sabato 26 gennaio 2019

AGHATA


AGHATA

P. QUARANTATRE E QUARANTAQUATTRO
FINALE






La cameriera aiutò sir Cortan a spogliarsi e ad indossare i nuovi abiti: avevano i colori degli occhi della sua donna e bianchi come il gelo dell’inverno. Frusciavano ed erano davvero meravigliosi.
Spero siano di suo gradimento, i colori che io personalmente ho scelto per lei, verde e bianco, e dal suo sguardo mi sembra di capire di aver indovinato i gusti. Disse il principe sorridendo soddisfatto.
La vestizione era terminata e l’uomo era piuttosto emozionato. Accarezzò gli indumenti come si fa con la pelle della persona che si ama e il suo pensiero andò ad Aghata, presto l’avrebbe rivista.
Lo scrivano passò un rotolo col sigillo del principe al consigliere più anziano, e tutti si alzarono in piedi, perfino il principe degnò di questo onore l’uomo che aveva di fronte.
Il rotolo fu aperto.
 Per ordine personale di Sua Altezza, Principe Regnante viene conferito l’onore di riceve la nomina di LORD a sir Liam Cortan. Possa egli onorare questa carica nel governo del territorio lasciato sguarnito di Saint Paul. Abbia egli l’autorità e la fermezza senza mai mancare di umiltà per onorare il suo Principe che gli consegna il vessillo di LORD LIAM CORTAN. Che Dio lo protegga e lo illumini nel suo cammino.
IL PRINCIPE REGNANTE.
Lord Cortan stava rigido davanti al suo principe, la tensione gli faceva dolere la cicatrice e il suo cuore rullava come un tamburo. Aveva le mani sudate mentre riceveva il vessillo montato su lancia e il simbolo da portare al collo con gli stessi colori. Non lo avrebbe mai immaginato ma i suoi occhi si inumidirono, tanto onore non era mai passato nemmeno nei suoi sogni più intimi. Si inginocchiò davanti al principe abbassando il capo.
Vostra Altezza, avete la mia parola d’onore che farò sempre del mio meglio per meritare la vostra approvazione, avete la mia lealtà e non mancherò mai alla parola che vi dò, da oggi fino alla fine dei miei giorni.
Rimase alcuni secondi inginocchiato. Il principe gli posò la mano sulla spalla. Si alzi, Lord Cortan, le chiedo solo una cosa in cambio, voglio essere invitato al suo matrimonio, so che avverrà molto presto. Fece un cenno al suo paggio e questi aprì la porta. Diversi servitori portarono cibi prelibati e vini pregiati. Dobbiamo festeggiare questo momento, e le chiedo di pazientare solo per qualche giorno, poi potrà andare a prendere possesso del palazzo di Saint Paul, so che è molto atteso.
Lord Cortan non conosceva i piani del principe, attese che la sua promessa venisse attuata, era davvero troppo tempo che mancava da casa.
Giunsero anche i quattro lord del consiglio e vennero presentati al nuovo lord. Ne erano davvero fieri ed entusiasti, dopo tutto era partito tutto da loro e ancora di più furono felici quando il principe cambiò il loro regolamento e da quattro passarono a cinque, da quel momento anche lord Cortan faceva parte di loro, aveva più potere perfino di lord Sirus.
Il principe lasciò il palazzo d’inverno ai primi di marzo lasciando istruzioni e ordini per chi di dovere.
Il gelo si era già sciolto e le acque avevano ripreso a scorrere quando il consigliere anziano raggiunse lord Cortan. E’ giunta l’ora, lord Cortan, domani le sue guardie l’accompagneranno a casa. Gli sorrise e si inchinò davanti al nuovo lord, ma si inchinava soprattutto davanti al grande uomo che era.
Il nuovo lord non riuscì a chiudere occhio quella notte. Preparò una sacca con le sue cose, davvero poche per la verità e mentre prendeva i suoi indumenti trovò un piccolo pacchetto e un messaggio. Lesse il messaggio molto incuriosito. Lord Cortan, accetti questo dono per tutto quello che ha sopportato fino ad ora, so che ne farà buon uso. Il Principe Regnante. Con mani tremanti aprì la scatolina e una splendida coppia di anelli illuminò il suo sguardo. Su uno era inciso il suo nome, sull’altro lady Aghata. Erano gli anelli per il loro matrimonio. Ripose l’astuccio vicino al suo cuore e l’avrebbe tenuto lì fino a quando non avrebbe chiesto ufficialmente la mano della donna che amava.
L’alba arrivò grigia e fredda, lord Cortan era già pronto sul suo cavallo. Dieci soldati con i colori verdi e bianchi lo stavano aspettando. Era la sua scorta personale, avrebbe imparato a conoscerli. Ci volevano quattro giorni di viaggio per arrivare a destinazione e lui sperava di riuscirci almeno un giorno prima ma doveva passare da lord Sirus, doveva ringraziarlo e portargli i suoi saluti.
Pioveva a dirotto quando raggiunsero il palazzo di lord Sirus e venne accolto con tutti gli onori del suo rango.
Lord Sirus era raggiante, la sua patria aveva bisogno di uomini con lord Cortan, avrebbe fatto dimenticare lord Aram e lady Lucy, tutti avevano bisogno di dimenticare ed iniziare in un modo consono.
Cenarono insieme ma non venne invitato a rimanere a lungo, troppo evidente era la voglia di giungere presto a casa, nessuno glielo aveva detto ma avrebbe trovato una grande sorpresa.
Partì alle prime luci dell’alba, ancora un giorno e l’avrebbe stretta fra le braccia.


Viaggiarono facendo soltanto soste brevissime. Era primo pomeriggio di un metà marzo baciato dal sole quando lord Cortan intravide la sagoma di quello che ora era il suo palazzo. Avevano viaggiato senza risparmiarsi ed ora, senza motivo arrestò il cavallo, e altrettanto fecero i suoi soldati.
Osservava le torri come se non le avesse mai viste, sapeva che erano stati avvistati e fra poco in tutto il palazzo si sarebbe divulgata la notizia del suo arrivo. Non osava pensare a quello che aveva passato Aghata, a quello che lo aspettava in futuro. Il suo cuore tremò, portò la mano al petto sentendo la forma dell’astuccio ma, soprattutto sentendo il battiti dell’altro cuore che avevano aumentato di intensità: Aghata sapeva che stava arrivando.
Spronò il cavallo e si rimise in viaggio, ora era arrivato a casa.
Un drappello di soldati al comando di sir Los andò loro incontro e li scortò fin dentro le mura. Tutta la guardia era in assetto per ricevere il nuovo lord e la servitù era schierata fuori. Si fecero avanti i quattro delegati.
Ben arrivato, lord Cortan. Tutti sono al corrente dei cambiamenti avvenuti e aspettano di salutare il loro nuovo lord. Il vecchio delegato lo accompagnò dentro il palazzo.
Gli occhi dell’uomo saettavano in ogni direzione, ma non vedeva la donna che amava.
Ancora un po’ di pazienza, lord Cortan. Sorrise il vecchio.
Lord Cortan prese possesso formalmente del palazzo giurando davanti ai delegati e firmando il suo giuramento. Le formalità erano terminate.
Arrivò Sara e si inchinò davanti al suo lord. Mi segua, lord Cortan, miss Aghata la sta aspettando.
La giovane lo accompagnò e lo lasciò davanti ad una porta chiusa. Lui aveva il cuore in gola mentre bussava.
Avanti. Dopo tanto tempo il suono della voce della sua donna lo emozionò, spalancò la porta ed entrò.
Quello che vide lo lasciò senza fiato. La sua donna, la sua fanciulla, la sua futura moglie era in evidente stato di gravidanza, nessuno glielo aveva detto. Era immobile ad assimilare questa sorpresa e non riusciva né a muoversi né a parlare. Aghata, col suo più bel sorriso allungò le braccia verso il padre del figlio che portava in grembo.
Lord Cortan in pochi passi fu davanti a lei. La osservava, avrebbe voluto sapere ogni cosa e non capiva perché gli avevano tenuto nascosto una cosa di tale importanza.
Aghata sorrise. E’ tutto a posto mio signore, sono ancora io, miss Aghata. E gli posò la mano sul petto. Cosa c’era vicino al cuore del suo amato?
Lord Cortan le prese la mano e si inginocchiò. Miss Aghata, vuole diventare mia moglie? Gli occhi della ragazza si fecero umidi, lei aveva sempre saputo che un uomo dal volto segnato l’avrebbe presa in moglie così come aveva capito fin dal loro primo incontro che quell’uomo era sir Cortan. Il tempo era arrivato. Lord Cortan prese l’astuccio e mostrò gli anelli. Sono un regalo del principe per lord Cortan e lady Aghata. Finalmente si abbracciarono e la lontananza che avevano superato non aveva più importanza. L’uomo posò il viso sul ventre rigonfio mio figlio disse con le lacrime agli occhi. Nostro figlio. Lo corresse lei.
Passarono i minuti successivi fra baci e carezze, ma dovevano tornare dalla loro gente.
Passarono i giorni in attesa del matrimonio, il vestito da sposa era pronto e la cerimonia fu davvero emozionante. Si presentarono al banchetto dove avevano invitato tutti quelli che erano presenti al palazzo e Aghata corse ad abbracciare i suoi genitori, non li vedeva da quasi un anno.
Ci fu una festa grandiosa. Le notti dei due innamorati furono il coronamento di un grande amore e di una passione che aveva superato confini e prove incredibili.
La vita riprese e lord Cortan fece di tutto per essere un lord all’altezza del suo compito.
E lord Aram e lady Lucy? I due erano chiusi in una torre del palazzo. Quando furono scortati al loro esilio in quella parte del palazzo, lady Lucy convinse le guardie a farla entrare nel suo appartamento, desiderava vederlo per l’ultima volta e, di nascosto riuscì a impossessarsi delle ultime fiale che aveva messo da parte. Prese due boccali e li colmò di vino e brindò con lord Aram alla loro futura vita. Purtroppo per lei qualcosa andò storto e il suo intendo di uccidere il marito e suicidarsi non andò in porto. Lord Aram, già debole per gli intrugli che sua moglie gli aveva dato rimase paralizzato e costretto a non muoversi dal letto, mentre lei riacquistò parte di lucidità, riducendo la pazzia che in quegli ultimi tempi l’aveva pervasa. Fu quindi costretta a prendersi cura di suo marito e doveva anche fare in modo di tenerlo in vita, perché quando lui fosse morto lei sarebbe stata esiliata senza niente da porte con sé.
Nessuno andava da loro tranne le guardie che consegnavano cibi e provvedevano alle pulizie e nessuno parlava più di loro.
Soltanto lady Aghata andava da loro ogni mese a portare dei fiori. Non si parlavano, lady Lucy sembrava aver perso l’uso della parola. Aghata era vicina al parto quando andò a fare loro visita. Portò i fiori, come al solito, guardò l’uomo disteso a letto e sua moglie che stava seduta rivolgendogli la schiena. Questa è l’ultima volta che vengo da voi. Disse lady Agata.
Stava per andarsene quando la vecchia lady si girò verso di lei. Che tu sia maledetta. Le disse semplicemente.
Aghata la guardò negli occhi e percepì tutta la sofferenza di quella donna, sofferenza che lei stessa si era causata. Non lo sarò fino a quando non commetterò i suoi stessi errori.
Chiuse la porta dietro di sé. Ora aveva la sua nuova vita da vivere, un lord da consigliare, da amare e al quale dare altri figli.
Soltanto l’Amore abiterà questo palazzo. Pensò mentre raggiungeva suo marito.
E fu proprio così.




FINE




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