giovedì 3 gennaio 2019

AGHATA


AGHATA

P. VENTIQUATTRO





Silenzioso ma veloce attraversò tutto il parco dirigendosi verso un lembo di terra piena di sterpaglie. Si fermò a riprendere fiato prima di giungere sul posto e si fermò dietro un albero per osservare. Era buio, soltanto le stelle e un piccolo spicchio di luna non bastavano a rischiarare ma, poco distante un piccolo fuoco era acceso e potè vedere due uomini seduti che bevevano. Cautamente e senza far rumore si avvicinò, voleva ascoltare quello che dicevano ma parlavano di facezie e di donne. Doveva decidere cosa fare. Dopo tutto era il capitano delle guardie, il braccio destro di lord Aram e quelli erano due uomini sul suolo sotto la sua giurisdizione. Si mise con la schiena eretta, portò la mano all’elsa della spada e li raggiunse.
Quelli fecero un salto dallo spavento, non aspettavano il cambio fino al mattino dopo. Cosa ci fate qui? Chiese con cipiglio severo, intanto li osservava cercando di anticiparne le mosse. Siamo a guardia del pozzo, non sappiamo altro, ci pagano per stare qui. Risposero un po’ intimiditi. A chi state facendo la guardia? Il capitano faticava a mantenere il sangue freddo. Non lo sappiamo, probabilmente un criminale, altrimenti non lo avrebbero messo in quel buco che non viene usato da anni. Rispose uno di loro. E chi vi paga? La sua voce sembrava provenire da una caverna e quelli cominciavano a impaurirsi. Si guardarono in faccia non sapendo cosa fare, ma quello era il braccio destro del lord e loro non volevano avere guai. Ci paga sir Forsal. Ora il capitano aveva la certezza che lady Lucy era l’artefice di tutto.
Quello era il “pozzo dei pazzi”, così chiamato perché molto anticamente venivano scaraventati i pazzi del territorio quando commettevano qualcosa di grave, era poi stato usato per gettare ancora vivi i più grandi criminali o quelli che tali venivano dichiarati. Non osava pensare a cosa poteva provare la ragazza in fondo a quel buco nero. Si rivolse ai due. Ora mi calerete nel pozzo e se solo farete una mossa falsa verrete voi stessi scaraventati vivi, vi passerò la prigioniera e la farete risalire poi farete risalire me, state attenti perché ho dato ordini precisi se non mi vedono tornare! Mentì il capitano.
I due uomini attaccarono la cesta alla carrucola e cominciarono a farlo scendere.
Era terribile quello che provava e si chiese se la ragazza fosse ancora viva, tre giorni passati in quel posto potevano essere letali. Gli parve un tempo interminabile prima di toccare il fondo, la torcia che aveva portato con sé faticava a rimanere accesa. Non c’era molto spazio e vide subito la fanciulla accasciata con la schiena contro le pietre ricoperte di muschio, sembrava morta. Senza mai lasciare la corda le si avvicinò.
Miss Aghata, si svegli, apra gli occhi. E gentilmente la scuoteva. La ragazza si svegliò come da un sonno pesante e lui capì che era stata drogata. Sir Cortan è venuto, mi ha sentita, i nostri cuori si sono scambiati. Riuscì a dire prima di ricadere nel suo sonno innaturale. A fatica in quello stretto spazio la sistemò nella cesta e diede ordine per la risalita. Passarono pochi minuti e anche lui fu pronto a raggiungere l’aria aperta. Si rivolse ai due uomini. Voi continuate a fare quello per cui siete pagati e se dite una sola parola di quello che è successo passerete sul filo della mia spada. Raggiunse la ragazza, la prese fra le braccia e facendo più attenzione che poteva raggiunse il suo alloggio.
Ester lo stava aspettando. L’ha trovata! Ma in che condizioni è? La donna era spaventata alla vista della ragazza. E’ stata drogata e fatta scendere nel pozzo dei pazzi, bisogna proprio essere pazzi per fare una cosa del genere, scoprirò quello che sta facendo quella donna, sicuro che lo scoprirò e farà la fine che si merita. Ora occupiamoci di lei, nessuno deve sapere che si trova qui. La cameriera cercò di ripulire il viso di Aghata, non poteva andare a prendere acqua a quell’ora, fece quanto poteva e la fanciulla continuava a dormire.
Sir Cortan guardava fuori dalla finestra e stringeva i pugni, la cicatrice gli doleva e ultimamente succedeva troppo spesso, ancora pochi giorni e i lord sarebbero tornati e ci sarebbe stata la sua sfida, era sicuro che lady Lucy aveva tramato contro di lui ma non sapeva cosa. Si rivolse ad Ester. Butta via tutto quello che c’è qui da bere e da mangiare e da oggi fino alla sfida mangerò solo quello che mi porterai dal tuo piatto o mangerò con i miei soldati, non voglio correre il rischio di essere drogato prima dell’incontro, dovrai essere molto attenta e non lasciare mai questa stanza se io non sono presente, il mio alloggio non deve mai rimanere sguarnito. Ester capiva molto bene il pericolo che stavano correndo.
Il fuoco era acceso e la ragazza dormiva sul tappeto vicino alle fiamme. Il suo viso era disteso e sembrava quasi sorridere nella serenità di quel momento. Sir Cortan la osservava e si portò la mano al petto a ricordo di quello che aveva provato e di quello che lei gli aveva detto i nostri cuori si sono scambiati. Cosa voleva dire? Cosa gli stava facendo quella ragazza? Cos’era che provava ogni volta che la vedeva o la pensava? Perché ci teneva tanto a lei? la voce di Ester lo riscosse. E’ molto bella, vero padrone? Sarebbe una moglie ideale per lei. L’uomo la guardò sorpreso. Era la seconda persona quella notte che gli suggeriva di prenderla in moglie, ma lui non aveva mai pensato ad avere una moglie, a giacere con una donna, e se non fosse stato un vero uomo? L’amore fa miracoli. Gli disse la cameriera. Questa fanciulla fa miracoli. Rimarcò di nuovo guardando il suo padrone. Sir Cortan la guardava senza capire ma il suo cuore parlava già per lui.
Si coricò cercando di ascoltare il respiro della ragazza. Cosa ne sarebbe stato di lei? Cosa ne sarebbe stato di lui? Non riuscì ad addormentarsi e rimase con gli occhi aperti e la mano sul petto ad ascoltare i battiti del suo cuore.


illustrazione di Donatella Casiraghi - Diritti e proprietà riservati di Milena Ziletti

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