AGHATA
P. QUATTORDICI
La carrozza
di lady Lucy stava lasciando il viale del palazzo. Un drappello di dieci
guardie scelte l’accompagnava. Erano il suo personale corpo di guardia, tutti
uomini fidati e scelti direttamente da sir Cortan con il suo stesso benestare.
Il capitano, sir Forsal godeva di parecchia autonomia, pur rispondendo al capo
delle guardie gli ordini li prendeva direttamente dalla signora del palazzo.
Capitava di rado che dovesse scortarla per lunghi tragitti. Lady Lucy sporse la
mano dal finestrino e il suo capitano si avvicinò. Facciamo una deviazione, ordina al cocchiere di portarmi da miss
Arutha. Il capitano provvide. Non gli piaceva molto quel tragitto, miss
Arutha era considerata una strega, una maga, una veggente a seconda di chi la
consultava e viveva molto isolata da tutti. Giunsero alla sua misera casupola
in breve tempo, il cielo cominciava a scurire, grosse nuvole presagivano un
imminente temporale e il bosco non era il luogo ideale per farsi sorprendere
dai fulmini. La cameriera aiutò la signora a scendere dalla carrozza. Voi restate fuori, entro da sola. E si
diresse alla porta che era aperta, entrò, si tolse i guanti e aspettò che la
veggente la raggiungesse. Cosa la porta
da me, questa volta lady Lucy? La donna aspettò che la vecchia si sedesse
di fronte a lei. Sei una veggente,
dimmelo tu! Miss Arutha le prese le mani fra le sue, chiuse gli occhi
bisbigliando parole e sortilegi comprensibili solo a lei. Dopo pochi minuti riaprì
gli occhi e lasciò le mani della signora. Non parlò fino a che, una piccola
borsa di monete non fu posata sul tavolo e lei la fece velocemente sparire. Gli
occhi della vecchia, circondati da rughe e cespugliose sopracciglia sembravano
spiritati. Guardò la donna che aveva di fronte e cominciò a parlare. Tu hai bisogno di un uomo e quello che hai
scelto è molto pericoloso. Inutile che tenti di giustificare le tue mosse, io
vedo la verità e tu sei innamorata dell’uomo con la cicatrice. Lui non ti
ricambia e non ti ricambierà mai, il suo cuore è già preso. Una fanciulla gli
ha stregato il cuore, per te non c’è speranza. Non tentare mosse ardite, il tuo
futuro è in pericolo. Lady Lucy era rossa dalla rabbia, nemmeno a se stessa
aveva mai confessato la passione che le risvegliava sir Cortan, e più lui si
negava più in lei aumentava la bramosia di conquistarlo, di umiliarlo e di
scacciarlo dal palazzo, o di amarlo. Quello
che farò non è affar tuo! Le rispose rabbiosamente. Io ti ho avvisata, stai giocando col fuoco. C’è qualcosa di molto più
forte delle mie capacità che circonda lui e la fanciulla, forze che non riesco
a penetrare, per questo sono sicura che sono pericolose, lascia perdere i tuoi
propositi, io li vedo molto bene, tu a differenza di loro sei prevedibile e ti
posso predire, senza ombra di dubbio che farai una brutta fine. Lady Lucy
si alzò rabbiosa, facendo cadere la sedia. Sei
solo una ciarlatana, non mi sei mai stata di nessun aiuto e conosci troppe cose
di me. Chiamò a gran voce il suo capitano. Sir Forsal uccidete questa vecchia bastarda e date fuoco a tutto,
potete tenervi tutto ciò che di valore troverete.
Miss Arutha
non si mosse, rimase seduta. Io conosco
da tempo il mio destino, ed ora ti regalo il tuo: io morirò con la gola
tagliata e tu… non terminò la frase, la spada del capitano gli recise il
collo. La signora uscì mentre le guardie rovistavano nella casupola trovando
ben poco, diedero fuoco a tutto e ripresero il viaggio.
La cameriera
osservava la sua padrona quasi senza respirare. Era al suo servizio già da
alcuni mesi e conosceva bene gli sbalzi d’umore della donna e quanto potessero
essere pericolosi.
Lady Lucy
chiamò il capitano e diede ordine di ritornare al palazzo, un fuoco le bruciava
dentro, per la prima volta doveva ammettere che quello che voleva da sir Cortan
era, prima di tutto di essere amata, dopo di che potevano liberarsi di lord
Aram e governare insieme. Per prima cosa doveva togliere di mezzo la ragazza
che aveva rubato il cuore al capitano delle guardie. Aveva bisogno di calmarsi
e di pensare alle mosse da fare. Cambiò ancora gli ordini al capitano e si fece
accompagnare nella sua dimora di famiglia, una splendida tenuta circondata da
parchi e una scogliera, dove ancora viveva sua madre. Non era attesa ma sapeva
che poteva sempre trovare lì l’affetto di una famiglia, quello che al palazzo
non c’era più.
A palazzo
tutto sembrava proseguire senza intoppi. L’assenza della lady rendeva tutta la
servitù più tranquilla e i lavori erano meno pesanti. Anche in cucina si
lavorava di meno e la cuoca decise di lasciare in libertà alcune delle ragazze.
Si avvicinò ad Aghata. Tu rimani qui,
continua il tuo lavoro. La ragazza abbassò la testa senza rispondere e
continuò quello che stava facendo. Dalla piccola finestra aperta le giungevano
le voci delle sue compagne che si rincorrevano sul piccolo prato, che
scherzavano e fu con vero dolore quando sentì la voce di Sofia: dobbiamo stare alla larga da quella
pezzente, ho saputo che ha perso la protezione di lady Lucy e che la vuole
punire per qualcosa che ha fatto. Stiamo attente o finiremo come lei. Come fai a sapere queste cose? Le chiese
una ragazza. Il mio ragazzo lavora
nell’ala dei lord e mi riferisce ogni pettegolezzo. Mi ha raccontato che Aghata
è stata scacciata in malo modo e che quando sua signoria tornerà verrà
adeguatamente punita.
La fanciulla
si asciugò gli occhi. Cosa poteva capitarle di peggio? Non aveva l’affetto o
l’amicizia di nessuno, svolgeva il compito più umile in assoluto e le sue
compagne la isolavano come fosse una lebbrosa. Cercò di riprendere il
controllo, solo Sara nutriva dell’amicizia per lei e capì quanto fosse
pericoloso, doveva trovare il modo di allontanarla o avrebbe sofferto per causa
sua. Lady Lucy avrebbe fatto di tutto per distruggerla, lo aveva capito fin dal
primo momento che l’aveva incontrata e ancora non ne conosceva il motivo.
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