di nuovo il vecchio.
Tutti erano in silenzio, lord Aram proprio non capiva e sul suo viso passavano una serie di domande e di emozioni che tutti i presenti potevano leggere senza difficoltà.
Le guardie vi accompagneranno nel vostro alloggio. Lord Aram, avrete molto tempo per chiarirvi e discutere, lady Lucy le può chiarire ogni dubbio. Concluse.
Quattro guardie entrarono e scortarono i due signori nell’alloggio di lord Aram.
Non potrete uscire dal vostro alloggio, ci sarà una cameriera a vostra disposizione e guardie alla porta, da ora non avete più nessuna autorità in questo palazzo, vi consiglio di rispettare gli ordini del principe o saremo costretti a relegarvi nelle gabbie. Salutò il delegato.
Le cameriere che osservavano passare i due lord scortati rimanevano immobili senza capire. Raggiunsero la loro destinazione e la porta fu chiusa dietro di loro. Le due guardie rimaste sentirono urla che trapassavano i muri, nessuno sapeva cosa succedesse fra i due coniugi, si racconta che per parecchi giorni non smisero di urlare e accapigliarsi.
Le feste programmate per il mese di dicembre vennero confermate, molte ragazze furono accompagnate ai loro villaggi e poterono finalmente rivedere i propri cari.
Sara e Aghata erano fra le poche rimaste, ora finalmente potevano trascorrere insieme un po’ più di tempo.
L’anno nuovo portò al palazzo l’incertezza per il futuro. Nessuno sapeva chi sarebbe arrivato a sostituire lord Aram e lady Lucy e il personale sperava solo che fossero migliori.
I delegati del principe avevano apportato alcuni cambiamenti: i lavori erano più leggeri, i camini rimanevano accesi giorno e notte e varie provviste stipate nei granai vennero restituite ai contadini e ai pastori. Fu un gesto gradito visto che non avevano da mangiare a sufficienza.
Venne chiamato sir Mortenn e il suo vice capitano sir Los. I quattro delegati, con l’autorità loro conferita deferirono a soldato semplice il capitano ed elessero sir Los al suo posto. Sir Mortenn avrebbe voluto protestare ma aveva visto molti lavori fatti nelle gabbie e non voleva finire là i suoi giorni.
La vita continuava al rallentatore, il gelo entrava ovunque e non c’era molto da fare. Trascorsero gennaio e febbraio in tranquillità, nessuno aveva più sentito parlare dei lord e se ne guardavano bene dal fare domande.
Al palazzo d’inverno del principe ferveva molta attività. Sir Cortan aveva dimostrato molta pazienza a sopportare quei mesi, il tempo di rivedere Aghata si avvicinava e lui non voleva altro.
Era in compagnia di un gruppo di uomini e stavano discutendo dell’importanza del legame fra cavallo e cavaliere, e quegli uomini erano silenziosamente in ascolto, quell’uomo che avevano di fronte aveva una carica di passione e di orgoglio, nonché di giustizia e di lealtà che riconoscevano a pochi altri.
Entrò il paggio del principe. Sua altezza, il principe. Annunciò. I presenti si alzarono, era un avvenimento inconsueto ed inaspettato, non sapevano nemmeno che fosse arrivato al palazzo, erano lì da parecchi mesi e non l’avevano ancora visto. Finalmente, sir Cortan lo avrebbe conosciuto.
Il principe entrò salutato dagli inchini dei presenti, prese posto insieme a loro e li fece accomodare.
Finalmente ci incontriamo, sir Cortan, spero che sia stato trattato bene. Esordì il principe.
Anch’io sono felice di fare la vostra conoscenza, non avrei voluto andarmene senza incontrarla. Rispose sir Cortan.
Il principe rise. Non sarebbe stato possibile. Aggiunse.
Si rivolse ai presenti. Avete qualcosa da comunicarmi? Chiese loro.
Sì, vostra Altezza. Quello che ci è stato richiesto lo abbiamo svolto alla lettera, abbiamo preparato un dettagliato resoconto per voi. Rispose il più anziano.
Non mi serve leggere un resoconto, parlate davanti a sir Cortan. Ordinò il principe.
Vostra Altezza, in questi mesi abbiamo imparato più noi da sir Cortan che lui da noi, è pronto, Vostra Altezza, senza alcun dubbio. Gli rispose.
Sir Cortan non capiva bene quel discorso, ma sapeva che, finalmente era giunta la conclusione.
Il principe si alzò in piedi. Fa entrare lo scrivano e la cameriera. Ordinò al suo paggio.
Un vecchio munito di una voluminosa cartella e una cameriera con indumenti nuovi presero il posto loro assegnato.
Sir Cortan guardava ogni cosa, finalmente in attesa dell’atto finale.


illustrazione di Donatella Casiraghi - diritti e proprietà riservati di Milena Ziletti

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