AGHATA
P. VENTINOVE
Fu una notte
piuttosto agitata quella dell’ex capitano. I fumi di qualunque cosa gli fosse
stata somministrata stavano svanendo e le ferite cominciavano a farsi sentire.
Al suo capezzale Ester si dava da fare cercando di tenergli una pezza pulita e
umida sugli occhi. La donna era molto preoccupata, cosa ne sarebbe stato di sir
Cortan? Di lei stessa? Le rughe sulla fronte segnavano questi pensieri mentre
non lasciava nemmeno per un momento il suo padrone. Solo verso l’alba l’uomo si
tranquillizzò e potè dormire un sonno tranquillo e ristoratore. Ester era
distrutta dalla stanchezza ma non lo avrebbe lasciato da solo.
Il sole era
alto, il giorno si era presentato con un’alba meravigliosa e il caldo aveva
indotto uccelli e scoiattoli a uscire in cerca di cibo. I rumori arrivavano
attutiti nell’alloggio di sir Cortan. Lui cominciò ad agitarsi ed Ester gli fu
subito al fianco.
Si stava
svegliando e toccava a lei comunicargli quello che era successo dopo che lui
era svenuto.
Con uno
scatto l’uomo si mise a sedere sul letto e la benda che aveva sugli occhi gli
cadde. Cosa è successo? Perché non
ricordo? Perché non riesco a vedere? Era molto agitato e la donna gli prese
le mani, impedendogli di sfregarsi troppo gli occhi. Ha perso la sfida, mio signore. Ho paura che sia stato drogato e non
capisco come e quando sia successo. Ho eseguito i suoi ordini alla lettera,
anche i secondi hanno usato solo acqua che io ho consegnato loro personalmente.
Eppure ci sono riusciti. Rimase in silenzio. Sono nella mia stanza, vero? Perché sono ancora qui? La donna
sospirò. E’ solo merito di lord Sirus, è
stato lui in persona a salvarle la vita e a decidere di curarla. Ma… è stato
deciso per l’esilio, e non so altro. Sospirò la cameriera.
Sir Cortan
si rimise sdraiato, era debole e dolorante, i suoi occhi vedevano poco o nulla
e la cicatrice gli doleva terribilmente. Maledetta
quella donna, porterà alla rovina lord Aram e tutto il territorio se nessuno la
ferma, ed io non posso più fare niente. E’ stata lei personalmente a consegnare
gli elmi, soltanto lì poteva trovarsi la droga o il veleno che sia, spero
soltanto che sia una situazione passeggera. L’uomo non era mai stato così
male in tutta la sua vita, cominciò a vomitare e la febbre lo avvolse come
spire di fuoco dell’inferno.
Ester gli
teneva la testa fresca, gli passò pezze umide su tutto il corpo, lei non lo
aveva mai visto nudo ma era una donna che aveva sopportato di tutto e non ebbe
timore a compiere il suo dovere anche se il suo padrone delirava e spesso la
allontanava in malo modo mentre dalla sua bocca uscivano frasi sconnesse. E
mentre delirava raccontò la sua storia, il suo dolore e quello che lady Lucy
gli aveva chiesto, e in tutto quel delirio parlò di Aghata. Soltanto mentre
parlava della fanciulla riusciva a calmarsi e a riposare. Ester sorrideva nel
suo dolore e sapeva che soltanto quella fanciulla poteva compiere il miracolo
col suo padrone. Ci vollero ore prima che si calmasse e si addormentasse, la
temperatura era scesa e l’uomo si era addormentato col nome di Aghata sulle
labbra.
Fu una
giornata terribile per Ester, Sara le portò un po’ di cibo e le chiese se
voleva il cambio ma lei rifiutò. Accettò soltanto di lasciare il suo fianco
intanto che mangiava ascoltando che il suo respiro continuasse leggero.
Era sera
ormai, il sole stava calando dietro gli alberi formando striature rossastre. In
lontananza si potevano vedere stormi di uccelli che tornavano al nido.
Finalmente sir Cortan si era svegliato e stava meglio, la febbre era sparita ma
gli occhi ancora non vedevano altro che ombre.
Sentirono
bussare. Lord Sirus entrò, era strano vederlo da solo. Ester fece per uscire ma
il lord la fermò, poteva restare.
Come sta sir Cortan? Gli chiese il lord.
Sono stato meglio, lord Sirus. Le
ferite non sono gravi ma i miei occhi non riescono a vedere altro che ombre.
Qualcosa è successo. Gli
rispose.
Già. E’ facile capire che qualcosa ha
indebolito il suo corpo e annebbiato i suoi occhi.
Sir Cortan
non avrebbe mai osato esprimersi in quel modo davanti al lord. So che devo a lei la mia vita, sono in
debito con lei. Lord Sirus sorrise. Lo
so, e verrà il giorno in cui verrò a riscuotere il debito, ne sia sicuro. Domani all’alba dovrà lasciare questo
territorio, tutto il territorio sotto il controllo di lord Aram, dovrà uscire
dai confini e se solo verrà catturato entro i confini potrà essere arrestato e
condannato a morte. Lo sa questo, vero?
L’ex
capitano assentì.
Lord Sirus
continuò. Ho preparato una mappa che la
sua cameriera sta studiando, c’è un villaggio piuttosto lontano da qui sotto la
giurisdizione di lord Steen, un villaggio di pastori e contadini, troverà una
casupola e potrà riprendersi in salute, Ester verrà con lei visto che ha
riscattato il suo debito. Domattina troverà un carro con delle provviste e potrà
andarsene in tutta sicurezza. Ha la mia parola che nessuno le torcerà un
capello.
Sir Cortan
era pensieroso e lord Sirus se ne accorse, si aspettava dei ringraziamenti,
quell’uomo era un vero condottiero, e lui lo sapeva.
Ho una richiesta da rivolgerle, lord
Sirus… la fanciulla, vorrei portarla con noi, qui non è più al sicuro. Finalmente lo aveva detto.
Lei sa che ho passato le precedenti
notti con lei, la vuole lo stesso? Lo sguardo del lord era fisso sul viso dell’altro, anche se
non lo sapeva. Una smorfia di dolore gli attraversò il viso e la cicatrice
ricominciò a fargli male.
Voglio solo salvarla, sono pronto a
riscattare il suo debito con i lord.
Le notti che ho passato con la
fanciulla sono state molto istruttive, è una ragazza davvero eccezionale.
Domattina insieme al carro troverà anche miss Aghata. A proposito sir Cortan,
sappia che la giovane così come è entrata nelle mie stanze ne è anche uscita,
io non sono uno stupratore di fanciulle.
Sir Cortan
era confuso. Perché fa tutto questo per
me?
Lord Sirus
gli si avvicinò, affinchè solo lui potesse sentire. Perché io sono al corrente di tante cose e so che lei mi tornerà utile
in futuro. Vedendo i dubbi di sir Cortan, continuò. Come crede che riesca a tenere tutti sotto controllo? In ogni palazzo
ho delle spie, gente devota solo a me e nulla mi sfugge, nemmeno quello che
succede qui. Stanotte riposi che domattina ha un lungo viaggio da affrontare.
Salutò la
donna che stava guardando la mappa e se ne andò.
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