sabato 15 dicembre 2018

AGHATA


AGHATA

P. DODICI E TREDICI






La governante stava dando le ultime istruzioni alle ragazze che avrebbero servito nel salone quella sera. Si avvicinò ad Aghata e le ricordò come doveva comportarsi. Niente nello sguardo della donna lasciava intravedere quello che provava, ma Aghata non potè non notare che la fronte corrugata della governante andava di pari passo col battito stanco del suo cuore e che avrebbe voluto dirle di più ma il suo ruolo non lo permetteva.
Per la prima volta, la ragazza entrò nel salone dove la maggior parte delle persone che ricoprivano vari ruoli importanti cenavano insieme discutendo delle varie incombenze. Era il momento in cui ognuno parlava di quello che era stato fatto, che rimaneva da fare, dei programmi futuri e dei progetti da portare a termine.
Il tavolo più importante era al centro del grande salone, circondato da altri tavoli disposti in modo che tutti potessero ascoltare, erano persone fidate, leali al loro lord e parlavano in libertà. Lord Aram e lady Lucy erano seduti al centro del tavolo, a sinistra del lord stava sir Cortan e altre due persone, così come a sinistra della lady stavano altre tre persone, erano quelli che avevano i compiti più importanti e che godevano della massima fiducia dei loro signori.
Aghata si avvicinò col vassoio al lord e gli servì quanto dovuto, passando poi a servire la lady e, come le aveva impartito la governante servì sir Cortan per terzo. La gerarchia e l’importanza veniva rispettata rigorosamente, doveva essere sempre noto a tutti chi erano quelli che godevano della massima fiducia dei signori del palazzo.
La ragazza teneva lo sguardo basso e svolgeva il suo compito con la massima concentrazione, le sue mani tremavano leggermente mentre sfiorava le spalle di quella gente per posare cibo e bevande. Lady Lucy non perse nemmeno una mossa della giovane quando servì sir Cortan così come non staccò gli occhi da rapace dall’uomo più fidato di suo marito. Sir Cortan non diede segno di riconoscere la fanciulla e altrettanto fece lei, passando a servire anche gli altri seduti a quel tavolo.
Il vice comandante delle guardie, osservava la giovane con sguardo voglioso. Era impossibile non notarne la bellezza e la delicatezza dei movimenti. Aspettò che arrivasse alla sua postazione col vassoio e, mentre lei lasciava sul tavolo il cibo quello allungò la mano e la palpeggiò ridendo e lanciando frasi volgari. Aghata arrossì e cercò di svincolarsi, ma quello la teneva ferma senza tanta gentilezza. Dammi un bacio, ragazzina. Non fare tanto la smorfiosa, presto mi scalderai il letto. E rideva. Erano scene che si ripetevano spesso e molte ragazze dovevano sottostare alle loro richieste.
Lady Lucy non si perdeva una mossa né della ragazza né di sir Cortan ma quello non alzò nemmeno lo sguardo dal cibo. Aghata riuscì a divincolarsi e corse via.
La governante, sempre attenta la fece sedere e le diede un bicchiere d’acqua. Ti ci dovrai abituare, nessuna serva esce pura da questo posto, alcune nemmeno escono vive, le più coraggiose che rifiutano assaggiano le gabbie dei sotterranei e quando ritornano sono ben felici di assecondare le richieste. Perciò ora sai cosa succede e sta a te regolarti di conseguenza. Ho paura che non avrai vita facile, ragazzina, ma qui le cose stanno in questo modo.
Un menestrello iniziò a suonare e cantare versi che di poetico avevano poco, quegli uomini rudi ridevano sguaiati alle frasi oscene che venivano cantate. Molte ragazze stavano sedute sulle ginocchia di alcuni uomini che denudavano loro il seno e si trastullavano senza vergogna. La cena era conclusa e sir Cortan prese congedo dal suo lord, lui non partecipava mai a questi bagordi, non li sopportava ma non poteva far niente, quegli uomini avevano diritto di sollazzarsi come volevano.
Raggiunse le sue stanze ed Ester lo stava aspettando. Aveva preparato il letto e gli abiti puliti per il giorno successivo. Il camino era ancora acceso, fra quelle spesse mura il freddo non se ne andava nemmeno in piena estate.
Il viso corrucciato dell’uomo diceva tutto senza parlare, Ester lo conosceva bene e gli doveva molto, l’aveva salvata dalle feroci mani di chi l’aveva stuprata scegliendola come sua cameriera personale. Ora nessuno osava importunarla ben sapendo che avrebbe fatto i conti col suo padrone. La storia si stava ripetendo con la fanciulla, lei aveva visto qualcosa di diverso nel suo padrone e sapeva che avrebbe fatto di tutto per proteggerla anche se doveva essere molto prudente, ci voleva poco a perdere i privilegi conquistati in quegli anni e Lady Lucy era una donna da non sottovalutare. Ester sapeva bene cosa tramava la signora, aveva sondato anche lei per riuscire a capire di più del suo padrone e sapeva che sarebbe bastato poco per spedire anche lei nelle gabbie dei sotterranei.
Erano questi i pensieri mentre osservava il suo padrone togliersi gli abiti. Il recipiente con acqua e sapone era già pronto e un telo morbido e pulito era pronto all’uso.
Non ho potuto fare niente per la fanciulla. Gli disse la donna. Lady Lucy non demorde e ho paura che verranno tempi difficili per la ragazza.
Lo so, e sarà solo per colpa mia. Le rispose sir Cortan.


Aghata serviva i pasti alla lady nel suo appartamento privato ma quando c’erano le cene nel salone doveva servire tutti i convitati al suo tavolo.
Erano passati alcuni giorni e la ragazza era, come sempre silenziosa. Era emarginata dalle altre cameriere e soltanto Sara le stava vicina, incurante del comportamento delle loro compagne. Era tardi e stavano consumando il loro pasto, erano stanche, in quei giorni dovevano fare parecchi lavori nelle varie stanze del palazzo, l’appartamento dei lord doveva essere rimesso a posto e non era facile accontentare le loro richieste. Come va, Aghata? Riesci a sopportare questa vita? Io non vedo l’ora di andarmene, ancora sei mesi e tornerò dalla mia famiglia. Le disse Sara. Vedi anche tu come sta andando, nessuna mi rivolge la parola, lady Lucy mi sottopone ogni giorno ad un attento esame, sono prigioniera in questo posto e rischio di finire nelle gabbie dei sotterranei. Ho la certezza che presto dovrò fare delle scelte dolorose. Le rispose. Rimasero in silenzio mangiando il cibo ormai freddo. Come hai fatto a resistere per tutto questo tempo? Volle sapere. Sara non avrebbe voluto rispondere ma sapeva che l’interesse della sua compagna era sincero. Avevo quattordici anni quando sono arrivata e subito sono stata istruita per servire in questa ala del palazzo. All’inizio dovevo solo fare ogni tipo di pulizia, poi il vice capitano delle guardie mi ha notata ed ha chiesto al lord di cedermi al suo servizio. Tornò il silenzio per alcuni minuti. Vuoi proprio sapere i dettagli? Agata la scrutò e lesse nella sua mente tutto quello che Sara aveva dovuto subire. La tristezza di quel viso dolce era evidente e lei le teneva la mano nella sua. Hai perso il tuo bambino! Sussurrò. Sara alzò il suo sguardo con occhi colmi di lacrime. Chi mai vorrà sposare una donna come me? Ho perfino paura che i miei genitori mi possano scacciare da casa, io non saprei dove andare, mi butterei dalla scogliera come hanno fatto altre ragazze prima di me! Non sopporterei l’umiliazione mia e della mia famiglia, meglio morire! Ora piangeva senza ritegno, in silenzio e con la schiena rivolta alle altre che non dovevano sapere. Nessuna di loro parlava mai di quello che sopportavano anche se tutte ne erano a conoscenza, in quello erano solidali e quando sarebbero tornate alle loro famiglie non avrebbero mai fatto parola di quello che sapevano, le loro famiglie conoscevano bene cosa succedeva anche se fingevano il contrario.
Il fuoco del camino si era spento e faceva piuttosto freddo. Le due ragazze sistemarono le loro cose e andarono a dormire. Attraversarono insieme il lungo corridoio che portava alle loro stanze, si sentivano sempre inquete ogni volta che ci passavano. Si tenevano per mano e fu una sgradita sorpresa quella che le aspettava. Da un angolo buio uscirono due uomini col viso coperto, uno immobilizzò Sara mentre l’altro si caricava in spalla Aghata che si dibatteva cercando di urlare. Si stavano allontanando quando Sara trovò il coraggio di urlare. Lady Lucy vi farà frustare, è la sua dama di compagnia e nessuno la può toccare! Ansimava dalla paura e dallo spavento ma quelle parole servirono a bloccare i due malviventi che lasciarono cadere a terra Aghata senza tanti complimenti.
Sara la raggiunse e le tolse il bavaglio, quella tremava e aveva gli occhi pieni di lacrime. Grazie, Sara, non so cosa mi sarebbe successo senza di te. Le ragazze raggiunsero la sua stanza e quella notte dormirono, se così si può dire, vicine cercando di far passare la paura.
La campanella della sveglia suonò ma loro non erano riuscite a dormire. Scesero nella stanza comune a fare colazione e prepararsi per la giornata. Cosa devo fare? Chiese Aghata. Continuare e resistere. Le rispose semplicemente.
Aghata teneva il vassoio della colazione della lady ma le sue mani tremavano. Si impose di calmarsi, dopotutto non era successo niente di grave ma il ricordo di quello che era capitato a Sara la tormentava ben sapendo che era successo a molte ragazze. Ora capiva il motivo di quelle giovani vite spezzate che si buttavano dalla scogliera. Bussò ed entrò. Lady Lucy era seduta da sola davanti al camino. Posa il vassoio e vieni a sederti qui. Le disse. Aghata fece quanto richiesto. Dovrò assentarmi per qualche giorno e ho dato istruzioni alla governante di farti tonare al tuo vecchio lavoro, a meno che… la donna alzò lo sguardo sulla ragazza che rimaneva silenziosa. A meno che tu faccia una cosa per me! Aghata era inqueta aspettando di sapere cosa voleva la sua signora. Durante la mia assenza dovrai osservare e riportarmi i nomi delle ragazze che scalderanno il letto di mio marito. Avrai libertà di movimento e potrai stare anche in giardino, ma al mio ritorno voglio sapere ogni cosa. Sei disposta a farlo per me? Dopotutto ti ho sempre trattata bene ed è ora che ricambi i miei favori. Aghata aveva il cuore che le scoppiava nel petto, aveva pochi secondi per decidere, dalla sua decisione sapeva che dipendeva il suo futuro. Andrò in cucina e riprenderò il mio lavoro fino a quando sua signoria lo riterrà opportuno.
Lady Lucy sbiancò dalla rabbia. Bene, come vuoi tu. Quando torno ci saranno novità che ti riguardano e non ti piaceranno, nessuno osa contraddire i miei ordini, nemmeno quando sono rivolti in modo gentile come ho fatto con te. Hai perso il privilegio di essere una mia protetta! Suonò il campanello e la governante arrivò di corsa. Da oggi questa pezzente torna a fare la sguattera in cucina, al mio ritorno vedrò cosa farne.
Aghata seguì la donna che le consegnò la sua vecchia divisa e l’accompagnò in cucina. Parlò con la cuoca mentre le ragazze osservavano silenziose. Sofia fu richiamata dalla cuoca e lei riprese il suo vecchio lavoro. Sarebbe stato meglio questo anche per tutti i lunghi tre anni, ma lei sapeva bene che il peggio doveva ancora venire.


illustrazione di Donatella Casiraghi - diritti e proprietà riservati di Milena Ziletti

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