martedì 22 gennaio 2019

AGHATA


AGHATA

P. TRENTANOVE







Le voci dell’arrivo dei delegati del principe si erano diffuse rapidamente. Le stanze erano state preparate e le cameriere da destinare al loro servizio erano state scelte dalla governante con estrema attenzione.
Arrivarono a palazzo il venti settembre sotto un acquazzone terribile. Erano in quattro, come si aspettavano, e vennero fatti subito accomodare nei loro alloggi.
Avrebbero cenato con i lord per metterli al corrente di quello che intendevano fare per poi iniziare subito il loro compito.
La cena era solo per loro sei. Lord Aram era piuttosto stralunato ma riusciva a mantenersi eretto e a fare qualche discorso, lady Lucy interveniva spesso e faceva molto bene la parte della moglie devota e preoccupata.
Domani inizieremo il nostro lavoro, mentre il delegato più anziano andrà a controllare i registri dal vostro scrivano, noi controlleremo il palazzo, ultimamente si sono verificati dei crolli in vari palazzi e il principe non vuole che si ripeta, per questo siamo qui. Dopo andremo anche in altri luoghi. Vi dico questo perché non voglio che pensiate che sarete gli unici ad essere sotto osservazione. Ora ci ritiriamo e vi ringraziamo per l’ottima accoglienza, anche le stanze che ci avete riservato sono di nostro gradimento, ne terremo conto nel nostro resoconto finale. Salutarono di nuovo e se ne andarono.
Lord Aram si rivolse a sua moglie. Mia cara, perché sono qui? La donna lo guardò e addolcì lo sguardo. Fanno solo dei controlli, non ti devi dare pena, se ne andranno presto, lo sai bene che abbiamo tutto a posto. Chiamò la cameriera e lo fece accompagnare nelle sue stanze.
Lei rimase seduta a pensare. Non aveva creduto nemmeno ad una parola di quello che avevano detto quegli uomini, la sua frustrazione cresceva ogni giorno di più, sapeva che non poteva esporsi con la delegazione, erano mandati dal principe ed erano intoccabili, doveva fare in modo che se ne andassero al più presto. Ma cosa volevano veramente? Cosa cercavano? Qualcuno aveva parlato con i lord? Il suo sospetto si ingigantiva e avrebbe voluto frustare qualcuno per farlo parlare e lo avrebbe fatto, oh se lo avrebbe fatto! Non appena quelli se ne fossero andati. Si ricompose, doveva fare buon viso e lo avrebbe fatto, nessuno poteva distoglierla da quello che voleva, nessuno!
Al castello del principe sir Cortan non riusciva ad adattarsi. Non capiva cosa volessero da lui, aveva il sospetto che lo volessero lontano dal territorio di lord Aram e nient’altro. Passava le giornate parlando con persone sconosciute di vari argomenti. Era ricorrente che gli chiedessero cosa pensasse di varie situazioni, come si sarebbe comportato in talune circostanze, come avrebbe deciso varie dispute, si sentiva ogni giorno sotto esame. L’unico beneficio era che il tempo trascorreva e i sei mesi sarebbero finiti. Era trattato come un ospite di riguardo, non gli mancava nulla ma gli mancava tutto. Quando si sdraiava la sua mano correva al petto ad ascoltare il battito dell’altro cuore e, finchè lo avesse sentito battere sereno lui avrebbe mantenuto la parola e continuato il suo compito.
Aveva chiesto di potersi allenare per mantenersi in forma anche fisicamente, tutte quelle chiacchiere lo stordivano, lui era un uomo d’azione e sapeva bene che non era fatto per sottili giochi di potere, anche se fino a quel momento nessuno gli aveva chiesto di fare o dire qualcosa che non fosse quello che lui voleva.
C’erano molte belle fanciulle e, come succedeva nel palazzo di lord Aram anche qui c’erano vari amoreggiamenti, qualcuna aveva provato a farsi avanti, a fargli capire la disponibilità ma lui aveva sempre rifiutato con garbo, nessuna avrebbe preso nemmeno per un istante il posto di Aghata, la sua dolce ragazza. Ogni volta che la pensava la sua cicatrice gli doleva, avrebbe voluto sentire le sue labbra mentre baciavano quel segno che tanto lo aveva condizionato, si chiedeva spesso cosa amasse di lui quella splendida fanciulla, forse lei vedeva qualcosa che lui non riusciva a trovare, ma non gli importava, gli importava solo che la primavera arrivasse in fretta per andare a riprendersela.
Venne raggiunto da un paggio del principe. Sir Cortan, Sua Altezza domani parte per la residenza invernale per alcune settimane e chiede la sua compagnia, si faccia trovare pronto.
Mentre sir Cortan, senza nemmeno rendersene conto imparava dettagli che fino a quel momento lo avevano solo sfiorato Aghata trascorreva il suo tempo in solitudine.
Sara era stata felice di rivederla, avrebbe voluto chiederle di lei ma la governante era stata categorica: nessuna di loro doveva fare amicizia con Aghata, per questo passavano poco tempo insieme e la serva era felice di vedere che la sua amica stava bene.
Aghata passava il suo tempo nella stanza delle cameriere personali della lady, non faceva null’altro che stare seduta, questo la intristiva ma non poteva farci niente. Nessuna osava fare domande, tutte avevano visto come la loro padrona si era incattivita negli ultimi tempi e non avevano nessuna intenzione di incorrere nella sua ira che ben conoscevano.
I delegati del principe avevano iniziato i loro compiti. Erano lì già da dieci giorni e, tranne che formali saluti ai padroni di casa non si mischiavano con nessuno. Lady Lucy aveva provato velatamente a conquistare la loro fiducia o interrogare qualcuno già sentito da loro, ma aveva trovato un muro di omertà.
Mantenere la calma, per lady Lucy diventava sempre più difficile.


illustrazione di Donatella Casiraghi - diritti e proprietà riservati di Milena Ziletti

Nessun commento:

Posta un commento