giovedì 24 gennaio 2019

AGHATA


AGHATA

P. QUARANTUNO







Allo stesso modo passarono i mesi fino all’anno nuovo. Sir Cortan continuava i suoi colloqui aspettando che arrivasse la primavera, era un uomo che stava pagando un debito, che conosceva il valore della parola data e l’avrebbe mantenuta fino alla fine.
Al palazzo di lord Aram la situazione era un po’ diversa.
I delegati del principe non se ne erano ancora andati. L’anno nuovo era arrivato come previsto: con tanto gelo che memoria d’uomo non ricordava.
Lord Aram si era ripreso piuttosto bene e aveva ricominciato le riunioni con i suoi uomini più fidati. Sir Mortenn non sapeva più a chi dare ascolto e sir Forsal non era richiesto alle riunioni essendo solo delegato alla sicurezza della lady. C’erano stati troppi cambiamenti in quei mesi e l’incertezza aleggiava su tutti loro, tranne che per lord Aram. Aveva chiamato anche sua moglie ed era presente a quella riunione. Erano presenti, oltre ai due lord e al capitano tutti quelli che ricoprivano vari ruoli di rilievo, perfino la governante. Prese la parola. Vi ho voluti qui, tutti quanti per ringraziarvi, e per ringraziare in prima persona mia moglie, lady Lucy che mi ha così amorevolmente accudito mentre ero malato. Ho ricevuto alcuni rapporti che mi hanno lasciato perplesso, per questo ho mandato un messaggio a lord Sirus, per chiedergli di rintracciare sir Cortan, fargli ottenere la grazia e riportarlo a palazzo. Nessuno fiatava, lady Lucy fremeva dalla rabbia che doveva contenere, tutto quello che aveva fatto per sbarazzarsi di suo marito e di quel dannato capitano non era servito a niente, quei maledetti delegati l’avevano bloccata togliendole la libertà di agire come voleva, ed ora suo marito se ne usciva con questa novità, non l’aveva nemmeno interpellata, l’aveva già relegata a stare dietro le quinte, ma ora sapeva che non era il posto adatto a lei.
Sir Mortenn si alzò in piedi, rosso di rabbia e di troppo vino bevuto. Sono io il capitano ora! Sbraitò.
Sir Cortan non tornerà come capitano, so benissimo che non può, ho richiesto la sua presenza come mio consigliere personale. Era calato il silenzio assoluto.
Questo era davvero troppo. Lady Lucy si alzò in piedi, guardò suo marito con occhi pieni di odio. Mai! Urlò. Sir Cortan non rimetterà mai più piede in questo palazzo, è stato esiliato e soltanto il principe può annullare la sentenza, nemmeno lord Sirus lo può fare. Tu hai bisogno di avere accanto qualcuno di cui fidarti, e quella persona sono io. Sono io che ho mandato avanti tutto mentre tu eri a letto e voglio avere un ruolo di primo piano nella conduzione del palazzo, me lo sono meritato.
Lord Aram guardava sua moglie, la vedeva come non l’aveva mai vista, con gli occhi spiritati e tanta rabbia nel cuore. Cosa le era successo?
Mia cara, so che ti sei data da fare al mio posto e sono qui, davanti a tutti per ringraziarti, sei stata magnifica, ma il posto di una donna, di una lady è al fianco del marito, senza interferire nelle questioni che non la riguardano, una lady deve saper stare al proprio posto, e tu lo sai bene. Le disse il marito.
La donna lo sapeva eccome, per questo aveva escogitato ogni cosa per liberarsi di lui e prenderne il posto con un altro uomo al suo fianco che potesse manovrare come intendeva. Tutto quello che aveva fatto ora era vano, niente sarebbe cambiato rispetto a prima, abbassò la testa in segno di resa, ma non si sarebbe arresa.
Non invitati arrivarono anche i quattro delegati del principe.
Come loro solito non si persero in convenevoli. Felice di vederla ristabilito, lord Aram. Ricorda il nostro incontro? Conosce il motivo per cui siamo qui? Parlava al lord ma guardava la lady.
So che state effettuando dei controlli, ero a letto quando siete arrivati ma mia moglie mi ha sempre tenuto al corrente. Gli rispose.
E’ vero, abbiamo molte cose da trasmettere al principe e non appena le strade saranno praticabili partirà un messaggero con i nostri resoconti. Noi dobbiamo rimanere, il nostro compito non è ancora finito. Concluse.
Ci potrebbe volere molto tempo prima che un cavaliere possa fare tanta strada. Rispose il lord.
Lo sappiamo, lord Aram. Fece un sospiro e una pausa. Ora doveva dare la comunicazione peggiore.
Vorrei che lei lasciasse liberi i suoi ospiti, abbiamo bisogno di parlare con lei e lady Lucy in privato. Gli disse a bassa voce.
Lord Aram provvide a lasciare tutti in libertà, sentiva una certa irrequietezza, quegli uomini erano delegati dal principe e non sembravano molto ben disposti.
Finalmente erano rimasti solo i lord. Il più anziano dei delegati consegnò una busta col sigillo del principe.
Lord Aram l’aprì incuriosito, con un leggere tremito nelle mani.
Lesse ad alta voce, così che anche sua moglie sentisse.
“A seguito dei dispacci che mi sono pervenuti e delle prove raccolte, lord Aram e lady Lucy sono immediatamente rimossi dalla posizione che ricoprono. I compiti di ordinaria amministrazione passano nelle mani dei presenti miei delegati che provvederanno a tutto con libertà di decisione su ogni questione, essi agiscono in nome e per conto mio.
Fino a quando non arriverà il nuovo lord a rilevare i compiti.
IL PRINCIPE REGNANTE.”


illustrazione di Donatella Casiraghi- diritti e proprietà riservati di Milena Ziletti

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