AGHATA
P. QUARANTATRE E QUARANTAQUATTRO
FINALE
La cameriera
aiutò sir Cortan a spogliarsi e ad indossare i nuovi abiti: avevano i colori
degli occhi della sua donna e bianchi come il gelo dell’inverno. Frusciavano ed
erano davvero meravigliosi.
Spero siano di suo gradimento, i
colori che io personalmente ho scelto per lei, verde e bianco, e dal suo
sguardo mi sembra di capire di aver indovinato i gusti. Disse il principe sorridendo
soddisfatto.
La
vestizione era terminata e l’uomo era piuttosto emozionato. Accarezzò gli
indumenti come si fa con la pelle della persona che si ama e il suo pensiero
andò ad Aghata, presto l’avrebbe rivista.
Lo scrivano
passò un rotolo col sigillo del principe al consigliere più anziano, e tutti si
alzarono in piedi, perfino il principe degnò di questo onore l’uomo che aveva
di fronte.
Il rotolo fu
aperto.
Per
ordine personale di Sua Altezza, Principe Regnante viene conferito l’onore di
riceve la nomina di LORD a sir Liam Cortan. Possa egli onorare questa carica
nel governo del territorio lasciato sguarnito di Saint Paul. Abbia egli
l’autorità e la fermezza senza mai mancare di umiltà per onorare il suo
Principe che gli consegna il vessillo di LORD LIAM CORTAN. Che Dio lo protegga
e lo illumini nel suo cammino.
IL PRINCIPE REGNANTE.
Lord Cortan
stava rigido davanti al suo principe, la tensione gli faceva dolere la
cicatrice e il suo cuore rullava come un tamburo. Aveva le mani sudate mentre
riceveva il vessillo montato su lancia e il simbolo da portare al collo con gli
stessi colori. Non lo avrebbe mai immaginato ma i suoi occhi si inumidirono,
tanto onore non era mai passato nemmeno nei suoi sogni più intimi. Si
inginocchiò davanti al principe abbassando il capo.
Vostra Altezza, avete la mia parola
d’onore che farò sempre del mio meglio per meritare la vostra approvazione,
avete la mia lealtà e non mancherò mai alla parola che vi dò, da oggi fino alla
fine dei miei giorni.
Rimase
alcuni secondi inginocchiato. Il principe gli posò la mano sulla spalla. Si alzi, Lord Cortan, le chiedo solo una
cosa in cambio, voglio essere invitato al suo matrimonio, so che avverrà molto
presto. Fece un cenno al suo paggio e questi aprì la porta. Diversi
servitori portarono cibi prelibati e vini pregiati. Dobbiamo festeggiare questo momento, e le chiedo di pazientare solo per
qualche giorno, poi potrà andare a prendere possesso del palazzo di Saint Paul,
so che è molto atteso.
Lord Cortan
non conosceva i piani del principe, attese che la sua promessa venisse attuata,
era davvero troppo tempo che mancava da casa.
Giunsero
anche i quattro lord del consiglio e vennero presentati al nuovo lord. Ne erano
davvero fieri ed entusiasti, dopo tutto era partito tutto da loro e ancora di
più furono felici quando il principe cambiò il loro regolamento e da quattro
passarono a cinque, da quel momento anche lord Cortan faceva parte di loro,
aveva più potere perfino di lord Sirus.
Il principe
lasciò il palazzo d’inverno ai primi di marzo lasciando istruzioni e ordini per
chi di dovere.
Il gelo si
era già sciolto e le acque avevano ripreso a scorrere quando il consigliere
anziano raggiunse lord Cortan. E’ giunta
l’ora, lord Cortan, domani le sue guardie l’accompagneranno a casa. Gli
sorrise e si inchinò davanti al nuovo lord, ma si inchinava soprattutto davanti
al grande uomo che era.
Il nuovo
lord non riuscì a chiudere occhio quella notte. Preparò una sacca con le sue
cose, davvero poche per la verità e mentre prendeva i suoi indumenti trovò un
piccolo pacchetto e un messaggio. Lesse il messaggio molto incuriosito. Lord Cortan, accetti questo dono per tutto
quello che ha sopportato fino ad ora, so che ne farà buon uso. Il Principe
Regnante. Con mani tremanti aprì la scatolina e una splendida coppia di
anelli illuminò il suo sguardo. Su uno era inciso il suo nome, sull’altro lady
Aghata. Erano gli anelli per il loro matrimonio. Ripose l’astuccio vicino al
suo cuore e l’avrebbe tenuto lì fino a quando non avrebbe chiesto ufficialmente
la mano della donna che amava.
L’alba
arrivò grigia e fredda, lord Cortan era già pronto sul suo cavallo. Dieci
soldati con i colori verdi e bianchi lo stavano aspettando. Era la sua scorta
personale, avrebbe imparato a conoscerli. Ci volevano quattro giorni di viaggio
per arrivare a destinazione e lui sperava di riuscirci almeno un giorno prima
ma doveva passare da lord Sirus, doveva ringraziarlo e portargli i suoi saluti.
Pioveva a
dirotto quando raggiunsero il palazzo di lord Sirus e venne accolto con tutti
gli onori del suo rango.
Lord Sirus
era raggiante, la sua patria aveva bisogno di uomini con lord Cortan, avrebbe
fatto dimenticare lord Aram e lady Lucy, tutti avevano bisogno di dimenticare
ed iniziare in un modo consono.
Cenarono
insieme ma non venne invitato a rimanere a lungo, troppo evidente era la voglia
di giungere presto a casa, nessuno glielo aveva detto ma avrebbe trovato una
grande sorpresa.
Partì alle
prime luci dell’alba, ancora un giorno e l’avrebbe stretta fra le braccia.
Viaggiarono
facendo soltanto soste brevissime. Era primo pomeriggio di un metà marzo
baciato dal sole quando lord Cortan intravide la sagoma di quello che ora era
il suo palazzo. Avevano viaggiato senza risparmiarsi ed ora, senza motivo
arrestò il cavallo, e altrettanto fecero i suoi soldati.
Osservava le
torri come se non le avesse mai viste, sapeva che erano stati avvistati e fra
poco in tutto il palazzo si sarebbe divulgata la notizia del suo arrivo. Non
osava pensare a quello che aveva passato Aghata, a quello che lo aspettava in
futuro. Il suo cuore tremò, portò la mano al petto sentendo la forma
dell’astuccio ma, soprattutto sentendo il battiti dell’altro cuore che avevano
aumentato di intensità: Aghata sapeva che stava arrivando.
Spronò il
cavallo e si rimise in viaggio, ora era arrivato a casa.
Un drappello
di soldati al comando di sir Los andò loro incontro e li scortò fin dentro le
mura. Tutta la guardia era in assetto per ricevere il nuovo lord e la servitù
era schierata fuori. Si fecero avanti i quattro delegati.
Ben arrivato, lord Cortan. Tutti sono
al corrente dei cambiamenti avvenuti e aspettano di salutare il loro nuovo
lord. Il vecchio
delegato lo accompagnò dentro il palazzo.
Gli occhi
dell’uomo saettavano in ogni direzione, ma non vedeva la donna che amava.
Ancora un po’ di pazienza, lord
Cortan. Sorrise il
vecchio.
Lord Cortan
prese possesso formalmente del palazzo giurando davanti ai delegati e firmando
il suo giuramento. Le formalità erano terminate.
Arrivò Sara
e si inchinò davanti al suo lord. Mi
segua, lord Cortan, miss Aghata la sta aspettando.
La giovane
lo accompagnò e lo lasciò davanti ad una porta chiusa. Lui aveva il cuore in
gola mentre bussava.
Avanti. Dopo tanto tempo il suono della voce
della sua donna lo emozionò, spalancò la porta ed entrò.
Quello che
vide lo lasciò senza fiato. La sua donna, la sua fanciulla, la sua futura
moglie era in evidente stato di gravidanza, nessuno glielo aveva detto. Era
immobile ad assimilare questa sorpresa e non riusciva né a muoversi né a parlare.
Aghata, col suo più bel sorriso allungò le braccia verso il padre del figlio
che portava in grembo.
Lord Cortan
in pochi passi fu davanti a lei. La osservava, avrebbe voluto sapere ogni cosa
e non capiva perché gli avevano tenuto nascosto una cosa di tale importanza.
Aghata
sorrise. E’ tutto a posto mio signore,
sono ancora io, miss Aghata. E gli posò la mano sul petto. Cosa c’era
vicino al cuore del suo amato?
Lord Cortan
le prese la mano e si inginocchiò. Miss
Aghata, vuole diventare mia moglie? Gli occhi della ragazza si fecero
umidi, lei aveva sempre saputo che un uomo dal volto segnato l’avrebbe presa in
moglie così come aveva capito fin dal loro primo incontro che quell’uomo era
sir Cortan. Il tempo era arrivato. Lord Cortan prese l’astuccio e mostrò gli
anelli. Sono un regalo del principe per
lord Cortan e lady Aghata. Finalmente si abbracciarono e la lontananza che
avevano superato non aveva più importanza. L’uomo posò il viso sul ventre
rigonfio mio figlio disse con le
lacrime agli occhi. Nostro figlio. Lo
corresse lei.
Passarono i
minuti successivi fra baci e carezze, ma dovevano tornare dalla loro gente.
Passarono i
giorni in attesa del matrimonio, il vestito da sposa era pronto e la cerimonia
fu davvero emozionante. Si presentarono al banchetto dove avevano invitato
tutti quelli che erano presenti al palazzo e Aghata corse ad abbracciare i suoi
genitori, non li vedeva da quasi un anno.
Ci fu una
festa grandiosa. Le notti dei due innamorati furono il coronamento di un grande
amore e di una passione che aveva superato confini e prove incredibili.
La vita
riprese e lord Cortan fece di tutto per essere un lord all’altezza del suo
compito.
E lord Aram
e lady Lucy? I due erano chiusi in una torre del palazzo. Quando furono
scortati al loro esilio in quella parte del palazzo, lady Lucy convinse le
guardie a farla entrare nel suo appartamento, desiderava vederlo per l’ultima
volta e, di nascosto riuscì a impossessarsi delle ultime fiale che aveva messo
da parte. Prese due boccali e li colmò di vino e brindò con lord Aram alla loro
futura vita. Purtroppo per lei qualcosa andò storto e il suo intendo di
uccidere il marito e suicidarsi non andò in porto. Lord Aram, già debole per
gli intrugli che sua moglie gli aveva dato rimase paralizzato e costretto a non
muoversi dal letto, mentre lei riacquistò parte di lucidità, riducendo la
pazzia che in quegli ultimi tempi l’aveva pervasa. Fu quindi costretta a
prendersi cura di suo marito e doveva anche fare in modo di tenerlo in vita,
perché quando lui fosse morto lei sarebbe stata esiliata senza niente da porte
con sé.
Nessuno
andava da loro tranne le guardie che consegnavano cibi e provvedevano alle
pulizie e nessuno parlava più di loro.
Soltanto
lady Aghata andava da loro ogni mese a portare dei fiori. Non si parlavano,
lady Lucy sembrava aver perso l’uso della parola. Aghata era vicina al parto
quando andò a fare loro visita. Portò i fiori, come al solito, guardò l’uomo
disteso a letto e sua moglie che stava seduta rivolgendogli la schiena. Questa è l’ultima volta che vengo da voi.
Disse lady Agata.
Stava per
andarsene quando la vecchia lady si girò verso di lei. Che tu sia maledetta. Le disse semplicemente.
Aghata la
guardò negli occhi e percepì tutta la sofferenza di quella donna, sofferenza
che lei stessa si era causata. Non lo
sarò fino a quando non commetterò i suoi stessi errori.
Chiuse la
porta dietro di sé. Ora aveva la sua nuova vita da vivere, un lord da
consigliare, da amare e al quale dare altri figli.
Soltanto l’Amore abiterà questo
palazzo. Pensò mentre
raggiungeva suo marito.
E fu proprio
così.
FINE
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