AGHATA
P. QUARANTUNO
Allo stesso
modo passarono i mesi fino all’anno nuovo. Sir Cortan continuava i suoi
colloqui aspettando che arrivasse la primavera, era un uomo che stava pagando
un debito, che conosceva il valore della parola data e l’avrebbe mantenuta fino
alla fine.
Al palazzo
di lord Aram la situazione era un po’ diversa.
I delegati
del principe non se ne erano ancora andati. L’anno nuovo era arrivato come
previsto: con tanto gelo che memoria d’uomo non ricordava.
Lord Aram si
era ripreso piuttosto bene e aveva ricominciato le riunioni con i suoi uomini
più fidati. Sir Mortenn non sapeva più a chi dare ascolto e sir Forsal non era
richiesto alle riunioni essendo solo delegato alla sicurezza della lady.
C’erano stati troppi cambiamenti in quei mesi e l’incertezza aleggiava su tutti
loro, tranne che per lord Aram. Aveva chiamato anche sua moglie ed era presente
a quella riunione. Erano presenti, oltre ai due lord e al capitano tutti quelli
che ricoprivano vari ruoli di rilievo, perfino la governante. Prese la parola. Vi ho voluti qui, tutti quanti per
ringraziarvi, e per ringraziare in prima persona mia moglie, lady Lucy che mi
ha così amorevolmente accudito mentre ero malato. Ho ricevuto alcuni rapporti
che mi hanno lasciato perplesso, per questo ho mandato un messaggio a lord
Sirus, per chiedergli di rintracciare sir Cortan, fargli ottenere la grazia e
riportarlo a palazzo. Nessuno fiatava, lady Lucy fremeva dalla rabbia che
doveva contenere, tutto quello che aveva fatto per sbarazzarsi di suo marito e
di quel dannato capitano non era servito a niente, quei maledetti delegati
l’avevano bloccata togliendole la libertà di agire come voleva, ed ora suo
marito se ne usciva con questa novità, non l’aveva nemmeno interpellata,
l’aveva già relegata a stare dietro le quinte, ma ora sapeva che non era il
posto adatto a lei.
Sir Mortenn
si alzò in piedi, rosso di rabbia e di troppo vino bevuto. Sono io il capitano ora! Sbraitò.
Sir Cortan non tornerà come capitano,
so benissimo che non può, ho richiesto la sua presenza come mio consigliere
personale. Era
calato il silenzio assoluto.
Questo era
davvero troppo. Lady Lucy si alzò in piedi, guardò suo marito con occhi pieni
di odio. Mai! Urlò. Sir Cortan non rimetterà mai più piede in
questo palazzo, è stato esiliato e soltanto il principe può annullare la
sentenza, nemmeno lord Sirus lo può fare. Tu hai bisogno di avere accanto
qualcuno di cui fidarti, e quella persona sono io. Sono io che ho mandato
avanti tutto mentre tu eri a letto e voglio avere un ruolo di primo piano nella
conduzione del palazzo, me lo sono meritato.
Lord Aram
guardava sua moglie, la vedeva come non l’aveva mai vista, con gli occhi
spiritati e tanta rabbia nel cuore. Cosa le era successo?
Mia cara, so che ti sei data da fare
al mio posto e sono qui, davanti a tutti per ringraziarti, sei stata magnifica,
ma il posto di una donna, di una lady è al fianco del marito, senza interferire
nelle questioni che non la riguardano, una lady deve saper stare al proprio
posto, e tu lo sai bene. Le disse il marito.
La donna lo
sapeva eccome, per questo aveva escogitato ogni cosa per liberarsi di lui e
prenderne il posto con un altro uomo al suo fianco che potesse manovrare come
intendeva. Tutto quello che aveva fatto ora era vano, niente sarebbe cambiato
rispetto a prima, abbassò la testa in segno di resa, ma non si sarebbe arresa.
Non invitati
arrivarono anche i quattro delegati del principe.
Come loro
solito non si persero in convenevoli. Felice
di vederla ristabilito, lord Aram. Ricorda il nostro incontro? Conosce il
motivo per cui siamo qui? Parlava al lord ma guardava la lady.
So che state effettuando dei
controlli, ero a letto quando siete arrivati ma mia moglie mi ha sempre tenuto
al corrente. Gli
rispose.
E’ vero, abbiamo molte cose da
trasmettere al principe e non appena le strade saranno praticabili partirà un
messaggero con i nostri resoconti. Noi dobbiamo rimanere, il nostro compito non
è ancora finito. Concluse.
Ci potrebbe volere molto tempo prima
che un cavaliere possa fare tanta strada. Rispose il lord.
Lo sappiamo, lord Aram. Fece un sospiro e una pausa. Ora
doveva dare la comunicazione peggiore.
Vorrei che lei lasciasse liberi i
suoi ospiti, abbiamo bisogno di parlare con lei e lady Lucy in privato. Gli disse a bassa voce.
Lord Aram
provvide a lasciare tutti in libertà, sentiva una certa irrequietezza, quegli
uomini erano delegati dal principe e non sembravano molto ben disposti.
Finalmente
erano rimasti solo i lord. Il più anziano dei delegati consegnò una busta col
sigillo del principe.
Lord Aram
l’aprì incuriosito, con un leggere tremito nelle mani.
Lesse ad
alta voce, così che anche sua moglie sentisse.
“A seguito dei dispacci che mi sono
pervenuti e delle prove raccolte, lord Aram e lady Lucy sono immediatamente
rimossi dalla posizione che ricoprono. I compiti di ordinaria amministrazione
passano nelle mani dei presenti miei delegati che provvederanno a tutto con
libertà di decisione su ogni questione, essi agiscono in nome e per conto mio.
Fino a quando non arriverà il nuovo
lord a rilevare i compiti.
IL PRINCIPE REGNANTE.”
illustrazione di Donatella Casiraghi- diritti e proprietà riservati di Milena Ziletti
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