C’ERA UNA VOLTA UN
NATALE PIU’ POVERO
Fuori la
neve cadeva gioiosa. I canti di Natale rallegravano le strade. Frotte di
bambini con cuffie colorate si rincorrevano scivolando sulla neve fresca. Luci
colorate addobbavano le case e il profumo di caldarroste invitava a togliersi i
guanti per sbucciarle ancora bollenti.
C’era una volta un Natale più povero.
C’era una
volta un Natale più povero. Comincia così la fiaba di Natale che oggi è
spuntata da sotto il grande abete pieno di palle colorate. Un vecchio babbo
natale seduto imbronciato tiene fra le mani una storia da raccontare. I bambini
seduti in cerchio intorno a lui sono in attesa di sentirlo raccontare.
Sono tutti
attenti col fiato condensato, che in spirali sale verso il cielo scuro di nuvole
grasse.
C’era una
volta un Natale più povero, ma come raccontarlo a chi non lo ha mai conosciuto?
Babbo natale
alza le braccia e con le sue mani guantate di banco si copre gli occhi e quelli
di tutti i bambini, inizia la magia e non c’è più bisogno di parlare.
Tutti i
bambini entrano in casa di Pietro, sono lì ma è come se non ci fossero. Vedono,
ascoltano e osservano. Non hanno mai visto una casa così! Niente tv, niente pc,
niente caloriferi. Una grande stanza col fuoco nel camino rallegra quasi
cantando l’ambiente. Una vecchia si dondola su una sedia cigolante e sferruzza
biascicando un infinito rosario. Una giovane donna sta impastando il pane e il
dolce delle feste, mentre Pietro è seduto sulla pietra del camino assaporando
il calore della fiamma.
Dove sono i
colori e i canti delle feste? Dove sono i dolci e i regali?
Si sentono
solo i bisbigli della nonna e il canto a labbra chiuse della mamma che impasta.
Poi un vagito di neonato irrompe come una tromba di soldati e Pietro corre a
prendere in braccio la sua sorellina. Una vecchia coperta vicino al fuoco e
alcuni bottoni per giocare. La luce si fa fioca e si accende una candela mentre
sul fuoco cuoce il minestrone.
Sarà Natale,
domani, e c’è un’attesa nell’aria.
Il cuore
della giovane madre accelera nell’attesa e la vecchia sembra pregare più forte
mentre le mani aggiungono il filo di lana sul ferro.
Sarà Natale,
domani e c’è una speranza nell’aria.
Spari di
armi rimbombano con echi lontani, sarà Natale, domani anche per chi lotta per
la Patria e per Dio, per chi vuole una casa con dentro una famiglia e un lavoro
per dare dignità alla Vita.
Sarà Natale,
domani e c’è la paura nell’aria.
La candela
si consuma insieme al minestrone. La vecchia prende sottobraccio i bambini e si
ritira nel grande letto, si terranno caldo insieme
E’ già
Natale, e le preghiere si sprecano.
C’era una
volta un Natale più povero, dove il regalo più bello era vivere insieme.
C’era una
volta un Natale più povero, dove la gente non voleva regali, ma vita da vivere
e figli da crescere.
C’era una
volta un Natale più povero, ma non fu Natale fino a quando il vero regalo non
varcò quella soglia e la famiglia fu di nuovo riunita.
C’era una
volta un Natale più povero, dove era l’Amore la gioia più grande, dove in una
casa c’era un padre e una madre, una sorella e magari dei nonni.
C’era una
volta il Natale, ora non si sa.
immagine dal web - diritti e proprietà riservati di Milena Ziletti
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