mercoledì 9 gennaio 2019

AGHATA


AGHATA

P. VENTINOVE







Fu una notte piuttosto agitata quella dell’ex capitano. I fumi di qualunque cosa gli fosse stata somministrata stavano svanendo e le ferite cominciavano a farsi sentire. Al suo capezzale Ester si dava da fare cercando di tenergli una pezza pulita e umida sugli occhi. La donna era molto preoccupata, cosa ne sarebbe stato di sir Cortan? Di lei stessa? Le rughe sulla fronte segnavano questi pensieri mentre non lasciava nemmeno per un momento il suo padrone. Solo verso l’alba l’uomo si tranquillizzò e potè dormire un sonno tranquillo e ristoratore. Ester era distrutta dalla stanchezza ma non lo avrebbe lasciato da solo.
Il sole era alto, il giorno si era presentato con un’alba meravigliosa e il caldo aveva indotto uccelli e scoiattoli a uscire in cerca di cibo. I rumori arrivavano attutiti nell’alloggio di sir Cortan. Lui cominciò ad agitarsi ed Ester gli fu subito al fianco.
Si stava svegliando e toccava a lei comunicargli quello che era successo dopo che lui era svenuto.
Con uno scatto l’uomo si mise a sedere sul letto e la benda che aveva sugli occhi gli cadde. Cosa è successo? Perché non ricordo? Perché non riesco a vedere? Era molto agitato e la donna gli prese le mani, impedendogli di sfregarsi troppo gli occhi. Ha perso la sfida, mio signore. Ho paura che sia stato drogato e non capisco come e quando sia successo. Ho eseguito i suoi ordini alla lettera, anche i secondi hanno usato solo acqua che io ho consegnato loro personalmente. Eppure ci sono riusciti. Rimase in silenzio. Sono nella mia stanza, vero? Perché sono ancora qui? La donna sospirò. E’ solo merito di lord Sirus, è stato lui in persona a salvarle la vita e a decidere di curarla. Ma… è stato deciso per l’esilio, e non so altro. Sospirò la cameriera.
Sir Cortan si rimise sdraiato, era debole e dolorante, i suoi occhi vedevano poco o nulla e la cicatrice gli doleva terribilmente. Maledetta quella donna, porterà alla rovina lord Aram e tutto il territorio se nessuno la ferma, ed io non posso più fare niente. E’ stata lei personalmente a consegnare gli elmi, soltanto lì poteva trovarsi la droga o il veleno che sia, spero soltanto che sia una situazione passeggera. L’uomo non era mai stato così male in tutta la sua vita, cominciò a vomitare e la febbre lo avvolse come spire di fuoco dell’inferno.
Ester gli teneva la testa fresca, gli passò pezze umide su tutto il corpo, lei non lo aveva mai visto nudo ma era una donna che aveva sopportato di tutto e non ebbe timore a compiere il suo dovere anche se il suo padrone delirava e spesso la allontanava in malo modo mentre dalla sua bocca uscivano frasi sconnesse. E mentre delirava raccontò la sua storia, il suo dolore e quello che lady Lucy gli aveva chiesto, e in tutto quel delirio parlò di Aghata. Soltanto mentre parlava della fanciulla riusciva a calmarsi e a riposare. Ester sorrideva nel suo dolore e sapeva che soltanto quella fanciulla poteva compiere il miracolo col suo padrone. Ci vollero ore prima che si calmasse e si addormentasse, la temperatura era scesa e l’uomo si era addormentato col nome di Aghata sulle labbra.
Fu una giornata terribile per Ester, Sara le portò un po’ di cibo e le chiese se voleva il cambio ma lei rifiutò. Accettò soltanto di lasciare il suo fianco intanto che mangiava ascoltando che il suo respiro continuasse leggero.
Era sera ormai, il sole stava calando dietro gli alberi formando striature rossastre. In lontananza si potevano vedere stormi di uccelli che tornavano al nido. Finalmente sir Cortan si era svegliato e stava meglio, la febbre era sparita ma gli occhi ancora non vedevano altro che ombre.
Sentirono bussare. Lord Sirus entrò, era strano vederlo da solo. Ester fece per uscire ma il lord la fermò, poteva restare.
Come sta sir Cortan? Gli chiese il lord.
Sono stato meglio, lord Sirus. Le ferite non sono gravi ma i miei occhi non riescono a vedere altro che ombre. Qualcosa è successo. Gli rispose.
Già. E’ facile capire che qualcosa ha indebolito il suo corpo e annebbiato i suoi occhi.
Sir Cortan non avrebbe mai osato esprimersi in quel modo davanti al lord. So che devo a lei la mia vita, sono in debito con lei. Lord Sirus sorrise. Lo so, e verrà il giorno in cui verrò a riscuotere il debito, ne sia sicuro. Domani all’alba dovrà lasciare questo territorio, tutto il territorio sotto il controllo di lord Aram, dovrà uscire dai confini e se solo verrà catturato entro i confini potrà essere arrestato e condannato a morte. Lo sa questo, vero?
L’ex capitano assentì.
Lord Sirus continuò. Ho preparato una mappa che la sua cameriera sta studiando, c’è un villaggio piuttosto lontano da qui sotto la giurisdizione di lord Steen, un villaggio di pastori e contadini, troverà una casupola e potrà riprendersi in salute, Ester verrà con lei visto che ha riscattato il suo debito. Domattina troverà un carro con delle provviste e potrà andarsene in tutta sicurezza. Ha la mia parola che nessuno le torcerà un capello.
Sir Cortan era pensieroso e lord Sirus se ne accorse, si aspettava dei ringraziamenti, quell’uomo era un vero condottiero, e lui lo sapeva.
Ho una richiesta da rivolgerle, lord Sirus… la fanciulla, vorrei portarla con noi, qui non è più al sicuro. Finalmente lo aveva detto.
Lei sa che ho passato le precedenti notti con lei, la vuole lo stesso? Lo sguardo del lord era fisso sul viso dell’altro, anche se non lo sapeva. Una smorfia di dolore gli attraversò il viso e la cicatrice ricominciò a fargli male.
Voglio solo salvarla, sono pronto a riscattare il suo debito con i lord.
Le notti che ho passato con la fanciulla sono state molto istruttive, è una ragazza davvero eccezionale. Domattina insieme al carro troverà anche miss Aghata. A proposito sir Cortan, sappia che la giovane così come è entrata nelle mie stanze ne è anche uscita, io non sono uno stupratore di fanciulle.
Sir Cortan era confuso. Perché fa tutto questo per me?
Lord Sirus gli si avvicinò, affinchè solo lui potesse sentire. Perché io sono al corrente di tante cose e so che lei mi tornerà utile in futuro. Vedendo i dubbi di sir Cortan, continuò. Come crede che riesca a tenere tutti sotto controllo? In ogni palazzo ho delle spie, gente devota solo a me e nulla mi sfugge, nemmeno quello che succede qui. Stanotte riposi che domattina ha un lungo viaggio da affrontare.
Salutò la donna che stava guardando la mappa e se ne andò.

illustrazione di Donatella Casiraghi - diritti e proprietà riservati di Milena Ziletti

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