AGHATA
P. QUINDICI
Durante
l’assenza della signora anche le cene erano informali. Le serve portavano
vassoi carichi di cibo nel grande salone e venivano prese e palpeggiate, nei
migliori dei casi. In quelle occasioni sir Cortan non si presentava mai, se non
era espressamente richiesta dal lord la sua presenza, preferiva consumare il
pasto nella sua stanza, come quella sera. Ester lo serviva in silenzio, come
faceva di solito e si era seduta sul gradino del camino in attesa di rassettare
e tornare nella sua stanza.
La donna
osservava il suo padrone e sapeva che aveva varie preoccupazioni e pensieri che
gli giravano nella mente. Il suo compito non era semplice, sottoposti e guardie
dipendevano dai suoi ordini e il territorio da controllare era piuttosto vasto.
Sarò assente per alcuni giorni e tu
sarai più libera. Lord Aram mi ha ordinato di andare a controllare i confini a
nord dei suoi possedimenti. Il comando passa nelle mani del mio vice, sir
Mortenn. Vorrei che tu tenessi occhi e orecchie aperte per me, sento che c’è
più malcontento del solito e non dovrei andarmene proprio ora, ma gli ordini
sono ordini. Domani torna lady Lucy e credo che stia tramando qualcosa. Tu stai
in guardia lo sai che non perde occasione per cercare di ferirmi.
Ester non si
mosse. La fanciulla è tornata in cucina,
al suo vecchio lavoro. Non so cosa abbia contro questa giovane, non ho
afferrato il suo comportamento ma non mi piace, la signora non fa mai niente
che non abbia uno scopo, soprattutto che non sia a suo vantaggio. Si era
espressa in libertà, sapeva di poterlo fare, il suo padrone sapeva che lei gli
era leale. Lo sai bene cosa vuole,
portarmi nel suo letto e distruggere così la mia reputazione, il rancore che
nutre per suo marito si è trasformato in odio ed io sono il mezzo che ha per
umiliarlo. Io non sono disposto ad assecondarla e lei sta cercando il modo per
farmi cedere. Credo si sia messa in testa che fra la fanciulla e me ci sia
qualcosa, ma non è così. Ester lo osservò. Anche se è come il mio signore dice, quello che io so è che userà ogni
mezzo e se conosco il mio padrone so pure che non rimarrà a guardare mentre la
signora userà tutto il suo perfido potere sulla ragazza.
Sir Cortan
lo sapeva bene, e non lo avrebbe mai confessato a nessuno, ma quella fanciulla
gli era entrata nel cuore, senza motivo, senza cercarlo. Avvertiva la sua
vicinanza senza vederla e manteneva il sangue freddo con difficoltà. Nessuno lo
avrebbe mai saputo, tranne Ester che lo aveva capito ma non glielo avrebbe mai
confidato, anche per il suo stesso bene.
Il giorno
era spuntato e sir Cortan con un nutrito drappello di soldati era già partito.
La carrozza
di lady Lucy arrivò a palazzo a metà giornata e trovò suo marito che
l’attendeva nel vasto ingresso. Vieni nel
mio alloggio, ti devo parlare. Non le diede nemmeno il tempo di togliersi
gli abiti da viaggio. La donna si sedette e aspettò che lord Aram si decidesse
a parlare. Questa mattina ho ricevuto un
dispaccio, devo recarmi al castello di lord Sirus. C’è una riunione di tutti i
lord del paese e non mi è dato di sapere quanto starò assente. Purtroppo sir
Cortan era già partito quando ho ricevuto la missiva e sarà assente per vari
giorni. Rimani tu a presidiare il palazzo, con il vice capitano delle guardie e
il capitano della tua scorta personale. So che sono affidabili e ti sono molto
devoti, ma non parto tranquillo. Non ci sono affari in sospeso di particolare
importanza e ho rimandato tutto quello che era in programma, non dovrai fare
altro che controllare che tutto proceda come al solito e riunirti con sir
Mortenn e sir Forsal. So che posso fidarmi di te, lord Sirus ha il potere di
toglierci il comando di questo distretto, perciò fai del tuo meglio. La
donna sorrise a suo marito. Vai
tranquillo, non ho nessuna intenzione di perdere tutto questo e ti garantisco
che non succederà niente.
Fuori si
sentivano scalpitare i cavalli del drappello di guardie di scorta del lord. Era
un viaggio di parecchie ore e dovevano sbrigarsi se volevano arrivare prima di
notte. Lord Aram salutò sua moglie, uscì e saltò in sella al suo cavallo.
Lady Lucy
raggiunse le sue stanze. Sorrideva mentre nella sua mente andava formandosi un
piano al quale pensava da giorni. Era proprio una fortuna che sir Cortan e suo
marito fossero partiti. Mandò una cameriera con un messaggio per i due capitani
e li invitò a cena nelle sue stanze.
Si era
preparata con molta cura per quell’incontro, era bella e seducente, la tavola
era già imbandita e molte pietanze erano pronte, non ci sarebbe stato nessuno a
servire, sarebbe stata una cena a tre.
Fu molto
brava a mettere a proprio agio i due uomini, sapeva bene che non correva buon
sangue fra di loro, erano al comando uno come vice e l’altro di quello che
considerava un lavoro poco importante. Parlò, li lusingò, lasciò cadere tante
frasi che potevano interpretare a loro vantaggio. Lei osservava e studiava il
loro atteggiamento, doveva capire come usarli senza creare attriti. Ci volle
poco per capire quali erano le aspettative dei due uomini, conoscere i loro
lati più deboli e quello che desideravano. Un brivido di piacere le attraversò
tutta la spina dorsale, sarebbe stato emozionante portare avanti i suoi
progetti e molto, molto piacevole sotto molti punti di vista.
Chiamò la
governante che li accompagnò in una stanza in penombra e con profumi sparsi da
vari catini colmi di braci. Alcune fanciulle li aspettavano e passarono una
delle notti più piacevoli che avessero mai avuto. La loro lealtà verso la loro
signora si ingigantì ancora di più.
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