martedì 18 dicembre 2018

AGHATA


AGHATA

P. QUINDICI






Durante l’assenza della signora anche le cene erano informali. Le serve portavano vassoi carichi di cibo nel grande salone e venivano prese e palpeggiate, nei migliori dei casi. In quelle occasioni sir Cortan non si presentava mai, se non era espressamente richiesta dal lord la sua presenza, preferiva consumare il pasto nella sua stanza, come quella sera. Ester lo serviva in silenzio, come faceva di solito e si era seduta sul gradino del camino in attesa di rassettare e tornare nella sua stanza.
La donna osservava il suo padrone e sapeva che aveva varie preoccupazioni e pensieri che gli giravano nella mente. Il suo compito non era semplice, sottoposti e guardie dipendevano dai suoi ordini e il territorio da controllare era piuttosto vasto.
Sarò assente per alcuni giorni e tu sarai più libera. Lord Aram mi ha ordinato di andare a controllare i confini a nord dei suoi possedimenti. Il comando passa nelle mani del mio vice, sir Mortenn. Vorrei che tu tenessi occhi e orecchie aperte per me, sento che c’è più malcontento del solito e non dovrei andarmene proprio ora, ma gli ordini sono ordini. Domani torna lady Lucy e credo che stia tramando qualcosa. Tu stai in guardia lo sai che non perde occasione per cercare di ferirmi.
Ester non si mosse. La fanciulla è tornata in cucina, al suo vecchio lavoro. Non so cosa abbia contro questa giovane, non ho afferrato il suo comportamento ma non mi piace, la signora non fa mai niente che non abbia uno scopo, soprattutto che non sia a suo vantaggio. Si era espressa in libertà, sapeva di poterlo fare, il suo padrone sapeva che lei gli era leale. Lo sai bene cosa vuole, portarmi nel suo letto e distruggere così la mia reputazione, il rancore che nutre per suo marito si è trasformato in odio ed io sono il mezzo che ha per umiliarlo. Io non sono disposto ad assecondarla e lei sta cercando il modo per farmi cedere. Credo si sia messa in testa che fra la fanciulla e me ci sia qualcosa, ma non è così. Ester lo osservò. Anche se è come il mio signore dice, quello che io so è che userà ogni mezzo e se conosco il mio padrone so pure che non rimarrà a guardare mentre la signora userà tutto il suo perfido potere sulla ragazza.
Sir Cortan lo sapeva bene, e non lo avrebbe mai confessato a nessuno, ma quella fanciulla gli era entrata nel cuore, senza motivo, senza cercarlo. Avvertiva la sua vicinanza senza vederla e manteneva il sangue freddo con difficoltà. Nessuno lo avrebbe mai saputo, tranne Ester che lo aveva capito ma non glielo avrebbe mai confidato, anche per il suo stesso bene.
Il giorno era spuntato e sir Cortan con un nutrito drappello di soldati era già partito.
La carrozza di lady Lucy arrivò a palazzo a metà giornata e trovò suo marito che l’attendeva nel vasto ingresso. Vieni nel mio alloggio, ti devo parlare. Non le diede nemmeno il tempo di togliersi gli abiti da viaggio. La donna si sedette e aspettò che lord Aram si decidesse a parlare. Questa mattina ho ricevuto un dispaccio, devo recarmi al castello di lord Sirus. C’è una riunione di tutti i lord del paese e non mi è dato di sapere quanto starò assente. Purtroppo sir Cortan era già partito quando ho ricevuto la missiva e sarà assente per vari giorni. Rimani tu a presidiare il palazzo, con il vice capitano delle guardie e il capitano della tua scorta personale. So che sono affidabili e ti sono molto devoti, ma non parto tranquillo. Non ci sono affari in sospeso di particolare importanza e ho rimandato tutto quello che era in programma, non dovrai fare altro che controllare che tutto proceda come al solito e riunirti con sir Mortenn e sir Forsal. So che posso fidarmi di te, lord Sirus ha il potere di toglierci il comando di questo distretto, perciò fai del tuo meglio. La donna sorrise a suo marito. Vai tranquillo, non ho nessuna intenzione di perdere tutto questo e ti garantisco che non succederà niente.
Fuori si sentivano scalpitare i cavalli del drappello di guardie di scorta del lord. Era un viaggio di parecchie ore e dovevano sbrigarsi se volevano arrivare prima di notte. Lord Aram salutò sua moglie, uscì e saltò in sella al suo cavallo.
Lady Lucy raggiunse le sue stanze. Sorrideva mentre nella sua mente andava formandosi un piano al quale pensava da giorni. Era proprio una fortuna che sir Cortan e suo marito fossero partiti. Mandò una cameriera con un messaggio per i due capitani e li invitò a cena nelle sue stanze.
Si era preparata con molta cura per quell’incontro, era bella e seducente, la tavola era già imbandita e molte pietanze erano pronte, non ci sarebbe stato nessuno a servire, sarebbe stata una cena a tre.
Fu molto brava a mettere a proprio agio i due uomini, sapeva bene che non correva buon sangue fra di loro, erano al comando uno come vice e l’altro di quello che considerava un lavoro poco importante. Parlò, li lusingò, lasciò cadere tante frasi che potevano interpretare a loro vantaggio. Lei osservava e studiava il loro atteggiamento, doveva capire come usarli senza creare attriti. Ci volle poco per capire quali erano le aspettative dei due uomini, conoscere i loro lati più deboli e quello che desideravano. Un brivido di piacere le attraversò tutta la spina dorsale, sarebbe stato emozionante portare avanti i suoi progetti e molto, molto piacevole sotto molti punti di vista.
Chiamò la governante che li accompagnò in una stanza in penombra e con profumi sparsi da vari catini colmi di braci. Alcune fanciulle li aspettavano e passarono una delle notti più piacevoli che avessero mai avuto. La loro lealtà verso la loro signora si ingigantì ancora di più.



 illustrazione di Donatella Casiraghi - diritti e proprietà riservati di Milena Ziletti

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