AGHATA
P. VENTICINQUE
La luce di
un’alba dorata entrava dalla finestra. Sir Cortan si alzò dal letto, non aveva
dormito nemmeno per un minuto. Si sciacquò il viso e andò al camino, la
fanciulla era ancora addormentata, chissà cosa le avevano dato per farla
dormire a quel modo. Presto avrebbero scoperto che lui aveva liberato Aghata e
aspettava di vederne la reazione.
Entrò Ester
con la colazione e un secchio di acqua calda, salutò il suo padrone e cominciò
a ripulire la ragazza, per quanto poteva. Cosa
succederà ora? Gli chiese la donna. Ancora
non lo so, ma lo scoprirò molto presto. Le rispose. Mangiò in silenzio
osservando la sua cameriera lavare e sistemare la ragazza. Ancora una volta si
chiese il motivo di tanto accanimento della lady verso una fanciulla innocente,
scosse la testa, rifece le raccomandazioni ad Ester e uscì.
Si stava
addestrando in cortile con tutti i suoi uomini migliori quando il drappello al
completo della scorta di lady Lucy arrivò in assetto di combattimento. Sir
Forsal si fece avanti e quelli smisero di incrociare le armi. Sir Cortan
aspettò che l’altro lo raggiungesse. Tu
hai qualcosa che non ti appartiene. Gli rinfacciò sir Forsal. Non so a che cosa ti riferisci, ma se parli
di una persona e non di una cosa è possibile che sia vero. Rispose il
capitano con tutta la calma che riusciva a mantenere. Sono venuto a riprenderla, ho ordini precisi e tu non c’entri in questa
faccenda, o il lord si sarebbe rivolto a te. Rimarcò l’altro. Ho seri dubbi che i tuoi ordini arrivino da
lord Aram, ed io aspetterò il suo ritorno e solo a lui risponderò delle mie
azioni, ora puoi anche tornare da dove sei venuto. E gli voltò le spalle tornando dai suoi
uomini. I suoi soldati fecero un passo avanti con la spada sguainata, sir
Cortan si voltò e vide che la scorta della lady era pronta per un attacco, ma
quando videro le armi di quei valorosi combattenti la rinfoderarono. Sir Forsal
aveva occhi di fuoco. Verrà anche la tua
disfatta, capitano, intanto fa in modo che non capiti niente a quella ragazza o
ne risponderai di persona. Fece segno ai suoi uomini di seguirlo e se ne
andarono.
Ormai tutti
si erano accorti che qualcosa era successo e da quando il vice capitano aveva
lanciato la sfida erano molto preoccupati, conoscevano il valore di sir Cortan
ma non erano tranquilli. Nessuno di loro osò chiedere spiegazioni e ripresero
l’allenamento.
La giornata
passò come tutte le altre ma sir Cortan non vedeva l’ora di tornare nelle sue
stanze. Rimase a lungo con i suoi subalterni e, finalmente potè raggiungere il
suo alloggio.
Il piccolo
tavolo era apparecchiato per due, Ester come lo vide entrare lo salutò e li
lasciò soli, era giusto che si parlassero e lei era stanca.
Cominciarono
a mangiare in silenzio, gli occhi dell’uomo non riuscivano a staccarsi dal viso
della ragazza e faticava perfino ad inghiottire dalla forte emozione che
provava.
Non la ringrazierò mai abbastanza per
quello che fa per me, sir Cortan. Posso solo dirle che io non fatto niente di
male. Era solo un
bisbiglio. Questo lo so, lady Lucy l’ha
presa di mira per qualcosa che io ho fatto, mi conosce bene e sa che non
sopporto troppo le ingiustizie. Le disse senza aggiungere altro. Deve aver sentito il mio cuore o non mi
avrebbe trovata, lei deve avere un cuore generoso, l’ho capito subito. Gli
disse la ragazza. L’uomo non sapeva come rispondere, troppe cose gli stavano
capitando e lui non riusciva a capirle, sapeva solo che quella fanciulla lo
attraeva ma non avrebbe mai avuto il coraggio di dirglielo. Discuteremo della faccenda quando tornano i
lord, per ora le chiedo di non lasciare le mie stanze, sanno che si trova qui
ma non avranno il coraggio di entrare. Lord Aram saprà come superare questa
situazione. Le disse, ben sapendo che non ne era affatto sicuro.
Finito di
mangiare Aghata si sistemò al suo posto, davanti al camino con le spalle
girate. Ascoltava i rumori della stanza, sir Cortan che si lavava nel piccolo
spogliatoio, lui che oscurava le finestre con le pesanti tende e il letto
scricchiolare quando si coricò. Nessuno dei due dormiva e ne erano ben consci
entrambi. Il silenzio era rotto solo dai loro respiri. L’uomo, reduce dalla
precedente notte insonne e dall’intenso allenamento della giornata si
addormentò per primo. Aghata se ne accorse, scostò la coperta e si alzò. Si
avvicinò al letto e osservò il viso di quell’uomo che l’aveva salvata più di
una volta. La stanza era rischiarata soltanto dalle fiamme basse del camino ma
erano sufficienti. Stava immobile di fianco al letto, osservava la mente del
capitano come mai aveva fatto. Allungò la mano verso di lui, senza toccarlo,
sentiva il suo calore sprigionarsi dal corpo. Socchiuse gli occhi e cominciò a
muovere la mano sopra la sua testa, gli leggeva i pensieri, le emozioni, le
paure, e capì di più di quell’uomo di quello che già sapeva.
Tornò al suo
posto cercando di dormire, ma aveva già dormito a lungo in quel pozzo ed ora
non ci riusciva. Pensò alla sua casa, ai suoi genitori, al suo cane, alla
scogliera e desiderò con tutto il cuore di tornarci al più presto, sapeva che
stava succedendo qualcosa, qualcosa che le avrebbe cambiato la vita, avrebbe
voluto vedere oltre ma non ci riusciva. Lentamente i suoi occhi si chiusero e
si addormentò volando con i gabbiani sopra il mare.
Furono
giorni tutti uguali quelli che si succedettero. Lord Aram e lady Lucy stavano
tornando con lord Sirus, ancora un giorno.
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