lunedì 17 dicembre 2018

AGHATA


AGHATA

P. QUATTORDICI






La carrozza di lady Lucy stava lasciando il viale del palazzo. Un drappello di dieci guardie scelte l’accompagnava. Erano il suo personale corpo di guardia, tutti uomini fidati e scelti direttamente da sir Cortan con il suo stesso benestare. Il capitano, sir Forsal godeva di parecchia autonomia, pur rispondendo al capo delle guardie gli ordini li prendeva direttamente dalla signora del palazzo. Capitava di rado che dovesse scortarla per lunghi tragitti. Lady Lucy sporse la mano dal finestrino e il suo capitano si avvicinò. Facciamo una deviazione, ordina al cocchiere di portarmi da miss Arutha. Il capitano provvide. Non gli piaceva molto quel tragitto, miss Arutha era considerata una strega, una maga, una veggente a seconda di chi la consultava e viveva molto isolata da tutti. Giunsero alla sua misera casupola in breve tempo, il cielo cominciava a scurire, grosse nuvole presagivano un imminente temporale e il bosco non era il luogo ideale per farsi sorprendere dai fulmini. La cameriera aiutò la signora a scendere dalla carrozza. Voi restate fuori, entro da sola. E si diresse alla porta che era aperta, entrò, si tolse i guanti e aspettò che la veggente la raggiungesse. Cosa la porta da me, questa volta lady Lucy? La donna aspettò che la vecchia si sedesse di fronte a lei. Sei una veggente, dimmelo tu! Miss Arutha le prese le mani fra le sue, chiuse gli occhi bisbigliando parole e sortilegi comprensibili solo a lei. Dopo pochi minuti riaprì gli occhi e lasciò le mani della signora. Non parlò fino a che, una piccola borsa di monete non fu posata sul tavolo e lei la fece velocemente sparire. Gli occhi della vecchia, circondati da rughe e cespugliose sopracciglia sembravano spiritati. Guardò la donna che aveva di fronte e cominciò a parlare. Tu hai bisogno di un uomo e quello che hai scelto è molto pericoloso. Inutile che tenti di giustificare le tue mosse, io vedo la verità e tu sei innamorata dell’uomo con la cicatrice. Lui non ti ricambia e non ti ricambierà mai, il suo cuore è già preso. Una fanciulla gli ha stregato il cuore, per te non c’è speranza. Non tentare mosse ardite, il tuo futuro è in pericolo. Lady Lucy era rossa dalla rabbia, nemmeno a se stessa aveva mai confessato la passione che le risvegliava sir Cortan, e più lui si negava più in lei aumentava la bramosia di conquistarlo, di umiliarlo e di scacciarlo dal palazzo, o di amarlo. Quello che farò non è affar tuo! Le rispose rabbiosamente. Io ti ho avvisata, stai giocando col fuoco. C’è qualcosa di molto più forte delle mie capacità che circonda lui e la fanciulla, forze che non riesco a penetrare, per questo sono sicura che sono pericolose, lascia perdere i tuoi propositi, io li vedo molto bene, tu a differenza di loro sei prevedibile e ti posso predire, senza ombra di dubbio che farai una brutta fine. Lady Lucy si alzò rabbiosa, facendo cadere la sedia. Sei solo una ciarlatana, non mi sei mai stata di nessun aiuto e conosci troppe cose di me. Chiamò a gran voce il suo capitano. Sir Forsal uccidete questa vecchia bastarda e date fuoco a tutto, potete tenervi tutto ciò che di valore troverete.
Miss Arutha non si mosse, rimase seduta. Io conosco da tempo il mio destino, ed ora ti regalo il tuo: io morirò con la gola tagliata e tu… non terminò la frase, la spada del capitano gli recise il collo. La signora uscì mentre le guardie rovistavano nella casupola trovando ben poco, diedero fuoco a tutto e ripresero il viaggio.
La cameriera osservava la sua padrona quasi senza respirare. Era al suo servizio già da alcuni mesi e conosceva bene gli sbalzi d’umore della donna e quanto potessero essere pericolosi.
Lady Lucy chiamò il capitano e diede ordine di ritornare al palazzo, un fuoco le bruciava dentro, per la prima volta doveva ammettere che quello che voleva da sir Cortan era, prima di tutto di essere amata, dopo di che potevano liberarsi di lord Aram e governare insieme. Per prima cosa doveva togliere di mezzo la ragazza che aveva rubato il cuore al capitano delle guardie. Aveva bisogno di calmarsi e di pensare alle mosse da fare. Cambiò ancora gli ordini al capitano e si fece accompagnare nella sua dimora di famiglia, una splendida tenuta circondata da parchi e una scogliera, dove ancora viveva sua madre. Non era attesa ma sapeva che poteva sempre trovare lì l’affetto di una famiglia, quello che al palazzo non c’era più.
A palazzo tutto sembrava proseguire senza intoppi. L’assenza della lady rendeva tutta la servitù più tranquilla e i lavori erano meno pesanti. Anche in cucina si lavorava di meno e la cuoca decise di lasciare in libertà alcune delle ragazze. Si avvicinò ad Aghata. Tu rimani qui, continua il tuo lavoro. La ragazza abbassò la testa senza rispondere e continuò quello che stava facendo. Dalla piccola finestra aperta le giungevano le voci delle sue compagne che si rincorrevano sul piccolo prato, che scherzavano e fu con vero dolore quando sentì la voce di Sofia: dobbiamo stare alla larga da quella pezzente, ho saputo che ha perso la protezione di lady Lucy e che la vuole punire per qualcosa che ha fatto. Stiamo attente o finiremo come lei. Come fai a sapere queste cose? Le chiese una ragazza. Il mio ragazzo lavora nell’ala dei lord e mi riferisce ogni pettegolezzo. Mi ha raccontato che Aghata è stata scacciata in malo modo e che quando sua signoria tornerà verrà adeguatamente punita.
La fanciulla si asciugò gli occhi. Cosa poteva capitarle di peggio? Non aveva l’affetto o l’amicizia di nessuno, svolgeva il compito più umile in assoluto e le sue compagne la isolavano come fosse una lebbrosa. Cercò di riprendere il controllo, solo Sara nutriva dell’amicizia per lei e capì quanto fosse pericoloso, doveva trovare il modo di allontanarla o avrebbe sofferto per causa sua. Lady Lucy avrebbe fatto di tutto per distruggerla, lo aveva capito fin dal primo momento che l’aveva incontrata e ancora non ne conosceva il motivo.

illustrazione di Donatella Casiraghi - diritti e proprietà riservati di Milena Ziletti

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