AGHATA
P. TRENTOTTO
Raggiunse la
stanza di suo marito e quello si era già appisolato. Aveva strappato il sigillo
e lei prese il foglio.
“Il consiglio informa la Signoria Vostra
che fra una settimana arriveranno quattro delegati del principe a controllare i
registri e le strutture del palazzo. La Signoria Vostra è pregata di preparare
stanze degne al loro lignaggio e uno studio dove possano riunirsi. Dovranno
avere libero accesso in ogni angolo del palazzo e di tutto il territorio che
loro decideranno, dovranno essere trattati con la massima cura e risponderanno
soltanto a Sua Altezza del loro operato. Con ossequi. Il consiglio dei lord.”
Lady Lucy
teneva in mano quel pezzo di carta mentre il suo cervello ribolliva di rabbia e
di frustrazione. Non era mai successo che il principe mandasse degli ispettori
e questo la rendeva furiosa. Possibile che sorgesse ogni giorno qualche
problema? Lord Aram russava sonoramente e lei lo guardò con disgusto, ogni
responsabilità era sulle sue spalle e lo aveva tanto desiderato, ma non aveva
immaginato che potesse essere così difficile portare a termine il suo piano.
Sembrava che da quando sir Cortan se ne era andato ogni cosa prendesse una
piega inversa a quello che lei desiderava.
Si fermò
davanti alla finestra a guardare fuori. Non vedeva gli alberi che si stavano
spogliando o il vento che cullava le fronde, o le nuvole che si rincorrevano
beate nel cielo infinito accogliendo stormi di uccelli migratori che formavano
disegni scuri sull’azzurro del cielo. Non vedeva altro che quello che si era
prefissata. Ci mancava così poco per ottenerlo ed ora questo intoppo. La sua
mente ferveva e cercava soluzioni, le avrebbe trovate, come sempre, ne era
sicura. Rimase parecchi minuti ad osservare il vuoto fuori dalla finestra
ascoltando il russare di suo marito.
Con uno
scatto ritornò verso il letto ad osservare quell’uomo che odiava e disprezzava.
Mise il messaggio sul tavolo e scese nel suo appartamento. Aprì lo scomparto
delle fiale e ne prese una. Non avrei mai
pensato di doverla usare. Disse a se stessa, se la infilò nella scollatura,
in mezzo ai seni e risalì da suo marito.
Svegliò suo
marito e ordinò alla cameriera di portare loro il tè. Lord Aram aveva ancora la
mente piuttosto annebbiata ma era piacevolmente sorpreso di quell’incontro.
Lady Lucy lo aiutò a tornare a letto e fece portare via il vassoio. Ci
sarebbero voluti alcuni giorni perché suo marito ritornasse un pochino in sé,
odiava doverlo ammettere ma aveva ancora bisogno di lui, anche se sapeva che lo
poteva manipolare a suo piacimento.
Arrivarono i
due capitani che aveva mandato a chiamare e li mise al corrente dell’arrivo dei
delegati del principe, diede loro istruzioni e li congedò senza aggiungere
nemmeno uno sguardo.
Istruì anche
la governante e la congedò velocemente.
Ora doveva
sistemare quella piccola sgualdrina. Attraversò vari corridoi prima di giungere
davanti alla porta sorvegliata da due guardie. Entrò e trovò la ragazza seduta
al solito posto davanti alla finestra con Ghiro sulle gambe. Il gatto scattò in
camera, come se presagisse niente di buono.
Aghata si
alzò e fece un lieve inchino. La donna la osservava, avrebbe voluto scorgere
almeno un segno di infelicità su quel bellissimo volto ma non ebbe
soddisfazione e questo la fece infuriare ancora di più. Aveva quasi toccato il
limite dell’autocontrollo e non vedeva l’ora di sfogarsi su qualcuno.
Ti trovo bene, vedo che ti piace
stare qui. Le disse
dolcemente la donna.
Come può stare bene una prigioniera. Le rispose la fanciulla.
Le due donne
si fissavano da debita distanza, la più vecchia fece alcuni passi e si
avvicinò. Entrò anche sir Forsal e affiancò la lady.
Ci sono dei cambiamenti che ti devo
comunicare. C’è in arrivo una delegazione del principe per alcuni giorni,
rimarranno nostri ospiti e controlleranno il palazzo e non ti devono trovare
qui. I suoi occhi
non si staccavano dal viso della ragazza. Da
domani riprenderai servizio come mia cameriera e non dirai niente a nessuno
della tua situazione, altrimenti sir Forsal farà visita ai tuoi genitori e ti
porterà le loro teste!
Gli occhi
verdi di Aghata si fissarono in quelli della lady e, come sapeva fare lei riuscì
a leggerle la mente, quello che vide la spaventò, quella donna aveva macchie di
pazzia nella mente, di cattiveria e di vendetta. Quello che più spaventò la
giovane fu constatare che quella donna non aveva freni inibitori, doveva averli
persi da tempo. Cercò di mantenersi calma ma il suo cuore accelerò pensando ai
suoi genitori, al desiderio grande che aveva di rivederli. Non avrebbe fatto
nulla per metterli in pericolo, era certa che sir Cortan sarebbe arrivato e lei
lo avrebbe atteso a costo di qualsiasi sacrificio.
Farò ogni cosa mi ordinerà, lady
Lucy. Le rispose
semplicemente.
Seguirai gli ordini della governante
e parlerai solo con lei. Alla prima mossa falsa ordinerò a sir Forsal di dare
seguito a quello che ho detto.
Non aspettò
nemmeno un secondo, le girò le spalle e uscì insieme al suo amante.
Cosa succede, mia cara? Le chiese il capo della sua scorta.
Niente di cui preoccuparsi, dobbiamo
solo avere più pazienza, tutto andrà come stabilito. Ti aspetto nella mia
camera stasera dopo il pasto. Gli disse accarezzandogli il viso.
Illustrazione di Donatella Casiraghi. Diritti e proprietà riservati di Milena Ziletti
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