mercoledì 23 gennaio 2019

AGHATA


AGHATA

P. QUARANTA






Al palazzo di lord Aram settembre passò lentamente. I delegati del principe svolgevano il loro compito senza dare nessuna informazione sul loro operato. Lady Lucy era furibonda, inoltre lord Aram stava lentamente riacquistando parte di lucidità mentale e per la lady cominciava ad essere più difficoltoso comandare come si era abituata a fare.
Nella residenza invernale del principe settembre era trascorso all’insegna di vari colloqui che sir Cortan aveva con vari personaggi, alcuni li vedeva solo per poche ore, altri per pochi giorni, quello che non aveva ancora visto era il principe, era lì da un mese ma del principe nessuna traccia. I lord erano stati di parola, riceveva notizia di Aghata e lui, posando la mano sul cuore sentiva che stava bene, il desiderio di rivederla era come una fitta che gli trapassava il costato. Non l’avrebbe mai più lasciata, mai più, per nessun motivo.
Ottobre era quasi finito nella solita routine, lady Lucy impazziva dall’impazienza, suo marito stava riprendendo sempre di più in mano le redini del comando e quei maledetti delegati non avevano ancora finito il loro lavoro.
Era una giornata fredda e ventosa, sugli alberi non era rimasta nemmeno una foglia e dai rami piegati dal vento sembrava scaturire un suono che dilaniava il cuore, ma lady Lucy non sentiva altro che la sua pazzia.
Decise di raggiungere i delegati nel loro studio, senza farsi annunciare. Davanti alla porta bussò e non sentendo nulla entrò. Quattro teste si alzarono dai loro registri e tutti gli occhi si puntarono su di lei. La donna prese fiato e li raggiunse mentre quelli nascondevano alla vista quello che avevano davanti, cosa che irritò maggiormente la donna.
Buon pomeriggio, lady Lucy, cosa possiamo fare per lei? Era sempre il più anziano a prendere la parola.
Buon pomeriggio a voi, chiedo scusa per il disturbo ma volevo informazioni. Il tuono della sua voce era sempre dolce.
Che tipo di informazione desidera, mia signora? Le parole erano gentili ma il tono era molto formale.
Siete qui da parecchie settimane, avevate detto che il vostro lavoro si sarebbe risolto in breve tempo, ci sono dei problemi che devo conoscere? Chiese gentilmente.
Nessun problema, lady Lucy, solo interruzioni causate da vari intoppi.
La donna alzò una sopracciglia in attesa di sapere il seguito.
L’uomo più anziano continuò. Purtroppo ci sono problemi di salute che ci hanno costretto a rimandare molti lavori, inoltre il freddo e l’umidità ha reso pericoloso affrontare certi luoghi, speriamo che il gelo che sta arrivando non ci costringa a rimanere fino alla primavera. E’ forse un problema per voi e lord Aram? Disse gentilmente.
Mio marito ed io siamo felici di ospitarvi, su questo non si discute. Rispose la donna.
Allora è tutto a posto, siamo ben accuditi, proseguiamo il nostro lavoro nella massima libertà e non possiamo chiedere di più. Buon pomeriggio lady Lucy. E riprese a leggere quello che aveva davanti.
La donna fremeva, si sentiva prigioniera in casa propria e non poteva fare niente per liberarsi da quella catena. Buon pomeriggio a voi, fatemi sapere se vi serve altro. E uscì.
Nel mese di novembre non ci fu molto di diverso, a parte un fatto accaduto a sir Cortan. Era circa metà mese, aveva trascorso una giornata con alcuni uomini che lo avevano assillato più del solito con domande che riteneva vuote e senza senso, alle quali aveva cercato di rispondere con educazione. Era stanco di quella situazione, si chiedeva spesso cosa ci facesse lì, lontano da tutto e da tutti, sentiva che c’erano cose che non gli venivano dette e lui, uomo di specchiata virtù soffriva nel rendersi conto di essere usato per scopi a lui ignoti, perché questo lo aveva capito, lui serviva per qualcosa che non gli avevano ancora rivelato.
Corrucciato e nervoso entrò nella sua stanza. Chiuse la porta e si bloccò di colpo. Nel suo letto c’era una splendida fanciulla. Lui rimase dov’era. Chi è lei? Che ci fa nel mio letto? Il tono non era dei più amichevoli.
Sono miss Elle, sono qui per lei. Così dicendo si mise a sedere mentre il lenzuolo le cadeva e lasciava scoperti magnifici seni. Era impossibile anche per lui non rendersi conto di quanto fosse bella, coi capelli bruni e gli occhi scuri, la pelle bianchissima era una rarità.
Ora scendo nel salone a bere un boccale di vino caldo. Quando risalgo non la voglio trovare qui, e non ritorni. Uscì senza aver fatto nemmeno un passo oltre la porta.
Rimase coi soldati per un’ora, non voleva rischiare di ritrovarla ancora là. Si decise a risalire, aprì la porta e trasse un sospiro, se ne era andata.
Andò nello spogliatoio e si preparò per la notte. Si distese nel letto aspettando il momento di risentire il cuore della sua amata ma quello che vi trovò fu il profumo di quella ragazza. Si rimise in piedi e con rabbia tolse le lenzuola, le buttò fuori dalla porta e quella notte dormì davanti al camino, così come in passato aveva fatto Aghata. Sorrise mentre il suo pensiero andava a lei, il tempo stava passando, anche se lentamente e la sua felicità sarebbe presto stata completa.
Buonanotte, miss Aghata, amore mio.


illustrazione di Donatella Casiraghi - diritti e proprietà riservati di Milena Ziletti

Nessun commento:

Posta un commento