IL PAESE DEI PAZZI
C’era una
volta, ma c’è ancora oggi, un paese meraviglioso. Era abitato da tanta gente
strana ed era relegato sotto una immensa bolla trasparente dalla quale nessuno
poteva uscire. Sulla cupola di quella bolla c’era una grande insegna sempre
accesa perché tutti dovevano sapere. Lampeggiava di luci colorate a seconda se
fosse chiaro o buio e recitava “IL PAESE DEI PAZZI”.
Fuori da
quella bolla la gente si dannava per vivere. C’era chi lavorava 20 ore al
giorno, chi si prostituiva per pagarsi l’abito firmato, chi faceva il politico
e fregava tutti quanti, chi rubava, chi predicava il bene e si comportava al
contrario, chi faceva guerre per dimostrare la superiorità e, soprattutto c’era
una gara a chi fosse il più furbo in assoluto.
Nel Paese
dei Pazzi, invece, tutto questo non esisteva. Ognuno, dentro quella bolla
poteva fare quello che desiderava, alla loro vita e alla loro sussistenza ci
pensava la Regina dei Pazzi. Faceva freddo e si voleva uscire in pigiama?
Volevi danzare appeso ai rami di un albero? Avevi fame alle tre di notte?
Nessun problema, non c’erano limitazioni tranne una, e su questa la Regina era
inflessibile: potevi fare tutto quello che ti pareva ma nel RISPETTO degli altri.
Una semplicissima regola da seguire, soltanto una, ma funzionava alla grande.
Erano derisi
da quelli che stavano fuori. I “sapientoni” erano stati soprannominati dai
matti, quelli che erano disposti a tutto pur di emergere e avere successo,
costi quel che costi. Avevano perduto il senso della misura.
Le loro vite
scorrevano in parallelo senza mai incontrarsi e tutti ne erano soddisfatti.
Un giorno un
bambino bussò per entrare nel Paese dei Pazzi e chiese di parlare con la Regina
che lo ricevette volentieri.
“Cosa vuoi,
piccolo uomo?”
Il bambino
si guardò, mai aveva pensato di essere un piccolo uomo, tutti gli dicevano che
aveva una grande mente e che avrebbe avuto molto successo nella vita.
“Voglio
venire a stare con voi.”
“Perché?”
“Perché là
fuori, sono tutti matti!”
“Ohibò! Non
è che ti stai sbagliando, piccolo uomo? E’ questo il Paese dei Pazzi.”
“Regina, io
sono un bambino ma voglio crescere e vivere LIBERO, e questo lo posso fare solo
qui, là fuori non esiste più Libertà,
sono tutti impazziti per il denaro, il potere, il sesso, e perfino per la
tecnologia. Io voglio essere solo un bambino che cresce in un mondo migliore, e
questo mondo è proprio qui con voi.”
“Sei sicuro
di voler essere un mio suddito? Qui sono io la Regina, le regole le faccio rispettare.”
“E’ proprio
perché voglio delle regole da rispettare, e che TUTTI rispettino che desidero
stare qui, ti prego, Regina, non rimandarmi là fuori.”
La Regina lo
accontentò e venne accolto nel Paese dei Pazzi. Fu un successo l’averlo
accolto, perché quel bambino, crescendo imparò i veri valori della vita e alla
fine, con l’esempio e il suo comportamento RISPETTOSO divenne il Re dei Matti,
affinchè la storia non avesse mai fine.
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