venerdì 4 gennaio 2019

AGHATA


AGHATA

P. VENTICINQUE







La luce di un’alba dorata entrava dalla finestra. Sir Cortan si alzò dal letto, non aveva dormito nemmeno per un minuto. Si sciacquò il viso e andò al camino, la fanciulla era ancora addormentata, chissà cosa le avevano dato per farla dormire a quel modo. Presto avrebbero scoperto che lui aveva liberato Aghata e aspettava di vederne la reazione.
Entrò Ester con la colazione e un secchio di acqua calda, salutò il suo padrone e cominciò a ripulire la ragazza, per quanto poteva. Cosa succederà ora? Gli chiese la donna. Ancora non lo so, ma lo scoprirò molto presto. Le rispose. Mangiò in silenzio osservando la sua cameriera lavare e sistemare la ragazza. Ancora una volta si chiese il motivo di tanto accanimento della lady verso una fanciulla innocente, scosse la testa, rifece le raccomandazioni ad Ester e uscì.
Si stava addestrando in cortile con tutti i suoi uomini migliori quando il drappello al completo della scorta di lady Lucy arrivò in assetto di combattimento. Sir Forsal si fece avanti e quelli smisero di incrociare le armi. Sir Cortan aspettò che l’altro lo raggiungesse. Tu hai qualcosa che non ti appartiene. Gli rinfacciò sir Forsal. Non so a che cosa ti riferisci, ma se parli di una persona e non di una cosa è possibile che sia vero. Rispose il capitano con tutta la calma che riusciva a mantenere. Sono venuto a riprenderla, ho ordini precisi e tu non c’entri in questa faccenda, o il lord si sarebbe rivolto a te. Rimarcò l’altro. Ho seri dubbi che i tuoi ordini arrivino da lord Aram, ed io aspetterò il suo ritorno e solo a lui risponderò delle mie azioni, ora puoi anche tornare da dove sei venuto.  E gli voltò le spalle tornando dai suoi uomini. I suoi soldati fecero un passo avanti con la spada sguainata, sir Cortan si voltò e vide che la scorta della lady era pronta per un attacco, ma quando videro le armi di quei valorosi combattenti la rinfoderarono. Sir Forsal aveva occhi di fuoco. Verrà anche la tua disfatta, capitano, intanto fa in modo che non capiti niente a quella ragazza o ne risponderai di persona. Fece segno ai suoi uomini di seguirlo e se ne andarono.
Ormai tutti si erano accorti che qualcosa era successo e da quando il vice capitano aveva lanciato la sfida erano molto preoccupati, conoscevano il valore di sir Cortan ma non erano tranquilli. Nessuno di loro osò chiedere spiegazioni e ripresero l’allenamento.
La giornata passò come tutte le altre ma sir Cortan non vedeva l’ora di tornare nelle sue stanze. Rimase a lungo con i suoi subalterni e, finalmente potè raggiungere il suo alloggio.
Il piccolo tavolo era apparecchiato per due, Ester come lo vide entrare lo salutò e li lasciò soli, era giusto che si parlassero e lei era stanca.
Cominciarono a mangiare in silenzio, gli occhi dell’uomo non riuscivano a staccarsi dal viso della ragazza e faticava perfino ad inghiottire dalla forte emozione che provava.
Non la ringrazierò mai abbastanza per quello che fa per me, sir Cortan. Posso solo dirle che io non fatto niente di male. Era solo un bisbiglio. Questo lo so, lady Lucy l’ha presa di mira per qualcosa che io ho fatto, mi conosce bene e sa che non sopporto troppo le ingiustizie. Le disse senza aggiungere altro. Deve aver sentito il mio cuore o non mi avrebbe trovata, lei deve avere un cuore generoso, l’ho capito subito. Gli disse la ragazza. L’uomo non sapeva come rispondere, troppe cose gli stavano capitando e lui non riusciva a capirle, sapeva solo che quella fanciulla lo attraeva ma non avrebbe mai avuto il coraggio di dirglielo. Discuteremo della faccenda quando tornano i lord, per ora le chiedo di non lasciare le mie stanze, sanno che si trova qui ma non avranno il coraggio di entrare. Lord Aram saprà come superare questa situazione. Le disse, ben sapendo che non ne era affatto sicuro.
Finito di mangiare Aghata si sistemò al suo posto, davanti al camino con le spalle girate. Ascoltava i rumori della stanza, sir Cortan che si lavava nel piccolo spogliatoio, lui che oscurava le finestre con le pesanti tende e il letto scricchiolare quando si coricò. Nessuno dei due dormiva e ne erano ben consci entrambi. Il silenzio era rotto solo dai loro respiri. L’uomo, reduce dalla precedente notte insonne e dall’intenso allenamento della giornata si addormentò per primo. Aghata se ne accorse, scostò la coperta e si alzò. Si avvicinò al letto e osservò il viso di quell’uomo che l’aveva salvata più di una volta. La stanza era rischiarata soltanto dalle fiamme basse del camino ma erano sufficienti. Stava immobile di fianco al letto, osservava la mente del capitano come mai aveva fatto. Allungò la mano verso di lui, senza toccarlo, sentiva il suo calore sprigionarsi dal corpo. Socchiuse gli occhi e cominciò a muovere la mano sopra la sua testa, gli leggeva i pensieri, le emozioni, le paure, e capì di più di quell’uomo di quello che già sapeva.
Tornò al suo posto cercando di dormire, ma aveva già dormito a lungo in quel pozzo ed ora non ci riusciva. Pensò alla sua casa, ai suoi genitori, al suo cane, alla scogliera e desiderò con tutto il cuore di tornarci al più presto, sapeva che stava succedendo qualcosa, qualcosa che le avrebbe cambiato la vita, avrebbe voluto vedere oltre ma non ci riusciva. Lentamente i suoi occhi si chiusero e si addormentò volando con i gabbiani sopra il mare.
Furono giorni tutti uguali quelli che si succedettero. Lord Aram e lady Lucy stavano tornando con lord Sirus, ancora un giorno.

illustrazione di Donatella Casiraghi - Diritti e proprietà riservati di Milena Ziletti

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